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RATING: Vietato ai minori d’anni 14 per descrizioni cruente.
DEDICA: a coloro che credono nei legami che uniscono gli esseri umani, di qualsiasi natura essi siano.
 

 

Capitolo III
Legami
Buffy si sentiva imbarazzata, una sensazione che provava di rado. Willow, seduta al suo fianco, sulla panchina, la osservava incuriosita.
Il parco era affollato di gente. I bambini correvano vocianti, mentre madri apprensive non li perdevano di vista, coppie di anziani passeggiavano, schivate da robusti ragazzi e procaci ragazze che facevano footing, cani, pieni di energia, trascinavano esausti padroni da un albero a un cespuglio. Un normale pomeriggio nel parco di una tranquilla cittadina americana. Quella cittadina era però Sunnydale.
“Non so esattamente che cosa dirti Willow. Ho le idee confuse. Questa sera vedrò Angel e forse lui mi spiegherà. Spero solo che le sue spiegazioni mi piacciano!” Non voleva raccontare all’amica i dettagli della serata. In realtà non osava neppure pensare a quello che era successo. Si era limitata a dirle che fra lei e Spike non c’era più nulla e che aveva visto Angel. Si sentiva confusa, incerta. Di un’unica cosa era sicura: non avrebbe mai avuto il coraggio di parlare con nessuno dell’accaduto.  
Non sapeva di che cosa si vergognava di più: di aver quasi fatto l’amore con Spike o di essere stata sorpresa da Angel proprio quando....non sapeva esattamente perchè l’aveva fatto e temeva di non essere stata del tutto sincera quando aveva detto a Willow che fra lei e Spike non c’era più nulla. Certo non stava pensando di avere una relazione con lui, non sicuramente ora che Angel era tornato, ma...Angel le doveva delle risposte. C’erano troppi aspetti oscuri in quella vicenda. Lei che si lasciava sedurre dal suo peggior nemico, Angel che mordeva Spike e Spike...che non si ribellava.
“Buffy io...vorrei essere solo sicura che non sei arrabbiata con me. Ero preoccupata per te, per la tua vita, e non potevo andare dal Signor Giles! Angel mi è sembrata l’unica risposta.” Il rimorso che provava verso l’amica offuscò per il momento ogni altro sentimento in Buffy. “Credimi Willow, non sono arrabbiata con te. Hai fatto bene. Angel era proprio la persona di cui avevo bisogno. Vorrei spiegarti meglio quello che sta succedendo, ma....neppure io lo capisco. Forse Angel...”  
 
La notte era ormai inoltrata e il cimitero pareva deserto.
Buffy passeggiava fra le lapidi, con apparente noncuranza, i sensi in realtà tesi a cogliere il minimo rumore sospetto, i muscoli ben addestrati pronti a reagire, la mente all’allerta. Era la Cacciatrice. Non percepì però l’avvicinarsi del vampiro fino a quando non fu alle sue spalle. “Ciao Angel.” mormorò voltandosi. “Ciao Buffy.” fu la tranquilla risposta. Lui accennò a riprendere il cammino e lei lo seguì.
“Ho ucciso un vampiro mentre usciva dalla tomba poco fa, ma non è stato divertente: un colpo deciso ed è finito tutto!” Angel sorrise tristemente.
“Quando un vampiro esce dalla propria tomba Buffy, non si preoccupa certo della Cacciatrice. E’ confuso, impaurito, quasi inerte. Si è svegliato nella bara, in uno spazio ridotto e solo il panico gli ha dato la forza di infrangere il legno del coperchio e scavare nella terra a mani nude per uscire all’aperto. In alcuni vampiri resta il rimpianto per la bara, che è stata la loro culla, e cercano gli spazi angusti dei vicoli e delle fogne. Io vorrei sempre avere tanto spazio intorno a me. Odio le costrizioni, i vincoli.” “Lo so, e ti capisco. Anch’io ricordo...il mio incubo, quando anch’io...non voglio pensarci. Non voglio ricordare quanto il mondo mi sia apparso diverso in quel momento. Quello che non capisco è perchè anche dopo tornino qui. Non vengono a caccia. Non ci sono prede per loro qui la notte. Questo è l’ultimo posto che gli esseri umani frequentano, dopo il calare del sole. Ci sono solo io e dovrebbero saperlo!” “Lo sanno Buffy e in un certo senso ti cercano. Ritornavano nel cimitero perchè in questo luogo, o in uno simile, hanno iniziato la loro nuova esistenza. Non c’è vita ad attirarli fra queste lapidi, hai ragione. Solo la morte, a cui sanno di appartenere. Si radunano a volte in gruppi, ma più spesso vagano in solitudine fra le tombe, perchè anelano all’eterno riposo che gli è negato. L’invidia li rode per i corpi che si stanno dissolvendo sotto la terra, in pace, e dall’invidia nasce la rabbia, la stessa rabbia che usano per combatterti. Su questa terra consacrata assumono più forza, più determinazione, ....cercano te, la propria fine.” “Anche tu mi stavi cercando.”  
