Angel serrò
le labbra, gli occhi che brillavano d'ira repressa.
"Lui non è me!" dichiarò con forza. L'ira di Angel
non era rivolta contro Buffy, ma solo contro se stesso.
Quella semplice frase esprimeva il dilemma che per decenni l'aveva tormentato,
annientandolo fino a condurlo quasi alla pazzia. In essa erano racchiusi
tutti i suoi incubi e le sue angosce.
Era stato semplice dirlo, rinnegare il demone che viveva dentro di lui,
ponendo un netto limite fra se stesso e il suo passato. Purtroppo la realtà
era diversa. I suoi stessi sensi di colpa glielo ricordavano.
Aveva aperto le porte del mondo ad Angelus, permettendogli di penetrarvi,
cedendo a Darla. Ora poteva cercare una redenzione, ma era sempre il demone
ad animare il suo corpo ormai morto. Niente avrebbe potuto separarli se
non
un paletto nel cuore.
La sofferenza che provava trasparì dal suo sguardo.
Buffy percepì la violenza delle sue parole come un'accusa. Avrebbe
voluto indignarsi e difendersi, ma non trovò in se stessa la sicurezza
per farlo. Un nebuloso pensiero, un vago sentimento, un desiderio che
mai avrebbe trovato il coraggio di esprimere nel profondo del suo essere
le impedirono di negare, con la dovuta energia, l'accusa che implicitamente
Angel le aveva rivolto.
Quando si rese conto che il vampiro aveva parlato più per convincere
se stesso che lei, Buffy ne fu sollevata. Non avrebbe avuto bisogno di
giustificarsi.
Istintivamente si concentrò sul dolore che il suo compagno stava
evidentemente provando e gli si avvicinò, anche se con cautela.
L'attenzione non più incentrata solo su se stessa, ora poteva comprendere
il conflitto di cui Angel era vittima, un conflitto antico e senza soluzione.
Eppure Angel doveva superarlo e riconquistare il suo consueto equilibrio.
Solo così avrebbe potuto valutare lucidamente la proposta di Spike
e vedere in essa una speranza per loro.
"Lo so che non è te." mormorò per rassicurarlo
"Ma è una parte di quello che sei." Continuò più
esitante, incerta su come lui avrebbe reagito. "Dividi con lui non
solo il tuo corpo, ma tutta la tua esistenza. Lo hai imprigionato e combatti
ogni giorno contro di lui: non puoi negare la sua presenza. Essa traspare
continuamente dai tuoi gesti, dai tuoi sguardi e ci sono dei momenti in
cui
" Buffy s'interruppe improvvisamente.
Come spesso le accadeva, stava parlando senza riflettere, manifestando
semplicemente quello che le dettava il suo cuore. Desiderava placare il
tormento evidente nell'uomo che amava, ma anche trovare una soluzione
al loro problema. Sapeva che solo affrontando la verità ci sarebbero
riusciti, ma c'erano verità che probabilmente era meglio tacere,
come quella che, con sconsideratezza, stava per dire.
Era però ormai troppo tardi. Angel non le avrebbe concesso di fermarsi,
di tacere. Probabilmente immaginava già quello che lei stava per
dire, ma aveva bisogno di sentirlo dalla sua stessa voce per crederci
veramente.
Infatti il vampiro decise di non darle tregua.
"Continua!" le ordinò, in tono di sfida. I suoi occhi
però esprimevano solo paura.
Buffy fece un passo in dietro, separandosi da lui. Il suo tono freddo
l'aveva colpita quasi fisicamente. Sospirò e completò la
frase interrotta poco prima, guardandolo negli occhi.
Non poteva pretendere che lui accettasse se stesso, se lei non era in
grado di fare altrettanto. Non le era facile fare quell'affermazione,
ma non intendeva neppure fuggire dalla realtà di quello che era.
"Ci sono momenti in cui, Angel, io
mi piace quando lui emerge
da te in un certo modo."
Angel socchiuse le labbra. Buffy non seppe mai se per lo stupore o nel
tentativo di dire qualcosa, perché riprese immediatamente a parlare.
Era mossa dal bisogno di giustificarsi e spiegargli il vero significato
delle sue parole, ma soprattutto di chiarire a se stessa quello che veramente
provava.
