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COMMENTO: le risposte alle nostre domande sono in genere nell'ultimo posto dove vorremmo guardare, perché la verità è spesso dolorosa. Eppure, se vogliamo essere felici, non possiamo rinunciare ad andare avanti e continuare a cercare.

 

 

 

Capitolo n.5

L'ultima risposta

 


Xander! L'ira insorse violenta nell'animo di Buffy. Se l'amico, in quel momento, fosse stato presente probabilmente non sarebbe riuscita a trattenersi dallo sfogare la sua furia su di lui. Non era mai stata veramente consapevole di quanto Xander, con il suo crudele sarcasmo e la sua diffidenza, aveva ferito Angel. Lo aveva fatto sentire escluso e indesiderato proprio quando stava iniziando a ritrovare un po' di fiducia in se stesso e negli altri.
Il giovane non si era mai fidato ed era stato quasi soddisfatto quando Angelus era tornato, perché finalmente tutti avrebbero capito che lui aveva sempre avuto ragione
Anche quando Angel aveva ripreso il suo posto fra loro lui non lo aveva mai veramente dimenticato le sue colpe e non aveva mancato occasione per rinfacciargliele.
In verità, dal loro primo incontro, non gli aveva mai perdonato nulla. Soprattutto, quello che non gli aveva perdonato era di essere infinitamente migliore di quello che lui avrebbe mai potuto diventare.
Gelosia, invidia, senso d'inferiorità avevano fatto emergere quello che di peggio c'era in lui, trasformandolo, per il vampiro, in un giudice implacabile. Angel ne aveva pagato le conseguenze e lei…aveva taciuto.

In verità aveva combattuto per il suo amore, contro i suoi amici, ma solo quando era stata costretta a farlo. Prima aveva cercato di ignorare il problema, poi, quando lui era tornato dall'Inferno, si era rifugiata nell'inganno. Solo quando, proprio Xander, aveva scoperto il sotterfugio, aveva finalmente preso posizione. Per sua fortuna, sia Angel sia i suoi amici, avevano compiuto quello che pareva impossibile, rimarginando la frattura che Angelus aveva creato fra loro.
Buffy aveva provato un incredibile sollievo quando si era resa conto di non dover scegliere. Era un momento difficile per lei e Angel, eppure dentro di sé sapeva che non l'avrebbe abbandonato…mai. Probabilmente sarebbe stato lui a farlo…con un anno d'anticipo!

Era arrivata, come sempre, allo stesso punto. Angel che la lasciva, rinunciava a lei, voltandole le spalle nella nebbia, una nebbia molto simile a quella che ora la avvolgeva. Eppure fra loro era rimasto un legame abbastanza forte da condurla in quel luogo incredibile: la sua mente.
Un senso di freddo la pervase. Non era una sensazione fisica, naturalmente, ma più profonda.
La foschia si stava addensando e i colori, in essa, sparivano gradualmente, inghiottiti da un'oscurità minacciosa.
Per la prima volta, da quando quell'esperienza era incominciata, Buffy ebbe paura.
In breve tempo sparì ogni traccia di luce e di colore e la tenebra la inghiottì.

Non era il buio privo di dimensioni e sostanza in cui ci si trova quando una sorgente di luce si spegne. Quell'oscurità era viva, pulsante e…malvagia. Il gelo che sentiva era il gelo della morte.
Di fronte a lei improvvisamente comparve una fiamma ardente. Con terrore la vide diventare sempre più grande. Stava precipitando nel cuore infernale di quella oscurità che era Angelus, il demone, e non poteva fare nulla per evitarlo. Il panico la sconvolse. Quel fuoco non emanava luce e neppure calore, ma solo un freddo intenso. Bruciava con un'intensità incredibile, ma senza emettere alcun suono. Il silenzio assoluto intorno a lei aumentò la sua angoscia.

