"
La passione è la fonte dei momenti migliori,
la gioia di un amore, la lucidità dell'odio e l'estasi del dolore.
Se potessimo vivere senza, conosceremo certamente la pace,
ma saremmo esseri vuoti, stanze vuote, buie ed inutili.
Senza passione saremmo come morti."
Angelus
"Tu parli troppo." Mormorò il vampiro, contro le labbra
della compagna. Aveva generosamente deciso di darle il tempo di riprendere
respiro. Il constatare quella sua naturale debolezza umana lo fece sentire
forte e potente. Fu solo un attimo. Subito riprese a baciarla, senza concederle
tregua.
La passione, il desiderio, l'amore avevano ormai sconfitto la paura. L'anima
era sempre più impaziente di portare a compimento l'atto che per
anni era stato al centro dei suoi pensieri: possederla, essere una sola
cosa con lei, l'unico amore, la sola luce che avesse illuminato la sua
esistenza di solitudine.
Il corpo premuto contro il materasso da quello del compagno Buffy sentiva
lungo tutto il corpo il tocco fresco delle sue dita. Lo assecondò
inconsapevolmente quando lui, con abilità, la liberò dai
vestiti, senza separarsi mai completamente da lei. La lasciò solo
per contemplare il suo magnifico corpo ormai privo della protezione degli
indumenti.
Consapevole del suo sguardo, intento a scrutare ogni centimetro della
sua pelle esposta, Buffy abbassò gli occhi. Il suo fisico muscoloso,
ancora completamente coperto dagli abiti, incombeva su di lei facendola
sentire ancora più fragile e indifesa.
Il suo spirito combattivo la esortò a ribellarsi contro il sentimento
di impotenza che la pervadeva. Avrebbe voluto combattere, stenderlo a
terra con un pugno alla mandibola e
era Angel, ricordò a
se stessa, che stava ammirando il corpo la cui vista per anni gli era
stata negata. Il suo Angel, colui che la conosceva meglio di chiunque
altro, la persona a cui aveva confidato anche i suoi segreti più
nascosti, senza mai provare imbarazzo o timore di essere giudicata. Lui
l'amava, fino al punto di rinunciare a lei per darle la possibilità
di essere felice!
Con dolcezza gli sollevò il viso e, guardandolo negli occhi, si
protese per incontrare le sue labbra. Era sua e di nessun altro. Quel
pensiero le donò serenità e sicurezza.
Stava per realizzare il suo desiderio più grande. Non aveva motivo
di provare vergogna.
Angelus accettò il bacio, come un tributo dovuto, ma con reticenza.
Apprezzava l'intraprendenza nelle sue amanti, ma non dovevano esagerare.
C'era orgoglio, e non la sottomissione che lui desiderava leggere, negli
occhi di Buffy mentre lo baciava.
Desideroso di ricondurre quell'impudente al suo posto iniziò ad
accarezzarle con gentilezza il viso. Le sue mani scivolarono poi lungo
l'esile collo fino ai seni, che s'inturgidirono immediatamente in risposta
al suo tocco. Mentre con una mano continuava a stringere e accarezzare
la carne morbida, che cedeva arrendevole sotto le sue dita, con l'altra
riprese a scendere. Indugiò a lungo sul suo ventre, premendo con
il palmo aperto per cogliere il battito costante del suo cuore. Ad un
tratto serrò le dita nel vano tentativo di racchiudere nel proprio
pugno la vita che pulsava sotto la pelle tesa.
Buffy emise un gemito sommesso. Il vampiro interruppe il bacio. Nulla
doveva distrarlo dall'intensa soddisfazione che gli dava ascoltare i sospiri
di piacere della sua amante. Ognuno di essi era un balsamo per il suo
orgoglio troppe volte calpestato da quell'esile ragazza che ora giaceva
abbandonata sul letto in preda alla passione.
Buffy godeva dei suoi baci, delle sue carezze: l'anima sentì il
peso delle sue innumerevoli colpe alleggerirsi. Finalmente stava facendo
qualcosa di buono, di giusto, qualcosa di cui avrebbe potuto essere fiero.
La stava rendendo felice, appagando i suoi sensi e portandola dove nessun
altro uomo poteva condurla. La sua esistenza aveva di nuovo un senso,
uno scopo.
