Capitolo primo

Gli anni giovanili e i primi contatti con la realtà politica (1852-1871)

Il Caucaso è sempre stato per molti scrittori russi l’angolo più affascinante dell’impero. Tolstoj e Turgenev immortalarono i colori forti del cielo e della terra del Caucaso, la steppa rossiccia che in lontananza preannunciava i grandi monti innevati che si stagliavano nell’azzurro. Puškin disegnò quei paesaggi del sud con una scrittura miniaturistica e particolareggiata e nel Caucaso trovò la morte in duello il grande poeta romantico Lermontov. Questo territorio selvaggio e pittoresco fu reso eterno ancora da Osip Mandelštam in Viaggio in Armenia nel 1933.

Il Caucaso: non si poteva immaginare un paesaggio che contrastasse maggiormente con la vasta pianura russa.

Il Caucaso: non solo la catena montuosa che si stende per circa 1200 chilometri dal mar Nero al mar Caspio, ma una vasta area che comprende alcuni territori a nord del massiccio centrale e alcune regioni ancora più ampie a sud. Forse non esiste sulla terra un’altra regione che abbia una così grande varietà di gruppi etnici e di lingue come il Caucaso: i lesghi del Dagestan, i čečnj a oriente, gli abkaziani e i circassi a occidente; due antichi popoli cristiani, i georgiani e gli armeni; i tatari dell’Azerbajdzan di lingua turca e molti altri gruppi montani di religione maomettana.

Il Caucaso: mito della terra selvaggia e vanto della prova di maturità per i giovani rampolli della nobiltà russa.

Proprio in Caucaso, in un villaggio sulle coste del mar Nero, il 19 gennaio 1852 nasceva Lev Alexandrovič Tichomirov. La famiglia era di stirpe antica, le sue radici risalivano agli abitanti originari della regione di Tul’sko. In questo casato erano numerosi gli esponenti del clero e inizialmente chi rappresentava le origini dei Tichomirov era il sacerdote Rodion Ivanovič. Il nonno paterno di Lev, Alexandr Rodionovič, veniva quindi da una famiglia colta in cui i bambini erano avviati allo studio molto presto, così anche il figlio Alexandr Alexandrovič venne educato allo stesso modo.

Dopo essere uscito dal seminario nel 1832, Alexandr pensò di entrare nell’ordine religioso, ma un amore giovanile gli fece cambiare idea. Si iscrisse così all’Accademia di medicina e chirurgia di Mosca. Studiava e lavorava per mantenere la famiglia che, dopo la morte del nonno, dipendeva da lui. Di vivace intelligenza riuscì a vincere diverse borse di studio e a finire il corso il 26 giugno 1840 con il massimo dei voti e la medaglia d’oro.

Nel Caucaso c’era la guerra, pertanto preferì partire come medico militare: la paga era superiore a quella che gli veniva data all’istituto di medicina di Mosca dove lavorava. Fu mandato il 2 dicembre 1840 a Feodosia, l’11 ottobre dell’anno successivo nell’ospedale di Novorossijsk e l’8 ottobre 1842 fu trasferito a Gelenžik, in Crimea, dove incontrò Kristina Nikolaevna Karataeva, sua futura moglie.

Albero genealogico. Ai figli maschi venivano attribuiti cognomi differenti (Tichomirov e Belousovim) affinchè dallo stesso padre discendessero due famiglie diverse

Kristina Nikolaevna Karataeva era nata il 10 aprile 1828 a Sebastopoli. Il padre lavorava come ingegnere militare, per questo motivo furono costretti più volte a cambiare domicilio a seconda delle sue esigenze. Kristina, rimasta orfana di madre e subito due anni dopo anche di padre, fu affidata all’età di undici anni, assieme alla sorella minore, a un istituto di Kerč. Sposò nel 1845, a diciassette anni, un certo Semën Ivanovič Sokolov e andò a vivere a Gelenžik.