Quando non vide altro che il rosso sangue delle fiamme cercò di chiedere gli occhi, ma non le fu concesso neppure quel misero sollievo. La sua anima era indifesa, priva di un corpo che la proteggesse. Non poteva nascondersi o fuggire, ma solo cadere, senza nessuna speranza.
La sua mente stava già vacillando. Avrebbe perso sicuramente la ragione penetrando in quell'abisso fiammeggiante. Quello che vi si nascondeva nessuna mente umana avrebbe potuto comprenderlo senza impazzire.
Solo pochi istanti prima che le fiamme la lambissero qualcosa di caldo e morbido la avvolse, come una confortevole coperta di lana. Buffy trasse da quel contatto un immediato senso di sollievo.
Era ormai circondata dal fuoco, ma non aveva più freddo. Fra lei e le fiamme c'era una barriera impalpabile, ma non per questo meno reale.

"Resisti."
La Voce le giunse ovattata, quasi un sussurro, rassicurante, anche se flebile.
Buffy vi si aggrappò con tutte le sue forze. "Non posso." Rispose con disperazione.
"Certo che puoi. Non abbandonarti a lui, non lasciarti trasportare o resterai qui, prigioniera della sua follia, per sempre."
All'idea di continuare a cadere in quel luogo orribile per tutta l'eternità Buffy sentì la paura trasformarsi in terrore. Si era inoltrata con fiducia nella nebbia, ansiosa di scoprire che cosa si nascondeva. Ora invece non voleva sapere, andare avanti, ma una forza sconosciuta la stava attirando con sempre maggiore violenza. Le fiamme iniziarono ad apparirle opache, quasi trasparenti e dietro di esse iniziarono a prendere forma delle immagini. Erano solo ombre, ma ad ogni istante che passava diventavano sempre più concrete, reali, in tutto il loro orrore. Stava per penetrare nel mondo di Angelus.

"Aiutami!" Era disperata. Non voleva vedere, sapere, conoscere fino in fondo quello che il demone aveva vissuto. Non sarebbe stata in grado di sopportarlo. Ne era certa, eppure non sapeva come fare a fermarsi e ritornare dal luogo di pace da cui era venuta.
"Io posso proteggerti solo da lui, non da te stessa."
Buffy cercò freneticamente una via d'uscita, da quell'incubo, in quelle oscure parole.
"Che cosa vuoi dire?" Ribatté infine con rabbia. Era troppo confusa e impaurita per giocare agli indovinelli.
"Lui non vuole catturarti. Non sa che sei qui. Non può saperlo. Ti può fare del male, certo, ma solo perché è quello che è. Condividere la sua pazzia basterebbe a ucciderebbe la tua mente. Non è però lui a condurti. E' la tua anima a portarti dove desideri andare."
"Menti! Non può essere così! Prima nella nebbia…" Buffy tacque, senza terminare la frase: aveva compreso. La voce aveva ragione.
Entrare nella mente di Angel, condividere con lui i suoi segreti più nascosti era quello che aveva sempre voluto. Qualcuno o qualcosa le aveva dato la possibilità di farlo e lei…si era lasciata condurre dalle sue insicurezze, cercando, inconsciamente, le risposte alle domande che Angel le aveva lasciato, andandosene. Le aveva trovate. Lui l'amava, l'aveva sempre amata. La desiderava, con l'anima e con il corpo. Aveva bisogno del suo amore, ma soprattutto era legato a lei da un vincolo che nessun ragionamento, per quanto logico, poteva spezzare.

Se si trovava immersa nell'essenza stessa del suo demone era perché qualcosa, dentro di lei, voleva essere in quel luogo ostile. Stava cercando l'ultima risposta. Il vero motivo per cui lui l'aveva lasciata.
La maledizione, l'ostilità dei suoi amici, i problemi che certo avrebbe comportato per loro il vivere insieme non erano altro che scuse. A separarli era stato qualcosa di più profondo e oscuro che si poteva celare solo in quel baratro di terrore.
Ora che sapeva Buffy ritrovò parte della sua sicurezza. La forza che fino a quel momento l'aveva attirata, per indurla a perdersi in quell'universo di fuoco, improvvisamente si indebolì, fino a sparire. Stava ancora cadendo, ma aveva il completo controllo di se stessa. Le immagini sfocate erano sparite.