Certo era la volontà del demone a muovere le sue mani, a controllare
il suo corpo, ma solo perché lui glielo consentiva. Aveva ceduto,
l'aveva consegnata a lui. Era però il suo amore a dare un significato
a quello che presto sarebbe accaduto. Il suo amore e l'amore di Buffy.
Angelus era solo uno strumento, e nello stesso tempo una barriera fra
loro, che li divideva, ma li avrebbe anche protetti dal loro crudele destino.
Solo quando le gambe di lei si dischiusero, in un silenzioso invito, Angelus
permise alle sue dita di esplorare quei recessi umidi e caldi, il centro
della sua femminilità.
Buffy s'inarcò istintivamente in risposta a quella dolce intrusione.
Lui la accarezzò a lungo, godendo di quel segno tangibile della
sua eccitazione, del desiderio estremo che aveva di lui. Le sue dita la
sfioravano appena, soffermandosi sui punti che sapeva più sensibili
in tutte le donne, ma mai abbastanza per appagarla.
Per Buffy era una dolce tortura fatta per esasperare il desiderio che
già le offuscava la mente. Si mosse, per avvicinarsi maggiormente
a quella mano sapiente che continuava a muoversi senza mai fermarsi dove
lei avrebbe voluto.
Aveva chiuso gli occhi, ma poteva facilmente immaginare l'espressione
soddisfatta con cui Angelus la stava guardando. Il suo orgoglio era però
soffocato dal bisogno impellente che aveva di lui, di quel corpo mascolino
di cui sentiva la presenza, vicino a sé, il corpo di Angel, che
lei non aveva mai potuto dimenticare da quella notte ormai lontana.
Angelus, con una sensibilità raffinata dalla sua lunga esperienza,
colse l'attimo in cui la tensione dentro di lei divenne intollerabile
e, senza darle il tempo di ribellarsi a quel sottile tormento, la penetrò
con forza con un dito chinandosi per afferrarle il lembo di carne, centro
del suo piacere, fra le labbra.
Un orgasmo violento sconvolse improvvisamente il corpo di Buffy, attraversandolo
come un uragano. Inarcò maggiormente il corpo, gemette, perse il
controllo di ogni sua reazione. Istintivamente strinse il capo bruno di
lui, premendolo contro di sé, come se fosse un'ancora a cui afferrarsi
nell'abisso di piacere in cui stava precipitando.
L'anima esultò, sentendo i muscoli dell'esile corpo contrarsi
nell'estasi sotto le sue mani. Il sapore di lei gli invadeva la bocca.
Non aveva mai osato baciarla in modo così intimo prima e ora rimpiangeva
di non averlo fatto. Il suo piacere sapeva di
.vita.
Anche quando Buffy si abbandonò sul materasso, momentaneamente
appagata, lui continuò ad assaporare il frutto del piacere, che
lui stesso aveva provocato.
Angelus continuava a sollecitare la sua compagna, momentaneamente esausta,
muovendo la sua mano contro e dentro di lei, con un ritmo costante. Non
gli bastava quello che aveva avuto. Voleva di più, voleva tutto!
Il suo profumo, il suo sapore, il calore del suo corpo colpivano i suoi
sensi esasperando il suo desiderio, non era però solo lussuria
quella che provava. Se così fosse stato, senza bisogno di alcun
preliminare, l'avrebbe posseduta immediatamente, dando sfogo così
alla propria eccitazione fisica. Lei non era però una donna come
le altre, una vittima anonima che non aveva altro da offrirgli oltre che
brevi attimi di godimento e la propria vita: era Buffy, la Cacciatrice!
Non gli bastava il suo sangue caldo, che comunque non avrebbe potuto
avere. Aveva bisogno della sua energia, della sua passione. Lei si stava
offrendo completamente a lui. Avrebbe consumato le sue quasi inesauribili
riserve di energia per soddisfarlo. Sembrava stremata, ma presto si sarebbe
ripresa e lui aveva intenzione di continuare a giocare con lei, assorbendo
ogni sua energia, ogni suo fremito, sospiro, spasmo di piacere come se
fosse il suo sangue.
