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S. Maurizio - FENIS (Aosta) Saint Victor - CHALLAND (Aosta) S. Teodoro - GENOVA

 

Pagina  in allestimento

 

 

 

S. Maurizio - FENIS (Aosta)

 

11020 Fenis (AO)

Tel. 016764100


La parrocchia di Fenis, dedicata a S. Maurizio martire d'Agaune, esisteva già prima dell'anno 800. Non si conosce quando prese il titolo di priorato: alcuni storici dicono risalire alla stessa istituzione parrocchiale. Il Vescovo Bosone primo, successore di Gisone, preposito di Verrès, affidò il priorato di Fenis al celebre monastero di Verrès nell'anno 975, ove erano costituiti a vita comune una insigne collegiata di canonici regolari, che solo nel 1911 si uni alla congregazione lateranense.
Il primo priore di Fenis, ebbe nome Pietro; il priorato si arricchì di beni quali le terre offerte dal vescovo Bosone II di Challant; questa celebre famiglia arricchì il priorato nel 1370, mantenendolo in possesso di pascoli e dipendenze dell'alpe di Savoney. Che il titolo di priorato voglia far pensare ad una preesistente comunità di canonici regolari è solo una ipotesi storica.
L'attuale chiesa di Fenis fu completamente ricostruita nel 1725 sopra l'antica. Nel 1900 fu nuovamente restaurata e decorata. Il campanile è di stile lombardo del '400.
Fenis risulta in una bolla del 1145 di Eugenio III Papa; fu sempre retta da un canonico regolare di S. Gilles tranne che nel periodo 1597-1693 quando ebbe parroci secolari.


Saint Victor - CHALLAND (Aosta)

 

