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COMMENTO: tutte le decisioni della vita sono non sono altro che il conflitto fra ragione e istinto.
La ragione offre sicurezza e pace, ma è l'istinto a donare le gioie più grandi che illuminano la nostra esistenza.
 

 

Capitolo IX
La decisione
Angel serrò le labbra, gli occhi che brillavano d'ira repressa.
"Lui non è me!" dichiarò con forza. L'ira di Angel non era rivolta contro Buffy, ma solo contro se stesso.
Quella semplice frase esprimeva il dilemma che per decenni l'aveva tormentato, annientandolo fino a condurlo quasi alla pazzia. In essa erano racchiusi tutti i suoi incubi e le sue angosce.
Era stato semplice dirlo, rinnegare il demone che viveva dentro di lui, ponendo un netto limite fra se stesso e il suo passato. Purtroppo la realtà era diversa. I suoi stessi sensi di colpa glielo ricordavano.
Aveva aperto le porte del mondo ad Angelus, permettendogli di penetrarvi, cedendo a Darla. Ora poteva cercare una redenzione, ma era sempre il demone ad animare il suo corpo ormai morto. Niente avrebbe potuto separarli se non…un paletto nel cuore.
La sofferenza che provava trasparì dal suo sguardo.

Buffy percepì la violenza delle sue parole come un'accusa. Avrebbe voluto indignarsi e difendersi, ma non trovò in se stessa la sicurezza per farlo. Un nebuloso pensiero, un vago sentimento, un desiderio che mai avrebbe trovato il coraggio di esprimere nel profondo del suo essere le impedirono di negare, con la dovuta energia, l'accusa che implicitamente Angel le aveva rivolto.
Quando si rese conto che il vampiro aveva parlato più per convincere se stesso che lei, Buffy ne fu sollevata. Non avrebbe avuto bisogno di giustificarsi.
Istintivamente si concentrò sul dolore che il suo compagno stava evidentemente provando e gli si avvicinò, anche se con cautela.
L'attenzione non più incentrata solo su se stessa, ora poteva comprendere il conflitto di cui Angel era vittima, un conflitto antico e senza soluzione. Eppure Angel doveva superarlo e riconquistare il suo consueto equilibrio. Solo così avrebbe potuto valutare lucidamente la proposta di Spike e vedere in essa una speranza per loro.

"Lo so che non è te." mormorò per rassicurarlo "Ma è una parte di quello che sei." Continuò più esitante, incerta su come lui avrebbe reagito. "Dividi con lui non solo il tuo corpo, ma tutta la tua esistenza. Lo hai imprigionato e combatti ogni giorno contro di lui: non puoi negare la sua presenza. Essa traspare continuamente dai tuoi gesti, dai tuoi sguardi e ci sono dei momenti in cui…" Buffy s'interruppe improvvisamente.

Come spesso le accadeva, stava parlando senza riflettere, manifestando semplicemente quello che le dettava il suo cuore. Desiderava placare il tormento evidente nell'uomo che amava, ma anche trovare una soluzione al loro problema. Sapeva che solo affrontando la verità ci sarebbero riusciti, ma c'erano verità che probabilmente era meglio tacere, come quella che, con sconsideratezza, stava per dire.
Era però ormai troppo tardi. Angel non le avrebbe concesso di fermarsi, di tacere. Probabilmente immaginava già quello che lei stava per dire, ma aveva bisogno di sentirlo dalla sua stessa voce per crederci veramente.
Infatti il vampiro decise di non darle tregua.
"Continua!" le ordinò, in tono di sfida. I suoi occhi però esprimevano solo paura.

Buffy fece un passo in dietro, separandosi da lui. Il suo tono freddo l'aveva colpita quasi fisicamente. Sospirò e completò la frase interrotta poco prima, guardandolo negli occhi.
Non poteva pretendere che lui accettasse se stesso, se lei non era in grado di fare altrettanto. Non le era facile fare quell'affermazione, ma non intendeva neppure fuggire dalla realtà di quello che era.
"Ci sono momenti in cui, Angel, io…mi piace quando lui emerge da te in un certo modo."
Angel socchiuse le labbra. Buffy non seppe mai se per lo stupore o nel tentativo di dire qualcosa, perché riprese immediatamente a parlare.
Era mossa dal bisogno di giustificarsi e spiegargli il vero significato delle sue parole, ma soprattutto di chiarire a se stessa quello che veramente provava.

