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La chiesa di Santa Maria (Duomo)
La Cattedrale di Santa Maria, come noi oggi la conosciamo, fu edificata a partire dal 1729 per iniziativa dell'Arcivescovo Antonio Nin su progetto dell'Algherese Salvatore Garrucciu (che fu presto sostituito, a causa della sua prematura morte, dal capomastro algherese Giovanni Battista Ariety). Gli interni furono portati a termine nel 1745 anno in cui la nuova Cattedrale fu probabilmente inaugurata.
In epoca successiva, approssimativamente attorno al 1837, furono realizzate le due grandi cappelle, poste simmetricamente in testata al transetto. Esse furono dedicate a San Luigi Gonzaga e a San Giovanni Nepomuceno. La prima delle due sarebbe dovuta diventare la nuova facciata della Cattedrale. Il progettista fu l'architetto piemontese Giovanni Cominotti fu affiancato in fase di realizzazione da validi artisti quali Andrea Galassi (discepolo del Canova) e fra Antonio Cano di origine sassarese. Le parole di Salvatore Naitza bene descrivono l'opera: "Il risultato è pertanto, un edificio a croce latina dominato da un'ampia navata unica voltata a botte sulla quale si affacciano tre profonde cappelle per lato comunicanti mediante arcate; All' incrocio col transetto un alto tamburo ottagonale sorregge la cupola coronata da un lanternino; il presbiterio quadrangolare è sollevato rispetto al piano di calpestio della navata". Dagli interni traspare un unitarietà di progetto ed una esuberanza moderata di stampo tardo manierista non facilmente leggibile nei volumi esterni penalizzati dalla posizione sbilanciata rispetto alla piazza e dalla presenza del campanile e della attigua appella che abbassano verso il transetto il baricentro compositivo delle masse. La quasi totale inarticolazione decorativa della facciata principale (mai portata a termine) contribuisce alla difficile lettura del monumento in termini volumetrici oltre che alla perdita della connotazione funzionale di ingresso principale.
Un'analisi più attenta dell'esterno può evidenziare degli elementi architettonici che manifestano una sovrapposizione di stili che ci rimanda a tempi più remoti. L'edificazione del 1729 avvenne infatti sui resti di una più antica basilica della quale furono risparmiate solo pochissime parti. Quest'ultima divenne la sede della più alta magistratura della chiesa contestualmente al trasferimento della capitale giudicale da Tharros ad Oristano. Fu eretta in prossimità della preesistente basilica di San Michele, successivamente incorporata nella nuova struttura, e prese il nome di Santa Maria.
La cattedrale subì delle trasformazioni nel 1228 con la costruzione del battistero successivamente fu impreziosita dalla cappella detta del Rimedio, dalla costruzione del primo impianto del campanile poi modificato nel '600 e dalla costruzione nel 1626 del coro che oggi è conosciuto col nome di "archivietto".
Tale opera costituì il monumento più importante della cultura giudicale e ciò è suffragato anche dal fatto che al suo interno furono sepolti molti regnanti del Giudicato d'Arborea. Purtroppo la riedificazione del 1729 non ha presevato quasi nulla di queste straordinarie testimonianze.

 
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