Solo quando lei fosse stata priva di forza, incapace di emettere un solo
gemito, lui sarebbe stato appagato. Avrebbe estorto a quel magnifico corpo
tutta la passione, tutta la lussuria che vi albergava, fino all'ultimo
respiro. Buffy, fra le sue braccia, avrebbe compreso il significato di
morire di piacere. Solo così sarebbe stata veramente sua, lei che
era la sua ossessione.
Buffy, con stupore, si accorse che, nonostante la spossatezza, il suo
corpo stava rispondendo di nuovo alle carezze di quelle mani sapienti.
Il suo ventre si contraeva in protesta per quell'intrusione piacevole,
ma ormai insufficiente a soddisfare i suoi bisogni.
Aprì gli occhi e si protese per afferrare le spalle del compagno.
Il suo viso esprimeva un'evidente richiesta.
Angelus, a malincuore, alzò il capo e allontanò le mani
da lei. Con agilità Buffy fu sopra di lui e lo costrinse a coricarsi
sul letto. Il demone si arrese facilmente, non a lei, ma alle esigenze
del proprio corpo.
Buffy si ritrovò con le ginocchia piegate, seduta sul suo ventre,
ancora coperto dalla maglietta e dai pantaloni. La sensazione del tessuto
contro la pelle nuda le provocò un brivido di eccitazione. Si rese
conto di essere completamente aperta, esposta, priva di ogni difesa, i
sensi ancora offuscati dal piacere appena provato, mentre lui era ancora
vestito e pareva avere tutto perfettamente sottocontrollo.
I suoi occhi scuri la scrutavano intensamente, come se nessun dettaglio
sfuggisse alla loro attenzione. In quel momento avrebbe voluto
fu
solo un istante, un leggero corrugarsi delle sopracciglia nere, ma per
lei fu sufficiente. Era Angel l'uomo che le stava accarezzando i fianchi
in lente carezze aspettando che lei, come aveva fatto in passato, prendesse
ancora una volta l'iniziativa.
"Buffy, forse non dovremmo."
"Stai zitto e baciami."
Con dolcezza abbassò il capo, fino a sfiorare quelle labbra morbide,
che le erano così famigliari.
L'anima, di fronte alla sua espressione smarrita, aveva temuto, e nello
stesso tempo sperato, che lei avesse cambiato idea. Non l'aveva mai desiderata
con tanta intensità, al punto da rasentare il dolore fisico, ma
nei suoi occhi vedeva l'eco delle sue stesse paure.
Se si fosse ribellata, se avesse detto un semplice no, o lo avesse respinto
anche solo con un gesto, lui avrebbe fermato Angelus, anche se con molta
fatica e nulla sarebbe successo. Angelus sarebbe tornato nella sua prigione,
per sempre, e loro
le sopracciglia sul suo viso s'incurvarono e,
come era accaduto una notte di tanti anni prima, ogni suo dubbio si dissolse
nel calore della bocca della donna che amava. Buffy era sua, era stato
il destino a donargliela, nessuno poteva togliergliela!
Non fu un bacio dolce, ma violento e colmo di passione. Angelus non aveva
la virtù della pazienza. Approfittando delle labbra appena socchiuse
di Buffy penetrò in quella cavità calda e umida con prepotenza
per esplorarne ogni recesso con meticolosa cura. Quando ne cercò
le profondità trovò però resistenza. Buffy non intendeva
subire passivamente quell'intrusione così intima. Voleva rispondere
al bacio e con pari violenza lo respinse, fino a quando non fu lei a varcare
la soglia delle labbra di lui, indugiando ad assaporare il fresco contatto
della sua bocca. Fu più una lotta inebriante che uno scambio affettuoso,
una lotta ad armi pari.
Buffy sapeva che avrebbe avuto molti momenti di tenerezza con Angel, in
futuro, come ne aveva avuti in passato. Una volta rinchiuso di nuovo il
demone nella sua prigione Angel sarebbe tornato ad essere il più
dolce degli amanti che sapeva come farla sentire amata, anche con una
sola carezza, un bacio, un abbraccio.
Ora però era il momento di dare sfogo a quelle emozioni profonde
e violente che avevano tormentato per anni le sue notti insonni. I suoi
desideri più inconfessabili stavano diventando realtà, una
realtà che superava ogni sua aspettativa.
Senza preavviso Angelus interruppe il bacio, per sfilarsi la maglietta.
