Angel frenò l'impellente desiderio che provava di afferrare
la scatola di popcorn che Buffy aveva in mano per scaraventarla sugli
ignari spettatori seduti davanti a loro.
Lei continuava a mangiare, completamente ignara dei sentimenti che si
agitavano dentro di lui.
Era sicura di sè, della sua capacità di mentirgli. Probabilmente
lo riteneva tanto stupido o tanto innamorato da non comprendere quello
che stava accadendo. In effetti non aveva torto. Se non fosse stato per
un puro caso lui non si sarebbe accorto di nulla.
Il vampiro maledì con tutte le sue forze il destino che gli aveva
sbattuto in faccia la verità in modo tanto doloroso quando inequivocabile.
In fondo era grato del fatto che Buffy non sospettasse che lui sapeva.
Gli era costata una fatica terribile conversare tranquillamente con Willow
e Tara senza lasciar trasparire i sentimenti che provava.
Si era ripromesso di agire con logica, cercando di fare la cosa migliore
per entrambi, ma tutto il suo essere protestava contro l'inerzia a cui
si era volontariamente costretto.
Provò l'impulso di alzarsi e uscire dalla sala senza una spiegazione.
Tornare a Los Angeles, nella sua stanza solitaria dove avrebbe potuto
pensare tranquillamente, ponderare le diverse possibilità ...come
aveva fatto inutilmente per quelle due settimane.
Non poteva continuare a rimandare all'infinito. Buffy non glielo avrebbe
permesso, ma soprattutto non sarebbe servito a cambiare la realtà,
quella realtà che detestava ammettere.
Durante quelle notti eterne e quelle giornate insonni la tentazione di
rispondere al richiamo del telefono, che aveva continuato a squillare,
era stata forte. Non poteva però farlo, non prima di aver preso
una decisione. Infine, dopo lunghe ore angosciose in cui aveva continuato
a porsi domande di cui conosceva benissimo le risposte, aveva deciso.
A indurlo a farlo non erano state le pressanti richieste di spiegazioni
di Cordelia, sempre rimaste inevase, e neppure la consapevolezza del tempo
che passava. Lui aveva tempo, aveva tutta l'eternità per soffrire.
A smuoverlo dall'apatia e dalla disperazione in cui era crollato era
stato il doloroso bisogno che aveva di lei. Era costantemente davanti
ai suoi occhi bella, luminosa, sprizzante energia e gioia di esistere.
Era la donna che amava più della sua stessa vita, la donna che
era la sua vita, la donna che...lo tradiva.
Buffy aveva un altro. L'aveva scoperto accidentalmente, ma senza possibilità
di dubbio. Il discreto involucro di plastica che gli era scivolato fra
le dita, mentre cercava il biglietto da visita che lei gli aveva chiesto,
era una chiara denuncia.
Per quale altro motivo Buffy avrebbe dovuto tenere un preservativo nel
portafoglio? Non certo per usarlo con lui! Non avevano bisogno di prendere
simili precauzioni, pensò per l'ennesima volta il vampiro con una
fitta di dolore.
Era crudele ed umiliante scoprire il suo tradimento proprio attraverso
quel piccolo, insignificante oggetto. Forse sarebbe stato più facile
per lui se si fosse trattato di un messaggio d'amore diretto ad un altro.
Almeno avrebbe potuto confrontarsi con il rivale su un piano di parità.
Quell'anonimo pezzo di plastica invece gli aveva tolto bruscamente ogni
illusione ricordandogli i suoi limiti, quello che lo distingueva dall'essere
umano che avrebbe voluto essere per lei.
In realtà Buffy avrebbe potuto avere più di un amante.
Quella considerazione suscitò in lui un'ondata di rabbia e gelosia.
Tentò disperatamente di ritrovare il controllo delle proprie emozioni.
Lei non era il tipo di donna che ha rapporti occasionali. Di questo almeno
era certo. Inoltre era abbastanza obiettivo con se stesso per riconoscere
che, anche se facevano l'amore meno spesso di quanto lui avrebbe desiderato,
Buffy su quel piano non aveva motivo di essere insoddisfatta.
Doveva essere un uomo solo e molto importante per lei...doveva essere
importante. Rifiutava di credere che lei potesse infliggergli una simile
sofferenza per una semplice sbandata.
Nel buio della sua stanza Angel si era perfino chiesto se era giusto parlare
di tradimento nel loro caso.
Buffy si era innamorata di un uomo che l'avrebbe sposata, offrendole
una casa, una famiglia, la possibilità di avere dei figli e tutto
quanto una donna può desiderare. Avrebbe vissuto alla luce del
sole senza che alcuna nube offuscasse la sua esistenza.
Era lui l'altro, legato da vincoli che non avrebbe mai potuto sciogliere,
incapace di renderla felice come sarebbe stato suo dovere fare.
