SUESSOLA

 

Il nome Cancello deriva da "Castra Marcelli", poichè nelle vicinanze era accampato il console romano che sconfisse Annibale. Il castello di Cancello, che segna il termine della "Valle di Suessola" è di origine longobarda. Esso, come un leggendario eroe medievale prossimo al tramonto, con la sua sagoma massiccia e quadrata, sembra guardare malinconico e pensoso all'antichissima città di "Suessola".

Ad Ovest della stazione ferroviaria di Cancello e precisamente in località Piazza Vecchia, fu costruita dal popolo degli Ausoni, in epoca non determinata, ma certamente molti secoli prima di Cristo, la città di Suessola. Gli antichi Suessolani adoravano la Dea Cerere come loro speciale protettrice, perchè Dea dei campi e dei raccolti. Ancora oggi il territorio della Valle di Suessola è tra i più fertili della Campania. Suessola fu sottomessa agli Etruschi (fu una delle dodici città dell’Etruria campana) e fu alleata sincera dei Romani. Nell'ambito del suo territorio, nel 338 a.C., fu combattuta la terza battaglia tra i Romani e i Sanniti. Onorata, per la sua fedeltà, della cittadinanza romana ed elevata a rango di Municipio, fu, dopo la seconda resa di Capua insieme con le altre città passate per paura con Annibale, declassata a livello di Prefettura, sia pure di ordine superiore. Risorta circa il 90 a.C., quando da Roma vi fu mandata una colonia, ebbe il senato, una nobiltà, una plebe. Fu, insomma, come peraltro si legge in numerose testimonianze marmoree, una Res Publica regolarmente curata da decurioni, duumviri, questori, edili, censori, tribuni, decemviri per l'amministrazione della giustizia, sacerdoti... Ebbe i suoi templi dislocati , un pò dovunque, nel suo territorio, specie sulle alture; ebbe teatri, portici, anfiteatri, palestre, terme ed altri importanti edifici. La città di Suessola rimase colonia romana sino alla caduta dell'Impero ma, sopravvenute poi le invasioni di barbari, subì la stessa sorte delle città vicine. Al tempo dei Longobardi Suessola appartenne al Ducato di Benevento. La sua fine avvenne nell'anno 879 d.C., quando fu distrutta e data alle fiamme dai Saraceni.

Suessola non venne più ricostruita dopo la sua distruzione, per cui le stratture della città antica sono ancora oggi in buona parte sotto i campi della località Calabricito. I primi scavi avvennero nel 1878 quando, nel fondo dei signori Spinelli, si rinvenne una vasta necropoli (circa 400 mq) i cui corredi vennero esposti, fino all'inizio del '900, nel piano nobile della Casina Spinelli. Un'area urbana venne invece scavata nel corso del 1901 mettendo in luce parte del foro. Purtroppo di tutti questi scavi si conserva soltanto un elenco dei materiali portati alla luce e nessuna documentazione sistematica dei lavori.

Di Suessola si torna a parlare nella seconda metà degli anni '90 quando vengono eseguite alcune campagne di scavo che ne individuano buona parte dell'estensione. La città si estendeva su un pianoro tufaceo delimitato a Nord dal corso delle sorgenti esistenti, ad Est e Sud poco oltre la Casina Spinelli e ad Ovest poco oltre la strada Cancello-Maddaloni. Gli scavi effettuati nell'area antistante la Casina Spinelli hanno messo in luce il lastricato del Foro con un grande edificio rettangolare su podio con semicolonne lungo il perimetro, intorno al quale si dispongono altri edifici. La frequentazione va dal III sec. a.C. al IV-V sec. d.C. In età altomedievale l'area viene prima adibita a sepolcreto (VII-VIII sec. d.C.) ed infine ad area di magazzinaggio (IX-X sec. d.C.).

 

 

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