“E’ vero, ma io ho un motivo diverso. Non sono qui per combattere e neppure per ritrovarmi un paletto nel cuore, anche se a volte ho provato, come gli altri, invidia per...” Buffy si fermò.
“Non dirlo neppure per scherzo! Tu non puoi...non sei come loro! Tu hai un’anima e la tua anima...ha diritto di vivere. Basta con questi discorsi adesso! Mi devi delle risposte!” Sul viso del vampiro comparve il sorriso malizioso che Buffy aveva imparato ad amare e temere. Il suo ex, quando voleva, sapeva rendere le sue parole più taglienti delle sue zanne.
“Tu dici? Ti trovo semisvestita che ti stai piacevolmente intrattenendo con Spike, in una cripta, e io ti debbo delle risposte?” Buffy strinse le labbra, alle parole crude del vampiro, e pregò che il buio nascondesse il rossore che sicuramente le stava inondando il viso. Poi rammentò che Angel ci vedeva benissimo anche in assenza di luce e scosse il capo sconfitta.
“Angel ti ho già spiegato perchè io.....e non ero semisvestita! Tu mi hai lasciato e non hai diritto...” La mano di Angel che teneramente si sollevò per accarezzarle una guancia interruppe la sua invettiva.
“Probabilmente dovrei scusarmi per averti provocata, ma non lo farò. Sarebbe inutile. L’ho fatto perchè sono arrabbiato con te. Anche se la mia ragione mi dice che potevi avere dei buoni motivi per fare quello che hai fatto, motivi di cui sono in parte responsabile, tutto in me si ribella all’idea di te con qualsiasi altro uomo. Tu sei mia. Sei stata legata a me dal destino. C’è l’amore fra noi, ma anche il sangue. Il vincolo che ci unisce non può essere spezzato, in nessun modo. Possiamo condurre vite separate, non rivederci mai più fino alla fine dei tempi, costruire altri rapporti, ma resteremmo in ogni caso uniti nei nostri pensieri, sogni, desideri.
Riconoscerei la tua voce, il tuo profumo, la tua presenza fra milioni di persone diverse, in ogni tempo e in ogni luogo. Potranno passare decine di anni, ma vedendoti proverei per te esattamente le stesse emozioni, gli stessi sentimenti che provo ora.”  
Buffy chiuse gli occhi per assaporare meglio le sue parole, la sua carezza leggera sul viso.
“Lo so. L’ho sempre saputo, anche se non sarei riuscita a esprimerlo. Lo sapevo quando tu mi hai detto la prima volta che volevi lasciarmi e anche....quando ti ho tradito con...gli altri. Perchè, anche se la mia mente mi urlava il contrario, ogni volta che ho permesso a un altro di toccarmi il mio cuore mi diceva che non era giusto. Io appartenevo solo a te. Non so se sia semplicemente amore, quello che provo, o se sono pazza, ma solo vicino a te mi sento completa, serena, sicura. Quello che è successo con Spike credo sia stato un tentativo disperato di raggiungere un attimo di pace dal tormento che mi logora da quando tu sei uscito dalla mia esistenza, lasciandomi sola. Lui...non so esattamente quello che provo per lui. Non lo capisco. Ma...mi ha attratto, è vero, e se tu non fossi arrivato...non lo so, Angel, che cosa sarebbe successo. Sono la Cacciatrice. Dovrei odiare i vampiri. Invece...perchè sono così? E’ colpa mia? C’è qualcosa di sbagliato in me?”  
Angel lasciò ricadere la mano lungo il fianco e scosse il capo. Buffy tornò a guardarlo. Nei suoi occhi c’era amore, ma anche tristezza. “Non c’è nulla di sbagliato in te e nessuno ha delle colpe. Non l’ho deciso io. Non l’hai deciso tu. E’ il nostro destino...per sempre.” Buffy sfiorò con la mano quella di Angel. Lui gliela strinse. Buffy si sentì confortata dalla sua stretta. Quando Angel aveva smesso di accarezzarle il viso si era sentita sola, persa.
“Io ti amo, ti ho sempre amato. Anche quando ho cercato di dimenticarti...non ci sono riuscita. Mai. E’ per questo quindi? Per questo legame che nessuno di noi due ha voluto che ho tanto bisogno di te da...darmi a Spike?” Angel abbassò il capo. Si sentiva impotente di fronte a quegli immensi occhi grigi, colmi di sgomento. Sapeva quanto Buffy odiasse non essere lei a determinare la propria vita.
