E'
stata la prima. La mia prima chitarra elettrica, e per
questo, come ogni oggetto di desiderio, sarà sempre
emozionante suonarla. Sono particolarmente affezionato
alla "Rossa". Chitarra della giventù
di mio padre, ha suonato ore e ore canzoni di Morandi,Celentano,
Modugno, Mina, la Caselli...ma anche Shadow, Beatles,
Elvis, sino al giorno in cui è passata tra le mie
grinfie e li... ill suono del tutto "personale"
combinato col suo amplificatorino rosso "davolino"
è stato spremuto fino all'osso. Di questa chitarra
dei primi anni sessanta non conosco quasi nulla. Ho carpito
qualche notizia qua e la grazie all'aiuto di Luciano Biasibetti,
collezionista di chitarre Wandrè, e di Pier Luigi
Frola di "Microguitars" che mi ha gentilmente
fornito preziosissime informazioni storiche. Esistono
altri modelli, di queste particolarissime chitarre di
Wandrè e so che alcune sono ricercate. Penso che
il suo nome sia Corak o tri lam o blue jeans.Esistono
anche pochi siti che ne parlano. Per questo motivo chiunque
abbia notizie, ne conosca la valutazione o sappia qualsiasi
cosa inerente questi strumenti me lo faccia sapere (andrcane@libero.it).
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Come
tutte le Wandrè, questa chitarra si distingue per il
Design più che per il suono, e per questo motivo sono
"conosciute" nel mondo. La "Rossa" (così
è da me soprannominata) è stata costruita tra
il 1960 e il 1963, a Cavriago (RE) e commercializzata dalla
Davoli di Parma. I costo era di 18.000 L. e 39.500 L. con
l'amplificatore. Nel '62 costava 19.000 L. e nel '63 con custodia
23.000 L. (!!!).Il nome Krundaal è un nome di fantasia
inventato dalla Davoli e riportato sul battipenna. Il Pick-up
è un Davoli, uguale a quello che accompagna tutte le
Wandrè incastrato nel battipenna in plastica bianca
"fluttuante" che funge anche da ponte. In origine
dal pick-up usciva direttamente il filo con presa "geloso"
da attaccare all'amplificatore; un giorno (purtroppo) con
la complicità della mia ingenua età e di un
mio amico, ho trasforamato questo cavo scomodo in una presa
jack classica posta sulla costa della cassa, comoda ma...non
più originale. Il resto della chitarra è del
tutto originale. |
MANICO
E PALETTA-Manico e paletta sono
in Alluminio, o meglio "duralluminio", che li rende
sicuramente robusti e rigidi quindi...niente truss-road. Il
manico non è raccordato alla cassa ma è appoggiato
e fissato con una grande vite e una cerniera che ne permette
la regolazione dell'angolazione. Per questo tutto il gruppo
ponte, pick-up, battipenna è a sbalzo rispetto alla
cassa, che è del tutto priva di scavi e buchi (tranne
ovviamente le "f"). Dopo giorni e giorni di prove
e regolazioni io e il mio amico, complice della malefatta
del cavo, abbiamo raggiunto livelli di action delle corde
da competizione, al livello di Ibanez da Heavy Metal...bassissimo...più
basso ancora e...incredibile suona perfettamente (o quasi).
Sul
battipenna è riportato in piccolo il marchietto Wandrè,
come sul pick up-è riportato il marchietto Davoli.
La tastiera è in plissandro (...penso) e ha 20 tasti
tutti utilizzabili. Il primo tasto funge anche da capotasto.
A dire il vero è una chitarra un pò legnosa,
non proprio facilissima da suonare e soprattutto non lascia
scampo, un errore è un errore, si sente, non perdona!
Una nota, un tasto premuto così-così...niente
non suona...ma anche questo è il suo bello. |
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PONTE,
TIRACORDE E CASSA-Il ponte è
un pò spartano, e non permette importanti regolazioni.
E' molto semplicemente costituito da sellette di metallo infilate
in tre differenti scanalature che ne determinano la regolazione
effettiva. Il tiracorde è in alluminio cromato, molto
luccicante alla vista. La cassa è semiacustica in compensato
piegato e bombato, bellissima e geniale, verniciata rossa,
con un doppio bordino bianco e nero lungo tutto il perimetro.
Ma veniamo alla "chicca". Le "f", sulla
cassa sono gli unici scavi nel corpo, e sono ricoperte da
due mascherine di plastica bianca a rete. La particolarità
è che le "f" non sono "specchiate"
bensi, ruotate in modo tale che le coperture vadano bene sia
per l'una che per l'altra fessura. |
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AMPLIFICATORE-Era
venduta o singola o accoppiata col suo amplificatorino valvolare
da 5W Davoli. Magico...mitico... impressionanti le potenzialità
e le sonorità. Gli ho attaccato di tutto, pedali, effetti,
l'ho massacrato tenendolo a manetta, per avere un suono saturo
il più Rock, Blues, Country possibile, tutto con la
cognizione di un giovane entusiasta dell'"elettricità
musicale". Dotato di due ingrssi Geloso per due ingressi
separati, ha sul retro i due controlli di volume e un controllo
di tono che funge da interrutore. Impercettibile, forse dovuto
all'età, l'effetto tremolo. Le valvole sono ancora
ORIGINALI, spero ancora per tanto. Unica rottura e stata il
trasformatore d'uscita...comprensibile. Oggi, a parte qualche
capriccio ogni tanto, è perfetto come amplificatore
da appartamento...e non sporca. |
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IL
SUONO-Veniamo ora al suono. Bhè,
diciamo che è molto personale, non segue sicuramente i
canoni comuni di parogone stabiliti dalle Gibson e dalle Fender.
Solitamente, nonostante l'action molto basso, la uso per lo slide
in accordatura aperta perchè, secondo me, il suono si avvicina
un pochino alle Dobro, forse per il manico; sempre per colpa dell'action
e del Pick-up vi è un'evidente sproporzione tra il Mi basso
(esuberante) e le altre corde, soprattutto quelle acute. Invece
del Davolino sono davvero contento. E' un perfetto amplificatorino
da camera, ovviamente con limiti di potenza e di regolazioni,
senza alcuna pretesa, ma lo uso tranquillamente con Strato e 335
senza problemi e anzi....come suono è davvero molto caldo,
risaltando le caratteristiche delle varie chitarre. Bhè,
comunque sia questa chitarra rimane nel mio cuore proprio per
le sue mille...ma soprattuto per la sua genialità e fascino!
Spero con questa pagina di aiutare chi, come me, ha passione per
questo tipo di strumento e cerca informazioni, come del resto
sto sempre facendo io. La B. J aveva anche una sorella maggiore,
la B.J major, stessa forma ma con due pick up avvitati sulla cassa
e battipenna che seguiva la forma bassa della chitarra fino a
coprire la buca destra ( anch' essa di diversa foggia) ma essenzialmente
sia la cassa che il manico e la paletta erano uguali.
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