11020 Challand st. Victor (AO)

Tel. 0125967317


La chiesa parrocchiale di Challand St. Victor è citata per la prima volta nella bolla del 5 aprile 1145 con la quale il Papa Eugenio III prende sotto la sua protezione i canonici di Saint Gilles di Verrès. Essa vi figura appunto tra le numerose chiese dipendenti dalla prepositura. Nominano la nostra chiesa anche le bolle di Alessandro III del 1176 e di Innocenzo III del 1207, e l'elenco delle parrocchie della diocesi di Aosta nel 1307, contenuto nel pontificale del vescovo Emerico I di Quart.
Situata nell'imbocco della valle dell'Evancon, nel luogo da cui trassero il nome gli Challant, la nostra chiesa fu beneficata da questa che fu la più potente famiglia feudale valdostana. Nell'anno 1300, Ebalo di Challant, il ricostruttore del castello, fondava e dotava in essa la cappellania di S. Pietro. Lo stesso signore, nel suo testamento del 1323, ordinava di essere sepolto nella nostra chiesa. La cappellania di S. Michele venne invece fondata, sempre nella chiesa parrocchiale, per 
testamento, dal nobile Odinet de Villa (frazione di Challand St. Victor) nel 1344. Anche Ibleto di Challand, il costruttore del castello di Verrès, lasciava nel suo testamento, nel 1405, la somma di 200 lire alla chiesa St. Victor.
Lo stemma degli Challant, scolpito in pietra, figura su un contrafforte del muro meridionale e sul fonte battesimale, ora collocato nel coro insieme all'altare rivolto al popolo ed all'ambone, entrambi di recente fattura (1969), in pietra ed imitanti la forma del fonte.
Con tutta probabilità la chiesa sorse già in origine a Cisan (ora Sisan, frazione di Challand St. Victor), nel luogo stesso dove si innalza la costruzione attuale. Patrono della parrocchia fu sempre S. Vittore, uno dei martiri della Legione Tebea sterminata per la sua fede cristiana ad Agauno, nel Vallese, all'inizio del III secolo.
L'attuale edificio della chiesa, ad una sola grande navata, è caratterizzato, nonostante i molti rimaneggiamenti minori, dagli stili gotico e barocco, sia dal punto di vista architettonico che da quello decorativo.
Il gotico è testimoniato dalle tre campate centrali con volte ogivali (oggi ricoperte da affreschi ottocenteschi del pittore Giovanni Stornone di Ivrea) appartenenti alla costruzione edificata a cavallo tra il secolo XV ed il XVI e consacrata dal vescovo di Aosta, Amedeo Berruti, nel 1521. L'ingresso, il coro e la sacrestia, tutti voltati a bótte ed il secondo più sviluppato in altezza rispetto al resto della costruzione, risalgono invece alla seconda metà del secolo XVII e furono consacrati nel 1679 da mons. Bailly.
Della struttura della chiesa anteriore al secolo XV non si sa nulla. Appartiene però all'epoca centrale del basso Medioevo il pezzo artistico di maggior pregio posseduto dalla nostra chiesa. Si tratta di un mirabile Crocifisso ligneo della fine del Trecento, il più bello ed efficace tra quelli presenti nella Valle d'Aosta alla stessa epoca e giunti fino a noi.
Posto ad un crocevia di Cisan, il Crocifisso fu, verso il 1930, trasferito all'interno della chiesa e, nel 1939, fu esposto a Torino, alla mostra di Palazzo Carignano su « Gotico e Rinascimento in Piemonte». Collocato successivamente sopra l'altare maggiore, venne rubato nel 1971, ma fu provvidenzialmente recuperato il giorno stesso del furto. Nel 1976, tolto dall'altare, venne restaurato dal Prof. Antonio Farinone di Varallo Sesia.
Tornato nella chiesa, fu collocato nella parte destra, lasciando così nuovamente in vista sull'altare maggiore una discreta pala della fine del secolo XVII, raffigurante l'Assunzione della Beata Vergine Maria in cielo.
Ora il Crocifisso è sistemato in un piccolo museo realizzato in un ambiente attiguo alla chiesa. Insieme al Crocifisso, nel museo è stato riposto quanto vi è di artistico e di prezioso di proprietà della chiesa parrocchiale e delle cappelle delle frazioni. Purtroppo varie statue lignee e fregi ornamentali lignei di un certo valore sono stati rubati.
Nel 1746 la parrocchia di Saint Victor aveva perduto la sua parte superiore che il vescovo di Aosta, Pierre FranQois de Sales, aveva eretto a nuova parrocchia con il titolo di Sant'Anselmo ed affidato ad un parroco diocesano.
A nulla valsero le proteste degli abitanti della parte inferiore e del convento di Saint Gilles. Quest'ultimo continuò a nominare uno dei suo canonici parroco a Saint Victor, fino al 1868. Da allora, pur dipendendo sempre la parrocchia da Saint Gilles, i parroci appartennero al clero diocesano e furono nominati dal vescovo di Aosta.
Dal 1° ottobre 1982, la parrocchia di Saint Victor è di nuovo servita da un sacerdote della congregazione dei canonici regolari lateranensi, nella quale confluirono nel 1911 i canonici regolari di Saint Gilles (Egidiani) di Verrès.
L'attuale casa parrocchiale, situata a fianco della chiesa, sorse probabilmente anche come casa e fattoria della comunità di Saint Gilles.
Ad essa erano affiancati infatti il forno, la stalla ed il fienile. Gli ultimi due presentano ancora oggi colonne seicentesche. In quel secolo, nel 1675, quindi in concomitanza con i lavori di ampliamento della chiesa, venne ristrutturata anche la chiesa parrocchiale.
Di essa la parte più antica, risalente ai secoli XV - XVI, è quella del piano terra affacciata sul giardino. La più notevole tra le trasformazioni recenti della casa fu la costruzione del solaio, operata negli anni 1915-1920.
Nella casa parrocchiale è conservato un notevole fondo di documenti d'archivio. Riordinandoli, il parroco D. Alberto Careggio (1973-1982), scopri quattro « chartae augustanae», riguardanti Saint Victor e Saint Gilles, degli anni 1235, 1237, 1241, 1269.
Casa parrocchiale e chiesa hanno beneficiato, a partire dagli anni Cinquanta, di notevoli lavori.