"Non mi fraintendere! Odio quel mostro per quello che è, quello che ha fatto e quello che avrebbe voluto fare. Soprattutto non posso perdonargli il modo con cui continua a torturarti, perfino durante il sonno. Lo detesto! Eppure in lui c'è anche forza, energia, passione. E questo mi attrae."
Deglutì a vuoto, prendendo tempo. Sapeva che quello che stava per dire l'avrebbe ferito ingiustamente, ma si costrinse a finire il discorso. Doveva andare fino in fondo.
"Lui non mi avrebbe lasciata, dicendomi di trovarmi un altro uomo." Mormorò esitante. "Tu l'hai fatto per me, lo so, ma…in quell'occasione avrei voluto che …è difficile da spiegare." Terminò, consapevole dell'iniquità delle sue parole e sconfortata dalla propria incapacità di esprimere quello che provava.

Angel rimase immobile, in silenzio, assorbito dai suoi pensieri. Buffy era riuscita a sconvolgerlo più di Spike!
Aveva sempre dato per scontato che lei potesse provare solo odio per il suo demone, invece...
Si sentì ridicolo per le infinite volte che, con Buffy, aveva frustrato gli impulsi che gli provenivano dalla parte tenebrosa del suo essere. Il timore di spaventarla o peggio, scatenare la sua ira e il suo disprezzo, lo aveva indotto a controllare i suoi gesti, le sue parole, reprimendo una parte di se stesso.
Aveva tentato di essere calmo, pacato, razionale in ogni occasione. Solo in situazioni estreme aveva perso il controllo e aveva provato vergogna, sentendosi colpevole di essere…quello che era. Normalmente, quando percepiva che il suo demone era prossimo ad emergere e influenzare le sue azioni, si era chiuso in se stesso, tacendo, nel timore di dar voce ad emozioni che supponeva lei non gli avrebbe perdonato. Spesso era addirittura fuggito da lei, sparendo per lunghi periodi dalla sua vita, piuttosto che mostrargli la realtà del suo essere un vampiro con un'anima. Non dava mai spiegazioni, quando tornava. Non voleva mentirle e non pensava ci fossero spiegazioni che potesse offrirle senza farle del male.

Perfino nei momenti di passione fra loro era stato continuamente vigile e attento a non turbarla, a non varcare quei limiti che lui stesso di era imposto. L'amava e non avrebbe sopportato di perdere il suo rispetto.
La sua purezza, il suo candore erano un dono prezioso che lei gli offriva con tutto il suo cuore. Aveva il terrore di approfittare di quel dono privandola della sua innocenza senza offrirle in cambio nulla che avesse lo stesso valore.

Ora scopriva che Buffy era più forte di quello che lui aveva supposto. "In fondo è la Cacciatrice.", pensò con un sorriso triste. Lottare faceva parte della sua natura. Non era una creatura fragile e indifesa. Esigeva e meritava rispetto, ma non poteva che apprezzare la forza, che doveva ammettere suo malgrado, gli proveniva dal suo lato oscuro.
Buffy era viva, sincera, onesta con se stessa e il mondo. Glielo aveva appena dimostrato. Affrontava i propri sentimenti con un coraggio che lui non possedeva. La sua esistenza era fatta di passione, una passione che lui aveva sempre negato a se stesso nel timore di non saperla controllare.

Buffy, con il fiato sospeso, osservò i diversi sentimenti alternarsi sul bel viso del vampiro.
Aveva paura che le sue parole avessero aperto fra loro un abisso che non si sarebbe mai colmato.
Angel non sembrava voler replicare, se non dopo aver meditato sulla risposta da darle e quel silenzio, calato fra loro, minacciava di provocarle una crisi di nervi!
Per distrarsi, e calmare l'ansia, si rivolse verso il vampiro biondo, che continuava a sedere sulla poltrona con un sorriso di vittoria sul volto.

