questa
è la pagina della comparativa fra tre piccoli bicilindrici stradali |
TRE PICCOLI BICILINDRICI
Questa la prova comparativa pubblicata nel numero di agosto 2001 su "Motociclismo" fra Honda CB500, Kawasaki ER-5 e Suzuki GS500E, i tre piccoli bicilindrici stradali per antonomasia.
tabella prestazioni e schede tecniche
[
] Queste moto sono dirette tanto ai
neofiti quanto a chi bada soprattutto alla sostanza. In Italia
hanno avuto un buon momento negli anni Ottanta, poi sono decadute
quando il mercato delle medie si e orientato su moto
specialistiche: supersport e custom soprattutto. Oggi il loro
appeal deriva da fatto di costare appena più di 10 milioni di
lire (a parte la Honda, il cui prezzo è di circa un milione
superiore a quello delle due concorrenti dirette). Si tratta di
un prezzo inferiore a quello dei maxiscooter di 250 cc e che
permette di portarsi a casa una vera moto. E' vero che il loro
aspetto non è più fresco come un tempo, qualche ruga è apparsa
qua e là, e che dal punto di vista della praticità un
maxiscooter e senz'altro preferibile. E' anche vero, però, che
il loro look da moto "standard" (come amano definire i
giapponesi le naked non specialistiche) esercita sempre un certo
richiamo su chi dà importanza all'equazione moto semplice uguale
leggerezza uguale facilità di guida. [FOTO delle moto - 56
kb]
Sono davvero simili?
Di solito, nelle comparative,
ogni tester ha già da subito una moto che lo attrae più delle
altre e spera di iniziare con quella, ma di fronte a queste tre,
per di più tutte nello stesso colore, nessuno ha avanzato
pretese. Intendiamoci, moto così essenziali, con linee semplici
e i bei fari tondi che fanno tanto anni '70, non sono affatto
sgradevoli, anzi. Ma senza averle guidate è difficile avere una
decisa preferenza. La Honda, sulla scena dal 1993, è quella con
la linea più sviluppata in senso verticale, con serbatoio,
radiatore dell'acqua e codino assai voluminosi. Non si puo
definire bella però a mano a mano che ne abbiamo apprezzato le
qualità, abbiamo capito il senso di una linea così discreta.
Sfoggia con orgoglio la sua retrograda coppia di ammortizzatori
posteriori ed ha una linea piu anonima di quella della CB450S che
l'ha preceduta di un buon lustro: se la meccanica era più
semplice, il telaio rosso a vista si sforzava di scaldare gli
animi risultando quasi pretenzioso nel dare un tocco di
sportività a una moto che, di quest'ultima, non sapeva poi che
farsene. Gli unici tocchi "frivoli" che la 500 si
concede stanno nel colore nero di manubrio e strumentazione e
nella coppia di cerchi color oro. Anche la Kawasaki ER-5 (con
modifiche estetiche, per il 2001, che hanno riguardato il
parafango anteriore e il codino) batte la via del minimalismo, ma
si tratta di un'operazione talmente mirata a contenere i costi
rispetto alla più sportiva GPZ-S da risultare perfino
affascinante, con quel telaio perimetrale in tubi tondi e il bel
serbatoio appoggiato sopra. L'operazione di semplificazione ha
riguardato il freno posteriore, qui a tamburo, la sospensione a
doppio ammortizzatore e il depotenziamento del motore di ben 10
cv. Fatto sta che la ER-5 è piaciuta, soprattutto alle donne, ed
ha avuto successo anche da noi, mentre in Germania ha dovuto e
deve fare conti con la Suzuki GS 500E (che da noi per un certo
periodo non è più stata importata), tra le moto più vendute in
assoluto. La Suzuki è stata leggermente aggiornata rispetto alla
prima versione venduta in ltaIia. Conserva comunque un aspetto da
anni 80, ma non anonimo per via del lucente telaio a doppio trave
laterale in acciaio e per una colorazione vivace. A parte le
differenze appena citate, le tre moto sono impostate in maniera
simile, con motori bicilindrici frontemarcia, distribuzioni
bialbero a camme in testa e scarico 2 in 1 sul lato destro; la
sola differenza è data dalla distribuzione della Suzuki, che è
a 2 valvole per cilindro, mentre Honda e Kawasaki hanno 4
valvole. Inoltre il motore della GS è il solo ad avere il
raffreddamento ad aria. Simili le strumentazioni: tachimetro e
contagiri circolari più le spie canoniche. La Kawasaki offre in
più l'indicatore della benzina, mentre la Honda ha il termometro
dell'acqua. [FOTO delle strumentazioni - 62 kb]
Posizioni di guida
diverse
Non ci aspettavamo tante
differenze per quanto riguarda la posizione di guida. La Honda
CB500 ha la sella a neanche 780 mm da terra, ma le pedane non
sono troppo vicine: questo significa avere un baricentro basso,
delle gambe che non rattrappiscono anche se si passa il metro e
ottanta e delle pedane che strisciano molto presto nella guida
spinta. Il manubrio è stretto, abbastanza aperto e non troppo
alto; inoltre è vicino alla sella. Così si guida raccolti,
leggermente caricati in avanti; è un assetto ottimale perché
molto comodo, ma non inibisce la guida sportiva e in autostrada
permette di viaggiare a 130 indicati senza fare troppa fatica;
peccato che sopra i 7.000 giri le pedane vibrino parecchio. La
Suzuki è più distesa, essendo la più sportiva delle tre, ma il
manubrio è molto largo e questo definisce un assetto meno
intuitivo. Inoltre le pedane sono più in alto rispetto alla
Honda e per le persone di una certa statura questo significa
soffrire un po' sulle lunghe distanze. La Kawasaki è una via di
mezzo tra le due, più raccolta della Suzuki ma con la sella più
alta da terra e un assetto che porta a stare più infossati.
