LINKIN PARK - METEORA

 

 

ANNO : 2003

DURATA : 36m43s

VOTO : • • • •

 

 

Una finestra rotta e parte così, in medias res, il secondo album dei Linkin Park. Don't stay ci riporta immediatamente al tipo di musica a cui il gruppo ci aveva abituato in Hybrid theory: schitarrate continue, la melodia rabbiosa (sembra un ossimoro, ma esprime perfettamente lo stile dei linkin)che si interrompe per lasciare spazio alla voce urlata di Chester Bennington, nessun rischio insomma che il gruppo abbia perso la verve di un tempo...


Somewhere I belong mira direttamente al cuore con la sua introduzione dolce che cede il passo prima alle chitarre e poi alla parlata rap di Mike Shinoda. Il chorus è liberatorio e sembra rendere a pieno l'ansia di vivere di cui tratta la canzone, fino all'apparente sfogo finale (I'll find myself today) da cui riparte potenziato l'ultimo ritornello (e c'è niente di più bello e potente del modo in cui chitarra e batteria accompagnano la fine della canzone?).
Un'atmosfera pesante è creata da Lying from you, perfetto contraltare alle parole del brano che denuncia una vita di ipocrisie da cui ci si vuole allontanare. E qui Chester torna ad essere rabbioso, sia nel ritornello (davvero trascinante) che nell'intermezzo successivo al secondo chorus, una ripetizione ossessiva sempre più dura che ha il suo climax nell'urlato "You" con cui ricomincia l'ultimo ritornello, che si conclude bruscamente.


Il clima ossessivo è ribadito in Hit the floor, che però è a mio parere uno dei brani meno riusciti dell'album. Molto melodica è invece la canzone seguente, Easier to run, in cui si ha una perfetta alternanza tra il rap che precede il chorus e l'armoniosità del chorus stesso.
Le tastiere preparano l'arrivo della chitarra in Faint, una delle mie canzoni preferite, che, ammettiamolo, è impossibile sentire senza ballare (o, al limite, pogare..). E' bello anche come qui Chester riesca a variare la voce, prima grintosa (il chorus), poi urlatissima e quasi sguaiata (Now, hear me right now), subito dopo sommessa, poi ancora dolcissima (la controvoce nel finale).


Figure.09, pur essendo abbastanza trascinante, mi sembra però nettamente inferiore alle altre canzoni dell'album, specialmente nella ripetitiva parte intermedia. Un'oasi melodica è data invece dalla bella e ritmata Breaking the habit, in cui mai il cantante si lascia andare a sfoghi rabbiosi, ma canta per così dire in sordina fino al climax finale (I'll paint it on the walls..), e la sua voce si fa dolce e partecipe accompagnandoci verso la conclusione.
Ed eccoci ad un'altra delle canzoni più belle dell'album, From the inside, quella che più ricorda In the end dell'album precedente. Anche in questo caso le voci dei due cantanti si integrano perfettamente, per arrivare ad un ritornello che colpisce al cuore ed il cui patos non è nemmeno scalfito da uno dei tipici intermezzi urlati alla Bennington (I won't waste myself on you).
Molto meno dotata di patos ma certamente più allegra e ballabile è la successiva Nobody's listening, in cui Chester recita la parte del Grillo parlante (per la serie "te l'avevo detto, ma non mi hai ascoltato.."). Una sorta di rap orecchiabile e senza pretese.


Come in Hybrid theory, anche in quest'album abbiamo una canzone strumentale: Session, come Cure for the itch, è ben riuscita, ed i suoi suoni distorti, il suo ritmo sincopato, la tastiera di sottofondo ed il finale "gracchiato" ricordano molto le canzoni strumentali dei Nine Inch Nails (ed un debito di riconoscenza nei loro confronti è stato apertamente ammesso da parte dei Linkin).
Numb chiude degnamente l'album. Tutto di questa canzone mi sembra splendido: l'ingresso della chitarra, la strofa iniziale, l'andamento circolare e cadenzato del ritornello, lo sfogo dopo il secondo chorus ed il finale a due voci,che si conclude, chiudendo il cerchio, come aveva iniziato.


Non penso che nessuno dei fan del primo album sia rimasto deluso dal secondo. I Linkin Park sono rimasti fedeli al loro stile, confermando il significato che essi danno al NU Metal. Il pericolo è che, percorsa fino in fondo questa strada,la band si fossilizzi cercando di copiare se stessa indefinitamente. Speriamo che il prossimo album ci smentisca!

ValeC

 

 

1)Foreword
2)Don't stay
3)Somewhere I belong
4)Lying from you
5)Hit the floor
6)Easier to run
7)Faint
8)Figure.09
9)Breaking the habit
10)From the inside
11)Nobody's listening
12)Session
13)Numb
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