"Non mi fraintendere! Odio quel mostro per quello che è,
quello che ha fatto e quello che avrebbe voluto fare. Soprattutto non
posso perdonargli il modo con cui continua a torturarti, perfino durante
il sonno. Lo detesto! Eppure in lui c'è anche forza, energia, passione.
E questo mi attrae."
Deglutì a vuoto, prendendo tempo. Sapeva che quello che stava per
dire l'avrebbe ferito ingiustamente, ma si costrinse a finire il discorso.
Doveva andare fino in fondo.
"Lui non mi avrebbe lasciata, dicendomi di trovarmi un altro uomo."
Mormorò esitante. "Tu l'hai fatto per me, lo so, ma
in
quell'occasione avrei voluto che
è difficile da spiegare."
Terminò, consapevole dell'iniquità delle sue parole e sconfortata
dalla propria incapacità di esprimere quello che provava.
Angel rimase immobile, in silenzio, assorbito dai suoi pensieri. Buffy
era riuscita a sconvolgerlo più di Spike!
Aveva sempre dato per scontato che lei potesse provare solo odio per il
suo demone, invece...
Si sentì ridicolo per le infinite volte che, con Buffy, aveva frustrato
gli impulsi che gli provenivano dalla parte tenebrosa del suo essere.
Il timore di spaventarla o peggio, scatenare la sua ira e il suo disprezzo,
lo aveva indotto a controllare i suoi gesti, le sue parole, reprimendo
una parte di se stesso.
Aveva tentato di essere calmo, pacato, razionale in ogni occasione. Solo
in situazioni estreme aveva perso il controllo e aveva provato vergogna,
sentendosi colpevole di essere
quello che era. Normalmente, quando
percepiva che il suo demone era prossimo ad emergere e influenzare le
sue azioni, si era chiuso in se stesso, tacendo, nel timore di dar voce
ad emozioni che supponeva lei non gli avrebbe perdonato. Spesso era addirittura
fuggito da lei, sparendo per lunghi periodi dalla sua vita, piuttosto
che mostrargli la realtà del suo essere un vampiro con un'anima.
Non dava mai spiegazioni, quando tornava. Non voleva mentirle e non pensava
ci fossero spiegazioni che potesse offrirle senza farle del male.
Perfino nei momenti di passione fra loro era stato continuamente vigile
e attento a non turbarla, a non varcare quei limiti che lui stesso di
era imposto. L'amava e non avrebbe sopportato di perdere il suo rispetto.
La sua purezza, il suo candore erano un dono prezioso che lei gli offriva
con tutto il suo cuore. Aveva il terrore di approfittare di quel dono
privandola della sua innocenza senza offrirle in cambio nulla che avesse
lo stesso valore.
Ora scopriva che Buffy era più forte di quello che lui aveva supposto.
"In fondo è la Cacciatrice.", pensò con un sorriso
triste. Lottare faceva parte della sua natura. Non era una creatura fragile
e indifesa. Esigeva e meritava rispetto, ma non poteva che apprezzare
la forza, che doveva ammettere suo malgrado, gli proveniva dal suo lato
oscuro.
Buffy era viva, sincera, onesta con se stessa e il mondo. Glielo aveva
appena dimostrato. Affrontava i propri sentimenti con un coraggio che
lui non possedeva. La sua esistenza era fatta di passione, una passione
che lui aveva sempre negato a se stesso nel timore di non saperla controllare.
Buffy, con il fiato sospeso, osservò i diversi sentimenti alternarsi
sul bel viso del vampiro.
Aveva paura che le sue parole avessero aperto fra loro un abisso che non
si sarebbe mai colmato.
Angel non sembrava voler replicare, se non dopo aver meditato sulla risposta
da darle e quel silenzio, calato fra loro, minacciava di provocarle una
crisi di nervi!
Per distrarsi, e calmare l'ansia, si rivolse verso il vampiro biondo,
che continuava a sedere sulla poltrona con un sorriso di vittoria sul
volto.
Spike aveva sempre saputo che il vero ostacolo, all'attuazione della
sua idea, non era Angel, ma Buffy.
Angel desiderava troppo la Cacciatrice per non essere disposto a tutto,
pur di averla. Certo, non si sarebbe arreso subito, ma con il tempo sarebbe
stato il suo stesso desiderio a convincerlo.