Un dubbio iniziò a tormentarla. "Come posso trovare quello che cerco se non mi lascio trasportare?" chiese preoccupata.
"Sarò io a mostrarti quello che devi vedere." Rispose la Voce senza incertezze.
"Chi sei? Perché non mi hai parlato prima? Come fai a sapere quello che sto cercando?" chiese infine, abbastanza rilassata da essere curiosa.
"Non dovresti fare domande, quando conosci già le risposte."
Lo stupore impedì a Buffy di replicare. Nello spazio intorno a lei si stava concretizzando qualcosa dal nulla. Erano due oggetti, all'inizio trasparenti, poi sempre più concreti. Due anelli, che ruotando e intrecciandosi, formavano una sfera, dentro la quale lei era sospesa, sicura e protetta dal male che la circondava da ogni parte.
Vedeva solo l'interno delle due enormi fasce di metallo argenteo, ma sapeva che cosa si trovava all'esterno di ognuno di essi: due mani che stringevano un cuore, sormontato da una corona.
Il loro amore, il legame che li univa era la sua guida.

Non era strano che avesse una voce. L'aveva sempre avuta. Aveva guidato i suoi passi dalla prima volta che aveva incontrato Angel. Le aveva parlato a seconda del momento in modo dolce e suadente, triste e crudele, urlando o sussurrando sommessa, ma non l'aveva mai abbandonata. Era stata una costante nella sua vita.
Doveva a quella voce i momenti più felici della sua vita, ma anche i più dolorosi. Era però stato grazie a lei che aveva continuato a combattere ed era sopravvissuta più a lungo delle altre Cacciatrici che l'avevano preceduta. Buffy sapeva che non poteva morire. Se fosse morta…Angel non glielo avrebbe mai perdonato!
L'avere riacquistato il senso dell'ironia la rassicurò. Insieme al suo amore per Angel aveva ritrovato sé stessa e il proprio equilibrio. Era pronta per affrontare qualunque cosa avesse incontrato.

Ripensò alle domande che aveva posto poco prima.
Quando lei aveva vagato nel passato di Angel la Voce non aveva avuto bisogno di parole per indicarle la strada. I suoi sentimenti e quelli di Angel erano stati sufficienti a condurla. Quanto a sapere che cosa lei stava cercando…. da quando Angel l'aveva lasciata era stata la Voce stessa a ripeterglielo, infinite volte, nel sonno come durante le ore di veglia: "Perché?". Quella semplice domanda l'aveva ossessionata per mesi, fino a quando non aveva deciso di voltare pagina e andare avanti. Anche allora però, nel buio delle sue notti insonni o nei momenti più improbabili delle sue intense giornate, era tornata assillante e dolorosa.
Finalmente, proprio nell'unico luogo dove non avrebbe mai osato guardare, avrebbe trovato la vera risposta.
"E' ora. Lasciati trasportare." Mormorò la Voce.
Buffy vide le fiamme perdere di nuovo consistenza, ma questa volta non si oppose al cambiamento. Voleva sapere.

Lui era forte, potente….vivo! Il corpo morbido sotto il suo fremeva di piacere, ma anche di dolore. Lei gli apparteneva completamente. Possedeva il suo ventre con colpi sempre più violenti. Voleva colmarla completamente, farle sentire che era sua, senza limiti, totalmente.
La tenera carne cedeva sotto le sue spinte, opponendo solo una debole resistenza. Ogni volta si apriva per accoglierlo, e poi si stringeva contro di lui, come se volesse trattenerlo in eterno. Lei stava tracciando, con le unghie, solchi lungo i muscoli della sua schiena. L'odore del proprio sangue aumentò la sua eccitazione. Quei segni erano la testimonianza della sua vittoria. Lei era in preda alla passione, voleva il suo sangue e presto lo avrebbe avuto: lui sarebbe diventato il suo Sire.
Il suo corpo flessuoso, animato dalla forza che aveva fatto di lei la Cacciatrice, si inarcò contro di lui, in preda al culmine del piacere. La carotide pulsava, lungo l'esile, bianco collo. Sentiva la vita scorrere velocemente sotto la pelle sottile, calda, vibrante di energia.
I suoi lineamenti cambiarono, la maschera cadde, mostrando la sua vera natura. Senza esitare, chinò il capo e penetrò con i denti quella carne che tanto aveva desiderato.

