CAPITOLO VII

7.4 - Metodologia operativa.


E' intanto doveroso, e non banale, ribadire che per poter risolvere correttamente una esercitazione scritta di Fisica bisogna necessariamente possedere, in maniera piena e convincente, gli argomenti specifici di carattere contenutistico previsti dal piano di studi scolastico.
Naturalmente, è anche necessario avere, da un punto di vista propedeutico, un buon bagaglio di conoscenze di base di carattere matematico, sempre indispensabili per una piena comprensione della disciplina in oggetto, perchè altrimenti non ci saranno metodi o artifici immaginabili che possano aiutare chi non è, obiettivamente, nelle condizioni di essere aiutato.
E' ovvio che l'intendimento metodologico qui prospettato non pretende di suggerire magiche soluzioni o rimedi universali da una riflessione di carattere esclusivamente didattica che intendiamo presentare.
Fatte queste dovute precisazioni d'obbligo, diciamo allora che la risoluzione di un problema di Fisica consta di un certo numero di operazioni fondamentali, tra le quali acquista particolare significato quella che permette al giovane di non scoraggiarsi di fronte a un testo apparentemente difficile e irrisolubile.
Ci si riferisce alla fase preliminare del lavoro, che consiste in una sequenza di operazioni di catalogazione degli elementi noti del problema.
Inizialmente, si avrà cura di rilevare i dati presentati dal testo e subito dopo sarà cura di ridurre allo stesso sistema di misura (S.I.) tutte le unità delle grandezze fisiche presenti nei dati, omogeneizzando i valori conosciuti, in modo tale da evitare banali ma frequenti errori di distrazione nella sostituzione delle misure delle grandezze nelle formule.

E a proposito di quest'ultima operazione, cioè della sostituzione dei valori numerici che esprimono le misure delle grandezze fisiche conosciute, non è superfluo ricordare che è più conveniente aspettare che vengano ricavate le relazioni letterali definitive contenenti tutti gli elementi noti, piuttosto che sostituire i valori numerici subito e parzialmente, in maniera incompleta, nelle formule relative agli elementi incogniti da calcolare.
E' bene chiarire subito, onde evitare equivoci e false interpretazioni, che questa prima elementare, ma non inutile, operazione di raccoglimento, catalogazione dei dati e omogeneizzazione delle unità di misura ha, più che altro, un valore dichiaratamente psicologico. Nel senso che rappresenta per l'allievo un momento positivo di inizio della successiva e più importante fase di ricerca della soluzione. Deve, altresì , avere l'obiettivo di fornire agli allievi la possibilità di sfruttare appieno tutti gli elementi fisici e matematici noti, le loro proprietà e le caratteristiche peculiari delle grandezze fisiche in gioco.
E' di grande importanza, poi, una rappresentazione schematica della dinamica del fenomeno in esame. Il disegno che ne vien fuori ha lo scopo di monopolizzare l'attenzione durante la successiva fase di riflessione e di concentrazione.
Chiaramente, con uno schema visivo sottomano, si può seguire bene il fenomeno fisico nella sua essenza e problematicità e si riesce sicuramente meglio a cogliere i tratti caratteristici del rapporto causa-effetto della fenomenologia fisica (si pensi, per esempio, ai problemi che trattano della descrizione di traiettorie originate nel tempo da punti materiali che si muovono in campi gravitazionali o elettromagnetici, oppure di circuiti elettrici nei quali il disegno e lo schema elettrico è di rilevante importanza).
Con un disegno che ne evidenzi contemporaneamente caratteristiche geometriche e fisiche, il fenomeno in esame acquista intelligibilità e chiarezza. Chi scrive ha modo di immaginare meglio nella sua mente il modo di evolvere del fenomeno. Egli vede nei dettagli i contorni e le delimitazioni fisiche. Vede come si svolgono gli avvenimenti fisici sia nel tempo, sia nello spazio. Ne segue, una dopo l'altra, l'evoluzione con naturale passaggio. Ha modo di sviluppare meglio il ragionamento, di riflettere con maggior potere riflessivo sul testo, di elaborare idee e riordinare conoscenze. In sintesi, ha la possibilità di esercitare molto meglio le proprie facoltà di scelta, di analisi e di deduzione logica.
Probabilmente non stiamo dicendo nulla di nuovo e tutto quanto precede può non rappresentare nulla dal punto di vista dell'originalità e della ricerca della soluzione. E però vi è il convincimento che questa prima fase abbia, tutto sommato, un suo valore educativo e una sua valenza formativa di rilevante entità .
Molte volte il risultato di una certa impostazione metodologica si vede in ritardo o acquista significato solo gradatamente nel tempo. Qui si cerca solo di far intendere che l'obiettivo fondamentale di una tale scelta, non è tanto quello di suggerire un'arida tecnica di tipo mnemonico-ripetitivo, quanto quello di una precisazione di metodo. Più semplicemente, si vuol dire che una ricerca precisa e sistematica dell'ordine metodologico aiuta notevolmente i giovani a intraprendere la via della conoscenza e del sapere scientifico.

