MUSE - SHOWBIZ

 

ANNO : 1999

DURATA:49m37s

VOTO: • • •  
Primo album del trio del Devonshire, che sono una delle rivelazioni per bravura e successo.

 

 

Una musica impegnativa, che forse è ancora alla ricerca di uno stile ben definito, ma che ha comunque delle basi certe come le radici nel rock di stampo britannico tipo Slade. Showbiz ci regala pure una piacevole sorpresa nella bravura di Bellamy, che interpreta bene le canzoni, a volte con voce languida, a volte con rabbia e determinazione; inoltre il songwriting è molto apprezzabile, a tratti criptico a tratti esplicito. 

Le tastiere iniziali di Sunburn potrebbero trarre in inganno: in realtà non si va verso un prog stile Genesis, ma più su un rock pesante. 
Il tono di Muscle museum è quasi da filastrocca: la differenza fra strofa e ritornello sta solo nel sottofondo più pesante in quest'ultimo; molto bello il passaggio strumentale tra le due parti della canzone con le chitarre che danno una grande carica che esplode poi nell'urlo del ritornello.
La chiusura è affidata ad un assolo stile Guns 'n' roses che fa comunque la sua parte. 
In Fillip vediamo un primo lampante esempio di ispirazione Radiohead; dopo novanta secondi di musica veloce si arriva ad un bridge lento che rievoca molto Thom Yorke e compagni. 
Falling down, con influenze di tipo folk e blues, per la pacatezza dell'arrangiamento e la chitarra che accompagna la canzone, è una piacevole sorpresa, nella quale il marchio di fabbrica della band inglese è presente grazie all'interpretazione di Matthew Bellamy. La sofferenza per l'amore non corrisposto anima la canzone in cui al lento arrangiamento è abbinato un testo triste.
Il clima inquieto si manifesta tutto nella title track Showbiz; frasi ripetute più volte, cantato lento che cresce sulle parole "they make me dream your dreams" per poi esplodere nel riff. Una bella hit davvero.

È incredibile come si passi dalla potenza di Showbiz alla calma di Unintended; ma forse proprio questo accostamento permette di comprendere che i Muse rendono di più quanto il volume della musica è alto rispetto alle melodie, fermo restando che dodici canzoni consecutive tipo Showbiz sono inascoltabili. 
Quindi giusto cercare di alternare come si fa anche all'interno di Uno; intro metal, verso in apparenza calmo ma che è in realtà pronto a sfociare in un ritornello rabbioso. La rabbia è in sintonia con le parole che raccontano le occasioni perse nella vita attraverso il malinconico "You could have been number one".

In Escape ad un inizio tenue è accostata una prosecuzione vigorosa, nel continuo cercare un bilanciamento  tra le due anime della musica dei Muse.

L'ultima canzone, Hate this & I'll love you, è una ballata rock, ed è giusto così. 
Sull'arpeggio della chitarra e la straziante voce di Bellamy seguito da un outro di tastiera, si chiude l'album che è davvero un bell'inizio per la carriera dei tre ragazzi britannici.


MirAn

 

 

1) Sunburn
2) Muscle museum
3) Fillip
4) Falling down 
5) Cave
6) Showbiz
7) Unintended
8) Uno
9) Sober
10) Escape
11) Overdue
12) Hate this and I'll love you
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