Avrebbe voluto dirle che andava tutto bene, che tutto non era stato altro che un brutto sogno, ma c’erano già state troppe menzogne fra loro ed era stato lui a dirle. Non avrebbe ripetuto l’errore.  
“E’ così Buffy. Io non volevo amarti e neppure tu volevi amare un vampiro, eppure è accaduto. Io non desideravo morire e tu non mi avresti ucciso, se avessi avuto scelta. Avrei preferito che il veleno di Faith facesse il suo lavoro piuttosto di morderti, ma tu mi hai costretto a farlo perchè...non potevi fare nulla di diverso. Puoi chiamarlo fato, destino, volontà divina, oppure puoi pensare che se in un certo momento uno di noi avesse fatto una scelta diversa....io non credo che fossero possibili altre scelte. Il legame che ci unisce è frutto di quello che siamo, della nostra natura più profonda, che non possiamo cambiare.” Buffy era ancora incredula. La ragazza moderna, emancipata che viveva in lei non poteva concepire l’idea...che lui la lasciasse un’altra volta. Aveva bisogno di lui. Non poteva negarlo, neppure a se stessa. Tutto il suo spirito di indipendenza, il suo orgoglio, la sua dignità svanivano di fronte alla prospettiva di una vita senza di lui. “Angel, che cosa vuoi fare?” chiese sconsolata. Il vampiro chiuse gli occhi e provò il desiderio di pregare. Non sapeva però neppure lui che cosa chiedere al Cielo. Desiderava con tutto se stesso tenere fra le braccia quella splendida creatura, che nonostante tutta la sua forza, si affidava a lui. Non era però sicuro che quella fosse la scelta migliore per lei.
Riaprì gli occhi per incontrare il suo sguardo fiducioso. Questa volta non sarebbe stato lui a scegliere per entrambi.
 
“Non lo so Buffy. Dimmelo tu che cosa vuoi fare. Puoi voltarti. Tornare a casa e vivere la tua vita, cercando di essere felice. Puoi trovare un ragazzo che ti ami, ovviamente non Spike, sposarti, avere dei figli e fare tutte le cose che fanno le ragazze della tua età. Io ti seguirò sempre, come un ricordo lontano, una sensazione sfuggente, un dolce rimpianto, un sogno che sparisce all’alba. Sarò al tuo fianco in ogni momento, ma tu potrai decidere di non vedermi, ignorarmi, negare la mia esistenza. La sola cosa che non potrai fare sarà dimenticarmi. Puoi anche restare e allora....non sarà facile per te. Sarai legata non a un uomo, ma a un vampiro, perchè è quello che sono. La persona che hai amato in questi anni è ancora presente in me. Ti amo come in quei giorni e darei la mia vita per te come allora, ma adesso troppe cose sono cambiate, era inevitabile che cambiassero. Ho negato per troppo tempo la mia natura. Ora so che la devo accettare. La mia anima guida le mie scelte, ma nelle mie azioni è presente anche il demone. Devo imparare a vivere con lui, notte dopo notte, senza odiarmi ogni volta che dovrò sottostare ai suoi impulsi, alle sue necessità.”  
Buffy deglutì nervosamente, prima di parlare. Non era certa di voler affrontare quell’argomento, ma doveva sapere e, conoscendo Angel, l’unico modo era chiedere e...sperare che lui rispondesse. “Ti riferisci a quello che è successo con Spike vero?” Angel fece un passo indietro, come se cercasse di allontanarsi da lei, ma Buffy non glielo permise. Strinse la mano, che era ancora unita alla sua, con più forza, per trattenerlo e infondergli il coraggio di parlare.
Angel percepì la stretta e vi lesse amore e comprensione. Lei forse non avrebbe compreso del tutto, ma avrebbe comunque continuato ad amarlo.
“Sì, anche a quello.” Alla fine ammise. “Lui...era il mio cucciolo e stava per... E’ trascorso quasi un secolo eppure...sento che è ancora parte di me. Ho bevuto il suo sangue ieri sera. Volevo ricordargli il suo posto, ma ho soprattutto ricordato il mio. Io sono il suo Sire. Ho cambiato la mia vita, i miei principi, perfino i miei sogni, ma questo non posso cambiarlo.” Fu Buffy questa volta ad accarezzargli il viso, che sotto le sue dita sembrò rilassarsi.
“Angel, in questo momento non sono sicura di nulla. I miei doveri di Cacciatrice, il nostro amore, Spike...nulla sembra avere più il suo posto. Ho paura. Temo di non essere all’altezza di quello che tu pretendi da me. Ho una sola certezza. Voglio, devo provare a esserlo. Anche questa volta non posso fare una scelta diversa.”  