Il sangue sgorgò a fiotti nella sua bocca, dolce, inebriante. Come un nettare sublime gli corse giù per la gola e dilagò in tutto il suo corpo. Il mondo esplose intorno a lui. Quello era l'apice dell'esistenza, il vertice dell'estasi. La vita, l'energia, il calore di mille vulcani che pervadevano la sua fredda essenza.
Quando tornò in sé il sangue fluiva lentamente fra le sue labbra. Ritrasse i denti, con incongrua delicatezza. Lambì gentilmente il rigagnolo che ancora fuoriusciva dalla ferita aperta.
Si separò con rimpianto da lei e rimase ad osservarla giacere inerte sul letto disfatto. La sua carnagione era pallida, le labbra esangui. Era stata sua, ora non sarebbe mai più stata la stessa. La morte stava facendosi avanti, per reclamare quello che le apparteneva, ma non lo avrebbe avuto, non completamente almeno.

Lei aprì gli occhi e lo guardò. Con un sospiro pronunciò il suo vero nome: "Angelus!".
Il vampiro sorrise. Quel debole suono era suonato alle sue orecchie come una preghiera, la preghiera che da sempre aveva atteso.
Si portò un polso alla bocca e con decisione morse la sua stessa carne. Ne sgorgò un rivolo di sangue rosso che gocciolò sul letto, macchiando le candide lenzuola.
Avvicinò il polso sanguinante al suo viso, ma fu lei, con un estremo sforzo, a protendersi, fino a lambire il sangue che ne sgorgava. Mentre lei beveva lui le accarezzò i capelli scomposti.
Ora sarebbe veramente stata sua per sempre, ma c'era qualcosa che turbava la sua vittoria. Non era ancora sazio. Sentiva ancora premere dentro di sé il desiderio per quel sangue caldo, dolce, colmo di vigore ed energia, un desiderio che ormai sarebbe rimasto inappagato per sempre.
Il corpo di lei era freddo fra le sue braccia. I suoi occhi non erano più grigi e ardenti di vita, ma gialli e inespressivi. Non era più Buffy, la Cacciatrice. Era un vampiro, come tanti.
Angelus si allontanò con violenza dal letto e urlò al cielo tutta la sua ira. Quella notte aveva segnato la propria condanna. Ci sarebbero state altre vittime, in molti sarebbero ancora morti per il suo morso, ma nessuna morte avrebbe mai potuto estinguere la sete che lo tormentava. Buffy Summer era morta!

Buffy non seppe mai quando il rosso del sangue sulle lenzuola si era trasformato nel rosso delle fiamme che la accompagnavano nel suo viaggio. Era vagamente consapevole di aver passato molto tempo a fissare il nulla alla ricerca del proprio equilibrio, della propria realtà.
Aveva assistito alla morte, non solo del suo corpo, ma anche della sua anima.
Si era offerta, non all'uomo che amava, ma a quel mostro, che le aveva rubato, insieme alla vita, anche la sua anima. Era stata consenziente. Lo aveva voluto, desiderato, eppure…non le sembrava possibile di aver tradito in quel modo se stessa, tutto quello in cui credeva e soprattutto Angel e il loro amore.

"Che cosa ho visto?" chiese sommessamente, temendo la risposta che avrebbe ricevuto. "Il futuro? Il nostro futuro se fossimo rimasti insieme?"
"Forse." Fu l'enigmatica risposta. "Quello che hai condiviso con il demone, in realtà, non era altro che un suo sogno, il sogno che lo ha ossessionato da quando sei comparsa nella sua esistenza."
"E' questa la risposta? E' per questo che Angel mi ha lasciato? Aveva paura di cedere alla tentazione, di consegnarmi al suo demone, provocando la mia morte? Non può essere! Avevamo già affrontato questo problema e lo avevamo superato. Era una lotta che potevamo vincere insieme!"
"Per sempre?" chiese la voce in un sussurro. "Forse." Tornò a ripetere. "Sii paziente. Per nessuna domanda c'è solo una risposta."
"Allora mostrami quello che devo ancora vedere!" esclamò Buffy con ira.