Tutte e tre hanno selle davvero comode ed i passeggeri stanno
bene ma, sulla Suzuki, la presenza del secondo (che sta più in
alto rispetto alle altre) porta ad una marcata influenza sulla
ripartizione del peso. Nel complesso, la Kawasaki è la più
comoda delle tre, sia da soli sia in coppia. [FOTO
delle moto in movimento - 66 kb]
Bicilindrici personali
Nessuno dei tre propulsori ci
tiene troppo a fare il bicilindrico e non è il caso di fare
paragoni con altri "twin" più diffusi, come l'Honda
Transalp, esemplare nella sua erogazione ai bassi regimi. Questi
amano invece girare abbastanza in alto e ai bassi non
"pompano" affatto. Nessuno dei tre accetta di scendere
sotto i 2.000 giri con la marcia più lunga e strappano
vistosamente fino ai 3.000. Da questo regime il più brillante
èl'Honda, che riprende con un minimo di verve e con un bel
rumore da "mono"; dai 5.000 in su la progressione si fa
interessante e arriva fino ai 10.000 di strumento. Il Suzuki dà
l'impressione di essere il più elastico e veloce nel prendere i
giri, ma se si guarda lo strumento si dà ragione alla CB,
perché dai 3.000 ai 4.000 è decisamente pigro, benché fluido,
poi sale con grinta. Il Kawasaki, benché sia caratterizzato da
un brutto rumore, si dimostra meglio dotato ai bassi regimi, ma
anche ai medi dove, rispetto all'Honda, a parità di regime
sviluppa più CV (a 6.000 giri, per esempio, la differenza è dì
+4,5 CV). Nell'uso pratico, nonostante questa propensione all'uso
allegro, sono motori facili da gestire, anche se volendo correre
sulle strade di montagna bisogna veramente farli girare tanto,
com'è ovvio considerando la cilindrata ridotta. In uscita di
curva l'Honda sembra la più pronta, ma la Suzuki, che in
apparenza ha meno carattere, di fatto tiene agevolmente il suo
passo. Con la Kawasaki si tengono gli stessi ritmi dell'Honda, ma
se si sanno sfruttare i regimi a lei più redditizi con il cambio
si puo allungare sulle concorrenti. Segnaliamo, pero, che la
frizione non ci è piaciuta molto a livello di sensibilita allo
stacco. Il motore della ER-5 ha richiesto più o meno la stessa
guantità di benzina della CB, mentre la Suzuki da questo punto
di vista si è rivelata nettamente più parca. Per quanto
riguarda le prestazioni pure, le differenze sono minime: le
potenze da noi rilevate alla ruota sono di 44,68 CV a 9.000 giri
per la Honda, 44,72 a 9.000 per Kawasaki e 41,51 a 9.500 per
Suzuki.
Guida divertente
Non ci vuol molto a capire che
con queste moto ci si diverte anche se non vantano ciclistica e
CV di una sportiva. Leggere, intuitive, facili da portare al
limite, veloci nello scendere in piega, sui passi dell'Appennino
ci hanno davvero soddisfatto, facendoci solo rimpiangere un po'
di prestanza ai regimi intermedi. La loro dote migliore è la
leggerezza, che si traduce in facilita di guida; c'è sempre
margine per correggere la traiettoria anche in mezzo alla curva,
perfino frenando in caso di errori marchiani. La Honda ha
mostrato più personalità ed è la più stabile di avantreno
anche in virtù della posizione di guida più raccolta. Se si
scende dalla Honda e si sale sulle altre due, si avrà subito una
sensazione di leggerezza, ma non si tratta di un difetto quanto
della conseguenza della loro grande agilità. Sono piu nervose e
ballerine di sterzo, ma consentono una gran confidenza fin da
subito. Abbiamo trovato la Honda superiore anche nella frenata,
grazie a due dischi potenti, modulabili e resistenti. Anche la
Suzuki ha due dischi, ma richiede più forza alla leva, inoltre
il posteriore era stato regolato con la corsa troppo lunga.
