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S. Salvatore - BOLOGNA S. Cecilia - CROARA (Bologna) S.Pietro in Vincoli - ROMA

 

 

 

S. Salvatore - BOLOGNA

 

Via Volto Santo, 1 - 40123 Bologna

Tel.-Fax 051222852


Fu nell'anno 1340 circa che i canonici renani dalla chiesa di S. Maria di Reno (oggi Casalecchio) per la peste e per le guerre, ridotti a pochi, si trasferirono alla loro dipendenza in Bologna, detta di S. Salvatore.
La chiesa di S. Salvatore, che vari autori dicono antichissima sede di canonici regolari, altri già appartenente a monaci greci, era diventata dipendenza dei Renani almeno dal 1149; era stata dedicata al S. Salvatore al tempo del miracolo del crocifisso di Beirut (sec. VIII?). Ben poco si sa di questa antica chiesa che sarebbe stata rinnovata da Oliviero, canonico regolare e segretario di papa Innocenzo Il. Fu demolita nel 1474 allorchè i canonici renani decisero di costruire un tempio più ampio in seguito all'accrescersi dei canonici per la riforma avvenuta all'inizio del secolo.
Infatti i canonici renani ridotti al solo priore D. Francesco Ghisleri, ottennero l'unione con i canonici regolari ambrosiani di Gubbio; iniziatesi le trattative nel 1408, con bolla di papa Martino V nel 1419 nacque la congregazione dei canonici regolari di S. Salvatore di Bologna e l'anno dopo nuove costituzioni vennero a sancire l'unione della nuova famiglia dei Renani-ambrosiani. Nel 1429 morì il priore Ghisleri che si era fatto iniziatore della nuova congregazione.
La chiesa del secolo XV fu costruita al posto dell'antica. I canonici « conclusero un accordo con i signori Bolognetti che cedettero tutte le loro case adiacenti alla chiesa e che furono demolite per ottenere lo spazio necessario all'ampliamento della nuova chiesa». Questa frase di un autore moderno fa pensare piuttosto ad un ampliamento che ad una nuova costruzione; non una parola del monastero che certamente doveva essere a fianco della chiesa già dal 1182. Questa fu consacrata il 12 marzo 1478 da Mons. Matteo Rosa, vescovo di Tana e suffraganeo di Bologna. La nuova chiesa era considerata già allora una delle più ampie di Bologna. A lato della chiesa fu costruito un monastero grandissimo alla metà del secolo XV.
« Resasi angusta anche questa costruzione, nel 1517 si pose mano ad un'altra più ampia e più comoda». I canonici renani costruirono un chiostro stupendo con colonne di marmo d'Istria: « tutti gli archi sono di marmo e sopra ogni colonna vi è uno di quegli ornati di verde antico che i Toscani chiamano « specchi» e i Bolognesi « bugni» o « bogne». Sopra il primo giro di colonne ve n'è un altro ordine di colonne marmoree più piccole in modo che ad ogni arco inferiore ne corrispondono due superiori. Infine un terzo ordine di finestre che corrispondono ognuna alla metà dell'arco dell'ordine inferiore. Il monastero ebbe anche due altri chiostri: uno all'ingresso del fabbricato con colonne di macigno al primo ordine e di marmo al secondo con un puteale di marmi rossi e bianchi. Il terzo chiostro è formato per tre lati da due ordini di portici con pochi marmi ma molte terracotte».
Nel 1606 i canonici renani misero mano alla costruzione della nuova grandiosa chiesa, ritenendo misera in confronto alla grande canonica. La vecchia chiesa venne demolita, tranne il piccolo campanile che rimane oggi inoperoso e nascosta dalla immensa fabbrica della nuova chiesa che fu costruita al posto della prima. L'architetto bolognese Tommaso Martelli prese l'impegno della fabbrica; ma il contratto con lui venne abbandonato per il progetto del barnabita Magenta. Il P. Don Alfonso Bavosi, priore di S. Salvatore e poi generale della Congregazione Renana per ben tre mandati, lottò molto per portare a termine la grandiosa costruzione che venne terminata nel 1623. Il Bavosi ritornato priore nel 1625 attese all'opere di arricchimento della chiesa con la stessa grandiosità di celebri tele dei pennelli più famosi dell'epoca.
Dal 1870, in seguito alla soppressione i canonici perdettero l'enorme complesso, relegati in una piccola parte di esso; il resto è caserma.

