Martin Luther King - Un breve ricordo
"I HAVE A DREAM"

a cura di Giuseppe Pugliese

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"I have a dream"

discorso pronunciato da
Martin Luther King
Washington, 28 agosto 1963

Il celebre discorso
tradotto in italiano...


"Sono felice di unirmi a voi in questa che passerà alla storia come la più grande dimostrazione per la lib
ertà nella storia del nostro paese. Cento anni fa un grande americano, alla cui ombra ci leviamo oggi, firmò il Proclama sull’Emancipazione.

Ma cento anni dopo, il negro ancora non è libero; cento anni dopo, la vita del negro è ancora purtroppo paralizzata dai ceppi della segregazione e dalle catene della discriminazione; cento anni dopo, il negro ancora vive su un’isola di povertà solitaria in un vasto oceano di prosperità materiale; cento anni dopo; il negro langue ancora ai margini della società americana e si trova esiliato nella sua stessa terra.

Per questo siamo venuti qui, oggi, per rappresentare la nostra condizione vergognosa. In un certo senso siamo venuti alla capitale del paese per incassare un assegno. Quando gli architetti della Repubblica scrissero le sublimi parole della Costituzione e la Dichiarazione d’Indipendenza, firmarono un "pagherò" del quale ogni americano sarebbe diventato erede. Questo "pagherò" permetteva che tutti gli uomini, si, i negri tanto quanto i bianchi, avrebbero goduto dei principi inalienabili della vita, della libertà e del perseguimento della felicità.

E’ ovvio, oggi, che l’America è venuta meno a questo "pagherò" per ciò che riguarda i suoi cittadini di colore. Invece di onorare questo suo sacro obbligo, l’America ha consegnato ai negri un assegno fasullo; un assegno che si trova compilato con la frase: "fondi insufficienti". Noi ci rifiutiamo di credere che i fondi siano insufficienti nei grandi caveau delle opportunità offerte da questo paese. E quindi siamo venuti per incassare questo assegno, un assegno che ci darà, a presentazione, le ricchezze della libertà e della garanzia di giustizia.

Siamo anche venuti in questo santuario per ricordare all’America l’urgenza appassionata dell’adesso. Questo non è il momento in cui ci si possa permettere che le cose si raffreddino o che si trangugi il tranquillante del gradualismo. Questo è il momento di realizzare le promesse della democrazia; questo è il momento di levarsi dall’oscura e desolata valle della segregazione al sentiero radioso della giustizia.; questo è il momento di elevare la nostra nazione dalle sabbie mobili dell’ingiustizia razziale alla solida roccia della fratellanza; questo è il tempo di rendere vera la giustizia per tutti i figli di Dio. Sarebbe la fine per questa nazione se non valutasse appieno l’urgenza del momento. Questa estate soffocante della legittima impazienza dei negri non finirà fino a quando non sarà stato raggiunto un tonificante autunno di libertà ed uguaglianza.

Il 1963 non è una fine, ma un inizio. E coloro che sperano che i negri abbiano bisogno di sfogare un poco le loro tensioni e poi se ne staranno appagati, avranno un rude risveglio, se il paese riprenderà a funzionare come se niente fosse successo.

Non ci sarà in America né riposo né tranquillità fino a quando ai negri non saranno concessi i loro diritti di cittadini. I turbini della rivolta continueranno a scuotere le fondamenta della nostra nazione fino a quando non sarà sorto il giorno luminoso della giustizia.

Ma c’è qualcosa che debbo dire alla mia gente che si trova qui sulla tiepida soglia che conduce al palazzo della giustizia. In questo nostro procedere verso la giusta meta non dobbiamo macchiarci di azioni ingiuste.

Cerchiamo di non soddisfare la nostra sete di libertà bevendo alla coppa dell’odio e del risentimento. Dovremo per sempre condurre la nostra lotta al piano alto della dignità e della disciplina. Non dovremo permettere che la nostra protesta creativa degeneri in violenza fisica. Dovremo continuamente elevarci alle maestose vette di chi risponde alla forza fisica con la forza dell’anima.

Questa meravigliosa nuova militanza che ha interessato la comunità negra non dovrà condurci a una mancanza di fiducia in tutta la comunità bianca, perché molti dei nostri fratelli bianchi, come prova la loro presenza qui oggi, sono giunti a capire che il loro destino è legato col nostro destino, e sono giunti a capire che la loro libertà è inestricabilmente legata alla nostra libertà.