Buffy, ancora ansante e stordita, si appoggiò al suo petto muscoloso,
ora scoperto. Percependo il contatto della pelle liscia le sue mani si
mossero istintivamente in lente carezze.
Ogni volta che lo sfiorava così, anche casualmente, quando c'erano
i vestiti fra loro, si stupiva di quanto fosse rassicurante per lei toccare
quei muscoli solidi, forti, che parevano scolpiti dalla mano di un artista.
Indugiò maliziosamente, con le piccole dita, intorno ai capezzoli
scuri, che spiccavano contro la pelle chiara. Lei non poteva vantare,
con gli uomini, l'esperienza che Angelus aveva con le donne, ma aveva
amato quel corpo per troppo tempo. Almeno alcuni dei suoi segreti li aveva
scoperti, nonostante la sua innocenza.
Angelus, infatti, non riuscì a reprimere un lieve sospiro e le
strinse prontamente le mani fra le proprie per fermarla. Quella ragazzina
era davvero troppo intraprendente! Voleva essere lei a condurre il gioco
evidentemente. L'avrebbe accontentata.
"Se vuoi qualcosa da me dovrai prendertelo da sola!" dichiarò
con un sorriso di sfida.
Buffy liberò le mani dalla sua stretta e lo guardò perplessa.
Non era certa di aver compreso le sue parole.
Lui riprese ad accarezzarle i fianchi, con più energia di prima,
costringendola a premere il ventre contro la stoffa ruvida dei pantaloni.
Sollevò il capo fino a raggiungere i suoi seni. Li baciò,
strofinandovi contro il viso, come se volesse costatarne la morbidezza.
Il gemito di Buffy fu quasi una protesta. L'eccitazione aveva di nuovo
preso possesso del suo corpo e dei suoi pensieri. La tenera pelle della
sua femminilità era sovrastimolata dalle carezze incessanti del
tessuto grezzo mentre i suoi seni ardevano al fresco contatto delle labbra
e del viso di lui.
Le sue dita iniziarono febbrilmente a combattere contro la chiusura dei
pantaloni. Quando finalmente riuscì ad aprirli le costò
un notevole sforzo lasciarlo per il tempo necessario a svestirlo completamente.
Raggiunto il suo scopo, senza pensare, ritornò su di lui, che aveva
assecondato i suoi gesti, senza però prendere iniziative. Con una
mano strinse gentilmente il membro eretto. Si rese conto solo allora delle
sue notevoli dimensioni e una parte di lei ne ebbe timore. A quel punto
non poteva però più fermarsi. Scese lentamente su di lui
e il suo ventre lo accolse con sorprendente facilità.
Il suo gemito fu quasi un urlo. Tutto il loro passato, le lacrime versate,
i sogni infranti, le incertezze, i dubbi che l'avevano tormentata, la
solitudine che aveva riempito la sua vita culminarono in quell'istante.
Erano finalmente uniti, nel corpo come nell'anima. Lui era dentro di lei
e lei lo poteva sentire mentre colmava il suo ventre. Qualcosa si ruppe
dentro di lei. La tensione che per anni aveva accompagnato le sue giornate
e le sue notti era finalmente crollata. Ora era libera.
Angelus era tornato a distendersi. Gli occhi chiusi assaporava il calore,
il pulsare della vita che scorreva intorno a lui, lo racchiudeva, avvolgendolo
completamente. Con il palmo aperto premette contro il ventre teso di lei.
Voleva un'ulteriore conferma della sua presenza dentro di lei.
L'aveva penetrata completamente. Sembrava essere stata creata apposta
per lui. Non c'era alcuno spazio a separarli. Quel corpo, apparentemente
fragile, si era teso al massimo per accoglierlo eppure lei non aveva dimostrato
dolore, ma solo piacere.
Ormai era una parte di lei, e niente avrebbe più potuto separarli,
neppure
.l'anima era ormai oltre ogni pensiero cosciente. C'erano
solo sensazioni, sensazioni dimenticate da tempo infinito: il sapore del
miele, il colore del mare, illuminato dal sole, l'immagine del proprio
viso, riflessa da uno specchio. Erano solo ricordi sbiaditi, contaminati
dal grigiore freddo della morte. Non c'era felicità in essi, ma
speranza e soprattutto un incredibile senso di pace. Aveva finalmente
ritrovato qualcosa che aveva perduto, in una gelida notte, sotto il cielo
dell'Irlanda: il suo destino, il suo amore.