Buffy era una donna. Per lei il sesso era importante, ma in modo diverso.
Il fatto che fosse anche la Cacciatrice era un'aggravante. I suoi principi,
l'odio che provava per il demone, sarebbero stati un ostacolo forse insormontabile.
Angelus però era ossessionato da lei e Spike aveva intuito che
una simile passione non poteva restare completamente senza risposta. Buffy,
infatti, era arrivata ad ammettere di esserne in parte attratta. In quel
momento il vampiro aveva esultato interiormente: Angelus sarebbe presto
tornato!
"Spike, se lui emergesse, non risolveremmo comunque nulla! Angel
dove
andrebbe? Non sarebbe come se perdesse di nuovo la sua anima? Posso essere
attratta da alcuni aspetti di Angelus, e tollerarne altri, ma
.è
Angel che amo ed è con lui che voglio fare l'amore. Non permetterei
a quel mostro di toccarmi neppure con un dito! Non è lui che voglio!"
Il vampiro sospirò, con aria accondiscendente.
"Angel non perderebbe la sua preziosa anima. Semplicemente lascerebbe
per un po' al demone il controllo sul suo corpo, e tu potresti approfittarne."
Concluse, con malizia nello sguardo.
"Ha ragione Spike" s'intromise Angel, cogliendo Buffy di sorpresa.
"Io
.la mia anima, sarebbe sempre legata al corpo, lo stesso
corpo con cui tu faresti l'amore." Il suo tono era sommesso, appena
un sussurro. Fissava il nulla. Le sue parole, evidentemente, erano rivolte
solo a se stesso.
"Condividerei con lui ogni sensazione, gesto e parola e soprattutto
potrei
fermarlo in qualsiasi momento. Sono io a dargli la libertà, quindi
posso anche togliergliela. In fondo è quello che faccio ogni volta
in cui, per difendermi, assumo le sembianze di vampiro.
Uso la sua energia, la sua forza, ma non gli permetto di fare del male
anche se
" S'interruppe improvvisamente, guardando Buffy negli
occhi.
Aveva dimenticato la sua presenza nella stanza, Spike e tutto il resto
del mondo. Per alcuni minuti era stato solo con se stesso e aveva dato
voce a quello che veramente provava: il desiderio che il suo sogno si
avverasse, che lei potesse essere finalmente sua, senza rischi per lei
e per il mondo!
"Angel, se tu vuoi
" mormorò Buffy incerta.
Non era sicura di voler affrontare ancora Angelus, ma se non esistevano
altre soluzioni non si sarebbe tirata in dietro.
Nel profondo della sua anima ardeva già una scintilla di eccitazione
all'idea di confrontarsi con il demone non più come nemica, ma
come amante.
In passato il dolore per la perdita di Angel, proprio quando il loro amore
sembrava avere trovato il suo compimento, la sua gioventù e inesperienza
avevano influenzato molto i suoi rapporti con quell'essere complesso e
contorto, ma anche affascinante. Ora si sentiva più forte, pronta
a scontrarsi con lui ad armi pari. Il loro però non sarebbe stato
uno scontro!
"Io vorrei
amarti, ma
ho paura." Concluse il vampiro
abbassando lo sguardo e deglutendo a vuoto.
Quell'ammissione di debolezza, di fronte alla sua compagna e al suo cucciolo
gli era costata molto, ma mentire non sarebbe servito a nulla. La paura
era evidente in lui. Spike sicuramente poteva percepirne la presenza senza
neppure bisogno di guardarlo e Buffy
lei lo amava e quindi lo avrebbe
ancora una volta capito.
Spike, infatti, si limitò ad alzare gli occhi al cielo, esasperato.
Fu lei a rispondergli, avvicinandosi, ma senza arrivare a toccarlo. Voleva
aiutarlo, non costringerlo a prendere una decisione di cui forse si sarebbe
poi pentito.
"Di cosa hai paura? Di lui? E' come se avessi paura di te stesso!
Il solo modo di vincere la paura è affrontarla, credo che tu lo
sappia meglio di me!"
Buffy sentiva il proprio cuore battere come se fosse impazzito. Angel
non era il solo a temere se stesso.
