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S. Secondo - GUBBIO (Perugia) S. Maria Forisportam - LUCCA Prevostura di S. Egidio - VERRES (Aosta)

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S. Secondo - GUBBIO (Perugia) 

  

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La millenaria chiesa di S. Secondo a Gubbio risale certamente ad epoca precedente la fine del secolo V: in essa si vuole che fossero sepolte le spoglie del martire soldato Secondo (+284 d.C.) morto ad Amelia sotto Massimiliano imperatore. Il primo fatto storico che prova questa asserzione è la deposizione in questa chiesa delle reliquie dei martiri di Lambesa, Secondino ed Agabio, vescovi, avvenuta tra gli anni 496 e 523 per volontà del vescovo di Gubbio che volle che parte di queste spoglie fossero messe in Cattedrale e parte in San Secondo. Da ciò avvenne che spesso il titolo di S. Secondo venne confuso con quello di Secondino vescovo.
 Questa chiesa rivestiva una certa rinomanza per la presenza di « clero stabile». Non si sa comunque quando divenne « collegiata» e quando vi venne costruita la primitiva « canonica». Gli storici sono concordi nell'ammettere che la vita comune del clero vi ebbe inizio nel secolo X, allorché anche presso la cattedrale il clero cominciò a vivere in comune nell'osservanza della Regola di Aquisgrana.
A S. Secondo si formava il giovane clero della diocesi eugubina e qui venne condotto Ubaldo de' Baldassini dallo zio paterno per la sua prima educazione all'età di circa sei anni. Completati gli studi inferiori a Fano, Ubaldo tornò a S. Secondo quando aveva vent'anni, professandovi la regola di canonico regolare sotto il priore Lieto e divenne sacerdote nel 1114.
La canonica di S. Secondo ebbe nel 1141 il privilegio dell'esenzione vescovile, allorché scegliendosi una vita più perfetta, quei canonici accettarono di osservare la regola di S. Agostino: Innocenzo II, il 23 marzo di quell'anno ne sanzionava la decisione inviando una bolla di privilegi al priore Lieto. Evidentemente il vescovo Ubaldo aveva sostenuto i suoi vecchi confratelli in questo cammino di perfezione: con i suoi mezzi restaurò la chiesa ed il monastero donando una sua vigna ed un mulino; poco dopo eresse quella chiesa in parrocchia. Il vescovo Offredo nel 1180 confermava le concessioni di Ubaldo.
Negli ultimi decenni del secolo XII la canonica di S. Secondo divenne florida per dipendenze e possedimenti terrieri; potè ricostruire in stile gotico la chiesa ed il monastero con un grande chiostro. Seguì un periodo di assestamento economico all'inizio del secolo seguente con i primi sintomi di decadimento dovuto alla mancanza dì elementi: nel 1224 papa Onorio III raccomanda al priore di tenere nella comunità almeno sei canonici. Nel 1343 i canonici di S. Secondo costruirono l'altare gotico nella chiesa rinnovata dalla munificenza dei Gabrielli che erano ghibellini; i canonici tennero pertanto una politica ambigua di amicizia tra opposte fazioni.
 Il declino divenne più grave allorché vennero in Gubbio a stabilirsi ordini religiosi nuovi e riformati che oscurarono i vecchi fasti della Canonica di S. Secondo: ad esempio, i nuovi canonici regolari di Lecceto, di recente fondazione, si vennero a stabilire nel 1313 nella chiesa di S. Ambrogio sul monte Foce. In quel piccolo monastero, oggi diroccato, erano di casa il fervore della preghiera e lo zelo della vita cristiana.
