Some Things Are...Forever > Quello Che Whedon Non Dirà Mai > Una coppia > > La sofferenza

 



RATING: NC17 per descrizione grafica di rapporti sessuali.

COMMENTO : spesso diffidiamo e abbiamo paura degli altri eppure generalmente siamo noi stessi a trasformare in realtà le nostre stesse paure.

 

 

 

 

Tutto ha il suo prezzo: anche l'amore

Parte II: La sofferenza

 


Angel frenò l'impellente desiderio che provava di afferrare la scatola di popcorn che Buffy aveva in mano per scaraventarla sugli ignari spettatori seduti davanti a loro.
Lei continuava a mangiare, completamente ignara dei sentimenti che si agitavano dentro di lui.
Era sicura di sè, della sua capacità di mentirgli. Probabilmente lo riteneva tanto stupido o tanto innamorato da non comprendere quello che stava accadendo. In effetti non aveva torto. Se non fosse stato per un puro caso lui non si sarebbe accorto di nulla.
Il vampiro maledì con tutte le sue forze il destino che gli aveva sbattuto in faccia la verità in modo tanto doloroso quando inequivocabile.
In fondo era grato del fatto che Buffy non sospettasse che lui sapeva. Gli era costata una fatica terribile conversare tranquillamente con Willow e Tara senza lasciar trasparire i sentimenti che provava.

Si era ripromesso di agire con logica, cercando di fare la cosa migliore per entrambi, ma tutto il suo essere protestava contro l'inerzia a cui si era volontariamente costretto.
Provò l'impulso di alzarsi e uscire dalla sala senza una spiegazione. Tornare a Los Angeles, nella sua stanza solitaria dove avrebbe potuto pensare tranquillamente, ponderare le diverse possibilità ...come aveva fatto inutilmente per quelle due settimane.
Non poteva continuare a rimandare all'infinito. Buffy non glielo avrebbe permesso, ma soprattutto non sarebbe servito a cambiare la realtà, quella realtà che detestava ammettere.
Durante quelle notti eterne e quelle giornate insonni la tentazione di rispondere al richiamo del telefono, che aveva continuato a squillare, era stata forte. Non poteva però farlo, non prima di aver preso una decisione. Infine, dopo lunghe ore angosciose in cui aveva continuato a porsi domande di cui conosceva benissimo le risposte, aveva deciso. A indurlo a farlo non erano state le pressanti richieste di spiegazioni di Cordelia, sempre rimaste inevase, e neppure la consapevolezza del tempo che passava. Lui aveva tempo, aveva tutta l'eternità per soffrire.

A smuoverlo dall'apatia e dalla disperazione in cui era crollato era stato il doloroso bisogno che aveva di lei. Era costantemente davanti ai suoi occhi bella, luminosa, sprizzante energia e gioia di esistere. Era la donna che amava più della sua stessa vita, la donna che era la sua vita, la donna che...lo tradiva.
Buffy aveva un altro. L'aveva scoperto accidentalmente, ma senza possibilità di dubbio. Il discreto involucro di plastica che gli era scivolato fra le dita, mentre cercava il biglietto da visita che lei gli aveva chiesto, era una chiara denuncia.
Per quale altro motivo Buffy avrebbe dovuto tenere un preservativo nel portafoglio? Non certo per usarlo con lui! Non avevano bisogno di prendere simili precauzioni, pensò per l'ennesima volta il vampiro con una fitta di dolore.
Era crudele ed umiliante scoprire il suo tradimento proprio attraverso quel piccolo, insignificante oggetto. Forse sarebbe stato più facile per lui se si fosse trattato di un messaggio d'amore diretto ad un altro. Almeno avrebbe potuto confrontarsi con il rivale su un piano di parità. Quell'anonimo pezzo di plastica invece gli aveva tolto bruscamente ogni illusione ricordandogli i suoi limiti, quello che lo distingueva dall'essere umano che avrebbe voluto essere per lei.

In realtà Buffy avrebbe potuto avere più di un amante. Quella considerazione suscitò in lui un'ondata di rabbia e gelosia. Tentò disperatamente di ritrovare il controllo delle proprie emozioni. Lei non era il tipo di donna che ha rapporti occasionali. Di questo almeno era certo. Inoltre era abbastanza obiettivo con se stesso per riconoscere che, anche se facevano l'amore meno spesso di quanto lui avrebbe desiderato, Buffy su quel piano non aveva motivo di essere insoddisfatta.
Doveva essere un uomo solo e molto importante per lei...doveva essere importante. Rifiutava di credere che lei potesse infliggergli una simile sofferenza per una semplice sbandata.
Nel buio della sua stanza Angel si era perfino chiesto se era giusto parlare di tradimento nel loro caso.