Buffy probabilmente avrebbe voluto lasciarlo, da chissà quanto
tempo. Aveva però preferito mentirgli perchè provava pietà
per lui, si sentiva responsabile della sua serenità, non aveva
il coraggio di lasciarlo solo. Lei era buona, troppo buona e per un malriposto
senso del dovere era costretta a tradire l'uomo che amava veramente.
Il vampiro strinse le labbra ed emise un sospiro così lieve che
la sua compagna, seduta accanto a lui non lo udì.
Sentiva l'umiliazione scorrere come acido sulla ferita del suo orgoglio
e trasformarsi in rabbia. Una rabbia ingiusta, ma non per questo meno
amara. Da quanto tempo lei fingeva? Quante volte aveva fatto l'amore con
lui pensando all'altro? In quale istante i suoi sorrisi, le sue carezze,
i suoi abbracci erano diventati non più atti d'amore, ma frutto
della compassione?
Aveva sempre saputo che prima o poi sarebbe accaduto. Era stato per anni
il suo peggior incubo, e ora...
Il tocco della piccola mano sulla sua lo distrasse da quei cupi pensieri.
La sua pelle era calda. Poteva percepire lo scorrere del sangue sotto
la pelle sottile, il battito della vita. Non riuscì a impedirsi
di stringere le esili dita con più forza di quanto avrebbe dovuto.
Buffy però accettò la sua stretta senza tentare di sottrarre
le dita.
Ancora una volta si stava afferrando a lei per non annegare nello sconforto,
ma questa volta lei non poteva salvarlo. Avrebbe dovuto aprire le dita
e lasciarla andare lontano da lui, verso il suo destino, un destino di
luce e di speranza. Lui sarebbe rimasto nel buio...solo per sempre. Non
ci sarebbe stata un'altra Buffy ...mai più.
Era venuto a Sunnydale per questo. Avrebbe potuto semplicemente sparire
nel nulla da cui era venuto una sera, tanti anni prima, in un vicolo deserto.
Buffy però lo avrebbe cercato, si sarebbe preoccupata e soprattutto
avrebbe vissuto nell'attesa che lui apparisse di nuovo nella sua vita.
Era dovuto tornare per porre definitivamente una fine alla loro storia,
una storia che forse non avrebbe mai dovuto iniziare e che ora non aveva
più motivo di esistere.
Le aveva proposto un film per poterle stare ancora vicino qualche
ora, poter godere della sua presenza senza parlare, senza dover affrontare
l'amara realtà della fine del loro amore. Era però stato
un duplice errore. L'ira che ribolliva dentro di lui amareggiava ogni
istante di quella serata, ma soprattutto vederla ancora l'aveva costretto
ad ammettere che non era più in grado di lasciarla come aveva fatto
un tempo.
Allora poteva solo immaginare quello a cui stava rinunciando. Ora la sapeva
con sicurezza, fin nel più piccolo dettaglio. Non avrebbe più
sentito il tepore della pelle di lei contro il suo corpo freddo durante
la notte, il ritmo tranquillo del suo respiro non avrebbe più cullato
i suoi sonni scacciando ogni incubo, non avrebbe più incontrato
il suo sguardo assonnato, innocente come quello di un bambino, al risveglio.
Forse, prima o poi, ci sarebbero state altre donne, ma con nessuna di
loro avrebbe più provato l'estasi che solo l'amore di lei aveva
saputo offrirgli.
Nella sala quasi deserta, immersa nell'oscurità, Angel si arrese
alla propria debolezza. Avrebbe chiuso gli occhi, fatto tacere il suo
orgoglio e sarebbe rimasto...almeno fino a quando non sarebbe stata lei
ad escluderlo dalla sua vita.
Stava approfittando della sua pietà e si sentì in colpa
per questo. Era un vigliacco forse, ma l'amava troppo per lasciarla.
Buffy si sentì rassicurata dall'energia con cui lui le aveva
stretto la mano. Evidentemente non era lontano da lei quanto sembrava.
Tornando a casa avrebbe trovato il modo di indurlo a parlare e tutto si
sarebbe risolto, pensò fiduciosa.
Le luce si accesero. Il film era finito. Senza dire nulla entrambi si
alzarono e Angel gentilmente aiutò la compagna a infilarsi la giacca.
Insieme uscirono e s'incamminarono per la strada affollata.
Camminando al suo fianco, per colmare il silenzio del compagno, Buffy
iniziò a parlare di cose senza importanza. Angel rispondeva a monosillabi,
senza mai voltarsi a guardarla.
Avevano percorso metà della strada e il muro eretto da Angel fra
loro non mostrava ancora nessun'incrinatura. Buffy, esasperata dalla propria
incapacità di infrangerlo, fu tentata di spingere il vampiro contro
un muro e costringerlo con la violenza a darle delle spiegazioni. A trattenerla
non fu il buon senso, ma un'inconscia, profonda paura. Il suo istinto
le diceva che stava vivendo un momento critico, che avrebbe potuto essere
determinante per il suo futuro. Qualsiasi suo gesto o parola potevano
scatenare conseguenze imprevedibili.