S. Teodoro - GENOVA

 

Via Venezia, 3 - 16126 Genova

Tel. 010261117

Fax c/o oftal 0102463376

Esisteva una volta presso il Porto di Genova, a Fassolo, una chiesa chiamata di S. Salvatore, parrocchia retta da un gruppo di preti diocesani in vita comune. Decaduta nel 1100, sotto il governo del vescovo Airaldo Guaracco, venne concessa per volontà dello stesso già canonico di Mortara, ai canonici regolari mortariensi che la ricostruirono aggiungendovi il titolo di S. Teodoro. Bellando e Pietro furono i primi mortariensi della nuova prepositura, già a Genova, fin dal 1099.
Da prepositura venne trasformata in priorato; è la più antica parrocchia genovese dopo il Duomo e S. Maria delle Vigne. Ebbe molta importanza e massimo sviluppo nella prima metà del secolo XII. Presso i mortariensi fu una canonica importante; la seconda dopo quella di Pavia.
I canonici di Fassolo fondarono ed ebbero come principale dipendenza la chiesa di S. Giovanni Battista di Paverano ed ospitarono Papa Gelasio II nel 1118 che, profugo, consacrò la chiesa di Paverano. Altra dipendenza di S. Teodoro fu l'ospedale e chiesa di S. Rainieri a Gamondio (AL), nel sec. XII.
Alla metà del secolo XV ebbe come dipendenza la chiesa e santuario di S. Maria di Priano.
Alla metà del secolo XII, allorché i canonici mortariensi adottarono ufficialmente la regola di S. Agostino, i canonici di S. Teodoro furono i primi a viverla come appare da una bolla di papa Alessandro III del 1168.
Nel secolo XIII i canonici di S. Teodoro servirono la chiesa di S. Paolo di Campetto e la tennero come filiale fino all'ottocento. Filippo, priore di S. Teodoro, nel 1260 fu eletto vescovo di Brugnato, presso La Spezia: fu notevole per la preparazione giuridica e per l'attività diplomatica, al servizio di Papa Innocenzo IV.
Nel 1381 fu portata a Genova la reliquia di S. Teodoro martire con grande giubilo dei canonici del priorato che portava lo stesso titolo.
Nel 1451 la canonica mortariense di S. Teodoro divenne lateranense con l'unione di tutte le case mortariensi alla riforma di Fregionaia che papa Eugenio IV volle chiamare « Lateranense» per la concessione ai canonici riformati della Cattedrale di Roma. Alcuni autori fissano come anno dell'unione di S. Teodoro, il 1458.
Era priore di S. Teodoro in questo momento Don Giovanni Gatti, vicario generale del preposito generale di Mortara. Ebbe particolare parte nelle pratiche per l'unione ai lateranensi.
I lateranensi di S. Teodoro ebbero parte importante nel reggere i monasteri di canonichesse regolari lateranensi della città di Genova e le opere laicali che nacquero in Genova ad opera di Ettore Vernazza dal sec. XV. In questa stessa epoca fu ingrandito il monastero di S. Teodoro per l'afflusso di nuovi canonici. Nel 1481 la canonica di S. Teodoro divenne « abbazia». Pare che la chiesa fosse completamente restaurata alla stessa epoca. Marmi abbellirono la facciata ed il chiostro nel secolo XVI.
La comunità di S. Teodoro perde sette canonici nella peste del 1656 che non si erano risparmiati nel conferire i sacramenti agli appestati. Muore così una terza parte dei parrocchiani di S. Teodoro.
Il 4 ottobre 1798 viene applicata a Genova la legge eversiva della soppressione degli ordini religiosi ed i canonici lateranensi non ebbero eccezione. A S. Teodoro rimase solo il parroco fino al 1825 allorché i lateranensi ritornarono a Genova ritenendo anche la parrocchia di Coronata.
Nel 1862, parroco l'abate Domenico Botto, la chiesa di S. Teodoro era ridotta in stato deplorevole; nel 1866 i restauri erano quasi finiti, quando si seppe che la chiesa doveva essere demolita per la costruzione dei magazzini generali.
Nel 1870 il Sindaco promette che demolendosi S. Teodoro, il Comune la riedificherà altrove. La chiesa viene chiusa e demolita, mentre la parrocchia funzionerà presso i missionari di Fassolo, ove resterà fino al 1876. Finiva così la chiesa romanica.
Il 21 febbraio 1871 il Prefetto dava inizio alla nuova costruzione in Via Venezia; si decide che la nuova chiesa sarà in neogotico. Sarà aperta al culto l'11 novembre 1876 e consacrata nello stesso giorno. Il monastero venne alloggiato in uno stabile di Via Venezia dove oggi ci sono l'abitazione dei canonici e le opere parrocchiali. La facciata venne compiuta nel 1964.