E mentre avanziamo, dovremo impegnarci a marciare per sempre in avanti. Non possiamo tornare indietro. Ci sono quelli che chiedono a coloro che chiedono i diritti civili: "Quando vi riterrete soddisfatti?" Non saremo mai soddisfatti finché il negro sarà vittima degli indicibili orrori a cui viene sottoposto dalla polizia.

Non potremo mai essere soddisfatti finché i nostri corpi, stanchi per la fatica del viaggio, non potranno trovare alloggio nei motel sulle strade e negli alberghi delle città. Non potremo essere soddisfatti finché gli spostamenti sociali davvero permessi ai negri saranno da un ghetto piccolo a un ghetto più grande.

Non potremo mai essere soddisfatti finché i nostri figli saranno privati della loro dignità da cartelli che dicono: "Riservato ai bianchi". Non potremo mai essere soddisfatti finché i negri del Mississippi non potranno votare e i negri di New York crederanno di non avere nulla per cui votare. No, non siamo ancora soddisfatti, e non lo saremo finché la giustizia non scorrerà come l’acqua e il diritto come un fiume possente.

Non ha dimenticato che alcuni di voi sono giunti qui dopo enormi prove e tribolazioni. Alcuni di voi sono venuti appena usciti dalle anguste celle di un carcere. Alcuni di voi sono venuti da zone in cui la domanda di libertà ci ha lasciato percossi dalle tempeste della persecuzione e intontiti dalle raffiche della brutalità della polizia. Siete voi i veterani della sofferenza creativa. Continuate ad operare con la certezza che la sofferenza immeritata è redentrice.

Ritornate nel Mississippi; ritornate in Alabama; ritornate nel South Carolina; ritornate in Georgia; ritornate in Louisiana; ritornate ai vostri quartieri e ai ghetti delle città del Nord, sapendo che in qualche modo questa situazione può cambiare, e cambierà. Non lasciamoci sprofondare nella valle della disperazione.

E perciò, amici miei, vi dico che, anche se dovrete affrontare le asperità di oggi e di domani,

io ho sempre davanti a me un sogno. E’ un sogno profondamente radicato nel sogno americano, che un giorno questa nazione si leverà in piedi e vivrà fino in fondo il senso delle sue convinzioni: noi riteniamo ovvia questa verità, che tutti gli uomini sono creati uguali.


Io ho davanti a me un sogno, che un giorno sulle rosse colline della Georgia i figli di coloro che un tempo furono schiavi e i figli di coloro che un tempo possedettero schiavi, sapranno sedere insieme al tavolo della fratellanza.

Io ho davanti a me un sogno, che un giorno perfino lo stato del Mississippi, uno stato colmo dell’arroganza dell’ingiustizia, colmo dell’arroganza dell’oppressione, si trasformerà in un’oasi di libertà e giustizia.

Io ho davanti a me un sogno, che i miei quattro figli piccoli vivranno un giorno in una nazione nella quale non saranno giudicati per il colore della loro pelle, ma per le qualità del loro carattere. Ho davanti a me un sogno, oggi!.

Io ho davanti a me un sogno, che un giorno ogni valle sarà esaltata, ogni collina e ogni montagna saranno umiliate, i luoghi scabri saranno fatti piani e i luoghi tortuosi raddrizzati e la gloria del Signore si mostrerà e tutti gli essere viventi, insieme, la vedranno. E’ questa la nostra speranza. Questa è la fede con la quale io mi avvio verso il Sud.

Con questa fede saremo in grado di strappare alla montagna della disperazione una pietra di speranza. Con questa fede saremo in grado di trasformare le stridenti discordie della nostra nazione in una bellissima sinfonia di fratellanza.

Con questa fede saremo in grado di lavorare insieme, di pregare insieme, di lottare insieme, di andare insieme in carcere, di difendere insieme la libertà, sapendo che un giorno saremo liberi. Quello sarà il giorno in cui tutti i figli di Dio sapranno cantare con significati nuovi: paese mio, di te, dolce terra di libertà, di te io canto; terra dove morirono i miei padri, terra orgoglio del pellegrino, da ogni pendice di montagna risuoni la libertà; e se l’America vuole essere una grande nazione possa questo accadere.

