Affascinante borgo medioevale arroccato su di un'alta rupe di roccia vulcanica, Barbarano Romano sorge sopra un pianoro tufaceo, di forma triangolare. Due dei tre lati sono protetti dalle gole scavate dal torrente Biedano e dal suo affluente, il terzo dalle imponenti mura medievali.
L'accesso odierno più agevole è dalla maestosa porta a torrione del XV secolo, detta Romana, un tempo dotata di ponte levatoio. I primi insediamenti noti nella zona rupestre risalgono all'età del Bronzo. Tra i secoli VIII e VI a.C., in epoca etrusca, i vari nuclei d'insediamento sembrano gravitare attorno al colle di San Giuliano. Alcuni studiosi identificano in quest'area l'antica Marturanum, supportati dal ritrovamento in loco di un'iscrizione su un vaso, la quale dice: "Turuche Larth Manthureie" (sono stato donato da Larth di Manthura). Come per tutta l'Etruria, anche in questa zona viene instaurato il dominio di Roma, fino a quando, con il crollo dell'Impero, l'abitato si spopola divenendo parte di proprietà agraria.
colomabario
particolare della tomba del Cervo
Le continue scorrerie dei barbari determinano l'abbandono della rocca di S. Giuliano da parte della popolazione ed il suo trasferimento sull'attuale promontorio di Barbarano, più protetto e meglio difendibile. Il paese diviene col tempo anche sede vescovile ma solo in alcuni documenti del 1188 appare l'attuale nome di Barbarano, quando papa Celestino III lo dona al Comune di Viterbo. Tipicamente medioevale, l'urbanistica del borgo nella parte più antica presenta il Castello, un tempo circondato da robuste mura, sul quale si innesta il Palazzo dei Priori, ora Palazzo Comunale. Fino al XV sec. d.C. si susseguono lotte tra le signorie dei Farolfo di Viterbo e dei Di Vico, Prefetti di Roma, per il possesso del feudo. Dal 1283 al XIX sec. d.C. il paese rimane assoggettato al diritto feudale di Roma, motivo per cui ancor oggi conserva l'epiteto "Romano".
Il parco regionale Marturanum è stato istituito
con la legge regionale n.41 del 17.07.1984. Il territorio protetto è costituito
dall'ambiente tipico delle forre fluviali, scavate nel tufo dai torrenti, e dal
paesaggio collinare sedimentario, in parte ricoperto da boschi di querce.
Di grande valore naturalistico ed ecologico le profonde forre scavate dall'acqua nei millenni: alta umidità, vegetazione lussureggiante attraverso la quale il sole fatica a penetrare, sono le condizioni base per la vita di specie animali e vegetali talora rari. Da non perdere una visita alla già citata necropoli etrusca di San Giuliano, con le antiche strutture, sepolcri, abitazioni medievali e cavità suggestivamente avvolte dalla vegetazione. Nell'area si consiglia la visita ai vicini centri medievali di Blera, Civitella Cesi e Vetralla. Tutta la zona è ricca di testimonianze del passato preistorico ed etrusco: San Giovenale, Luni sul Mignone, Blera, Norchia sono solo alcune delle aree archeologiche da visitare.
Due
grandi tumuli più o meno coevi (fine VII - inizi del VI sec. a.C.) dalle
peculiari caratteristiche costituiscono l’interesse archeologico di questa
località posta a poche decine di metri dalla strada che unisce Cura di Vetralla
a Blera recentemente ripuliti e restaurati. Il tumulo maggiore racchiude una
tomba a camera a due ambienti coassiali separati da due colonne dal fusto
scanalato e dal capitello etrusco-dorico. Nel primo ambiente si ha un lettino
costruito con un grande lastrone di peperino con il guanciale semilunato
scolpito a basso rilievo ed il soffitto intagliato nel tufo a travetti
paralleli; nel secondo due lettini sono lasciati a risparmio ai lati della
parete mentre il soffitto è lavorato a cassettoni lignei. Sul lato destro del
lungo dromos che adduce alla camera sepolcrale è un’altra piccola tomba con
il soffitto crollato. Il secondo tumulo, come il primo molto spianato
dall’intensa attività agricola del territorio, ha anch’esso una tomba a due
camere poste sullo stesso asse. Nell’anteriore oltre a due classici lettini
addossati alle pareti e tetto displuviato, si nota un sedile a schienale
avvolgente con relativo sgabello poggiapiedi, nella camera posteriore, più
piccola della precedente, si ha una banchina continua su tre lati. Nella parte
superiore del tumulo vi sono diverse tombe a fossa.
Il
municipio ospita un piccolo museo archeologico; sarcofagi in nenfro, urne
cinerarie, terrecotte votive, vasi in bronzo e vasi falisci, ceramiche attiche a
figure rosse e vasi greci a figure nere, un leone in peperino e un cippo a forma
di obelisco del IV secolo a.c. sono tutte testimonianze della vitalità
dell'antico pagus etrusco di San Giuliano a 2 km dal paese con tombe risalenti
al VI-V secolo a.c. periodo di massimo splendore prima della crisi economica e
politica dei più importanti centri di Vejo e Cerveteri da cui il centro
dipendeva.
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