La vita matrimoniale per Kristina fu un vero inferno. Sokolov era molto malato e il suo giovane medico era Alexandr Alexandrovič Tichomirov. La morte di Sokolov avvenne il 6 gennaio 1846. Alexandr aiutò Kristina a pagare i debiti lasciati dal marito e il 17 agosto dell’anno successivo si sposarono. I coniugi Tichomirov ebbero quattro figli: Lev fu il terzogenito1.

Nel 1853 la famiglia dovette trasferirsi a Novorossijsk dove, nonostante la guerra2, Lev trascorse un’infanzia felice. Da piccolo subì le influenze della famiglia; la madre, superstiziosa ed esaltata dal punto di vista religioso gli insegnò a credere con fervore:

"...ero convinto che Dio avrebbe esaudito tutte le mie richieste. Amavo molto la Russia e andavo orgoglioso della sua grandezza, la consideravo il miglior paese del mondo. Ovviamente non capivo ancora molto di politica, ma credevo che lo Zar fosse il più alto ideale" 3 .

Era la fine degli anni Cinquanta. Alessandro II era succeduto sul trono russo al padre Nicola I. I tanti anni di regno di Nicola I chiusero la porta al resto dell’Europa che stava cambiando, per impegnarsi nella dottrina della "nazionalità ufficiale" che si basava su tre principi: ortodossia, autocrazia, nazionalità4. Si ribadiva così la conferma del potere assoluto dello Zar e si trasformava il popolo in fedele servitore e sostenitore della dinastia e dello stato.

Tutto ciò però si trasformò in un regime di ferro e militaresco. La Terza Sezione55 fu lo strumento principale, diventato simbolo del regno di Nicola I, per dominare in partenza ogni idea sovversiva o rivoluzionaria e per conoscere ogni minimo particolare della vita dei sudditi in modo da poterli poi punire o premiare. Arresti, denunce e condanne a morte divennero ordine del giorno.

Nicola I non si accontentò di imporre un sistema assoluto all’interno della Russia, ma cercò di domare ogni scintilla di sommossa o rivoluzione in tutti i paesi dell’Europa occidentale. Represse con pugno di ferro l’insurrezione della Polonia nel 1831 e aiutò l’Austria contro i magiari a sottomettere l’Ungheria nel 1849. Fortunatamente Nicola I non riuscì a soffocare l’età dell’oro della letteratura russa: Turgenev, Aksakov, Nekrasov, Dostoevskij erano già tra i giganti letterati del secolo. Nonostante la censura, le riviste presentavano articoli interessati a differenti campi: economia, letteratura, politica. Un nome per tutti "Sovremennik" [Il Contemporaneo], in cui i maggiori rappresentanti delle lettere russe diffondevano le proprie idee di democrazia contrastando in questo modo l’aggressione del regime.

Frontespizio della rivista Sovremennik (edizione del 1836)

Nonostante tutto, il governo di Nicola I aiutò lo sviluppo dell’istruzione in Russia. Considerevoli somme furono impiegate per la costruzione di laboratori, biblioteche e istituti e nel 1833 venne fondata a Kiev una nuova università. Inoltre giovani studiosi venivano inviati all’estero per ampliare la propria istruzione, nonostante il pensiero occidentale fosse considerato la radice di tutti i moti rivoluzionari7.

Dal 1863 Lev Tichomirov frequentò il ginnasio Aleksandrov di Kerč. Fin dalla terza classe leggeva "Russkoe Slovo"8 e D. P. Pisarev diventò il suo autore preferito. In quinta, sesta e settima classe era di idee repubblicane. Ecco cosa dice riguardo a questo nelle sue memorie:

"E’ logico, nessuno parlava mai bene della monarchia; alle lezioni di storia si diceva che la monarchia era un periodo di reazione e la repubblica un’epoca di progresso. Si parlava di rivoluzione... sono stato un rivoluzionario, per noi giovani era la nostra fede, non dubitavamo assolutamente che la rivoluzione non sarebbe potuta accadere. Tutti quanti, da Minie, Kareil, Garnie-Pažes, Dobroljubov, Černiševskij, Pisarev e altri, tutti quanti dicevano che il mondo si preparava alla rivoluzione. Ci credevamo come il movimento della terra attorno al sole. Avevamo una fede incrollabile nel socialismo sebbene ne avessimo un concetto poco chiaro... E fu così che diventammo materialisti"9.