Finalmente giunsero a casa. Quando varcarono la porta Buffy emise
un sospiro di sollievo. Era stata una serata estenuante. Si diresse decisa
verso la camera da letto, impaziente di spogliarsi, spegnere le luci,
e lasciare che le forti braccia di lui la stringessero, scacciando tutti
i suoi dubbi e le sue paure. Se lei e Angel avevano a volte difficoltà
a comunicare con le parole, i loro corpi erano sempre in perfetta sintonia.
Era attraverso di essi che riuscivano spesso a trasmettere uno all'altro
i loro sentimenti più profondi e nascosti, che nessuna parola poteva
esprimere.
La stretta ferrea della mano di lui su un suo braccio però la trattenne
bruscamente. In un istante sentì il proprio corpo premuto contro
quello possente del compagno. Dischiuse arrendevole le labbra sotto la
pressione dalla bocca di lui.
Angel la baciò con trasporto. Voleva perdersi in lei, nel suo calore,
nella dolce sensazione di pace e sicurezza che sapeva trasmettergli il
suo meraviglioso corpo stretto a lui. Aveva bisogno delle sue carezze
per potersi illudere che lei lo amava ancora. Sarebbe stato solo per poche
ore, una notte forse, ma...sarebbe stata ancora sua, la sua donna, la
sua compagna, la sua vita.
Buffy rispose al bacio con entusiasmo, piacevolmente sorpresa. Quell'improvviso
cambiamento d'umore del compagno aveva dissolto tutte le sue angosce.
Era da quando si erano rivisti che desiderava essere abbracciata, toccata,
stretta da lui così come stava facendo ora.
Angel la sollevò da terra e lei istintivamente gli avvolse le gambe
intorno alla vita. Completamente assorta nelle eccitanti sensazioni che
dalla sua bocca si propagavano in tutto il suo corpo non si accorse che
lui si stava muovendo, fino a che non sentì il materasso cedere
sotto il loro peso.
Angel iniziò affannosamente a toglierle i vestiti. Aveva paura
di fermarsi perchè se lo avesse fatto avrebbe ricordato che c'era
un altro che lei baciava con altrettanta passione, un altro a cui lei
si offriva non per pietà, ma per amore.
Il suo orgoglio avrebbe allora rotto gli argini costruiti con dolore dal
profondo amore che provava per lei. L'ira avrebbe prevalso e l'avrebbe
persa...per sempre.
Una crudele voce interiore, gelida come il vento che soffia sui ghiacciai
innevati, gli ricordò che l'aveva già persa comunque, in
ogni caso, ma lui la zittì con violenza. Quella notte non voleva
ascoltare la ragione, ma solo il suo cuore.
Il rumore stridente della sua maglietta che si lacerava riportò
bruscamente Buffy alla realtà. L'ansia e la preoccupazione che
aveva vissuto prima che lui la baciasse tornarono a turbarla.
I suoi amplessi con Angel in passato erano stati spesso appassionati,
ma mai fino a quel punto. Poteva essere stato un incidente, ma il reggiseno
seguì immediatamente lo stesso destino della maglietta. L'avidità
con cui la bocca di lui s'impossessò dei suoi seni, ora scoperti,
le scatenò un brivido lungo la schiena, un brivido di piacere,
ma anche di paura.
Confusa e preoccupata, nel tentativo di calmare il compagno, Buffy gli
accarezzò il capo e la nuca, ma il suo gesto servì solo
ad accrescere la frenesia delle sue carezze.
Pensieri sconnessi vorticavano nella mente del vampiro: "Se solo
potessi farle sentire quanto la amo...non m'importa se c'è un altro
nella sua vita... non posso rinunciare a vederla sorridere come questa
sera, ascoltarla, abbracciarla...non posso rinunciare a questo!"
Pensò, affondando il viso nell'incavo del collo di lei. La disperazione
e la paura di perderla amplificavano ogni sua sensazione. Buffy non gli
era mai parsa così attraente, dolce, unica come quella sera.
Lei ormai non indossava più nulla. La sua pelle era liscia e morbida
sotto le sue dita. Angel non si rese conto di essere ancora completamente
vestito. Era concentrato unicamente sulla magnifica creatura che giaceva
sotto di lui e che minacciava di sfuggirgli.
Voleva trattenerla, doveva farlo. La sua sopravvivenza dipendeva da questo,
ma non sapeva come impedirle di allontanarsi, di abbandonarlo.
L'eccitante contatto del tessuto ruvido contro la pelle distrasse
Buffy dalle sue preoccupazioni. Emise un involontario gemito un piacere
inarcandosi contro il pesante corpo steso su di lei.
Un istante dopo un acuto dolore al ventre le disse che lui stava entrando
dentro di lei.