L'ansia la tormentava, all'idea di quello che avrebbe provato fra le braccia
del demone. Il suo cuore aveva accelerato i battiti per il desiderio e
l'eccitazione, ma non avrebbe saputo dire sinceramente il perché.
Stava finalmente per fare l'amore con Angel, come aveva sognato per anni,
ma stava anche per scoprire che cosa significasse essere l'amante di Angelus,
l'unica persona che nella sua giovane vita avesse mai veramente odiato.
Aveva paura, ma non possedeva l'onestà di Angel. Non poteva ammettere
l'origine delle sue angosce neppure con se stessa. Ostentava una sicurezza
che non provava, aggrappandosi con tutte le sue forze all'amore che sentiva
per l'uomo che le stava di fronte, un amore che non le era mai sembrato
prezioso e importante come in quel momento.
Le sue grandi mani si posarono intorno ai suoi fianchi. Prima li strinsero
esitanti, poi con sempre maggior forza. Angel sollevò il capo.
Sospeso nel vuoto, Angelus fremeva, cercando di forzare la volontà
che lo imprigionava.
Il miraggio di tornare ad esistere, ad agire nel mondo era diventato una
possibilità concreta, grazie alle parole di Spike. Se solo quell'ottusa
e debole anima avesse avuto più coraggio lui
Buffy, la Cacciatrice,
sarebbe stata sua!
Era assurdo! Se l'anima l'avesse liberato sarebbe potuto tornare ad alimentarsi
con sangue caldo e vitale, cacciare, combattere e possedere il mondo!
Eppure era lei che colmava i suoi pensieri.
La colpa era solo dell'anima. Durante gli anni in cui lo aveva segregato
nel profondo del suo essere lui aveva potuto solo rodersi per la frustrazione
e l'impotenza, coltivando l'odio per chi lo aveva imprigionato. La sua
unica consolazione era stata torturare il proprio carceriere ricordandogli
costantemente che lui esisteva e sarebbe esistito sempre, dentro di lui.
Aveva sempre goduto nell'infrangere i sogni e le speranze delle persone,
togliere loro ogni possibilità di gioia, di fiducia negli altri
e nel mondo.
Poi era arrivata lei e l'anima era diventata più forte. Aveva
incominciato di nuovo assurdamente a sperare, a credere in qualcosa. Ancora
quindicenne lei gli aveva restituito la dignità e l'orgoglio, ma
nel farlo si era aperta a lui e quindi anche al suo demone.
Attraverso la sua tanto detestata anima Angelus aveva visto gli occhi
di quella fragile e mortale creatura brillare di amore, odio, paura con
un'intensità così ardente da destare il suo interesse. Combattere
al suo fianco l'aveva scosso dalla noia di un'eternità sempre uguale
a se stessa. Il suo coraggio e la sua determinazione l'avevano affascinato.
Infine, la notte del suo diciassettesimo compleanno, con la sua candida
innocenza lo aveva legato a sé per l'eternità. Era diventata
la sua ossessione.
"Non le farai del male!" Il demone controllò l'ira che
lo aveva invaso. Il silenzioso messaggio che gli era giunto aveva un inequivocabile
tono di comando.
"Non la ucciderò!" Rispose gelidamente.
"Non le farai del male!" Insistette l'anima.
"Va bene." Accondiscese il demone, impaziente di riassaporare
la libertà.
"Una sola notte." La determinazione presente in quelle poche
parole ricordarono al demone la precarietà della libertà
che stava per conquistare. Dalla sua frustrazione scaturì la rabbia.
"Altrimenti?" chiese con sarcastica ironia.
"Altrimenti niente. Ti rinchiuderò di nuovo nel luogo dove
ti trovi ora e questa volta
per l'eternità! Sai che posso
farlo."
Un brivido di paura percorse il demone. Ora che intravedeva la possibilità
di tornare ad esistere, anche se solo per poche ore, la possibilità
di vagare nel nulla secoli infiniti gli parve ancora più orribile.
Rimpianse di non poter tornare all'Inferno da cui era venuto.
"Ci saranno altre notti?" chiese, cercando di nascondere l'ansia
con cui aveva formulato la domanda.
Dopo un lungo silenzio l'anima finalmente rispose.