Quindi se tutto ciò corrisponde a verità, Tichomirov sarebbe diventato materialista e rivoluzionario casualmente, solo perché intorno a lui tutti avevano idee di tendenza liberale. Secondo le sue parole arrivò al socialismo perché "...tutti ce l’avevano contro l’ordine costituito e non per un travaglio interiore, intellettuale e spirituale"10 .

Cartina della Crimea e parte della regione caucasica. In evidenza le città di Gelenžik e Kerc

Nell’agosto 1870 Tichomirov arrivò a Mosca per frequentare l’università, la facoltà di medicina. Studiare a Mosca era una tradizione di famiglia, il padre infatti, si era laureato nella stessa città e il fratello Vladimir era iscritto alla facoltà di giurisprudenza. Il primo alloggio moscovita di Tichomirov fu la casa dell’oste Moisei Ivanovič Ulianov in Via Spiridovka.

Entrò a far parte di un gruppo di studenti di Tula e lì conobbe Viktor Aleksandrovič Gol’cev e Nikolaj Aleksandrovič Morozov. Nonostante questi incontri, all’inizio si buttò a capo fitto negli studi uscendo poco e senza frequentare nessuno. Continuava a leggere Pisarev e Karl Vogt rafforzando sempre più il suo pensiero materialista e meccanicista.

Dal punto di vista politico, alla fine degli anni Sessanta, inizio anni Settanta, a Mosca, non vi erano ancora o quasi manifestazioni di tipo rivoluzionario. C’era chi era contro l’ordine esistente e chi credeva nelle idee d’avanguardia, chi aveva idee repubblicane o socialiste, "...anche se si sapeva che tutto ciò non si sarebbe realizzato presto"11 .

Dopo i primi mesi di studio, anche Tichomirov entrò a far parte di circoli culturali dove conobbe Orlov, studente attivista del gruppo studentesco di Kiev. I giovani, particolarmente gli studenti, si ritrovavano alla legatoria di Zboromirski, alla tipografia delle dispense, al laboratorio di Sablin e ovunque ci fosse un’idea di autogestione, di associazionismo e, per i più estremisti, un modo per fare propaganda. Ecco cosa ci dice Tichomirov di Zboromirski:

"Zboromirski era un personaggio curioso, tipico del suo tempo, era nato in un governatorato del Nord. Mi pare che suo padre fosse stato un prete molto onesto, amato dai contadini ma al tempo stesso molto tendenzioso: diceva date a Cesare... Spiegava da dove veniva l’oro, il denaro. Prima si estrae l’oro. Chi lo estrae? Il mužik. Poi lo si trasporta. Chi lo fa? Il mužik. Poi si batte moneta. Chi lo fa ? Sempre il mužik. Da qui il padre deduceva che il denaro non è di Cesare ma del mužik. Per cui non c’era il motivo di darlo a Cesare... Zboromirski [figlio] aiutava i poveri. Insegnò ai bambini a produrre pece, così ne produssero tanta e la vendettero... Voleva a tutti i costi avvicinarsi al popolo"12 .

Per questo motivo Zboromirski decise di aprire la legatoria in Via Meščanskaja. Dappertutto c’erano associazioni studentesche: biblioteche, mense, casse. A volte queste istituzioni erano finanziate dalle autorità, ma non erano così interessanti e frequentate come le biblioteche studentesche segrete. Queste ultime erano ben organizzate, invece di pagare una tessera, ogni iscritto doveva portare un certo numero di libri che sarebbero restati a disposizione di tutti per un dato periodo. In questo modo si riuscirono a raccogliere oltre duemila volumi.

Tichomirov partecipava alle riunioni segrete, frequentava i circoli e le biblioteche illegali, conosceva diverse associazioni e i suoi seguaci ma non era ancora vicino a loro in modo totale. Uscì dal suo guscio diventando membro della stolovaja [mensa studentesca]. La stolovaja era formata da diversi membri: i "custodi del fuoco sacro", intenzionati a fare del bene alla società e da alcuni membri moscoviti del circolo dei čajkovcy. Nella stolovaja Tichomirov conobbe il fior fiore dell’avanguardia studentesca. Era il 1871, Tichomirov entrò a far parte della "Obščestvo rasprostranenija poležnych knig" [Società per la diffusione dei libri utili] e iniziò a far circolare libri. Fu questo il primo passo della sua nuova vita.

