SCUOLE  TIBETANE

 

Scuola  KAGYUPA 

Scuola  SAKYAPA

 

Scuola  KADAMPA e GELUGPA   

 Scuola  NYINGMAPA

 

 

Introduzione

Tra il IX e l’XI secolo i pochi monasteri rimasti dopo la persecuzione si riorganizzano e cominciarono anche a sorgerne di nuovi: iniziò quello che fu un rinascimento del Tibet.

A partire dal X secolo cominciò la cosiddetta "Seconda diffusione della dottrina". Cominciarono ad essere tradotti dal sanscrito alcuni testi buddisti conosciuti come i Nuovi Tantra. I traduttori più noti furono: Rinchen Zanpo (958 – 1051), a cui si rifanno tutte le scuole nuove, cioè la Kagyupa, la Sakyapa e, in modo particolare, la Kadampa - Ghelugpa. Marpa Chokyi Lodro (1012 - 1099), che visitò l’India tre volte e durante questi pellegrinaggi tradusse e commentò molti testi tantrici sotto la guida di Naropa e di Maitripa. Da Marpa ebbe origine la scuola Kagyupa. Drogmi Shakya Yeshe (993 –1050), da cui ebbe origine la scuola Sakyapa.

Il grande maestro indiano Atisha si recò in Tibet e diffuse in modo significativo il Dharma anche nelle regioni che non erano mai state toccate dall’insegnamento. Il buddismo divenne per la prima volta la religione di tutto il popolo tibetano.

A partire dall’XI secolo i seguaci dei maestri principali cominciarono ad organizzarsi ed a formare delle vere scuole che, pur concordi sul fine ultimo della ricerca spirituale, cioè il raggiungimento dello stato di Buddha per il beneficio di tutti gli esseri, differiscono sui metodi da adottare per giungere all’Illuminazione. I monasteri iniziarono ad essere sempre di più i centri di potere sia spirituale che politico delle diverse regioni in cui sorsero.

I mongoli, che in quel periodo conoscevano il momento del loro grande splendore storico, intervennero direttamente nella vita tibetana. Il grande sovrano Gengis Khan (1206 – 1227), convocò alla sua corte i rappresentanti di tutte le maggiori religioni e di tutte le diverse confessioni (confuciani, taoisti, mussulmani, cristiani e buddisti oltre a maghi e sciamani); pare che egli abbia proclamato vincitori del primo congresso interreligioso della storia i maestri tibetani e che lui stesso si convertì al buddismo Vajrayana. Il sovrano mongolo Kublai Khan affidò il governo del Tibet al suo maestro: l’abate del monastero di Sakya (Sakya Pandita (1253)), a cui faceva capo la scuola Sakyapa. I mongoli e i tibetani fondarono così una sorta di patto sacerdotale in base al quale, mentre i tibetani si prendevano cura del benessere spirituale, i mongoli garantivano al Tibet la sicurezza temporale.

Nel 1349 il dominio dei Sakya venne rovesciato da altri feudatari, e seguirono lotte intestine tra i vari signorotti tibetani. La mancanza di un’effettiva autorità centrale riconosciuta da tutti fu causa di interminabili conflitti tra le diverse famiglie aristocratiche che spesso nascondevano i loro interessi dietro questioni dal sapore religioso.

Tra il XV ed il XVII secolo, nelle diverse scuole si sviluppa da un lato una ricca e profonda esperienza spirituale, ma dall’altro anche discordie e conflitti tra diverse fazioni in lotta per il potere. In modo particolare la lotta tra le scuole Kagyupa e Gelugpa sfociò a volte in vere ostilità militari, soprattutto a Lhasa.

 

 

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