Quello che aveva visto, vissuto, poco prima, l'aveva sconvolta. C'era un abisso fra l'amore, la dolcezza, la fragilità che aveva percepito nella mente di Angel e la violenta passione, la brama di vita che le aveva trasmesso il demone. Quello che però veramente l'aveva toccata nel profondo era la consapevolezza che, anche se solo per brevi istanti, in passato, lei aveva condiviso quel sogno.
Quando lui le aveva annunciato che l'avrebbe lasciata lei non si era arresa. Si era aggrappata a tutte le alternative che poteva immaginare, anche le più inverosimili e assurde, pur di allontanare lo spettro di un futuro senza il suo amore.

Nei momenti più bui, quando intorno a lei c'era stata solo la notte, con il suo lugubre silenzio, e il dolore era diventato più forte, mentre la paura della solitudine cresceva dentro di lei, anche quella possibilità era nata in un recesso nascosto della sua mente.
Darsi completamente a lui, offrendogli la sua anima, per vivere al suo fianco tutta l'eternità, senza più ostacoli che li dividessero. Diventare un vampiro era da sempre stato il suo peggior incubo, ma per lui l'avrebbe fatto. Fra le sue braccia la morte sarebbe stata dolce.
Era stata un'idea pazzesca, che aveva subito cancellato dalla sua coscienza.
Non era quello che lei voleva e neppure lui l'avrebbe voluto. Ne era certa. L'amava per quello che era. Se fosse diventata un vampiro senz'anima lui avrebbe pianto la sua morte e avrebbe odiato e disprezzato quello che sarebbe rimasto di lei. Probabilmente l'avrebbe uccisa, con un paletto ben acuminato, per risparmiare alla sua anima il tormento dei crimini che il suo corpo, vagando per il mondo, avrebbe commesso.
Eppure…il sogno di quel mostro le era sembrato il riflesso di quei vaghi, sconnessi pensieri che avevano turbato le sue notti insonni, quando tutto il suo mondo era crollato.

Le fiamme che la avvolgevano persero di nuovo consistenza, ma Buffy resistette. Desiderava sapere, ma aveva anche paura di quello che avrebbe dovuto affrontare.
"Non puoi tornare indietro, Buffy, dopo aver amato non si può mai tornare in dietro." Mormorò la Voce in tono comprensivo.
"Vuoi dire che sono condannata a restare qui per l'eternità?" Buffy si vergognò del senso di panico che traspariva dalle sue parole, ma quell'idea la terrorizzava.
"No. Devi andare avanti. Il tuo cuore non ti lascia altra scelta. Hai incontrato la sua anima. Avresti potuto fermarti, e ritornare alla tua vita, paga di quello che avevi condiviso con lui. Non ti è bastato. Hai scelto, per la prima volta, di affrontare veramente anche il demone, perché lui ha le risposte che cerchi. Ora puoi continuare a cercare oppure….puoi lasciarmi. Fra quelle fiamme probabilmente perderai la ragione, ma forse l'odio che nascerà dentro di te, alla vista di quegli orrori, ti proteggerà. Non lo so. Conosco il potere dell'amore. Il potere dell'odio non lo comprendo. Non è nella mia natura. Tu però lo conosci. Puoi scegliere."