Risuoni quindi la libertà dalle poderose montagne dello stato di New York.

Risuoni la libertà negli alti Allegheny della Pennsylvania.

Risuoni la libertà dalle Montagne Rocciose del Colorado, imbiancate di neve.

Risuoni la libertà dai dolci pendii della California.

Ma non soltanto.

Risuoni la libertà dalla Stone Mountain della Georgia.

Risuoni la libertà dalla Lookout Mountain del Tennessee.

Risuoni la libertà da ogni monte e monticello del Mississippi. Da ogni pendice risuoni la libertà.

Questo fondamentale decreto venne come un grande faro di speranza per milioni di schiavi negri che erano stati bruciati sul fuoco dell’avida ingiustizia. Venne come un’alba radiosa a porre termine alla lunga notte della cattività. Questa offesa che ci accomuna, e che si è fatta tempesta per le mura fortificate dell’ingiustizia, dovrà essere combattuta da un esercito di due razze. Non possiamo camminare da soli.
E quando lasciamo risuonare la libertà, quando le permettiamo di risuonare da ogni villaggio e da ogni borgo, da ogni stato e da ogni città, acceleriamo anche quel giorno in cui tutti i figli di Dio, neri e bianchi, ebrei e gentili, cattolici e protestanti, sapranno unire le mani e cantare con le parole del vecchio spiritual: "Liberi finalmente, liberi finalmente; grazie Dio Onnipotente, siamo liberi finalmente".




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L’uomo che aveva un sogno

Martin Luther King dalla A alla Z


Afroamericani
Il termine "politically correct" più in voga negli anni Novanta per indicare i neri d'America.
In Italia, fino agli anni Ottanta, il termine "negro" era utilizzato in modo diffuso e assolutamente non dispregiativo. In Usa, invece, la parola negro è da sempre fortemente offensiva. Sono molto usati anche i termini "black people" e "colored people".

Atlanta
Martin Luther King nasce ad Atlanta, nello Stato della Georgia, il 15 gennaio 1929. Il padre, Martin Luther King senior è pastore della Chiesa battista. Sua madre è insegnante presso una scuola elementare.

Battista
La religione di Martin Luther King accetta i principi fondamentali della Riforma protestante, introducendo però la pratica del battesimo in età adulta. Altri principi fondamentale sono l'autonomia delle chiese locali e la separazione fra Stato e Chiesa. In tutto il mondo ci sono oltre 30 milioni di battisti, concentrati soprattutto negli Usa, dove rappresentano circa il 40 per cento del protestantesimo americano. Il battesimo è considerato l'atto fondamentale di adesione consapevole alla comunità. Deve perciò essere celebrato in età adulta. Non è comunque un sacramento che procura una condizione di grazia, ma soltanto una professione di fede. mentre alla Cena del Signore regolarmente celebrata dalla comunità, si attribuisce valore unicamente memoriale.
La Bibbia è l'unica autorità per i fedeli. Non esiste una Chiesa centrale. L'Alleanza mondiale battista è un organismo di carattere rappresentativo e consultivo, nel quale si riconoscono le diverse comunità. La prima chiesa battista venne fondata da Thomas Helwys, dissidente della Chiesa anglicana, ad Amsterdam nel 1609. In seguito, la fede battista si diffuse rapidamente in Europa fino a raggiungere circa un milione di aderenti. In America nel Settecento, le congregazioni battiste si schierano a favore dell'indiepndenza. Nell'Ottocento si dividono sulla questione della schiavitù. Si forma una convenzione battista degli stati del Sud nel 1845 e una convenzione del Nord nel 1907. Nel Novecento prevale l'opposizione alla schiavitù e nelle Chiese battiste si registra un numero sempre maggiore di fedeli di colore.

Complotto
L'ipotesi mai tramontata. Un mese prima dell'omicidio di King il direttore del Fbi, Edgar J. Hoover, invia ai suoi agenti gli obiettivi del suo programma segreto di "neutralizzazione" del movimento nero; al punto due si leggeva: "Impedire il sorgere di un Messia che potrebbe unificare ed elettrizzare il movimento dei militanti nazionalisti neri".