Dopo le prime diffidenze, l'affinità degli istituti, la vicinanza dei luoghi, il fervore dei più zelanti, fece maturare tra le due comunità di canonici regolari, una certa familiarità e simpatia che presto divenne fraternità, al punto che presto si cominciò a parlare di unione, che di diritto si attuò nel 1413 con la sanzione dell'antipapa Giovanni XXIII. Terminato lo scisma di occidente, papa Callisto III riconfermò l'avvenuta unione, nel 1455. Intanto i canonici ambrosiani si erano uniti nel 1418 con l'antichissima canonica di S. Maria di Reno, ora in S. Salvatore di Bologna, a formare la Congregazione Renana del SS. Salvatore. Così la canonica di S. Secondo perdeva la sua autonomia ma in compenso veniva sottratta all'estinzione e diventava custode dei ricordi più insigni dell'ordine canonico in Gubbio.
Il piccolo monastero di S. Ambrogio divenne una dipendenza di quello di S. Secondo e venne riservato a quei pochi canonici che sentivano l'attrazione alla vita solitaria e alla più perfetta contemplazione: qui visse tra il 1498 ed il 1513 il Beato Arcangelo Canetoli, bolognose (nato nel 1484), canonico regolare renano di grande virtù e santità; il suo corpo incorrotto si conserva nella chiesa di S. Ambrogio, presso le spoglie dei confratelli Beato Francesco Nanni e del vescovo Agostino Steuco, morto nel 1549. Il suo culto venne riconosciuto nel 1740.
Nel Cinquecento, mentre sul monte Igino, i canonici lateranensi costruivano il monastero e la chiesa di S. Ubaldo, la canonica di S. Secondo è nel massimo splendore; ben due canonici di Gubbio vengono chiamati alla dignità di Priore Generale della Congregazione Renana, D. Ambrogio Lami e D. Agostino Pacchelli.
All'inizio del secolo XVII il priore di S. Secondo ebbe il titolo abbaziale. Nel settecento la chiesa ed il monastero furono più volte restaurati; nel 1712 l'abate Morosini di Venezia copre con linee barocche la semplicità gotica della chiesa originale e nel 1796 l'abate Montagnani di Ferrara abbellisce di stucchi la canonica e la chiesa fornendo di nuove tele ed ornamenti gli altari della stessa. Tutto ciò non esentò il monastero di S. Secondo dalla comune decadenza della vita religiosa.
Alla fine del secolo XVII con l'occupazione francese di Roma i monasteri ove convivevano meno di quindici religiosi furono soppressi. Per la solerzia del procuratore renano D. Vincenzo Garofali pare che la canonica di S. Secondo sia stata ripristinata nel 1802 con un abate, cinque canonici ed un fratello coadiutore. Nuovamente soppressa nel 1808 la canonica eugubina perdette tutti i suoi beni e due anni dopo la soppressione generale di tutti gli ordini religiosi, i canonici di S. Secondo furono nuovamente dispersi.
Tutto sembrava finito, allorché l'abate Garofali, ottenne nel 1814 da papa Pio VII il ripristino della Congregazione renana. Una delle prime canoniche che tornarono a nuova vita fu quella di S. Secondo nel 1815: dodici canonici vennero destinati a ripopolarla ed il 24 ottobre di quell'anno vi venne ripristinata la vita comune. Per merito dello stesso abate D. Vincenzo Garofali nel 1823 la congregazione renana si univa ai superstiti della Congregazione Lateranense che erano rimasti alla 
canonica di S. Ubaldo fino alla soppressione innocenziana del 1675.
La canonica di S. Secondo nel secolo XIX ebbe un numero limitato di membri. Nel timore di nuove soppressioni, dopo aver accortamente evitata quella del 1861/65, l'abate Filose vendette nel 1908 per ordine dell'abate generale D. Giovanni Strozzi ju. numerosi beni della canonica. Questa venne restaurata nel 1919 ed ancora nel 1942, da D. Giuseppe Ricciotti, che ne fu l'ultimo abate, ed ancora recentemente come sede del noviziato.


