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I  CANONICI REGOLARI LATERANENSI

IN  ITALIA

S. Secondo - Gubbio (Perugia)       S.M. Forisportam Lucca             Prevostura di S. Egidio - Verres (Aosta)
S. Maurizio - Fenis (Aosta)           Saint Victor - Challand (Aosta)          S. Teodoro - Genova
S. Salvatore - Bologna         S. Cecilia - Croara (Bologna)            S. Pietro in Vincoli - Roma
S. Andrea - Vercelli                S. M. di Coronata - Genova          S. Giovanni Evangelista - Orvieto (Terni)        
S. Agnese - Roma                S. Matilde - Andora (Savona)          Seminario S. Pio X - Castelfranco V. (Treviso)

S. Giuseppe - Roma                          S. Vittore - ROMA                           La Missione Brasiliana

L'ordine dei canonici regolari di S. Agostino ebbe origine dopo la riforma gregoriana (1059) che prende nome da Papa Gregorio VII ma che fu applicata dai pontefici successivi, benchè lo scopo e l'istituzione stessa della vita comune sacerdotale sia molto più antica.
Numerose comunità di canonici regolari nacquero in seno alla riforma; alcune di esse vissero a lungo, trasformandosi in «congregazioni» nel XV secolo; due solo giunsero, alla fine del secolo XVIII, ad affrontare la soppressione napoleonica degli istituti religiosi: la congregazione lateranense e quella del S. Salvatore detta Renana.
Per un caso veramente unico dovuto alla protezione di Maria SS.ma, la prima scampò alla soppressione mentre la seconda ne era travolta.
L'ultimo procuratore generale renano, l'abate D. Vincenzo Garofali, esule a Napoli, incontrò i lateranensi di S. Maria di Piedigrotta, unica comunità miracolosamente sfuggita alla soppressione, e nel 1819 ne combinò l'unificazione con i resti della soppressa congregazione renana. Così, nel 1821, molte case renane furono riscattate ed unite a quelle lateranensi.
Oggi le canoniche in Italia sono 18. Tre solo sono di origine lateranense; una, la prepositura autonoma di Verrès con le sue dipendenze di Fenis e Challant, si unì nel 1911; quattro sono di fondazione recente; le rimanenti otto sono tutte di origine renana.
La storia della congregazione renana è oscura. Il Trombelli asserisce che essa ebbe origine alla fine del secolo VI nella chiesa e priorato di S. Maria di Reno a Bologna (attuale Casalecchio) ove alcuni sacerdoti desiderosi di santità si unirono in vita comune e formarono un capitolo che, per secoli, fu ritenuto parte integrante di quella cattedrale.
Nel 1340 il priore Don Francesco Ghisleri con i canonici, ridotti a pochi per la peste, abbandonarono S. Maria di Reno rasa al suolo dalla guerra, e si rifugiarono al centro della città di Bologna, in una piccola chiesa, loro dipendenza dal 1149, la chiesa di S. Salvatore.
Poi, con l'autorizzazione di papa Martino V, si unirono ai canonici di S. Ambrogio e di S. Secondo a Gubbio. Nacque così la congregazione del SS.mo Salvatore di Bologna.
I canonici eugubini erano fiorenti per santità e numero, per cui ben presto si dovette costruire a Bologna la nuova chiesa e canonica di S. Salvatore che divenne celebre per circa ottanta affiliazioni e per i 1500 religiosi, sacerdoti e fratelli coadiutori, affluiti in prevalenza dal Veneto e dall'Italia centrale.
Famose furono le comunità di Venezia, Firenze e Candiana; oggi, oltre quelle di Gubbio e Bologna, restano le canoniche di Croara (BO), Lucca, Orvieto, Coronata a Genova, ed a Roma S. Pietro in Vincoli e S. Agnese sulla via Nomentana.
Nello spirito della riforma gregoriana, nacque nel 1083 la congregazione di S. Croce di Mortara, ad opera del marchese Adamo Del Bosco, come una comunità di sacerdoti secolari e di laici, che ebbe grande diffusione nei secoli XII e XIII e che si unì nel 1449 ai canonici regolari lateranensi, con tutte le proprie filiali.
Al Laterano, fin dal secolo IX, c'erano stati canonici regolari. Eugenio IV vi chiamò quelli del priorato di S. Maria di Fregionaia (Lucca) che, dopo un periodo di decadenza, era rifiorito nella riforma operata dal sacerdote Bartolomeo da Roma e da due canonici provenienti da S. Croce di Mortara, Leone Gherardini e Taddeo da Bagnasco.
La nuova vita si diffuse in altri priorati, uniti poi in congregazione da Martino V. Nel 1446 infine, Eugenio IV stabilì che la congregazione si chiamasse « del Salvatore Lateranense» e dichiarò i canonici « continuatori legittimi della vita canonicale, che in Laterano esisteva in precedenza». 
Nasceva così giuridicamente l'attuale congregazione dei canonici regolari lateranensi.
Essa ebbe, nel secolo XVI, la massima diffusione in Italia con più di cento canoniche e tremila religiosi; poi andò declinando finchè, ridotta alla sola canonica di S. Maria di Piedigrotta, nel 1821 si uni ai renani dispersi dalla soppressione.
Dell'antico ceppo restano oggi la canonica di S. Teodoro in Genova (1100), quello di S. Andrea di Vercelli (1439) e la suddetta canonica di Piedigrotta a Napoli.
Dopo la ripresa del 1821, alla congregazione si unirono alcune comunità polacche, nel 1859, e nel 1911 quella valdostana di S. Egidio. Per opera dell'abate Generale Don Luigi Santini, dal 1870 ebbe inizio la diffusione in Europa, seguita da quella in Argentina ed Uruguay nei primi decenni del secolo e più tardi da quella nello Zaire, in Brasile e negli Stati Uniti.