Buffy si era innamorata di un uomo che l'avrebbe sposata, offrendole una casa, una famiglia, la possibilità di avere dei figli e tutto quanto una donna può desiderare. Avrebbe vissuto alla luce del sole senza che alcuna nube offuscasse la sua esistenza.
Era lui l'altro, legato da vincoli che non avrebbe mai potuto sciogliere, incapace di renderla felice come sarebbe stato suo dovere fare.
Buffy probabilmente avrebbe voluto lasciarlo, da chissà quanto tempo. Aveva però preferito mentirgli perchè provava pietà per lui, si sentiva responsabile della sua serenità, non aveva il coraggio di lasciarlo solo. Lei era buona, troppo buona e per un malriposto senso del dovere era costretta a tradire l'uomo che amava veramente.
Il vampiro strinse le labbra ed emise un sospiro così lieve che la sua compagna, seduta accanto a lui non lo udì.
Sentiva l'umiliazione scorrere come acido sulla ferita del suo orgoglio e trasformarsi in rabbia. Una rabbia ingiusta, ma non per questo meno amara. Da quanto tempo lei fingeva? Quante volte aveva fatto l'amore con lui pensando all'altro? In quale istante i suoi sorrisi, le sue carezze, i suoi abbracci erano diventati non più atti d'amore, ma frutto della compassione?
Aveva sempre saputo che prima o poi sarebbe accaduto. Era stato per anni il suo peggior incubo, e ora...

Il tocco della piccola mano sulla sua lo distrasse da quei cupi pensieri. La sua pelle era calda. Poteva percepire lo scorrere del sangue sotto la pelle sottile, il battito della vita. Non riuscì a impedirsi di stringere le esili dita con più forza di quanto avrebbe dovuto. Buffy però accettò la sua stretta senza tentare di sottrarre le dita.
Ancora una volta si stava afferrando a lei per non annegare nello sconforto, ma questa volta lei non poteva salvarlo. Avrebbe dovuto aprire le dita e lasciarla andare lontano da lui, verso il suo destino, un destino di luce e di speranza. Lui sarebbe rimasto nel buio...solo per sempre. Non ci sarebbe stata un'altra Buffy ...mai più.
Era venuto a Sunnydale per questo. Avrebbe potuto semplicemente sparire nel nulla da cui era venuto una sera, tanti anni prima, in un vicolo deserto. Buffy però lo avrebbe cercato, si sarebbe preoccupata e soprattutto avrebbe vissuto nell'attesa che lui apparisse di nuovo nella sua vita.
Era dovuto tornare per porre definitivamente una fine alla loro storia, una storia che forse non avrebbe mai dovuto iniziare e che ora non aveva più motivo di esistere.

Le aveva proposto un film per poterle stare ancora vicino qualche ora, poter godere della sua presenza senza parlare, senza dover affrontare l'amara realtà della fine del loro amore. Era però stato un duplice errore. L'ira che ribolliva dentro di lui amareggiava ogni istante di quella serata, ma soprattutto vederla ancora l'aveva costretto ad ammettere che non era più in grado di lasciarla come aveva fatto un tempo.
Allora poteva solo immaginare quello a cui stava rinunciando. Ora la sapeva con sicurezza, fin nel più piccolo dettaglio. Non avrebbe più sentito il tepore della pelle di lei contro il suo corpo freddo durante la notte, il ritmo tranquillo del suo respiro non avrebbe più cullato i suoi sonni scacciando ogni incubo, non avrebbe più incontrato il suo sguardo assonnato, innocente come quello di un bambino, al risveglio. Forse, prima o poi, ci sarebbero state altre donne, ma con nessuna di loro avrebbe più provato l'estasi che solo l'amore di lei aveva saputo offrirgli.
Nella sala quasi deserta, immersa nell'oscurità, Angel si arrese alla propria debolezza. Avrebbe chiuso gli occhi, fatto tacere il suo orgoglio e sarebbe rimasto...almeno fino a quando non sarebbe stata lei ad escluderlo dalla sua vita.
Stava approfittando della sua pietà e si sentì in colpa per questo. Era un vigliacco forse, ma l'amava troppo per lasciarla.

