Due
chilometri a nord-est di Barbarano Romano è questo centro etrusco di cui
ignoriamo il nome (forse proprio Marturanum) che prende nome dal Santo venerato
in una modesta chiesetta sul pianoro.
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L’abitato
antico e le necropoli che ha originato sono racchiusi entro lo scrigno
d’un Parco tra i più affascinanti d’Italia dove la natura e
l’ambiente, l’archeologia e l’arte formano un perfetto connubio.
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La cittadina le cui testimonianze più antiche risalgono al Villanoviano (X sec. a.C.) conobbe un periodo di grande benessere sul finire del VII e nel pieno VI sec. a.C. Nuovo vigore ebbe sul finire del IV e nel III sec. a.C. Quasi assenti le testimonianze del periodo romano. L’insediamento etrusco era su un isolato pianoro che sprofonda sulle valli perimetrali dove scorrono due modesti corsi d’acqua che unendosi al vertice fanno confluire le loro acque nel Biedano.
Un bagno
romano che sfrutta una cisterna etrusca, qualche tratto di mura, diversi
cunicoli sono gli scarsi resti. Imponenti e vaste le necropoli che
l’attorniano occupando in graduale successione cronologica le alte rupi (VII -
I sec. a.C.). Si va dai grandi tumuli costruiti in blocchi o ricavati nel tufo,
alle tombe a camera e a portico, che nella loro decorazione manifestano
l’influsso culturale ceretano, alle tombe a dado; ad esse frammiste tombe a
fossa, a nicchia, a loculo.
Le tombe
più importanti sono nelle necropoli di Poggio Castello, Greppo Cenale (Tomba
Thansinas), Caiolo (Cuccumella, tumulo del Caiolo, tomba del Carro, tomba della
Regina, le Palazzine, le tombe a portico, la tomba del Cervo dal cui
bassorilievo è derivato il logo del parco, la tomba Ciarlanti), Poggio S.
Simone, Ara del Tesoro, Chiusa Cima (tumulo Cima con più tombe e ambienti
scolpiti a cassettoni e tracce di pittura, tomba Costa, tomba Rosi) e Chiuse
Vallerani (tomba M. Gabbrielli).
Un
modesto, ma interessante museo è nel paese di Barbarano Romano dove assieme a
reperti ceramici e bronzei sono conservati sarcofagi e obelischi di tufo
caratteristici di questo luogo.
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