 

Note:

1 Per le notizie sulla famiglia e l’infanzia di Lev Tichomirov la fonte è LEV TICHOMIROV, Vospominanija L’va Tichomirova, Mosca, 1927, pp. 7 e sgg.

2 Dall’ottobre 1853 ai primi mesi del 1856 la Crimea fu teatro di una sanguinosa guerra tra Russia e Turchia. Nonostante il fronte limitato, la guerra di Crimea coinvolse parecchi grandi stati come la Francia, la Gran Bretagna, l’Austria. Le cause furono differenti: esigenze economiche, strategico controllo degli stretti, espansione politica. Non è da escludere la pretesa della Russia di imporre il suo protettorato sulla Chiesa greca in Turchia, pretesa a cui si oppose il gran sultano. Le sconfitte subite dalla Russia la costrinsero a firmare la Pace di Parigi nel 1856. La Russia dovette riconoscere la neutralità del mar Nero, rinunciò alla pretesa di protettorato sugli ortodossi del regno ottomano e cedette alla Turchia la foce del Danubio.

3 L. TICHOMIROV, op. cit., p. 28.

4 La dottrina della cosiddetta "nazionalità ufficiale" fu promulgata nel 1833 dal ministro dell’istruzione pubblica conte Sergej Uvarov. Proclamava il potere assoluto dello Zar, l’ortodossia come religione ufficiale e come origine di ogni etica e la narodnost’, la nazionalità, che dimostrava come il popolo russo doveva sostenere il proprio imperatore restando fedele alla sua dottrina.

5 La cancelleria personale di Nicola I era divisa in sei sezioni. La Terza Sezione, istituita nel 1826, aveva il compito di sorvegliare chiunque, colpevoli e non, in modo da reprimere qualsiasi idea cospirativa. Amministrava i luoghi di detenzione dei prigionieri politici, sorvegliava i dissidenti e faceva rapporti relativi a qualsiasi evento. Controllava inoltre la produzione letteraria ed esercitava la censura.

6 Il "Sovremennik" venne fondato da Puškin nel 1836, ma il suo periodo di maggior influenza cominciò nel 1846, quando venne comprato da Nekrasov. Belinskij fu capo della critica letteraria e in seguito Dobroljubov e Černyševskij fecero parte dei teorici sociali e dei critici. Il "Sovremennik" pubblicò la maggior parte delle Memorie di un cacciatore, Rudin e Un nido di nobili di Turgenev. Vi furono pubblicati per la prima volta Infanzia, Adolescenza e Giovinezza di Tolstoj. Cessò le pubblicazioni nel 1866, in conseguenza dell’ondata di restrizioni seguite all’attentato alla vita dello zar nello stesso anno. RONALD HINGLEY, Srittori e società nella Russia dell’800, Il Saggiatore, Milano, 1967, p. 223.

7 NICHOLAS V. RIASANOVSKY, Storia della Russia, Bompiani, Milano, 1994, pp. 351- 352.

8 "Russkoe Slovo" era una rivista mensile pubblicata a Pietroburgo. Fu fondata nel 1859 ma giocò un ruolo importante dal 1860 quando la direzione del giornale passò a G. E. Blagosvetlov. "Russkoe Slovo" diventò così l’organo combattivo della tendenza radicale. Vi collaboravano D. P. Pisarev, V. N. Sokolov, N. V. Šelgunov e altri. Chiuse nel 1866 dopo l’attentato di Karakozov.

9 L. TICHOMIROV, op. cit., p. 31.

10 VERA FIGNER, introduzione a Vospominanija L’va Tichomirova, p. xxv.

11 L. TICHOMIROV, op. cit., p. 46.

12 L. TICHOMIROV, op.cit., p. 48.

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