"Angel no! Lasciami ...mi fai male!" Protestò, tentando
di respingerlo. Lui però resistette e continuò a muoversi,
penetrando sempre più profondamente, incurante della resistenza
che il corpo di lei gli opponeva. Il suo viso, sospeso sopra quello di
lei, era chiuso, enigmatico, lontano. Buffy si accorse che non sentiva
le sue parole, completamente assorbito nell'atto che stava compiendo.
Lei gli apparteneva ora. Finchè fosse rimasto dentro di lei
sarebbero stati una cosa sola e nessun altro avrebbe potuto porsi fra
loro, niente avrebbe potuto dividerli! Nella mente del vampiro non c'era
spazio per nessun altro pensiero. Aveva sentito vagamente le sue proteste,
ma le aveva ignorate. Dovevano essere state un'illusione, un incubo. Lei
non poteva desiderare che lui la lasciasse. Lo amava. L'aveva amato da
sempre. Infinite volte glielo aveva ripetuto. Lei era sua!
Buffy, mossa dal bruciore che sentiva al ventre brutalmente violato,
pose le mani sulle spalle del compagno, con l'intenzione di fare appello
alle sue forze di Cacciatrice per allontanarlo da sè.
Quel corpo massiccio che gravava su di lei e le infliggeva quella sofferenza
non era però il corpo di un estraneo. Conosceva bene quel profumo,
la pelle liscia e fresca che sentiva sotto le dita, le labbra morbide
che le stavano baciando con passione il collo. Era però Angel,
il suo compagno, l'amore della sua vita. Tutto in lei si ribellava all'idea
di respingerlo anche se non comprendeva le ragioni di quell'assurda violenza.
Lei si sarebbe più che volentieri offerta a lui. Non aspettava
altro!
Nonostante il dolore quindi scelse di fidarsi ancora di lui Strinse le
labbra, per soffocare un gemito di dolore, e afferrò con forza
le sue larghe spalle. Con un atto di volontà tentò di rilassare
i muscoli offesi del ventre nella speranza che servisse ad attenuare la
sofferenza. In parte il suo forzo fu premiato. Il dolore diminuì,
senza però cessare del tutto.
Angel percepì che lei improvvisamente era diventata più
accessibile e ne gioì. Non si era ingannato. lei lo desiderava:
era sua. Il suo corpo caldo lo avvolgeva, stringendolo fino al punto da
fargli male.
Si fermò per un istante.
Buffy sospirò di sollievo. Il suo ventre era teso al massimo, nel
tentativo di accoglierlo. La stava colmando completamente eppure...con
un deciso movimento dei fianchi lui avanzò ancora raggiungendo
recessi del suo corpo fino a quel momento inesplorati.
Buffy, la mente offuscata dall'improvviso aprì la bocca per
urlare, ma non emise nessun suono. Lui aveva coperto le sue labbra con
le proprie baciandola come se volesse possedere la sua bocca come stava
possedendo il suo ventre.
Buffy sentì un brivido di eccitazione interrompere per pochi istanti
il dolore, un brivido che fu presto seguito da altri fino a quando la
sofferenza non si dissolse completamente nel piacere.
Il suo corpo si era ormai adattato a quella violenta invasione. I muscoli
indolenziti ripresero vita, contraendosi con forza.
Il vampiro esultò percependo il piacere della compagna. Era questo
che desiderava, di cui aveva bisogno: sapere che lei lo voleva, che lei
lo amava.
Buffy aveva bisogno di respirare, ma non riusciva a privarsi dell'inebriante
contatto della bocca di lui. Ad un tratto Angel sollevò il capo,
come se si fosse accorto del dilemma in cui si dibatteva la compagna.
"Sei mia!" dichiarò, guardandola intensamente negli occhi.
Lentamente iniziò a muoversi dentro di lei, senza abbandonare il
suo sguardo. Non c'era la consueta tenerezza in lui. Buffy percepiva soprattutto
la forza del suo amore, della sua passione.
Rispose ai suoi movimenti con uguale energia, mossa dall'eccitazione,
ma anche dal desiderio di dimostrargli che anche lei lo amava dello stesso
amore.
L'orgasmo la raggiunse improvviso, violento e devastante. Aggrappata a
lui, incapace di controllare il proprio corpo, Buffy non potè fare
altro che arrendersi al piacere.
In preda all'estasi strinse le spalle di Angel fino a graffiarne la
pelle con le unghie.
Il dolore della propria pelle scalfita riportò brutalmente il vampiro
alla realtà. Vide sotto di sè il volto della compagna sconvolto
dal piacere, ma non ne ricavò il consueto senso di felicità
e appagamento. Era un altro l'uomo che vedeva riflesso nei suoi occhi,
il nome che le sue labbra silenziosamente formavano sotto il suo sguardo
offuscato dalla gelosia..
Emettendo un gemito inarticolato il vampiro la lasciò, per rifugiarsi
al fondo del letto.