S. Maria Forisportam - LUCCA

 

Vicolo Tommasi, 1 - 55100 Lucca

Tel.-Fax 058347769


La chiesa. Il primo accenno di questa chiesa si ha verso la metà del sec. VIII in un documento riportante la consacrazione da parte del vescovo Paredo il 16 gennaio 764. Essa sorgeva fuori delle mura romane (donde il nome di Forisportam). Con l'ingrandimento della città e la costruzione della seconda cinta di mura (sec. XII) anche la chiesa venne conglobata nel contesto cittadino. L'attuale cinta risale invece al XVI sec.
La chiesa primitiva subì due importanti trasformazioni: la prima nel sec. X ai tempi dei longobardi; l'altra, l'attuale, nel sec. XI. Il vano della chiesa è diviso in tre navate da sei colonne, sormontate da capitelli, inframmezzate da due massici pilastri. Sempre del sec. XI è la costruzione dell'ampia crociera. La facciata è del sec. XII e riprende i motivi dello stile pisano. Nella parte inferiore vi sono tre portali riccamente scolpiti negli architravi, nelle mensole e nelle cornici. Nelle lunette si trovano: una Madonna in trono col Bambino in stile bizantino, attribuita al Biduino (sec. XII); una incoronazione della Vergine (sec. XVII) ; e una statua di un vescovo, raffigurante forse S. Ambrogio, di provenienza ignota (sec. XIII). Altre magnifiche sculture, raffiguranti animali, adornano la parte superiore. La torre campanaria, anche essa del sec. XII, fu in parte demolita nel 1619 e ricostruita più bassa.
I canonici regolari sono presenti a S. Maria di Forisportam dal 1488, anno nel quale la chiesa fu loro affidata da parte della Reppublica lucchese.
La Canonica. Affermandosi in Lucca il movimento popolare « per un clero santo» che verrà poi chiamato « riforma gregoriana», sorsero in città numerose « canoniche regolari» sotto la giurisdizione e l'incoraggiamento di santi vescovi. Una delle quattro canoniche suburbane si affiancò alla chiesa di S. Maria di Forisportam presso la porta di S. Gervasio; le carte antiche ci segnalano già iniziata nell'anno 1022 la vita comune di dodici sacerdoti che vi coabitavano ed avevano il nome di « canonici ordinari»: essi dipendevano come la chiesa dalla giurisdizione episcopale finché monastero e parrocchia vennero ceduti ai canonici renani nel secolo XVI.
È evidente che la collegiata di S. Maria Bianca era formata da clero locale; scopo di queste canoniche regolari era di preservare il clero dai vizi del tempo per una santità personale che il popolo voleva nei suoi sacerdoti e quindi per una « cura animarum» più efficace. I canonici vi si mantennero in numero di dodici, finché decadendo scesero a dieci, poi a quattro.
All'inizio questi canonici conservavano il diritto di proprietà e ciò significa che essi non avevano come regola di vita che alcuni statuti diocesani che li obbligavano ad una certa vita « comunitaria» non del tutto perfetta. Nel 1113 viene posto a capo della comunità di Forisportani un « priore»: secondo gli storici più attendibili, questo fatto è un segno dell'adozione della Regola di S. Agostino e della vita comune perfetta con la completa disappropriazione dei beni.
Nel secolo XIV la vita comune cominciò a decadervi ed in epoca successiva il capitolo dei canonici si secolarizzò del tutto, benché sia rimasto come istituzione fino al 1808, anno in cui venne soppresso.
Verso la fine del XV secolo, papa Giulio II vi introdusse una comunità di canonici regolari della Congregazione del SS.mo Salvatore, detti « Renani», provenienti dalla canonica di S. Michele di Tramonte presso Pisa e della stessa famiglia di quelli che erano nella chiesa di S. Agostino di Nicosia presso Calci.
Questi canonici regolari, dopo aver tentato invano di unirsi alla Congregazione Lateranense, si erano uniti a quella bolognese del SS.mo Salvatore e fin dal 1488 avevano iniziato pratiche per avere la chiesa e la canonica di S. Maria Bianca. Il vescovo cedette loro la chiesa e la cura di anime e nel 1512 papa Giulio Il li confermò nel possesso. La parrocchia o « pieve» vi è unita « ad immemorabili»: appare da un documento nel 1196 e nello stesso anno papa Celestino III metteva i 
suoi canonici sotto la protezione apostolica.
All'inizio del secolo XIX la canonica di Forisportam, benché in condizioni economiche non floride, contava ben quindici membri.
Nel 1808 il governo napoleonico la soppresse e di fatto i religiosi furono espulsi il 25 aprile 1810. I canonici non vollero disperdersi e continuarono a vivere in comune in una casa presa in affitto nella città. Nel 1816 ripresero in affitto una parte della loro antica canonica « per officiare la chiesa ed assistere la vasta parrocchia che allora si estendeva fuori le mura della città»; l'anno dopo ricevono cento scudi di premio dal loro Superiore Maggiore per il loro impegno nella vita comune.
L'8 aprile 1820 il papa ripristinava la canonica di S. Maria Bianca con una comunità di quattordici canonici e l'anno appresso l'arcivescovo restituiva loro la parrocchia « ripetendo varie volte che i canonici l'avevano sempre assistita con somma lode». Due anni dopo i canonici renani si univano alla Congregazione Lateranense.
Nel 1866 la comunità venne nuovamente soppressa ed i canonici perdettero la proprietà della casa tranne la parte orientale ove essi rimasero per la cura parrocchiale e per la vita comune fino ad oggi. All'inizio del secolo XX essi si distinsero per l'assistenza spirituale e pastorale alla gioventù e furono in Lucca « pionieri» dell'Azione Cattolica per l'opera zelante dell'abate Alberto Ghilardi, come lo erano stati precedentemente alla fine del secolo XIX per l'apostolato fra le Figlie di Maria, servendosi dello zelo della Beata Elena Guerra.