Le difese di Angelus crollarono. Non poteva più reprimere i propri
istinti. Il richiamo della vita in Buffy era troppo forte. Ogni progetto
di vendetta, dominio, conquista si dissolse nella sua mente. Solo la passione
controllava ormai i suoi gesti.
La rovesciò sotto di sé e iniziò a muoversi dentro
di lei immemore di ogni cosa. La sua ossessione era diventata qualcosa
di concreto, reale, che poteva stringere e possedere.
Angel l'avrebbe posseduta con cautela, attendo a non provocarle sofferenza.
Angelus colpiva il suo ventre con violenza, come se con ogni colpo tentasse
di penetrarla più profondamente. Non c'era desiderio di ferire
nei suoi gesti e neppure amore. C'era solo passione, una passione bruciante
che annientava ogni pensiero, ogni consapevolezza. Ad animarlo era la
stessa passione che da forza alla mano dell'amante tradito, mentre spinge
il coltello nel cuore della persona amata, la passione che guida lo scalpello
dell'artista e la penna dello scrittore.
Lei sembrava essere veramente parte di lui. Non dava segni di sofferenza
e non si opponeva alla sua violenza. Assecondava i suoi movimenti con
naturalezza, accogliendolo ogni volta con entusiasmo crescente. I loro
corpi erano in perfetta sincronia, come le loro menti. Era la stessa forza,
la stessa energia, la stessa passione a dirigerli.
Quando il culmine del piacere arrivò li colse contemporaneamente,
devastante e sublime. Rimasero abbracciati per lunghi momenti, i muscoli
contratti nel tentativo di contenere sensazioni troppo forti per essere
espresse. Neppure un gemito uscì dalle loro labbra. Gli occhi spalancati,
si persero uno nello sguardo dell'altro, incapaci di comunicare in altro
modo quello che provavano in quel momento.
Quando l'onda si ritrasse un unico suono turbò la quiete della
stanza.
"Angel!" sospirò Buffy, abbassando le palpebre, con un
sorriso felice sul volto. Non era un richiamo. Lui era lì, con
lei. Aveva sentito la sua presenza quando aveva guardato in quei profondi
occhi scuri. L'amore li aveva illuminati, anche se solo per brevi istanti.
Aveva pronunciato il suo nome nel tentativo di esprimere tutto l'amore
e l'immensa gratitudine che provava in quel momento per il dono che aveva
appena ricevuto.
Con Angelus aveva condiviso la passione, ma era stato Angel a trasformarla,
non in volgare lussuria, ma in nobile e puro amore.
Il suono della sua voce raggiunse l'anima, come una tenera carezza,
donandole la quiete di cui sentiva il bisogno, dopo il tumulto di emozioni
che l'avevano sconvolta.
"Non sono Angel! Sono Angelus!" mormorò il vampiro con
tono irritato, stendendosi al suo fianco. Anche lui era troppo stanco
per discutere.
Non tutto era andato come aveva previsto, ma l'esperienza era comunque
stata esaltante. Non c'erano stati vincitori e vinti, vendicatori e vittime.
Su tutto aveva prevalso la passione.
Le sue parole giunsero ovattate alla coscienza di Buffy, intorpidita
dal sonno incombente. Sollevata dal peso del corpo del compagno, ormai
priva di energie, la Cacciatrice stava gradualmente sprofondando nel sonno,
come una qualsiasi donna i cui desideri siano stati appagati.
Il suo spirito di sopravvivenza tentò invano di risvegliarla. Angelus
non le avrebbe fatto alcun male. Angel l'avrebbe protetta, ne era sicura,
si fidava di lui.
Con il sorriso ancora sulle labbra infine si addormentò.
Il demone rabbrividì sentendo i legami che tornavano a stringersi
intorno a lui.
"No!" si oppose con forza "Non ora!"
"Adesso!" rispose determinata l'anima.
"La notte non è finita. Lei sta dormendo. Non ha bisogno di
te. C'è qualcuno a cui dobbiamo ancora pensare!"
"Va bene." Assentì l'anima.
I legami tornarono ad allentarsi e il demone fu di nuovo libero.
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