In preda all'ira, ma anche ai sensi di colpa per quanto aveva fatto, stremato
dalla tensione che aveva sopportato in quei lunghi giorni di solitudine
e angoscia, Angel si strinse le ginocchia contro il petto e vi chinò
sopra la testa, nascondendo il volto.
Attendeva che la tempesta di sentimenti che lo stavano devastando si quietasse
per poter parlare coerentemente e pronunciare le sole parole che non avrebbe
mai voluto dire.
Buffy, il respiro ansante, la mente confusa dal piacere, accoccolata
sul letto lo fissò con sguardo interrogativo. Impiegò lunghi
minuti prima di realizzare quello che era successo. Profonde rughe di
ansia le solcarono allora la fronte.
Lentamente si avvicinò al compagno. Una parte di lei aveva paura.
Angel le appariva diverso, estraneo, lontano da lei. Il suo comportamento
di quella sera contrastava con l'immagine che aveva sempre avuto di lui.
Per un istante le balenò nella mente il bel viso pervaso dall'espressione
ironica e crudele di Angelus. Questa volta però non si trattava
del demone. N'era certa. In ogni caso Angel non aveva bisogno del demone
per incuterle timore. Rispettava la sua forza e non aveva mai commesso
l'errore di confondere la sua gentilezza con debolezza.
Angel aveva sostenuto prove e vissuto esperienze che pochi esseri sul
pianeta potevano vantare. Sottovalutarlo solo perchè lui l'amava
sarebbe stato stupido da parte sua.
Con cautela gli sfiorò una spalla, ma lui si ritrasse sotto il
suo tocco.
"Buffy...è finita." le disse con voce piatta, sollevando
il capo, ma mantenendo lo sguardo fisso sulle proprie mani.
"Che cosa è finita?" Chiese lei sorpresa, con il cuore
che le batteva così forte che le pareva di sentirne il rimbombo
nella stanza silenziosa.
"La nostra storia. E' finita. E' meglio se ti rivesti e te ne vai."
rispose il vampiro con tono neutro.
Buffy tentò di decifrare l'espressione del compagno, ma il suo
volto era del tutto inespressivo.
Improvvisamente la sua mente confusa si schiarì. Non provava più
nessun timore. Una simile affermazione poteva avere un solo significato.
"Angel....sei impazzito o sei sotto l'influsso di qualcosa?"
chiese con assoluta calma. "Una droga forse, o magari un incantesimo"
ipotizzò pensierosa "ma i vampiri dovrebbero essere immuni
dalle droghe, quindi può essere solo un effetto di qualche stregoneria."
ragionò fra sè. "Avresti dovuto dirmelo che non ti
sentivi bene. Vuoi che chiami il Signor Giles o forse Willow..."
"No" la interruppe lui, questa volta con ira. "Sono perfettamente
sano di mente e non c'è nessuna stregoneria all'opera e tu lo sai
benissimo! E' finita...quindi vattene!" concluse con sforzo evidente.
Buffy sollevò le sopracciglia interdetta. "Non ti fai
sentire per un secolo, poi vieni qui, m'ignori fino a quando non siamo
a casa. Quindi fai l'amore con me come se...non so, non capisco. Non ti
sei mai comportato così. E ora mi dici tranquillamente di andarmene
e che è finita fra noi, senza una spiegazione a parte quello che
dovrei sapere, ma non so. Credi davvero che lo farò? Che prenderò
quella porta per non tornare più? E' ovvio che hai bisogno di qualcuno
che ti aiuti. Non puoi certo stare bene se ti comporti e ragioni in questo
modo assurdo!" Buffy fece una pausa per riprendere respiro.
Quando ricominciò a parlare nel suo tono c'era solo una profonda
stanchezza. "Forse dovrei farlo. Andarmene e lasciarti qui da solo
a rimuginare su...non so esattamente che cosa! Probabilmente te lo meriteresti.
Sai rendere incredibilmente difficile la vita a chi ti ama sai?"
mormorò sconfortata, senza però accennare a muoversi dal
letto.
"Non volevo..farti male." mormorò Angel. Questa volta
Buffy lesse chiaramente il dolore nella sua voce. La frase poteva avere
molte interpretazioni. Buffy scelse di leggerla nel suo significato più
vasto.
"Non credo che tu abbia mai voluto farmene, Angel, ma....non ha importanza.
Ti amo e ho imparato da tempo che la sofferenza fa parte dell'amore."
dichiarò serenamente. "Ne fa parte come il piacere e la gioia
che tu mi sai dare come nessuno ha mai fatto." ammise sospirando,
ricordando i tanti momenti felici che aveva vissuto fra le sue braccia.
"Vorrei però sapere che cosa ti sta succedendo. Perchè
ti comporti in questo modo e fai discorsi tanto pazzeschi." concluse
con il cuore in gola.
Temeva la risposta che avrebbe ricevuto, ma a questo punto aveva bisogno
di sapere.
