Hera Lacinia

 

A sei miglia romane da Crotone, sul promontorio Lacinio, che domina la larga visuale del sottostante mare, si eleva il grandioso e famoso tempio di Hera Lacinia. Discordante resta l'opinione degli storici ed archeologi sul nome di chi lo fondò. Alcuni, e per molto tempo, lo attribuirono alla volontà di Ercole, correlazionandolo alla fondazione della Città, e Pitagora stesso ne inculcava tale origine per dare al tempio un glorioso titolo di origine sacra. Non mancò chi l'attribuì a Lacinio. Altri lo credono eretto dagli antichi indigeni Crotoniati ed altri, infine, facendo allusione ad una tradizione sacra, per la quale il promontorio si voleva fosse stato dato in dono, col suo bosco, ad Hera, da Teti, l'attribuivano ad Achille, figlio della Dea immortale.

                   

Il nome del santuario fu dato dai naviganti, ai quali il promontorio stesso era visibile da lontano e, quindi, lo farebbe derivare dalla radice lak (verbo lakiso, che significa lacerare, e cioè: lembo di terra, che sporge nel mare).

Gli Itali preellenici veneravano la dea « Juno Lucentia », come apportatrice di luce e, che successivamente passò a far parte del Pantheon romano. Venne confusa con la «Mater matuta », finì con fondersi con l'Hera greca, dalla quale ne assunse anche i caratteri specifici, mantenendo l'originale attributo di " Hera lucentia ", così che, in suo onore, le venne eretto un Tempio sull'Esquilino.

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