Coretta Scott Young
La moglie di Martin Luther King. I due si conoscono da ragazzi. Martin Luther sta preparando la tesi all'Università di Boston, Coretta studia canto al New England Conservatory per diventare soprano. Coretta proviene da una famiglia modesta. Suo padre è falegname e ha subito aggressioni da parte del Ku Klux Klan. Coretta e Martin Luther si sposano nel 1953 a Marion, città natale di lei. Poi si trasferiscono a Montgomery, in Alabama. I due avranno quattro figli.

Diritti civili
La grande battaglia di Martin Luther King. Negli Stati Uniti del secondo dopoguerra i neri sono cittadini di serie B, discriminati nel lavoro e nella vita sociale. Negli Stati del Sud vivono in un regime di vera e propria segregazione. Scuole, bagni e posti sull'autobus differenti da quelli dei bianchi, esclusione dalle liste elettorali. Nel 1954 la Corte Suprema dichiara illegittima la segregazione razziale nelle scuole statali. King è nominato pastore della chiesa battista di Montgomery, città in cui la tensione razziale è sempre altissima. Nel 1955 l'evento destinato a cambiare la vita del reverendo. Rosa Parks, un'operaia nera è arrestata per essersi seduta in autobus su uno dei posti riservati ai bianchi. Martin Luther King guida il boicottaggio di protesta dei mezzi pubblici. L'iniziativa ha successo. Anche molti bianchi aderiscono alla protesta. Martin Luther King è citato in tribunale dal Comune per "aver danneggiato l'azienda dei trasporti pubblici". King viene arrestato e imprigionato. In carcere è più volte minacciato di morte, mentre la sua famiglia è oggetto di attentati e aggressioni. Una bomba esplode davanti casa sua e la Guardia nazionale aizza i cani contro sua moglie. La protesta dura 381 giorni. Nel 1956 la Corte Suprema dichiara illegale la segregazione razziale sui trasporti pubblici. E' la prima vittoria del movimento per i diritti dei neri. Martin Luther King diventa un personaggio nazionale.

Ebenezer
Nel 1960 King rinuncia al suo incarico a Montgomery per diventare pastore della chiesa battista di Ebenezer ad Atlanta, sua città natale. E' un modo per concentrarsi di più nella guida del movimento per i diritti civili dei neri. E' nella chiesa di Ebenezer che King tiene la maggior parte dei suoi sermoni.

Fucile
Secondo la ricostruzione giudiziaria James Earl Ray ha ucciso King con un fucile Remington trovato in casa sua. Ma nel 1997 il giudice Joe Brown riapre il caso. Cacciatore ed esperto di armi, Brown sostiene che il fucile che incastrò Ray non è compatibile con le pallottole che uccisero King.

Gandhi
Martin Luther King conosce il pensiero di Gandhi durante gli studi universitari.
Studia e apprezza il suo metodo di lotta non violento. Nel 1959 si reca in India e studia più a fondo la satyagraha, il metodo di persuasione non violenta.

Harlem
Il quartiere nero di New York, situato nell'estremità settentrionale dell'isola di Manhattan. Negli anni Venti è la patria del jazz. Po subisce un declino rapido e terribile. Diventa una della aree più malfamate della metropoli. Nessun bianco osa oltrepassare il confine invisibile della 125esima strada. ma ora le cose stanno cambiando. La nuova borghesia nera (professionisti e artisti dell'ultima ondata) sta "bonificando" il quartiere per andarci a vivere. Vecchi teatri in rovina riaprono, i parchi sono rimessi a nuovo, la criminalità cala. Questione di orgoglio razziale, ma anche segno evidente della mancata integrazione. Anche i neri benestanti si sentono discriminati nei quartieri alti da sempre abitati dalla borghesia wasp. Scelgono allora di "tornare alle origini" e valorizzare quello che era considerato un ghetto.