"Io non volevo...che tu mi lasciassi." confessò con
voce rotta il vampiro. "Volevo tenerti con me, impedirti di andartene,
ma...è stato inutile. Anzi ora non hai veramente più nessun
motivo per restare."
Nelle sue parole c'era sofferenza, ma anche un'amara rassegnazione.
"Perchè dovrei lasciarti?" chiese allibita Buffy. "Certo,
spero comportarti in questo modo con me non diventi un'abitudine, ma...ti
amo e non ti lascerei mai!"
Angel distolse il viso, mentre tutti i muscoli del suo corpo s'irrigidivano.
"Lo so che...hai un altro." si decise alla fine ad ammettere.
Buffy resto a guardarlo con le labbra socchiuse, come se volesse controbattere
alla sua affermazione, ma non trovasse le parole per farlo. Lui la precedette.
"Non ti devi giustificare. Ti capisco. Era inevitabile che prima
o poi...ero venuto questa sera per lasciarti libera. Hai diritto di fare
le tue scelte e vivere la tua vita. Lui...ti può offrire certo
di più di quello che ti posso dare io, ma...non ci sono riuscito.
Tu sei ...sei tutto quello di cui ho bisogno per vivere. Senza di te..."
un brivido scosse visibilmente il vampiro "...non so che cosa farò
senza di te, ma non ha importanza. Non ho scelta. Mi sono illuso, per
poche ore, che ce l'avrei fatta a ...accontentarmi di quello che tu eri
disposta ad offrirmi...per pietà. Pur di non perderti avrei taciuto,
avrei accettato le tue carezze, la tua compagnia, il tuo affetto dimenticando
che tu ami un altro, che è lui ora il centro della tua vita, ma...non
posso dimenticare.
Sento la sua presenza fra di noi come se lui fosse presente in questa
stanza e ... una parte di me urla di rabbia. Se restassi con te alla fine
ti farei del male, più di quanto non te ne ho già fatto
e tu ... il dolore e l'impossibilità di essere felice con l'altro
trasformerebbero la tua pietà in disprezzo e odio. Arriveresti
a maledire il giorno che mi hai incontrato."
Angel si passò nervosamente una mano fra i capelli scuri, come
se volesse prendere tempo, ancora pochi secondi, prima di pronunciare
la sua stessa condanna "E' meglio se te ne vai ora...mentre ho il
coraggio di lasciarti andare." mormorò alla fine, il viso
contratto per il dolore, gli occhi chiusi, come se non sopportasse di
vederla allontanarsi da lui per sempre.
"Angel..." iniziò Buffy, ma s'interruppe immediatamente
incerta su come continuare. Dopo aver meditato alcuni istanti decise di
affrontare direttamente il problema.
"Come hai scoperto che ho un altro?" chiese, genuinamente curiosa.
Angel riaprì gli occhi. I lineamenti del suo viso si distesero
leggermente, come se fosse sollevato a vederla ancora seduta d fronte
a sè. Le sue labbra si piegarono in un sorriso tragicamente ironico.
"Quando stavo per partire, l'ultima volta che sono stato qui, quando
ha telefonato Willow, mi hai chiesto di prendere un numero di telefono
dal tuo portafoglio."
Angel tacque, come se quel fatto bastasse a chiarire ogni cosa. Buffy
però vagava ancora nel buio più assoluto.
"Non vedo questo che cosa abbia a che fare con un mio eventuale
amante!" esclamò irritata.
Angel sospirò con impazienza. Ricordare quel momento terribile
in cui l'intero universo gli era crollato addosso gli costava un notevole
sforzo.
"Nel tuo portafoglio Buffy c'è qualcosa...che non ti serve
certo con me." le ricordò stringendo le labbra per l'umiliazione
che quell'affermazione gli costava. "Ti ho già detto che non
mi devi nessuna giustificazione. Parlarne serve solo a ...farci soffrire
di più. Non ti occorre mentirmi. Non ti preoccupare per me. Il
tempo che abbiamo trascorso insieme, i nostri ricordi....mi aiuteranno...a
vivere. Anche se non c'incontreremo più farò in modo che
tu...possa sempre essere fiera, per quanto possibile, di essere stata
la mia ragazza, anche se solo...per poco, troppo poco." terminò,
abbassando lo sguardo per nasconderle il suo dolore, nel tentativo di
conservare agli occhi di lei quella poca dignità che ancora gli
restava.
Buffy compì uno sforzo immane per reprimere le lacrime. Non avrebbe
saputo dire neppure lei se il desiderio di piangere che provava nasceva
dalla pena o dalla rabbia che la pervadevano.
Con uno scatto si alzò dal letto e si rivestì sommariamente.
Uscì dalla stanza sbattendo la porta. Angel chiuse gli occhi sopraffatto
dalla sofferenza. Dopo pochi istanti però li riaprì sorpreso
dal rumore della porta di nuovo aperta con violenza. Buffy, in piedi vicino
al letto, lo fissava. Davanti a lui, sul letto, c'era il portafoglio in
pelle nera di lei.