Angel socchiuse le labbra per parlare, ma lo sguardo di lei glielo impedì. Voleva essere rassicurato. Avere una conferma che lei era veramente decisa in quello che intendeva intraprendere, ma Buffy non intendeva dargliela. Non questa volta. Lui doveva crederle, senza dubbi o domande.
“Vieni” mormorò alla fine, incamminandosi lungo un vialetto, la mano ancora nella sua.  Buffy lo seguì, ma non senza chiedere chiarimenti.
“Dove stiamo andando.” Angel le rispose senza voltarsi.
“A cercare Spike. Devo concludere quello che ho iniziato e tu devi assistere. Ti aiuterà a comprendere, spero.”  
Dopo pochi minuti erano davanti alla cripta di Spike. Entrarono insieme. Spike era seduto davanti al televisore acceso e non fece cenno di alzarsi.
Angel lasciò la mano di Buffy, che restò immobile, mentre lui spegneva il televisore. Solo a questo punto Spike si decise a parlare.
“Che cosa vuoi ancora da me? Ho capito. E’ tua e puoi tenertela. C’è di meglio in giro sai? Con lei poi non sei mai tranquillo. Rischi sempre di trovarti un paletto nel cuore quando meno te lo aspetti. Io preferisco le ragazze più docili, anche se devo ammettere che ci sa fare a letto.”  
Buffy istintivamente tese i muscoli. Si aspettava che Angel reagisse violentemente a quelle parole e al tono ironico con cui erano state pronunciate. Invece il vampiro si limitò a sorridere al vampiro più giovane, con l’aria di chi sa un segreto ed è sul punto di svelarlo. “Hai ragione due volte Spike. Ci sa fare, e non solo a letto, ed è mia, ma non è per lei che sono qui. E’ per te.” Con queste parole Angel s’inginocchiò davanti a Spike che lo osservava incredulo. Con naturalezza inclinò la testa, esponendo il collo. Spike deglutì più volte, gli occhi azzurri fissi in quelli scuri del suo Sire.
Molto raramente un vampiro ha il privilegio di assaggiare una seconda volta il sangue del suo Sire, dopo essere stato trasformato. Per i pochi che l’avevano fatto era stata un’esperienza sconvolgente, una seconda nascita dopo la morte, così almeno si raccontava. Nessun altro sangue poteva avere lo stesso sapore, la stessa energia. Spike guardò Buffy, come se temesse un tranello, ma lei fece un passo indietro, verso la parete, come a rassicurarlo che non intendeva intromettersi.
Angel aspettava, immobile. Il tempo sembrava essersi fermato fra le mura di pietra.
I lineamenti di Spike cambiarono. Piegò il capo lentamente e tornò a scrutare negli occhi del vampiro in ginocchio ai suoi piedi. Lo sguardo di Angel era impassibile.
“Sono qui per te, Spike.” Ripetè Angel per la seconda volta con tono sommesso. Spike aprì la bocca e la accostò al suo collo.
 
Buffy osservava la scena rapita dalla dignità che quel gesto osceno, terribile stava assumendo sotto i suoi occhi.
Quando Spike serrò le mascelle lo fece lentamente, con riverenza. Angel sobbalzò appena e chiuse gli occhi, senza fare alcun movimento per sottrarsi al dolore. Spike aveva posato le mani sulle sue spalle, ma non per trattenerlo: si appoggiava a lui, come se cercasse sicurezza in quel contatto.
Il vampiro biondo iniziò a deglutire, ma senza avidità, come se volesse assaporare ogni goccia di quel nettare. C’era una strana dolcezza nel modo in cui le sue labbra si muovevano contro il collo del vampiro più anziano. Anche i suoi occhi erano chiusi, ma l’estasi che provava era evidente da come i muscoli di tutto il suo corpo si contraevano, sotto i vestiti.  
A Buffy sembrò passato un secolo quando si rese conto che tutto era finito.
Spike era riverso sulla poltrona. Gli occhi aperti, fissava il soffitto, la sua coscienza persa in chissà quali pensieri.
Angel era accasciato sul pavimento. Si sorreggeva sulle braccia, la testa china, come se non fosse in grado di sostenersi. Buffy si precipitò ad abbracciarlo e lui le si appoggiò contro volentieri.
“Non è nulla.” La rassicurò a bassa voce. “Passerà subito. E’ solo un pò di debolezza.” Passarono i minuti e quando Spike sembrò riprendersi anche Angel trovò le energie per tornare ad alzarsi. I due vampiri si guardarono a lungo. Angel passò un braccio intorno alla vita di Buffy, attirandola a sè, senza distogliere lo sguardo da quello di Spike. Spike sorrise ironicamente.
“Magnifico! Una Cacciatrice, e due vampiri: uno con un’anima e l’altro con un microchip. Siamo proprio una bella famiglia. Che programmi ci sono per questa sera?”
 

Bugie Continua...