Buffy restò in silenzio. La scelta che le proponeva la voce era una scelta completamente nuova per lei.
Aveva amato Angel dalla prima volta che l'aveva incontrato. Era stato semplice, naturale, ovvio amarlo. Anche quando aveva desiderato con tutte le sue forze uccidere quel sentimento che le costava così tanto dolore non ci era riuscita. Lui aveva continuato a tormentarla, invadendo perfino i suoi sogni. Non le era mai neppure venuta in mente l'alternativa: l'odio.
Sarebbe stato facile in fondo: dopo che lei era arrivata al punto da offrirgli tutta se stessa lui aveva ucciso i suoi amici, torturato il Signor Giles, perseguitato lei e la sua famiglia. L'aveva insultata, picchiata, minacciata.
La sua ombra aveva oscurato quelli che avrebbero dovuto essere gli anni più felici della sua vita, gli anni della adolescenza, della spensieratezza.
Dopo averle rubato la sua innocenza, seducendola con il suo tenebroso fascino, l'aveva ripagata solo con sofferenza e dolore. Era quasi morta per lui e lui…l'aveva abbandonata, senza voltarsi in dietro. Sarebbe stato davvero facile odiarlo. Era stata solo sua la colpa di tutti i suoi patimenti. Niente avrebbe mai potuto ripagarla di tutte le lacrime che aveva versato per lui.

Gli anelli intorno a lei iniziarono a muoversi più lentamente e a brillare di una luce bianca tenue, triste. Ora le sembravano fragili, effimeri, contro la realtà bruciante delle fiamme che continuavano ad ardere. In fondo erano solo il frutto della sua immaginazione. Quei due pezzi di comune argento non erano stati altro che il simbolo di un sogno durato una notte, di un'illusione, a cui lei, testardamente, si era sempre rifiutata di rinunciare.
Si distingueva ormai solo più un vago riflesso argenteo fra le fiamme, ma Buffy scoprì che il fuoco non la stava bruciando. Al contrario le dava un piacevole senso di sollievo. Si sentiva libera, forte e potente. Si lasciò con gioia avvolgere dal fuoco, inebriata dall'euforia. Non c'erano limiti a quello che poteva fare.
Era giovane, sana e bella. Avrebbe potuto avere qualsiasi uomo avesse desiderato. Forse, prima o poi si sarebbe anche sposata, ma solo dopo aver scoperto tutti i piaceri che il suo corpo poteva offrirle. Quando lo avesse deciso avrebbe avuto una magnifica cerimonia, con fiori, uno stupendo abito e tanti invitati, che l'avrebbero ammirata e invidiata.
Dopo qualche anno probabilmente avrebbe avuto un figlio. Sarebbe stata una femmina. Poteva vederla, graziosa, intelligente e vivace, con il suo stesso carattere volitivo e…gli occhi scuri di suo padre.

Gli anelli erano di nuovo intorno a lei, per proteggerla e rassicurarla. Anche il dolore era tornato, ma Buffy lo accolse con sollievo. Aveva compiuto la sua scelta. Non sarebbe mai riuscita a odiarlo veramente. Non poteva perché poteva forse mentire al mondo, ma non a sé stessa.
Angel l'aveva fatto soffrire, stava ancora soffrendo per lui, proprio in quel momento, ma…aveva anche dato un significato a tutta la sua esistenza, quel significato che non era più stata in grado di trovare, da quando lui era partito. Nessuno era mai riuscito a renderla altrettanto felice, a farla sentire così sicura e completa, così amata.
Aveva ancora paura, ma non voleva più fermarsi. Quando si sentì ancora attirare dalla forza misteriosa si abbandonò con fiducia.

La camera era immersa nel buio. Buffy stava dormendo, inconsapevole della presenza accanto a lei.
I libri di scuola erano ancora aperti sulla sua scrivania. I pupazzi sulla mensola sembravano sorridere nell'oscurità. L'ombra immobile, vicino al suo letto, fissava il volto abbandonato sul cuscino. Nulla turbava il silenzio.

"E' così bella!"
"E' stupenda!"

"Nel sonno sembra ancora una bambina."
"E' una donna e sa di esserlo."

"E' così innocente e pura!"
"C'è passione in lei, forza e potere."

"Ha tanto amore da offrire."
"E' capace di odiare!"

"L'amo."
"Deve essere mia."

"La desidero."
"Possiederò il suo corpo, come la sua anima."

"Vorrei renderla felice."
"Mi darà piacere come nessun'altra prima!"

"Lei è il mio destino."

Questa NON è la FINE, non può esserlo, perché l'amore di Buffy e Angel è "forever, this is the whole point"

 

Confini Continua...