"Aprilo!" L'ordine sferzante indusse il vampiro a sollevare
le sopracciglia. Lo sguardo perplesso, automaticamente obbedì.
Non ebbe però il coraggio di estrarre dal taschino l'oggetto che
sapeva vi era nascosto.
Fu Buffy a farlo, strappandogli di mano per l'impazienza il portafoglio.
"Guardalo bene Angel. Sai con chi avrei dovuto usarlo? Osservalo!
Capisco che tu non abbia molta pratica con i preservativi, ma le date
di scadenza dovresti saperle leggere. Questo è scaduto...da anni.
Vuoi sapere quando è arrivato nel mio portafoglio?
Per tua informazione non sono stata io a comprarlo, ma mia madre...quando
ha saputo da Angelus che sua figlia, la sua bambina, era stata a letto...con
te! Era furiosa e preoccupata. Mi ha rimbambito di prediche e poi...me
lo ha messo nel portafoglio dicendomi che se volevo comportarmi come un'adulta
avrei dovuto farlo fino in fondo.
Purtroppo per molto tempo non abbiamo avuto occasione di usarlo. Prima
Angelus e poi la maledizione ce lo hanno impedito. In ogni caso non sarebbe
servito." ammise Buffy con tristezza.
"Poi tu mi hai lasciato e io ho continuato a conservalo senza saperne
il motivo. E' stato Riley a farmi capire perchè era un oggetto
così importante da portarlo costantemente con me. Una sera l'ha
visto e ha scherzato dicendo che ero una ragazza pronta ad ogni evenienza.
Aveva ragione. Ero sempre pronta...per l'eventualità che tu tornassi.
Può sembrarti ridicolo, ma quel preservativo non era ai miei occhi
solo un ricordo, era una speranza, il simbolo non solo della felicità
che avevo trovato fra le tue braccia quella notte, ma anche della vita
normale che forse un giorno avremmo potuto avere. Per questo anche quando
ci siamo ritrovati non l'ho buttato via. Forse prima o poi....beh, non
useremo certo proprio questo, ma..."
Buffy ora si sentiva ridicola, con il preservativo in mano, in piedi
di fronte al letto mentre Angel la osservava con un'espressione indecifrabile
in volto. Il vampiro però la tolse dall'imbarazzo allungandosi
per afferrarla per la vita e farla distendere sul letto al suo fianco.
"Sono un idiota." ammise, le labbra fra i suoi capelli.
"Concordo!" esclamò Buffy, stringendosi di più
a lui. "Se non fosse che ti sei già fatto abbastanza male
da solo...."
"Ho fatto del male anche a te." osservò il vampiro tristemente.
"E' vero, ma...per questo ti sei già fatto perdonare!"
rispose maliziosamente lei, accarezzandogli il torace coperto dalla maglietta.
"Ma come hai potuto credere che ti tradissi? Quanto a tutte quelle
assurdità sulla pietà...non meriterebbero neppure una risposta.
Ti amo, Angel, e questo non significa solo che mi piace fare l'amore con
te. Significa anche che ti rispetto per quello che sei, ti ammiro per
come affronti la vita, t'invidio la tua capacità di comprendere
chi ti sta intorno.
A volte mi fai anche arrabbiare, è vero, perchè sei testardo,
dimostri troppa indulgenza verso le debolezze del prossimo e troppa severità
verso le tue, la tua estrema sensibilità ti fa cambiare d'umore
ad ogni soffio di vento, ma l'unico sentimento che non hai mai suscitato
in me è proprio la pietà.
Nessuno potrebbe darmi neppure la centesima parte di quello che mi offri
tu. Un amore come il nostro è qualcosa di unico, che non capita
due volte nella vita."
Angel sospirò assaporando la pace che aveva invaso il suo essere.
L'incubo era finito. Lei era vicino a lui, l'amava. Sentiva le sue carezze
attraverso la maglietta, la pressione del suo capo contro il suo petto,
il profumo dolce dei suoi capelli. Un ultimo brivido di paura lo percorse
all'idea che avrebbe potuto perdere tutto questo, ma presto svanì
per essere sostituito dal calore di dell'esile corpo premuto contro il
suo.
"Hai ragione," assentì "ma quello che provo per
te è così intenso che a volte...mi sembra di non poterlo
controllare. Mi conosci. Generalmente non traggo conclusioni affrettate,
ma quando si tratta di noi...è difficile non soffrire. Prima di
conoscerti...era tutto più facile. Non avevo speranze. Soffrivo
per il mio passato, ma era una sofferenza costante, a cui mi ero abituato.
Ero quasi lieto di soffrire perchè la sofferenza era diventata
la mia sola compagna.