"Dipende da te...e da lei"
"Ciao amore!" sussurrò il vampiro, con un sorriso ironico,
avvicinando il bel viso a quello della ragazza stretta a lui per baciarla.
Il corpo premuto, quasi schiacciato, contro quello imponente del compagno
Buffy, sorpresa, non riuscì ad opporsi. La sua bocca fu invasa
dal tocco famigliare della sua lingua, che questa volta però più
che chiedere sembrava pretendere. Non ebbe il tempo di pensare, riflettere,
decidere. Semplicemente lo abbracciò e rispose al bacio per istinto,
con tutta se stessa: era fra le braccia dell'unico amore della sua vita.
Non aveva scelta.
Angelus non aveva fretta. Aveva vissuto quei momenti infinite volte,
nei suoi desideri. Lei, la Cacciatrice, vibrante di vita e di passione,
si stava offrendo a lui, di sua spontanea volontà!
Assaporando il sapore dolce della sua bocca, il calore della sua carne
pulsante di energia fece scivolare le dita sulla sua carne morbida fino
ad afferrarle i glutei. Sollevandola da terra, le premette il ventre contro
la sua virilità, che reclamava già di essere appagata.
Sospesa nel nulla, l'anima taceva. Avrebbe voluto assaporare quelle sensazioni,
che a lungo avevano turbato i suoi sogni, ma la paura offuscava ogni altra
emozione. Le sue labbra, il suo corpo erano stretti a lui, ne percepiva
il calore, l'odore, la morbida consistenza. La tentazione di affondare
in quell'oceano di piacere era forte, ma i dubbi continuavano a tormentare
quello che di umano c'era in lui. Se Buffy avesse sofferto ancora, a causa
sua, non sarebbe riuscito a tollerarlo.
Buffy, dimentica di ogni cosa, avvolse le gambe intorno alla vita del
compagno, per sostenersi, e si afferrò più saldamente al
suo collo, senza interrompere il bacio. Non c'era nulla che gli avrebbe
negato in quel momento. Per la prima volta, da tempo infinito, si sentiva
libera da vincoli ed inibizioni vicino all'uomo che amava.
A malincuore il vampiro abbandonò le tenere labbra per guardare
in volto la compagna. Voleva assaporare la sua vittoria.
"Bentornato!" lo salutò Spike, con ironia. Una luce inconfondibile
gli brillava però nello sguardo. Anche in lui c'era paura, ma soffocata
dall'impazienza e dall'esultanza!
Quell'interruzione riportò Buffy alla realtà e il rossore
le si diffuse sul volto. Angelus lo contemplò soddisfatto e in
parte ripagato dall'essere privato della vista del suo sguardo. Buffy
aveva gli occhi chiusi e non sembrava intenzionata a riaprirli nell'immediato
futuro.
Provava vergogna e imbarazzo per la situazione in cui si trovava.
Aveva solo baciato Angelus e ora era avvinghiata a lui: uno spettacolo
innocente per Spike in confronto a quello a cui aveva assistito la notte
prima, fra lei e Angel, in quella stessa stanza. Allora però Buffy
aveva avuto il controllo di se stessa. Con Angelus aveva ceduto completamente
alle sue emozioni.
L'anima gemette. Era così bella, giovane e innocente in quel momento,
eppure era anche inequivocabilmente donna, una donna colma di passione.
Solo durante la notte del suo diciassettesimo compleanno si era abbandonata
così totalmente a lui. Quella notte e
durante i suoi sogni.
Provò irritazione verso Spike, che aveva interrotto bruscamente
quel momento magico.
"Vattene!" ordinò Angelus, in tono perentorio, compiaciuto
nel constatare che una volta tanto l'anima provava i suoi stessi sentimenti.
"Con te farò i conti più tardi. Ora ho degli obblighi
da assolvere verso la mia ragazza. Non voglio che si lamenti che l'ho
trascurata!"
L'ironia evidente nelle sue parole diede a Buffy il coraggio di replicare.
"Lasciami! Non c'è nessun obbligo! Tu sei qui solo perché
"
Un nuovo bacio soffocò la sua protesta.
Senza preoccuparsi di controllare se Spike avesse intenzione di eseguire
il suo ordine Angelus si diresse verso la camera da letto, portando fra
le braccia il suo prezioso fardello con estrema naturalezza, come un trofeo.
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