Spike aveva sempre saputo che il vero ostacolo, all'attuazione della sua idea, non era Angel, ma Buffy.
Angel desiderava troppo la Cacciatrice per non essere disposto a tutto, pur di averla. Certo, non si sarebbe arreso subito, ma con il tempo sarebbe stato il suo stesso desiderio a convincerlo.
Buffy era una donna. Per lei il sesso era importante, ma in modo diverso. Il fatto che fosse anche la Cacciatrice era un'aggravante. I suoi principi, l'odio che provava per il demone, sarebbero stati un ostacolo forse insormontabile.
Angelus però era ossessionato da lei e Spike aveva intuito che una simile passione non poteva restare completamente senza risposta. Buffy, infatti, era arrivata ad ammettere di esserne in parte attratta. In quel momento il vampiro aveva esultato interiormente: Angelus sarebbe presto tornato!

"Spike, se lui emergesse, non risolveremmo comunque nulla! Angel…dove andrebbe? Non sarebbe come se perdesse di nuovo la sua anima? Posso essere attratta da alcuni aspetti di Angelus, e tollerarne altri, ma….è Angel che amo ed è con lui che voglio fare l'amore. Non permetterei a quel mostro di toccarmi neppure con un dito! Non è lui che voglio!"
Il vampiro sospirò, con aria accondiscendente.
"Angel non perderebbe la sua preziosa anima. Semplicemente lascerebbe per un po' al demone il controllo sul suo corpo, e tu potresti approfittarne." Concluse, con malizia nello sguardo.

"Ha ragione Spike" s'intromise Angel, cogliendo Buffy di sorpresa. "Io….la mia anima, sarebbe sempre legata al corpo, lo stesso corpo con cui tu faresti l'amore." Il suo tono era sommesso, appena un sussurro. Fissava il nulla. Le sue parole, evidentemente, erano rivolte solo a se stesso.
"Condividerei con lui ogni sensazione, gesto e parola e soprattutto…potrei fermarlo in qualsiasi momento. Sono io a dargli la libertà, quindi posso anche togliergliela. In fondo è quello che faccio ogni volta in cui, per difendermi, assumo le sembianze di vampiro.
Uso la sua energia, la sua forza, ma non gli permetto di fare del male anche se …" S'interruppe improvvisamente, guardando Buffy negli occhi.
Aveva dimenticato la sua presenza nella stanza, Spike e tutto il resto del mondo. Per alcuni minuti era stato solo con se stesso e aveva dato voce a quello che veramente provava: il desiderio che il suo sogno si avverasse, che lei potesse essere finalmente sua, senza rischi per lei e per il mondo!

"Angel, se tu vuoi…" mormorò Buffy incerta.
Non era sicura di voler affrontare ancora Angelus, ma se non esistevano altre soluzioni non si sarebbe tirata in dietro.
Nel profondo della sua anima ardeva già una scintilla di eccitazione all'idea di confrontarsi con il demone non più come nemica, ma come amante.
In passato il dolore per la perdita di Angel, proprio quando il loro amore sembrava avere trovato il suo compimento, la sua gioventù e inesperienza avevano influenzato molto i suoi rapporti con quell'essere complesso e contorto, ma anche affascinante. Ora si sentiva più forte, pronta a scontrarsi con lui ad armi pari. Il loro però non sarebbe stato uno scontro!

"Io vorrei…amarti, ma…ho paura." Concluse il vampiro abbassando lo sguardo e deglutendo a vuoto.
Quell'ammissione di debolezza, di fronte alla sua compagna e al suo cucciolo gli era costata molto, ma mentire non sarebbe servito a nulla. La paura era evidente in lui. Spike sicuramente poteva percepirne la presenza senza neppure bisogno di guardarlo e Buffy…lei lo amava e quindi lo avrebbe ancora una volta capito.
Spike, infatti, si limitò ad alzare gli occhi al cielo, esasperato. Fu lei a rispondergli, avvicinandosi, ma senza arrivare a toccarlo. Voleva aiutarlo, non costringerlo a prendere una decisione di cui forse si sarebbe poi pentito.