Tu hai portato la speranza nella mia vita, la serenità e la gioia,
ma anche il dolore. Soffro ogni volta che ti lascio, anche se solo per
pochi giorni. Ogni momento che trascorro lontano da te, ogni volta che
il telefono suona e la voce che ascolto dall'altra parte non è
la tua, ogni mio risveglio senza di te al mio fianco è una sofferenza.
Questo è un dolore acuto, pungente, a cui non riesco a rassegnarmi.
E' come se mi mancasse una parte del mio stesso corpo. Sono felice solo
quando sono con te, ti ascolto, ti guardo, sento il tuo amore."
"E' il prezzo che dobbiamo pagare credo." osservò Buffy
serenamente. "Il solo modo per non provare dolore è non amare
e tanto più si ama..."
La frase rimase per sempre in conclusa. Angel aveva chinato il capo
e con dolcezza aveva posato le sue labbra su quelle di lei.
Buffy, al fresco contatto, sentì risvegliarsi nuovamente i suoi
sensi.
In breve tempo furono entrambi liberi dagli indumenti. Questa volta però
Angel procedette con calma, anche troppa calma secondo la sua impaziente
compagna.
Buffy sospirò di piacere mentre le sue abili mani le accarezzavano
il corpo, senza trascurarne neppure il più remoto recesso. Si offrì
completamente alla sua bocca, che le sfiorava appena la pelle, per poi
soffermarsi per elargire baci capaci di farla gemere senza più
alcun controllo.
Il desiderio che provava per lui divenne presto irrefrenabile.
Costringendolo a voltarsi sulla schiena salì sopra di lui e lo
condusse con determinazione dentro di sè. I muscoli del suo ventre,
ancora leggermente indolenziti per la prova subita poco prima, protestarono
brevemente, ma lei li ignorò. L'ineguagliabile senso di appagamento
che provò quando lui la colmò fece svanire ogni disagio.
Angel la guardava con un'espressione di beatitudine sul viso.
"Ti amo" le sussurrò, in tono sommesso. Lei si limitò
a sorridergli, incapace di articolare una risposta, i sensi ottenebrati
dal piacere.
Iniziarono a muoversi in sincronia, lentamente, come chi sa di avere tutta
l'eternità di fronte a sè.
Angel protese le mani per accarezzarle i seni. Buffy gli appariva splendida,
con i capelli biondi sparsi sulle spalle, le labbra rosse socchiuse, il
respiro ansante, gli occhi grigi che esprimevano energia e vita.
Lei era forte eppure la pelle sottile che scorreva sotto le sue dita,
il piccolo cuore, di cui percepiva il battito affrettato, gli trasmisero
una sensazione di estrema fragilità. Sarebbe bastato così
poco...improvvisamente invertì la loro posizione per sdraiarsi
su di lei in preda all'impulso di avvolgerla, proteggerla con il suo corpo
da ogni male. Lei era il dono più bello che il destino gli avesse
mai offerto. Non voleva rischiare di perderla per nessun motivo.
Buffy lo assecondò volentieri. In quel momento avrebbe fatto qualsiasi
cosa pur di non far cessare le sensazioni che dal suo ventre si propagavano
in tutto il suo corpo.
Angel continuò a muoversi con dolcezza conducendo la compagna gradualmente
all'estasi. Solo quando fu certo che lei aveva raggiunto l'appagamento
agognato liberò i propri istinti offrendo così sollievo
al proprio desiderio.
Giacquero a lungo, esausti, abbracciati, mentre i loro esseri lentamente
si lasciavano, con rimpianto, ma anche felicità per l'unione assoluta
che avevano sperimentato.
Quando Angel tentò di allontanarsi fisicamente da lei Buffy lo
trattenne per le spalle.
"No, non mi piace quando mi lasci." lo pregò sottovoce.
Angel sorrise. "Neppure a me piace lasciarti, ma..."
"Non stai bene dove sei?" lo interruppe con voce maliziosa.
"Sto benissimo" mormorò il vampiro abbandonandosi di
nuovo su di lei.
"Allora resta ancora un po." sospirò Buffy, accogliendolo
fra le sue braccia con un sorriso soddisfatto.
Il vampiro gemette sconfitto. "Buffy, se resto...sai quello che succederà!"
"Lo so. Per questo voglio che resti!" fu la maliziosa risposta.
"Devi ancora farti perdonare per avermi ignorata tutta la sera e
temo che non ti basterà questa notte per farlo!"
"Davvero?" chiese Angel con tono falsamente irritato. "E
pensare che io avevo programmato di tornare a Los Angeles questa notte
stessa."
"Los Angeles, l'Inferno...non fà differenza. Ti troverei comunque.
Ti ho lasciato andare via una volta...non accadrà mai più!"
sospirò Buffy, stringendo il vampiro più forte contro di
sè.
Angel sentendo l'esili braccia stringerlo si chiese come aveva potuto
pensare, anche solo per un istante, di poter ancora vivere senza di lei.
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