Neanche la Kawasaki ci ha esaltati, in particolare a causa del
tamburo posteriore, poco potente e dalla corsa lunga. [FOTO
delle moto - 66 kb]
Conclusioni
Alla fine, queste moto non
sono sovrapponibili come potrebbe sembrare. La Honda, nonostante
un design poco accattivante, dimostra maggior carattere, motore
piacevole e brillante, ciclistica sincera ed un buon comfort
complessivo. E' la tipica moto che all'inizio di una strada di
montagna nessuno tiene in considerazione, ma che si fa valere.
Peccato che costi un milione circa piu delle altre (11.145.000
lire), senza che questo trovi giustificazioni sul piano tecnico.
La Kawasaki è molto comoda, anche viaggiando in due, ed è
quella con la migliore erogazione. Costa molto meno della Honda
(10.340.000 lire), eppure ha perso il primato di economia a
favore della rientrante Suzuki (10.148.000 lire) che ha il freno
a disco posteriore e una ciclistica più efficace, a fronte di un
motore raffreddato ad aria. Oltre al prezzo contenuto, vanta
consumi bassissimi ma è la meno comoda per i piloti più alti.
L'esistenza di questi modelli testimonia il fatto che la formula
della moto da 10 milioni di lire ha un suo perché e che andrebbe
anzi valorizzata, costruendo magari un modello ex-novo, con le
stesse caratteristiche di base, ma con un design più moderno e
accattivante. Lo dimostra il fatto che la Kawasaki, che delle tre
è quella più fresca di estetica, lo scorso anno è stata
venduta in quasi 1.300 esemplari in Italia.
Tabella delle prestazioni rilevate e schede tecniche:
Honda CB500 | Kawasaki ER-5 | Suzuki GS500E |
Prestazioni rilevate (verde = prestazione migliore, rosso = prestazione peggiore): | |||
Potenza alla ruota CV-giri | 44.68-9000 | 44.72-9000 | 41.51-9500 |
Coppia alla ruota kgm-giri | 3.99-7500 | 4.18-7000 | 3.75-7750 |
Velocità max. km/h | 182.0 | 187.2 | 180.1 |
Accelerazione 0-400 m sec.-km/h | 13.398-156.3 | 13.388-157.1 | 13.507-152.3 |
Ripresa da 50 km/h 0-400 m sec.-km/h | 15.701-127.7 | 14.879-138.2 | 15.765-130.5 |
Peso a vuoto kg (ant.-post.) | 182.1 (83.5-98.6) | 184.4 (85.6-98.8) | 178.4 (84.8-93.6) |
Consumo urbano km/l | 14.7 | 16.1 | 19.0 |
Consumo extraurbano km/l | 19.8 | 20.3 | 22.0 |
Schede tecniche fornite dai costruttori: | |||
Motore | |||
N. cilindri | 2 in linea frontemarcia | 2 in linea frontemarcia | 2 in linea frontemarcia |
Cilindrata cc | 499 | 499 | 487 |
Tipo distribuzione | bialbero in testa | bialbero in testa | bialbero in testa |
Numero valvole | 4 | 4 | 2 |
Potenza CV-giri | 58.4-9500 | 50-9000 | 52-9200 |
Coppia kgm-giri | 4.8-8000 | 4.5-7200 | 4.2-7800 |
N. marce | 6 | 6 | 6 |
Alimentazione | 2 carburatori da 34 mm | 2 carburatori da 34 mm | 2 carburatori da 34 mm |
Ciclistica | |||
Telaio | doppia culla in acciaio | doppia culla perimetrale in acciaio | doppio trave laterale in acciaio |
Diametro steli forcella mm | 37 | 37 | 37 |
Escursione ruota mm | 115 | 125 | 120 |
Sospensione posteriore | 2 ammortizzatori | 2 ammortizzatori | monoammortizzatore |
Escursione ruota mm | 117 | 105 | 115 |
Regolazioni | precarico molla | precarico molla | precarico molla |
Freno anteriore diametro mm | disco 296 | disco 280 | disco 310 |
Freno posteriore diametro mm | disco 240 | tamburo 105 | disco 250 |
Ruota anteriore | 110/80-17 | 110/70-17 | 110/70-17 |
Ruota posteriore | 130/80-17 | 130/70-17 | 130/70-17 |
Dimensioni (in mm) e peso | |||
Lunghezza | 2.095 | 2.040 | 2.075 |
Larghezza | 770 | 730 | 725 |
Interasse | 1.435 | 1.430 | 1.410 |
Altezza sella | 775 | 780 | 790 |
Peso a vuoto kg | 173 | 174 | 167 |
Capacità serbatoio l | 18 | 16 | 17 |
Prezzo | |||
Euro (aprile 2002) | 5.756 | 5.341 | 5.306 |
[Curve di potenza e di coppia delle moto - 40 kb]
Se questa prova vi è sembrata interessante, guardate anche questa.
questa
è la pagina della comparativa fra tre piccoli bicilindrici stradali |