Scuola Media Statale "G. Mazzini" 

Via Oratorio S. Francesco

98100 Messina


La rivisitazione del bosco


Tra le due visite effettuate al Parco dell'Etna, nel mese di maggio e nel mese di ottobre, si è notato un profondo cambiamento della vegetazione. A maggio, tutte le piante, come per esempio le roverelle e le felci, erano rigogliose e di colore verde intenso. Nella seconda escursione abbiamo notato, invece, che le stesse piante erano diventate legnose e con le foglie giallastre.

Non hanno subito mutamenti i pini larici che hanno mantenuto lo stesso aspetto, trattandosi di piante sempreverdi. In esse gli aghi spuntano in continuazione per sostituire i vecchi in modo che la pianta non si trova mai spoglia.

Indubbiamente il Parco presentava un aspetto generale diverso rispetto a quello osservato in primavera. In autunno molte piante rallentano l'attività produttiva. Come tutti sappiamo esse hanno la capacità di fabbricarsi il cibo da sole con un processo detto fotosintesi clorofilliana. Le piante assorbono la luce del sole e ne trattengono l'energia. Mediante questa, nei cloroplasti avviene una reazione chimica fra l'acqua, assorbita dalle radici dal terreno, e l'anidride carbonica. L'acqua viene scomposta in idrogeno ed ossigeno: l'idrogeno si combina con l'anidride carbonica formando il glucosio, l'alimento delle piante, invece l'ossigeno viene emesso nell'aria. Nella pineta, lo spazio tra una pianta e l'altra risulta essere ridotto e le piante tendono a svilupparsi verso l'alto, alla ricerca della luce.

 

Sui tronchi di alcuni pini erano presenti i buchi fatti dai picchi. Questi uccelli, presenti in gran numero sull'Etna, praticano fori negli alberi sia per trovare insetti, sia per installarvi il loro nido. Martellano con forza la corteccia ed il legno con il becco duro e appuntito. Il contraccolpo è ammortizzato dai muscoli del collo. L'uccello esplora con la lingua il foro che ha praticato per cercarvi gli insetti. La saliva invischia e trattiene gli insetti trovati. Mentre scavano, i picchi, si tengono aggrappati al tronco con le unghie la cui presa è rinforzata dalla particolare posizione delle dita: due in avanti e due indietro. Nel Parco dell'Etna la presenza dei pini favorisce la sopravvivenza del picchio il quale si nutre dei semi delle pigne; per riuscire a staccarli, l'uccello cerca un posto dove incastrare la pigna per meglio beccarla.

Un'altra presenza animale era testimoniata dal rinvenimento di una tana di martora. Essa era costruita all'interno di un tronco cavo, dove c'erano rami, foglie e fili d'erba. Questo roditore durante la stagione estiva si preoccupa solo di mangiare e di accumulare grasso che poi smaltirà durante i sei, sette mesi di letargo che passerà nella sua tana.

Eravamo tutti presi dalla bellezza di quel mondo così aspro e selvaggio quando la guida ci fece notare che sulle foglie di un faggio erano presenti numerosi parassiti. Questi piccoli organismi vivono sopra o all'interno di un altro essere vivente e traggono da esso il loro nutrimento parziale o completo arrecando danni più o meno gravi. Sulle foglie attaccate dai parassiti si erano formate escrescenze tumorali e deformazioni che impedivano il flusso della linfa.

Mentre stavamo per andar via, su di un pino abbiamo visto il nido di un formidabile volatile: il falco pellegrino che riesce a raggiungere una velocità di 290 Km/h.


CIAO A TUTTI

dai ragazzi della sez. D (a. s. 98/99)


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