Un lavoro che va ben oltre la descrizione di emozioni tramite parole e musiche , un album che serve a formare un pensiero e a diffondere ideali. Se a queste premesse aggiungiamo delle melodie apprezzabili e la voce di Tracy Chapman , il mix è perfetto e nessuno può stranizzarsi del successo di questo album di debutto.
La vita ,quella di tutti i giorni , quella della gente comune , nel suo insieme
, nella sua complessità è narrata da Tracy Chapman. La vita come difficoltà pratiche e come tormenti esistenziali;colti questi due argomenti fondamentali per ognuno di noi , l'album va dritto al cuore degli ascoltatori.
La base musicale è folk con qualche tendenza all'etnica ,grazie anche all'apporto
di percussioni.
Gli arrangiamenti sono scarni ed essenziali, e riescono così a mettere meglio in evidenza la bravura di Tracy Chapman come interprete emotiva ed immedesimata.
L'impegno sociale è totale nelle prime tre canzoni; Talkin' bout a revolution ha come protagonista la gente oppressa e
soppressa dalla società;il ritmo incalzante la ha resa un singolo di grande successo , fino a diventare un manifesto per la generazione giovanile. La rivoluzione è la sopravvivenza quotidiana ; i contenuti di speranza
sono quasi
"cristiani" con i poveri che avranno infine la loro parte.
L'arrangiamento semplice con il ritmo lento, di tutta la canzone ritornello escluso, di Fast car,la rendono più riflessiva e
triste; è la storia di due persone delle quali viene ripercorsa la vita , con le sue difficoltà e i suoi desideri e delusioni . Behind
the wall ha la particolarità (non certo facile da trovare) di essere solo
cantata , senza alcuno strumento di supporto alla voce di Tracy Chapman. Una
prova difficilissima per un cantante e Tracy la supera abbastanza bene.
L'apice dell'impegno sociale si ha in Across the lines ,con in primo piano i problemi del razzismo e della divisione ancora esistente tra bianchi e neri. Oltre ad uno sfondo ideologico
comune, in queste prime canzoni anche la base musicale è abbastanza simile.
Qualche variante, come già accennato , c'è , e la più evidente è il reggae di She's got her ticket. Stranizza un po' la sua presenza in questo contesto , ma risulta davvero appropriata visto anche il messaggio che porta.
Anche Mountains o' things serve a spezzare il ritmo con le percussioni che caratterizzano la ritmica della canzone.
Il resto è fondamentalmente una ripresa delle linee iniziali con una preponderanza dell'interiorità.
L'amore e le relazioni prendono pian piano il sopravvento;ma è un amore sofferto, spesso in condizioni difficili. Il ritmo è pacato con improvvise accelerazioni nei ritornelli,con un tono dimesso e sincero.
Tra tutte spicca Baby can I hold you , una ballata ormai classica che ha emozionato una miriade di
ragazzi (e non solo);una vera e propria dichiarazione è For my lover che fa capire come l'amore sia soggettivo e
vada oltre ogni ostacolo .Le restanti If not noww... e For you sono una degna
conclusione dell'album .
E così il disco finisce , dopo poco più di mezzora, ma ha saputo emozionarci
e, tutto sommato , va bene così visto che prolungandosi rischiava magari di
ripetersi troppo.
Peccato che la magia di queste canzoni non sia stata più ritrovata dalla
brava cantante di Cleveland...
MirAn
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