La
necropoli della Banditaccia
La necropoli ha origine da un nucleo di tombe villanoviane in località Cava della Pozzolana, per svilupparsi verso nord-ovest, su un’altura parallela alla città: la zona oggi visitabile, è quella custodita dalla SAEM (Soprintendenza Archeologica), mentre altre vaste zone sono affidate al Comune ed alla sorveglianza delle forze dell’ordine (necropoli del Sorbo e di Monte Abatone o Abetone). Superata la biglietteria, si accede subito ad una delle vie sepolcrali principali fiancheggiata da numerosi tumuli, all’interno delle quali sono collocate tombe come quella dei Capitelli.
*1 - Via degli Inferi (street of Hades) |
*11
- Via dei Monti della Tolfa |
Pianta della necropoli della Banditaccia
La tomba a tumulo più antica è sicuramente quella della Capanna. La tomba dei Vasi Greci (metà VI-fine V) è molto simile a quella dei Capitelli. Più avanti è l’ellenistica tomba dei Rilievi: datata alla metà circa del IV sec., apparteneva alla famiglia dei Matunas. Da una piazza si dipartono vie secondarie che portano, ad esempio, alla tomba della Cornice, inizi VI sec., dotata di un ambiente centrale con una grossa cornice aggettante lungo tre pareti e due troni lapidei vicino all’ingresso, con schienale coronato da dischi e suppedaneo.
Necropoli della Banditaccia – via degli Inferi
Proprio sull’incrocio la tomba della Casetta, contemporanea alla precedente, con ambiente centrale sul quale si aprono a croce camere con ingresso e finestrelle arcuate. Poi un allineamento di tombe a dado realizzate in blocchi distinti, decorate alla base con massicce modanature ed ambienti interni tutti uguali, con ambiente centrale e due camere sepolcrali. In alcuni casi, questi isolati di tombe sono policromi, perché realizzati con blocchi di pietre diverse, quali macco, peperino e tufo. Più avanti il tumulo Maroi, con all’interno tombe databili fra il VII ed il VI secolo, e vicino dadi appartenenti forse a famiglie clienti di quella aristocratica proprietaria del tumulo. Quello Policromo, tumulo della seconda metà VI secolo, ha un tamburo (base del tumulo) di filari alternati di tufo e di macco, modanature in macco e peperino, coronamento in tufo e porte in peperino. Più avanti ancora, quasi al limite dell’area recintata, il tumulo di maggiori dimensioni, quello del Colonnello, la cui tomba più antica presenta un lungo e profondo corridoio di accesso ed una singola, piccola camera sepolcrale. Nella zona al di fuori del recinto, sono poi tutta una serie di sepolture molto importanti, purtroppo interdette ai visitatori: quella delle Cinque Sedie, degli Scudi e delle Sedie, degli Animali Dipinti.
Necropoli
della Banditaccia – Tumuli
In effetti, anche a Cerveteri si dipinsero alcune tombe, ma il risultato fu decisamente inferiore a quello di Tarquinia e se quest’ultima è universalmente conosciuta per i colori e l’aspetto degli Etruschi, Cerveteri lo è per la grandezza dei suoi edifici funerari, per l’incredibile, apparente facilità con cui gli antichi Etruschi realizzarono “case per i morti”, identiche, molto probabilmente, a quelle dei vivi ma, fortunatamente, più solide e per i profani di più facile comprensione. Vediamo ora alcune tombe principali della necropoli.
(metà del IV sec. a.C.) Appartenuta alla famiglia dei Matunas, come si legge nelle iscrizioni dedicatorie, alla tomba si accede percorrendo un profondo dromos di ingresso. Da questo ci si immette in una grandiosa sala, con due pilastri centrali dal capitello eolico, banchine laterali per le deposizioni e nicchie alle pareti.
La strutturazione della sala è quella tipica delle tombe del periodo, ma assolutamente singolare è la straordinaria decorazione in stucco policromo, un'antologia della concezione del mondo pubblico e privato dell'Etruria della metà del IV sec. a.C. e un monumento dell'ideologia funeraria.
Gli stucchi rappresentano armi, il corredo del
simposio (banchetto), oggetti necessari allo svolgimento di cerimonie di culto,
oggetti d'uso, ordinati, a quanto sembra, in due grandi gruppi: quello relativo
al mondo dell'uomo, ed a quello muliebre.