E veniamo adesso a indicare il come si realizzano i proponimenti metodologici indicati, suggerendo un certo numero di tempi di esecuzione così suddivisi:
a) la preparazione, che consiste nella individuazione dei dati conosciuti e da calcolare, nell'analisi del testo e nella riflessione;
b) la risoluzione, comprendente anche un'eventuale discussione, che è imperniata sia nella fase di matematizzazione dei concetti fisici, sia nello svolgimento vero e proprio del problema, cioè nello sviluppo analitico della parte di risoluzione matematica;
c) la revisione del testo, che dà la possibilità di correggere eventuali errori di calcolo e di distrazione.
Comunque sia, la risoluzione di un problema di Fisica dovrebbe sempre iniziare con una lettura attenta e riflessiva del testo, in modo tale da comprendere bene e compiutamente su quali argomenti ruota e si articola la prova, che cosa si vuole determinare e quali sono le grandezze fisiche che bisogna calcolare. E' importante rendersi conto del significato di ogni proposizione presentata dal testo, e si ricordi che la risoluzione deve nascere sempre dalla combinazione logica di elementi e parametri fisici, alcuni dei quali sono noti e altri, invece, da determinare.
E' altrettanto importante soffermarsi sufficientemente sulle espressioni che si ritengono le più importanti e cariche di significato. Ciò perchè il collegamento dei dati con i risultati richiesti passa sempre attraverso la capacità di individuazione e manipolazione degli elementi fisici e matematici primari e secondari che intervengono nella descrizione fisica del fenomeno considerato.
Elementi fisici primari sono qui considerati i dati presentati direttamente dal testo, mentre elementi secondari sono quelli che non sono esplicitamente esposti dal testo del problema ma che bisogna calcolare in via preliminare o subordinata e che hanno la caratteristica di rappresentare un essenziale strumento attraverso il quale poi si costruisce la risoluzione della prova scritta.
In genere, se si interpreta bene e con esattezza ciò che il testo intende dire, se si comprendono bene le intenzioni e i desiderata di chi ha inventato il testo, è possibile che qualche espressione, per la sua carica di significatività concettuale, per il suo contenuto fisico e per il suo profondo significato colpisca la nostra mente e muova le idee indirizzandoci verso un filo conduttore o una traccia che guidi alla risoluzione del problema stesso.
A puro titolo esemplificativo e in maniera molto riduttiva diamo qui di seguito un prospetto riassuntivo di tutte le operazioni necessarie alla risoluzione di un problema di fisica così come proposto precedentemente:


1. Rilevazione dei dati del problema;
2. Riduzione di tutte le unità di misura;
3. Raffigurazione schematico-visivo della dinamica del fenomeno e individuazione dei dati inerenti ad esso;
4. Formulario;
5. Osservazione, analisi e riflessione diligente del testo, mediante rilettura attenta e ripetuta;
6. Individuazione della o delle condizioni fisiche che permettono di tradurre l'aspetto fisico in relazioni matematiche tra gli elementi noti e quelli incogniti;
7. Traduzione del problema in linguaggio algebrico e conseguente risoluzione matematica;
8. Accertamento critico della soluzione del problema mediante interpretazione fisica della soluzione algebrica ottenuta (necessità di stabilire se determinate soluzioni ottenute siano fisicamente possibili e accettabili);
9. Operazione di controllo e di revisione dell'elaborato allo scopo di accertare la presenza di eventuali errori o dimenticanze.


Lo schema sopra riportato può costituire, tra le tante cose, una buona indicazione di metodo e un ottimo riferimento sistematico.


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