COLDPLAY - PARACHUTES

 

ANNO : 2000

DURATA:41m44s

VOTO: • • •  
Primo album vero e proprio del quintetto londinese che diventa una delle band più in voga nell'ambito della musica d'oltremanica.

 

 

Il britpop malinconico e riflessivo trova un altro capitolo della sua storia grazie a questa band formatasi nel 1998. 
Parachutes ci fornisce delle canzoni senza dubbio gradevoli, alcune delle quali molto belle (Trouble), ma è a tratti un po' troppo scontato, e quando non tiene alta l'emozione il coinvolgimento scende un po'.
Crisi interiori, problemi esistenziali e d'amore sono il punto cruciale dell'album, che presenta dei testi molto ben fatti, superiori a quelli di altri gruppi contemporanei e conterranei dei Coldplay.
Lo stile è abbastanza classico: la base di tutte le canzoni è la melodia;tra le 10 track vi sono molte ballate, e la ritmica è sempre molto compassata. Tutto ciò serve per creare il tono distensivo e riflessivo a cui aspira l'album e che effettivamente raggiunge. Dal punto di vista strumentale hanno una notevole importanza la chitarra acustica e, quando è presente, il pianoforte.

Le hit ci sono ed il successo commerciale dei singoli Shiver e Yellow, oltre che Trouble, lo dimostra.
Shiver tratta dell'amore non corrisposto e cerca di riproporre in melodia questo continuo cercare di convincere la persona amata a ricambiare tale sentimento (senza però avere risposta positiva). Per questo strofe ripetute, ma comunque niente lieto fine.
Più spensierata Yellow, sempre canzone d'amore con molto falsetto (caratteristica del resto spesso presente nell'album), ed un ritmo costante .
Ed eccoci a Trouble, la vera perla di Parachutes; qui a far da padrone è il pianoforte, suonato da Chris Martin. Grande malinconia nelle note e nelle strofe di Trouble, che cattura facilmente l'ascoltatore. 

"Mi sveglio per non trovare pace" sono queste le prime inquietanti parole di Spies, che è davvero una bella canzone e che rappresenta una variante per quanto riguarda l'argomento trattato.
In un'atmosfera sempre calma e pacata, con la solita chitarra acustica ritmica, ci viene raccontata l'inquietudine del modo di vivere moderno, in cui nessuno è libero e siamo tutti fuggitivi. Molto attinente il ritornello musicale che si inserisce nelle parti non cantate, che riesce ad infondere quel senso di insicurezza e mistero sottolineati dal testo. 

Senza mordente Sparks e High speed, ed anche le canzoni conclusive hanno il difetto di non portare quelle novità necessarie per creare un album eterogeneo. C'è comunque da sottolineare la presenza di belle parole fino alla fine (e non è mica poco) e la perfetta combinazione di queste con la musica e l'interpretazione, con il risultato di creare belle atmosfere.

MirAn

 

 

1) Don't panic
2) Shiver
3) Spies
4) Sparks 
5) Yellow
6) Trouble
7) Parachutes
8) High speed
9) We never change
10) Everything's not lost (Life is for living)


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