Queste due anime
presenti insieme in
Maria Carta hanno fatto di lei un elemento eccezionale, capace, pur nel
rispetto della tradizione, di fornire sempre nuove interpretazioni. La
sua esigenza non era solo quella di ridurre, ma ad ogni concerto era
quella di ricreare. Ne nacque un patrimonio culturale nuovo ed antico
allo stesso tempo, personalissimo, sottolineato dalle doti di musicalità
tipiche della Carta ed alla sua emozione interna, vissuta, sofferta,
come può derivare solo da un profondo sentire, e da una partecipazione
in prima persona a quanto di volta in volta proponeva, dopo che i suoni
e le parole erano diventati parte integrante di lei. Un altro aspetto
della personalità artistica di Maria Carta è stata la sua attività di
poetessa.
Ha pubblicato il volume
“Canto rituale”, Roma, Coines, 1975. Si tratta di una serie di
componimenti su uomini e paesaggi della Sardegna, sulla sua civiltà, le
sue contraddizioni, i suoi traumi, la sua disgregazione, le sue
passioni. Il vigore delle espressioni, l’incisività del linguaggio,
il lirismo delle immagini, la cultura
profonda e matura che si nota attorno ad ogni fatto narrato,
l’emozione che viene trasmessa al lettore posto di fronte a cose viste
e misurate con l’occhio, a suoni fatti propri e riprodotti con la
mediazione della sensibilità del poeta, sono le caratteristiche di
questo libro, che raccoglie un centinaio di poesie autonome
ma che è contemporaneamente un poema unitario. Fra Maria Carta
cantante e Maria Carta poeta c’è stata una continuità culturale ed
artistica che si è manifestata nell’esteriorizzarsi della tragicità:
le poesie non concedono nulla ai lati piacevoli della vita, è solo la
disperazione – di tempi perduti di società dissolte di istituzioni e
consuetudini sociali superate, di condizioni di vita inumane, di
passioni inappagate, di uomini strappati alla loro terra- che ha fatto
cantare il poeta e ha ispirato alla cantante espressioni artistiche e
interpretative tutte personali che si rinnovano ogni volta e ogni volta
erano dolorosamente patite.
Queste sue esperienze sono state apprezzate
oltre che in Italia (manifestazioni
promosse dal Teatro alla Scala di Milano nel 1991, concerti a Caracalla
per il teatro dell’Opera di Roma nel 1992, anche in tutto il mondo
dove ha portato i canti della sua terra: dal Festival di Avignone (1980)
alla cattedrale di St. Patrick di New York (1987), dalla cattedrale di
St. Mary di S. Francisco (1988), da Philadelfia all’America Latina,
alla cattedrale cattolica di amburgo (1989): dal Giappone all’India
all’Australia, dalla Basilica di San Severin all’Olimpya e al
“Thèatre De La Villoe” di Parigi a Lyone ( tre stagioni teatrali
1986/1988). Ha portato i suoi canti anche nei paesi dell’Est
esibendosi nelle sedi teatrali più prestigiose tra cui al teatro
Bolshoj di Mosca ( 1975).
Ha svolto anche attività
cinematografica e teatrale recitando in “MEDEA” per la regia di
Enriquez (1976) ne “Le memorie di Adriano” (1989/90) per la regia di
Maurizio Scaparro e come protagonista nel ruolo di Santa Teresa d’Avila
in “ A piedi nudi verso Dio” (1992) applicando quel rigore
intellettuale che distingueva tutta la sua metodologia di lavoro.
Non
meno importante la sua attività cinematografica che la ha vista
protagonista in grandi riproduzioni tra cui “GESU’ DI NAZARETH” DI
Franco Zeffirelli, “IL PADRINO- II°”
di Francis Ford Coppola, accanti a grandi nomi del cinema, “IL
CAMORRISTA”, “DISAMISTADE” di G. Cabiddu, “ CADAVERI
ECCELLENTI” Di Francesco Rosi, “IL PASTORE” di Pietro Nelli, “
IL REIETTO DELLE ISOLE” girato
in India prodotto dalla Rai, e numerosi altri.
Nel
1991 il Presidente della Repubblica Francesco
Cossiga la nomina
“Commendatore della repubblica”.
Negli ultimi anni della sua vita Maria
Carta è stata molto legata all’Università di Bologna dove ha svolto
un ciclo di lezioni e dove ha seguito studenti che preparavano testi di
laurea aventi per oggetto tematiche a lei consuete, fornendo loro
preziose indicazioni che derivano dalla sua esperienza personale, umana
di studio.
Ha
tenuto ilo suo ultimo concerto a Tolosa il 30 giugno 1994 per
l’Università di Bologna oltre a numerosi altri concerti nell’Aula
Magna di Santa Lucia tra i quali alcuni dedicati esclusivamente al Canto
Gregoriano, dal 1990 al 1993.
Accanto
all’attività artistica, Maria Carta ha anche profuso un importante
impegno civile, essendo stata eletta consigliere Comunale a Roma dal
1976 al 1981, conseguenza della forte componente morale che ha
caratterizzato il suo impegno e la sua vita.
I meriti di Maria Carta sono noti a tutto
il popolo sardo anche perché ha contribuito a dare una nuova dignità
alla lingua sarda,
proponendola
alla vasta platea nazionale ed internazionale, come strumento di
confronto e di avvicinamento culturale e sociale.
E’
stata una voce ed una bandiera dell’intera Sardegna; una voce
importante e rassicurante per tutti i sardi ovunque nel mondo: una
persona semplice e di valore che merita di essere ricordata per la sua
esemplarità.
Maria Carta è morta nella sua casa di Roma il 22 Settembre 1994,
dopo aver affrontato con enorme coraggio, e con serena rassegnazione il
male che la colpì alcuni anni fa.
Numerose
manifestazioni sono in progetto nella sua terra e nel suo paese natale,
dove riposa, per ricordarne degnamente la figura; una donna Sarda fiera
e coraggiosa, che tanto ha dato ai sardi, alla Sardegna, al canto ed
alle radici popolari ovunque nel mondo.
|