 

S. Cecilia - CROARA (Bologna)

 

40068 S. Lazzaro di Savena (BO)

Tel. 051482075


Poco si sa di questa antichissima chiesa già prepositura, poi abbazia dell'ordine vallombrosano che fu annessa alla congregazione renana nel 1485.
I primi documenti che ci attestano l'esistenza della chiesa risalgono al 1084, benché la chiesa è stata ricostruita nel tardo '800 mentre rimangono della ricostruzione quattrocentesca il campanile ed il chiostro della vecchia canonica. Nel 1095 il monaco vallombrosano Alberto che era a capo di quella comunità è chiamato preposito ed i monaci vi stavano almeno da un secolo prima.
Il primo agosto 1485 i canonici renani sostituirono i monaci alla Croara (il Mozzagrugno riporta la data del 1487 come quella della bolla di unione di papa Innocenzo VIII) con molte difficoltà da parte dei monaci: solo nel 1499 i canonici ne ebbero il definitivo possesso. È del 1555 la nomina del primo abate renano mentre già nel trecento troviamo gli abati vallombrosani; non si sa a che epoca risale la cura d'anime alla Croara.
Notizie di importanti restauri all'antica chiesa risalgono al 1298 a cura dell'abate Giovanni.
Nel 1575 altri importanti lavori di completamento vengono imposti ai canonici dal visitatore apostolico mons. Marchesini né si sa quali altri lavori vennero messi in atto fino al rimaneggiamento generale dell'800, dovuto all'abate Farnè. Nel 1585 venne riconsacrata la chiesa del card. Paleotto.



S.Pietro in Vincoli - ROMA

 

P.zza S. Pietro in Vincoli, 4/a - 00184 Roma

Tel. 064882865

 

Presso la basilica antichissima di S. Pietro in Vincoli, la cui storia trattò magistralmente P.A. Frutaz cui rimandiamo, il Cardinal  Giuliano Della Rovere, futuro Papa Giulio II, costruì « l'abitazione del clero sul lato sinistro della basilica e cominciò la costruzione del chiostro sul lato destro (ora facoltà d'ingegneria), che portò a termine da Papa».
Ora poiché nel 1433 un monastero già esisteva presso la chiesa di San Pietro in Vincoli, giacchè fu offerto per la seconda volta ai canonici lateranensi (vW, 101, n. 2), dobbiamo pensare che quello del card. Della Rovere fosse una ricostruzione o ampliamento considerevole. Rimane però il problema insoluto di conoscere chi avesse abitato l'antico monastero.
Nel 1476 ai Lateranensi venne offerto nuovamente il monastero di San Pietro in Vincoli ed il capitolo generale, dette facoltà ai visitatori e al rettor maggiore di accettare la chiesa e il monastero di San Pietro in Vincoli nel caso che il ritorno a S. Giovanni in Laterano fosse risultato impossibile (vW, 253, n. 2); il  Widloecher dice che tutte queste pratiche fallirono ma non dice perchè.
Poichè Giuliano teneva fortemente a dare custodi alla chiesa di San Pietro in Vincoli, si rivolse allora ai canonici renani che però già erano a Roma fin dal 1457 in una piccola residenza a S. Prisca prima e poi presso porta San Pietro.
Essi accettarono di occupare il monastero di San Pietro in Vincoli e l'ottennero ufficialmente nel 1489 da papa Innocenzo VIII con bolla del 9 agosto, essendo Giuliano Della Rovere già titolare della chiesa di San Pietro in Vincoli. Divenuto Papa con il nome di Giulio II, egli riconfermò questa cessione.
I canonici regolari Renani tennero quel monastero fino alla soppressione napoleonica. Ripristinata la canonica nel1814, l'abate Garofali l'unì con altre alla congregazione lateranense nel 1819.
Oscure sono le notizie del passaggio dei lateranensi nel palazzo del cardinale titolare, poi di proprietà Vimercati dopo la soppressione dei Savoia.