I have a dream
Le parole più famose di Martin Luther King, pronunciate a Washington il 23 agosto 1963.
 "Io ho ancora un sogno. Ho il sogno che un giorno gli uomini si rizzeranno in piedi e si renderanno conto che sono stati creati per vivere insieme come fratelli. Questa mattina ho ancora il sogno che un giorno ogni nero della nostra patria, ogni uomo di colore di tutto il mondo, sarà giudicato sulla base del suo carattere piuttosto che su quella del colore della sua pelle, e ogni uomo rispetterà la dignità e il valore della personalità umana. Ho ancora il sogno che un giorno la giustizia scorrerà come acqua e la rettitudine come una corrente poderosa. Ho ancora il sogno che un giorno la guerra cesserà, che gli uomini muteranno le loro spade in aratri e che le nazioni non insorgeranno più contro le nazioni, e la guerra non sarà neppure oggetto di studio. Ho ancora il sogno ogni valle sarà innalzata e ogni montagna sarà spianata. Con questa fede noi saremo capaci di affrettare il giorno in cui vi sarà la pace sulla terra".

James Earl Ray
Il presunto omicida di Martin Luther King. Viene arrestato a Londra due mesi dopo l'omicidio. Aveva dei precedenti per rapina, alcolismo e spaccio di denaro falso. Inizialmente confessa, poi si dichiara innocente. Viene condannato a novantanove anni di carcere ma riesce ad evadere. Arrestato di nuovo, continua a sostenere la propria innocenza. Nel 1998 è morto di cirrosi epatica in carcere, all'età di 73 anni. La famiglia King si è convinta che non sia stato lui a sparare quel 4 aprile 1968. Nel 1997 la vedova Corette e il figlio Dexter hanno querelato Loyd Jowers, un proprietario di un caffè di Memphis che si era vantato di aver organizzato lui, per centomila dollari, l'omicidio di Martin Luther King. Una successiva inchiesta si è comunque conclusa ribadendo la colpevolezza di Ray.

Jesse Jackson
Il reverendo Jackson (pastore battista anche lui) ha cominciato la sua carriera politica al fianco di King negli anni caldi della lotta per i diritti civili. In molti hanno visto in lui l'erede del grande Matin Luther. Negli anni Ottanta si fantasticò su una sua candidatura alla Casa Bianca per i democratici. Oggi è ancora un elemento influente all'interno della comunità afroamericana. Sull'omicidio King ha recentemente affermato: "Resta il problema inquietante di sapere fino a che punto il nostro governo era coinvolto".

Ku Klux Klan
Organizzazione terroristica segreta, fondata nel 1866 a Pulaski (Tennessee), negli Stati Uniti, dopo la guerra di secessione. Convinti dell'inferiorità dei neri, i membri del Kkk colpiscono i neri e chiunque lavori per la loro emancipazione. Si rendono colpevoli di migliaia di omicidi ed aggressioni. Il governo del Tennessee dispone lo scioglimento del Ku Klux Klan nel 1869. Nel 1915 nasce in Georgia l'Impero Invisibile, Cavalieri del Ku Klux Klan. Questa volta sono colpiti anche ebrei e cattolici. L'ondata di violenza raggiunge l'apice negli anni Venti, soprattutto negli stati del Sud. Scema negli anni della Grande Depressione e termina nel 1944, quando l'Impero Invisibile si scioglie. Negli anni Cinquanta e Sessanta, il Kkk ricompare, per carcere di fermare l'integrazione razziale. Oggi è una nebulosa di varie organizzazioni, con circa cinquemila aderenti.

Lorraine
Il Motel di Memphis in cui viene ucciso King.

Malcolm X
L'altra faccia della lotta al movimento di emancipazione dei neri d'America. King propone la non violenza. Malcolm X ritiene che la libertà vada raggiunta "con ogni mezzo necessario". Si scontrano due concezioni politiche diverse e due diverse fedi religiose. Malcolm X abbraccia infatti l'islamismo e sostiene il ricorso alla violenza. La diffusione, all'inizio degli anni Sessanta, di movimenti come il Black muslims, il Black Power e le Black Panthers mette in evidenza le difficoltà della lotta non violenta di Martin Luther King. La segregazione continua, malgrado gli impegni assunti dall'amministrazione Kennedy e la rabbia della comunità nera aumenta. Malcolm X sosteneva che King era il classico "negro da pollaio", in fin dei conti gradito ai bianchi.