"Di cosa hai paura? Di lui? E' come se avessi paura di te stesso! Il solo modo di vincere la paura è affrontarla, credo che tu lo sappia meglio di me!"
Buffy sentiva il proprio cuore battere come se fosse impazzito. Angel non era il solo a temere se stesso.
L'ansia la tormentava, all'idea di quello che avrebbe provato fra le braccia del demone. Il suo cuore aveva accelerato i battiti per il desiderio e l'eccitazione, ma non avrebbe saputo dire sinceramente il perché. Stava finalmente per fare l'amore con Angel, come aveva sognato per anni, ma stava anche per scoprire che cosa significasse essere l'amante di Angelus, l'unica persona che nella sua giovane vita avesse mai veramente odiato.

Aveva paura, ma non possedeva l'onestà di Angel. Non poteva ammettere l'origine delle sue angosce neppure con se stessa. Ostentava una sicurezza che non provava, aggrappandosi con tutte le sue forze all'amore che sentiva per l'uomo che le stava di fronte, un amore che non le era mai sembrato prezioso e importante come in quel momento.
Le sue grandi mani si posarono intorno ai suoi fianchi. Prima li strinsero esitanti, poi con sempre maggior forza. Angel sollevò il capo.

Sospeso nel vuoto, Angelus fremeva, cercando di forzare la volontà che lo imprigionava.
Il miraggio di tornare ad esistere, ad agire nel mondo era diventato una possibilità concreta, grazie alle parole di Spike. Se solo quell'ottusa e debole anima avesse avuto più coraggio lui … Buffy, la Cacciatrice, sarebbe stata sua!
Era assurdo! Se l'anima l'avesse liberato sarebbe potuto tornare ad alimentarsi con sangue caldo e vitale, cacciare, combattere e possedere il mondo! Eppure era lei che colmava i suoi pensieri.
La colpa era solo dell'anima. Durante gli anni in cui lo aveva segregato nel profondo del suo essere lui aveva potuto solo rodersi per la frustrazione e l'impotenza, coltivando l'odio per chi lo aveva imprigionato. La sua unica consolazione era stata torturare il proprio carceriere ricordandogli costantemente che lui esisteva e sarebbe esistito sempre, dentro di lui. Aveva sempre goduto nell'infrangere i sogni e le speranze delle persone, togliere loro ogni possibilità di gioia, di fiducia negli altri e nel mondo.

Poi era arrivata lei e l'anima era diventata più forte. Aveva incominciato di nuovo assurdamente a sperare, a credere in qualcosa. Ancora quindicenne lei gli aveva restituito la dignità e l'orgoglio, ma nel farlo si era aperta a lui e quindi anche al suo demone.
Attraverso la sua tanto detestata anima Angelus aveva visto gli occhi di quella fragile e mortale creatura brillare di amore, odio, paura con un'intensità così ardente da destare il suo interesse. Combattere al suo fianco l'aveva scosso dalla noia di un'eternità sempre uguale a se stessa. Il suo coraggio e la sua determinazione l'avevano affascinato. Infine, la notte del suo diciassettesimo compleanno, con la sua candida innocenza lo aveva legato a sé per l'eternità. Era diventata la sua ossessione.

"Non le farai del male!" Il demone controllò l'ira che lo aveva invaso. Il silenzioso messaggio che gli era giunto aveva un inequivocabile tono di comando.
"Non la ucciderò!" Rispose gelidamente.
"Non le farai del male!" Insistette l'anima.
"Va bene." Accondiscese il demone, impaziente di riassaporare la libertà.
"Una sola notte." La determinazione presente in quelle poche parole ricordarono al demone la precarietà della libertà che stava per conquistare. Dalla sua frustrazione scaturì la rabbia.
"Altrimenti?" chiese con sarcastica ironia.
"Altrimenti niente. Ti rinchiuderò di nuovo nel luogo dove ti trovi ora e questa volta…per l'eternità! Sai che posso farlo."
Un brivido di paura percorse il demone. Ora che intravedeva la possibilità di tornare ad esistere, anche se solo per poche ore, la possibilità di vagare nel nulla secoli infiniti gli parve ancora più orribile. Rimpianse di non poter tornare all'Inferno da cui era venuto.
"Ci saranno altre notti?" chiese, cercando di nascondere l'ansia con cui aveva formulato la domanda.
Dopo un lungo silenzio l'anima finalmente rispose.
"Dipende da te...e da lei"

"Ciao amore!" sussurrò il vampiro, con un sorriso ironico, avvicinando il bel viso a quello della ragazza stretta a lui per baciarla.
Il corpo premuto, quasi schiacciato, contro quello imponente del compagno Buffy, sorpresa, non riuscì ad opporsi. La sua bocca fu invasa dal tocco famigliare della sua lingua, che questa volta però più che chiedere sembrava pretendere. Non ebbe il tempo di pensare, riflettere, decidere. Semplicemente lo abbracciò e rispose al bacio per istinto, con tutta se stessa: era fra le braccia dell'unico amore della sua vita. Non aveva scelta.

