CAPITOLO IV

4.1 - Lo schema dei contenuti relativi al programma di Fisica


Anche  se i fini di una valida educazione alla Fisica  vanno ricercati in termini di corretti comportamenti in ordine al processo di ricerca scientifica, poichè tale ricerca ha per oggetto il mondo fisico, è importante che il giovane, alla fine del  Corso, avrà appreso non solo il metodo della Fisica, ma anche  certi contenuti, piuttosto  che altri. Si rende così  necessaria  una scelta  ragionata e programmata dei temi specifici da  discutere, in  modo che lo spettro delle conoscenze che il ragazzo avrà  acquisito nel proprio bagaglio culturale, sia razionalmente articolato, significativo e, nei limiti concessi, il più completo  possibile.

In  altri termini, l'apprendimento del  metodo  scientifico, che è pure, come già detto, uno degli scopi fondamentali dell'insegnamento della Fisica, deve essere realizzato attraverso esperienze particolarmente significative, che portino ad una visione per  quanto possibile organica, e non frammentaria, delle conoscenze  fisiche che l'uomo ha elaborato nel corso della sua storia. E' ovvio che il curriculum di studi fisici non ha pretese di completezza,  né  può essere considerato definitivo. Esso  ha  la pretesa di fornire una traccia, una linea progettuale, un percorso culturale che accompagnino l'allievo durante le  attività  di studio triennale.

L'articolazione  dei contenuti del Programma di Fisica è  da considerare sintonizzata su due convergenti direttrici. Da  un lato essa è sintonizzata su un progetto di  curricolo completo ed organico, nel senso che oltre ai contenuti  specifici della  disciplina,  selezionati e organizzati nell'ambito  di  un quadro  generale, sono presenti, come si è già detto,  l'analisi della situazione e le condizioni d'ingresso, le finalità, gli  obiettivi didattici, le indicazioni metodologiche, i mezzi, le verifiche e la valutazione.[1] Dall'altro lato è sintonizzata tenendo conto che la Fisica è già stata insegnata nei primi due anni di Liceo con un corso  di studi  di tipo biennale, a sostanziale valenza metodologica,   in maniera tale da permettere, contemporaneamente, un raccordo e  un confronto critico con questi ultimi. In  più,  i contenuti proposti  devono  essere  considerati, piuttosto che di tipo prescrittivo, a prevalente valenza  indica­tiva, perchè si è profondamente convinti del fatto che ogni  docente,  nell'ambito delle proprie responsabilità, e nel rispetto della libertà di insegnamento e dell'autonomia didattica  ricono­sciutagli dal D.P.R. n.417, deve essere lasciato libero di  decidere sulla opportunità, o meno, di utilizzare programmi flessibili  ed elastici, piuttosto che rigidi ed immodificabili.  Si  è, cioè, preferito, metaforicamente, la scelta del contenitore vuoto nel  quale versare il vino che si desidera, a patto che  le  uve provengano da un buon terreno e siano di ottima qualità,  piuttosto che scegliere un recipiente già pieno, ma di mosto cattivo.

In  maniera  molto sintetica ed  essenziale,  l'insegnamento della Fisica  al Triennio  si deve articolare intorno  a  cinque teorie fondamentali tra loro connesse e mutuamente inseparabili. Esse sono :

1. Teoria del moto di Newton (Meccanica Classica) ;

2. Teoria termodinamica Classica e Statistica;

3. Teoria elettromagnetica Classica di Maxwell;

4. Teoria quantistica (Struttura della materia);

5. Teoria della Relatività di Einstein.

 


[1] C. VENTURI, Programmi & programmazione: Scuola Media anni 80, Bologna, Zanichelli, 1979;


Torna all'Indice                                                                            Pagina successiva