Melting pot
Parola usata per descrivere una società multirazziale. Il termine (che in inglese significa “crogiuolo”) è utilizzato per la prima volta con questa accezione da Israel Zangwill in un suo lavoro teatrale (The melting pot, 1909). Da un punto di vista sociologico il melting pot si traduce nella dissoluzione delle differenze di gruppi etnici diversi in una sorta di amalgama. Nella società Usa gli assertori del melting pot sono in calo. La fusione tra le diverse etnie si è realizzata solo in parte, coinvolgendo quasi esclusivamente le componenti bianche e tra queste soprattutto quella cosiddetta wasp (acronimo di “white, anglo-saxon, protestant”: cioè “bianco, anglosassone e protestante”). Afroamericani, pellerossa e ispanici sono rimasti ai margini di questa mescolanza. Per descrivere la situazione di persistente separazione tra le varie etnie che compongono la popolazione statunitense, si fa attualmente ricorso a un’altra immagine, suggerita dal termine salad bowl (“insalatiera”), in cui i vari ingredienti, pur essendo mischiati, conservano le loro caratteristiche.

Memphis
4 aprile 1968. King è a Memphis per partecipare ad una marcia in favore degli spazzini della città, in sciopero. Sulla veranda dell'albergo sta discutendo con i suoi collaboratori quando viene raggiunto da alcuni colpi di fucile

Nobel
Martin Luther King riceve il premio Nobel per la pace nel 1964.

Orders to kill
Libro di William Pepper, che parla esplicitamente di una cospirazione per uccidere King con la partecipazione della Cia, del Fbi e del dipartimento di polizia di Memphis.

Orgoglio
"L'America è la nostra patria, nell'esercito di George Washington, nella guerra per la nostra indipendenza, c'erano anche cinquemila soldati negri… Perché un essere umano deve essere disprezzato per il differente colore della sua pelle?"

Papa
Nel 1964 King viene ricevuto da papa Paolo VI in Vaticano.

Quarantasei
I morti degli scontri scoppiati dopo l'uccisione di King. La rabbia degli afroamericani scoppia in più di cento città con disordini che portarono all'intervento massiccio di truppe federali e della Guardia nazionale.

Reno, Janet
Nel 1999 il ministro della Giustizia dell'amministrazione Clinton nomina una task force di investigatori per fare luce sull'omicidio di King. Le indagini si concludono dopo 18 mesi e sostengono che Martin Luther King fu vittima del gesto di un killer isolato, non di un complotto organizzato ad alti livelli. 32 anni dopo il delitto di Memphis, la giustizia Usa sancisce che non ci sono prove credibili per sostenere la tesi del complotto, e ha raccomandato che non vengano più svolte altre indagini. "Nessuna delle teorie del complotto avanzate negli ultimi 30 anni è sopravvissuta ad un esame critico", scrivono gli investigatori, guidati dal procuratore Barry Kowalski, nelle 138 pagine del rapporto finale.

Southern Christian Leadership Conference
Associazione fondata da King nel 1957 per chiedere l'attuazione delle leggi anti-segregazione.

U2
La rock band di Dublino ha dedicato a Martin Luther King una delle sue canzoni più belle: Pride. Nel testo si parla esplicitamente dell'assassinio di Memphis.

Vittime
I leader del movimento nero sono stati quasi tutti eliminati fisicamentei. Dopo Malcolm X e Martin Luther King vengono uccisi i giovani dirigenti più promettenti del "Black Panther Party": Alprentice "Bunchy" Carter, John Jerome Huggins, Fred Hampton; George Jackson viene assassinato in prigione. Altri leader sono costretti all'esilio come Stokeley Carmichael, o messi in carcere per lungo tempo come Rap Brown, Bobby Seale, Geronimo Pratt, Huey P. Newton e molti ancora.

Washington
Nel 1963 Martin Luther King conduce una campagna per i diritti civili in Alabama e in diversi Stati del Sud. L'obiettivo è la fine della segregazione e l'iscrizione dei neri nelle liste elettorali. La campagna culmina nell'imponente marcia che il 23 agosto 1963 porta oltre 250.000 manifestanti a Washington per sollecitare una decisa azione governativa e congressuale. I
l presidente John F. Kennedy risponde introducendo una normativa che pone fine alla segregazione nel settore pubblico, fortemente osteggiata dai congressisti. La proposta diventa legge soltanto nel 1964, sulla spinta emozionale del suo assassinio a Dallas. L'estate dell'anno seguente, su proposta del successore Lyndon Johnson, venne invece approvata la nuova legislazione sul diritto di voto.


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