Angelus non aveva fretta. Aveva vissuto quei momenti infinite volte, nei suoi desideri. Lei, la Cacciatrice, vibrante di vita e di passione, si stava offrendo a lui, di sua spontanea volontà!
Assaporando il sapore dolce della sua bocca, il calore della sua carne pulsante di energia fece scivolare le dita sulla sua carne morbida fino ad afferrarle i glutei. Sollevandola da terra, le premette il ventre contro la sua virilità, che reclamava già di essere appagata.
Sospesa nel nulla, l'anima taceva. Avrebbe voluto assaporare quelle sensazioni, che a lungo avevano turbato i suoi sogni, ma la paura offuscava ogni altra emozione. Le sue labbra, il suo corpo erano stretti a lui, ne percepiva il calore, l'odore, la morbida consistenza. La tentazione di affondare in quell'oceano di piacere era forte, ma i dubbi continuavano a tormentare quello che di umano c'era in lui. Se Buffy avesse sofferto ancora, a causa sua, non sarebbe riuscito a tollerarlo.

Buffy, dimentica di ogni cosa, avvolse le gambe intorno alla vita del compagno, per sostenersi, e si afferrò più saldamente al suo collo, senza interrompere il bacio. Non c'era nulla che gli avrebbe negato in quel momento. Per la prima volta, da tempo infinito, si sentiva libera da vincoli ed inibizioni vicino all'uomo che amava.
A malincuore il vampiro abbandonò le tenere labbra per guardare in volto la compagna. Voleva assaporare la sua vittoria.
"Bentornato!" lo salutò Spike, con ironia. Una luce inconfondibile gli brillava però nello sguardo. Anche in lui c'era paura, ma soffocata dall'impazienza e dall'esultanza!

Quell'interruzione riportò Buffy alla realtà e il rossore le si diffuse sul volto. Angelus lo contemplò soddisfatto e in parte ripagato dall'essere privato della vista del suo sguardo. Buffy aveva gli occhi chiusi e non sembrava intenzionata a riaprirli nell'immediato futuro.
Provava vergogna e imbarazzo per la situazione in cui si trovava.
Aveva solo baciato Angelus e ora era avvinghiata a lui: uno spettacolo innocente per Spike in confronto a quello a cui aveva assistito la notte prima, fra lei e Angel, in quella stessa stanza. Allora però Buffy aveva avuto il controllo di se stessa. Con Angelus aveva ceduto completamente alle sue emozioni.

L'anima gemette. Era così bella, giovane e innocente in quel momento, eppure era anche inequivocabilmente donna, una donna colma di passione. Solo durante la notte del suo diciassettesimo compleanno si era abbandonata così totalmente a lui. Quella notte e …durante i suoi sogni. Provò irritazione verso Spike, che aveva interrotto bruscamente quel momento magico.

"Vattene!" ordinò Angelus, in tono perentorio, compiaciuto nel constatare che una volta tanto l'anima provava i suoi stessi sentimenti. "Con te farò i conti più tardi. Ora ho degli obblighi da assolvere verso la mia ragazza. Non voglio che si lamenti che l'ho trascurata!"
L'ironia evidente nelle sue parole diede a Buffy il coraggio di replicare.
"Lasciami! Non c'è nessun obbligo! Tu sei qui solo perché…" Un nuovo bacio soffocò la sua protesta.

Senza preoccuparsi di controllare se Spike avesse intenzione di eseguire il suo ordine Angelus si diresse verso la camera da letto, portando fra le braccia il suo prezioso fardello con estrema naturalezza, come un trofeo.

 

Essere un Dio o essere un uomo Continua...