(570 a.C. circa) E' un esempio tipico di tomba di VI sec. a.C. Si tratta di una tomba unica interamente scavata nel tufo, entro un piccolo tumulo in pessimo stato di conservazione. Si compone di un dromos di accesso, che funge anche da vestibolo, di due camerette laterali munite di bancone e di una sala centrale rettangolare con andamento ortogonale rispetto al corridoio di ingresso, che si apre sul fondo con tre camere, delle quali la più ampia è la centrale.
La sala centrale è decorata da una coppia di colonne a fusto sfaccettato con capitello eolico (a palmetta), che sostengono due finte travi, scavate nel tufo, poste nel senso della larghezza. Su queste posa un tetto a spioventi sui lati e ordito di travicelli al centro. Evidentemente la decorazione ripropone lo schema reale della copertura di una casa contemporanea.
Situata nell'estrema propaggine occidentale della Banditaccia, nell'area di più alta concentrazione finora nota di sepolcri gentilizi tardo-classici e proto-ellenistici è un'unica grande camera ipogea, quadrangolare.
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La semplice linearità degli elementi compositivi, tutta tesa ad esaltare la funzione della centralità scenica dell'alcova, fa di questa tomba uno degli esempi più rappresentativi, e forse il più grandioso, dell'architettura di Caere del IV sec. a.C., |
periodo nel quale si assiste ad un vero e proprio risveglio architettonico, rispecchiato in nuove tipologie di sepolcro.
La tomba a tumulo più antica è sicuramente quella della Capanna, così chiamata per l’interno a due ambienti, di cui il primo palesemente ripreso da una capanna con soffitto di strami e basse pareti, ed un secondo ambiente che, in origine, presentava una sorta di banchina laterale realizzata in ciottoli che, in una capanna, serviva ad impedire lo sprofondare dei mobili nei pavimenti in terra battuta.
Oggi, purtroppo, la banchina è sparita, forse razziata da torme di turisti incivili, desiderosi di portare a casa un ricordino.
(fine VII- inizio VI sec. a.C.) E' una tomba a camera coperta da tumulo.
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La pianta prevede un dromos di ingresso, che dà accesso ad un vestibolo, su cui si aprono lateralmente due camere, e ad una sala rettangolare con tetto piano e travi in rilievo. Sulla parete di fondo di questa si aprono tre camerette. Sei letti intagliati nel tufo con gambe a pilastrino e guanciale semilunato servivano per le deposizioni maschili, mentre le donne erano deposte in casse a sarcofago. Sulle pareti sono intagliati quattordici scudi. |
Sulla parete di fondo, tra le porte e le finestrelle, sono appoggiate due sedie a spalliera ricurva con sgabello, una tipologia largamente attestata fin dalla fine dell'VIII sec. a.C.; su queste sedie (o troni) dovevano essere poste statue in terracotta.
(Circa 650-625 a.C.) Si accede nel tumulo tramite un ampio corridoio a cielo aperto, dalla lunga e bassa gradinata, al termine del quale si aprono, con due porte arcuate, le due camere laterali e la principale, collegate tra loro da corridoi obliqui. La camera principale, che presenta due pilastri liberi, è divisa in una sala a due letti, e una cella sul fondo, con altri due letti e una banchina. Nella camera destra sono un letto e una kline (tipo di letto) e sulla parete frontale, due grandi cesti scavati nel tufo.
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Sulla stessa parete era dipinto un "signore degli animali", mentre nella camera opposta, servita da un dromos di accesso indipendente, erano dipinti i leoni che hanno dato nome alla tomba. |
Notevolissima la resa dei soffitti, che imita coperture reali: nelle camere laterali si può vedere il columen (trave centrale del tetto), terminato a disco, e gli spioventi con travi e travicelli; nella sala centrale, in corrispondenza dei pilastri, il soffitto è bipartito, strutturato a raggiera verso la porta, mentre nell'altra metà mantiene lo stesso andamento delle altre stanze.
(fine VII-inizi VI sec.) L'ipogeo che dà nome al tumulo è il più antico dei quattro ospitati al suo interno, tutti databili entro il V sec. Si accede alla tomba tramite un dromos a cielo aperto, terminante in porte arcuate per le celle laterali e la camera centrale. Questa era preceduta da un vestibolo rotondo, decorato da pitture di animali che hanno dato nome alla tomba, coperto in piano con travi e travicelli. La camera principale ha quattro pilastri di sostegno liberi, che reggono un tetto a raggiera e doppio spiovente. Lungo le pareti sia del vestibolo che della camera sono posizionate banchine. Il centro delle pareti laterali della camera è invece occupato da letti funebri.
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