ALATRIUM

Nonostante il notevole contributo di numerosi e competenti studiosi, l'esatta origine del nome Alatri non è stata del tutto chiarita. Una prima ipotesi riscontrò in esso una radice ebraica, dove Alats richiamava il concetto "di angusto" a precisare che la città è circondata da una cerchia di monti. Secondo un'altra ipotesi, risale alla primitiva lingua fenicia, supponendolo formato da due termini che manifestano l'azione diretta del dio: el-edrei, dio-braccio. 

Ancora, la radice è Baalath, termine che sta a indicare la principale divinità della città fenicia: Alatrum si sarebbe formato per contrazione della desinenza -rum, assegnata generalmente alle nuove popolazioni. La fonte più attendibile risulterebbe essere: di oscura etimologia, il primitivo nome dell'antica Aletrio, da ricostruire in una forma non lontana da quella in cui fu fissato in età romana, nasconde probabilmente un origine ernica o etrusca, o forse ernico-etrusca per contaminatio di basi: di certo si può dire solamente che è un nome preromano, essendo sconosciuta o quasi tale radice nella lingua di Roma. La forma latina del nome, universalmente accettata, è Aletrium: la tramanda un'epigrafe locale della prima età imperiale, nella quale si legge, alla quinta linea, l'espressione municipio Aletri. Ad essa risale l'etnico Aletrinas, -atis, attestato largamente sia nei testi letterari, sia nei testi epigrafici. La variante Alatrium, che forse riproduce l'antica pronunzia dialettale del popolo e che chiarisce il passaggio all'attuale forma Alatri, è documentata da Plauto e dal Liber coloniarum.

Un'altra ipotesi circa l'origine del nome Alatri proviene dalla traduzione delle tavolette rinvenute nel 1934 presso Tell Hariri (città della Siria). Centro di un possente stato Mari sorgeva sul corso dell'Eufrate e gli scavi del palazzo reale di Zimri-Lim ci hanno restituito oltre 20.000 tavolette d'argilla le quali svelano ogni segreto di corte. Ebbene, una di queste tavolette riporta una lettera che il re di Mari (Shamsi-Adat) inviò a suo figlio (Yasmakh) informandolo di aver avuto notizie riguardanti l'ottimo stato delle poderose fortificazioni di Alatri. Quindi sarebbe esistita in Mesopotamia una città di nome Alatri i cui abitanti, avrebbero raggiunto i monti della ciociaria per costruirvi una possente acropoli.

Una suggestiva ipotesi sulle origini di Alatri la vuole fondata da Saturno insieme ad Atina, Arpino, Ferentino ed Anagni. Le attuali ricerche ci lasciano intendere che la realizzazione delle prime città sia da attribuire a popolazioni pelasgiche provenienti dall'Asia. I molti reperti archeologici ci dimostrano che gli abitanti delle prime città del territorio di Alatri trovarono ulteriore sviluppo nell'età del bronzo. 

Verso la fine del VI secolo Alatri costituiva la Lega Ernica (insieme a Veroli, Ferentino e Anagni) e la sua roccaforte assunse un ruolo strategico fondamentale per contrastare la poderosa pressione dei Volsci e dei Sanniti verso nord.

 Temendo per la loro indipendenza le città Erniche nel 306 ripresero le armi contro Roma, questa volta furono duramente punite: Anagni venne conquistata e costretta a subire senza condizioni la cittadinanza Romana (perché ritenuta la vera responsabile della ribellione). Alatri venne sollecitata ad accettare un compromesso che le avrebbe garantito la libera cittadinanza. Fatta finalmente pace con Roma, Alatri conosceva un lungo periodo aureo, per nulla turbato dal minaccioso avvicinarsi dell'esercito di Annibale

Tale periodo ebbe un culmine nel primo quarantennio del II secolo in coincidenza con il doppio mandato di censore conferito a Lucio Betilieno Varo, al quale si deve l'efficace riorganizzazione amministrativa e urbanistica della città.

Fin dal XI secolo Alatri divenne un punto di riferimento per i pontefici costretti da varie traversie ad allontanarsi dalla sede apostolica. Erano le conseguenze delle dispute per la conquista del trono di Pietro e le prime avvisaglie della lotta tra papi e imperatori per stabilire la supremazia dei rispettivi poteri. Fu così che Alatri ospitò per due mesi Urbano II, cacciato da Roma dall'antipapa Clemente III. Lo stesso Urbano, ricordato per l'intervento a sostegno della prima crociata, ritornerà ad Alatri nel novembre 1093.

 

ACROPOLI

Costruzione ciclopica di epoca preromana, rappresenta il monumento più antico e celebrato della città. La sua ardita struttura di contenimento, caratterizzata da possenti muraglie in opera poligonale, racchiude per intero una vasta area sopraelevata (19.000 mq.) posta al centro dell'abitato cittadino. 

Oltre al paramento murario, già di per sé sorprendente per la grandezza dei massi impiegati e per l'elevazione raggiunta, degne di ammirazione sono le due porte di accesso:

Porta Maggiore ubicata sul lato meridionale con architrave monolitico di straordinarie dimensioni;

Porta Minore, assai meno imponente ma di uguale suggestione per la presenza all'interno di un angusto corridoio ascendente, perfettamente conservato.

Sulla sommità dell'Acropoli, al di sopra di un antico ierone, sorge, invece la Cattedrale di S. Paolo con l'attiguo Vescovado. Entrambi gli edifici, di origine altomedioevale, si presentano attualmente con le forme assunte nel corso del XVIII secolo, in seguito a consistenti ristrutturazioni. L'interno a tre navate con presbiterio rialzato conserva, tra l'altro, preziosi reperti cosmateschi del 1222 e la celebre reliquia dell' ostia incarnata: una particolarità eucaristica divenuta miracolosamente carne umana nel lontano 1227.

 

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