Prevostura di S. Egidio - VERRES (Aosta)

 

Vicolo S. Egidio, 1 - 11029 Verres (AO)

Tel. 0125929093


Generalmente gli scrittori valdostani fanno risalire i canonici regolari di S. Gilles in Verrès al secolo X. Il primo documento che riguarda la Prevostura di Verrès, pervenuto fino a noi, è una copia di una carta Augustana che, secondo l'opinione più probabile, sarebbe del 1050. Si deve arrivare al 1113 per avere una data sicura: la Concessione ai canonici di S. Gilles della parrocchia di La Thuile da parte del vescovo Boson. Da allora i documenti abbondano.
Durante i secoli XI, XII, XIII, XIV, XV la Prevostura fu in continua crescita. Fu l'epoca, questa, della sua maggiore prosperità: numerose erano le vocazioni religiose. Nel 1647 il Prevosto commendatario di Verrès, Carlo Emanuele Madruce, vescovo di Trento, pensò di promuovere la disciplina e lo spirito, introducendo la riforma di San Pietro Fourier, che era seguita dai Canonici Lorenesi.
Questi canonici, tuttavia, nel 1717 dovettero lasciare Verrès. Anche il priore Bens, nel 1772, si adoperò per far rifiorire la sua Congregazione. Il 1° settembre 1802, con decreto del governo francese, la Congregazione dei canonici regolari di Verrès fu soppressa e i suoi beni incamerati. 
Una parte di questi beni fu poi restituita per costruire il beneficio parrocchiale, per il mantenimento del Prevosto e del suo vice-parroco. I canonici furono dispersi. Dopo la caduta di Napoleone, il Prevosto Chentre ottenne nuovamente dal re Vittorio Emanuele I il ristabilimento della Congregazione, che fu concesso il 9 gennaio 1816. Purtroppo le leggi sovversive contro il Patrimonio ecclesiastico nel 1855 tolsero nuovamente alla Prevostura ciò che serviva per il mantenimento dell'attività religiosa pastorale.
L'8 giugno 1911 la Santa Sede sanzionò l'unione della Congregazione dei canonici regolari di S. Gilles ai canonici regolari lateranensi. L'unione si effettua il 20 luglio 1911; da allora S. Gilles diviene una casa della Congregazione dei canonici regolari lateranensi.
Nei secoli passati, grande fu il raggio d'azione pastorale della Prevostura, dalla quale dipendevano numerose parrocchie nelle diocesi di Aosta, Tarantasia, Ivrea e Vercelli. Oggi la Prevostura, oltre che a Verrès, svolge la sua azione pastorale a Fenis e a Challant S. Victor.
La chiesa Parrocchiale, a pianta rettangolare, ad una sola navata, costruita nel 1775-76, forma un corpo unico con la cappella di Ebalo di Challand, costruita in onore della Madonna e dei Santi Giorgio e Maurizio all'inizio del sec. XV, edificio gotico, arricchito da una grande trifora in gotico fiorito.
Per costruire la chiesa del 1775 fu demolita quella precedente, che probabilmente era della stessa epoca del campaniletto romanico tuttora esistente, risalente al secolo XI.
La Prevostura è un complesso di costruzioni edificate in diverse epoche. Nella forma attuale fu ricostruita a partire dal secolo XV. La torre, e la parte annessa della Prevostura sono costruite a pietra in vista e sono opere del Prevosto Carlo di Challand. La torre, alla base, porta la data del 1512. Nel 1797 fu rialzata perché servisse da campanile.