Buffy si sentì rassicurata dall'energia con cui lui le aveva stretto la mano. Evidentemente non era lontano da lei quanto sembrava. Tornando a casa avrebbe trovato il modo di indurlo a parlare e tutto si sarebbe risolto, pensò fiduciosa.
Le luce si accesero. Il film era finito. Senza dire nulla entrambi si alzarono e Angel gentilmente aiutò la compagna a infilarsi la giacca. Insieme uscirono e s'incamminarono per la strada affollata.
Camminando al suo fianco, per colmare il silenzio del compagno, Buffy iniziò a parlare di cose senza importanza. Angel rispondeva a monosillabi, senza mai voltarsi a guardarla.
Avevano percorso metà della strada e il muro eretto da Angel fra loro non mostrava ancora nessun'incrinatura. Buffy, esasperata dalla propria incapacità di infrangerlo, fu tentata di spingere il vampiro contro un muro e costringerlo con la violenza a darle delle spiegazioni. A trattenerla non fu il buon senso, ma un'inconscia, profonda paura. Il suo istinto le diceva che stava vivendo un momento critico, che avrebbe potuto essere determinante per il suo futuro. Qualsiasi suo gesto o parola potevano scatenare conseguenze imprevedibili.

Finalmente giunsero a casa. Quando varcarono la porta Buffy emise un sospiro di sollievo. Era stata una serata estenuante. Si diresse decisa verso la camera da letto, impaziente di spogliarsi, spegnere le luci, e lasciare che le forti braccia di lui la stringessero, scacciando tutti i suoi dubbi e le sue paure. Se lei e Angel avevano a volte difficoltà a comunicare con le parole, i loro corpi erano sempre in perfetta sintonia. Era attraverso di essi che riuscivano spesso a trasmettere uno all'altro i loro sentimenti più profondi e nascosti, che nessuna parola poteva esprimere.
La stretta ferrea della mano di lui su un suo braccio però la trattenne bruscamente. In un istante sentì il proprio corpo premuto contro quello possente del compagno. Dischiuse arrendevole le labbra sotto la pressione dalla bocca di lui.
Angel la baciò con trasporto. Voleva perdersi in lei, nel suo calore, nella dolce sensazione di pace e sicurezza che sapeva trasmettergli il suo meraviglioso corpo stretto a lui. Aveva bisogno delle sue carezze per potersi illudere che lei lo amava ancora. Sarebbe stato solo per poche ore, una notte forse, ma...sarebbe stata ancora sua, la sua donna, la sua compagna, la sua vita.

Buffy rispose al bacio con entusiasmo, piacevolmente sorpresa. Quell'improvviso cambiamento d'umore del compagno aveva dissolto tutte le sue angosce. Era da quando si erano rivisti che desiderava essere abbracciata, toccata, stretta da lui così come stava facendo ora.
Angel la sollevò da terra e lei istintivamente gli avvolse le gambe intorno alla vita. Completamente assorta nelle eccitanti sensazioni che dalla sua bocca si propagavano in tutto il suo corpo non si accorse che lui si stava muovendo, fino a che non sentì il materasso cedere sotto il loro peso.
Angel iniziò affannosamente a toglierle i vestiti. Aveva paura di fermarsi perchè se lo avesse fatto avrebbe ricordato che c'era un altro che lei baciava con altrettanta passione, un altro a cui lei si offriva non per pietà, ma per amore.
Il suo orgoglio avrebbe allora rotto gli argini costruiti con dolore dal profondo amore che provava per lei. L'ira avrebbe prevalso e l'avrebbe persa...per sempre.
Una crudele voce interiore, gelida come il vento che soffia sui ghiacciai innevati, gli ricordò che l'aveva già persa comunque, in ogni caso, ma lui la zittì con violenza. Quella notte non voleva ascoltare la ragione, ma solo il suo cuore.

Il rumore stridente della sua maglietta che si lacerava riportò bruscamente Buffy alla realtà. L'ansia e la preoccupazione che aveva vissuto prima che lui la baciasse tornarono a turbarla.
I suoi amplessi con Angel in passato erano stati spesso appassionati, ma mai fino a quel punto. Poteva essere stato un incidente, ma il reggiseno seguì immediatamente lo stesso destino della maglietta. L'avidità con cui la bocca di lui s'impossessò dei suoi seni, ora scoperti, le scatenò un brivido lungo la schiena, un brivido di piacere, ma anche di paura.
Confusa e preoccupata, nel tentativo di calmare il compagno, Buffy gli accarezzò il capo e la nuca, ma il suo gesto servì solo ad accrescere la frenesia delle sue carezze.

Pensieri sconnessi vorticavano nella mente del vampiro: "Se solo potessi farle sentire quanto la amo...non m'importa se c'è un altro nella sua vita... non posso rinunciare a vederla sorridere come questa sera, ascoltarla, abbracciarla...non posso rinunciare a questo!" Pensò, affondando il viso nell'incavo del collo di lei. La disperazione e la paura di perderla amplificavano ogni sua sensazione. Buffy non gli era mai parsa così attraente, dolce, unica come quella sera.
Lei ormai non indossava più nulla. La sua pelle era liscia e morbida sotto le sue dita. Angel non si rese conto di essere ancora completamente vestito. Era concentrato unicamente sulla magnifica creatura che giaceva sotto di lui e che minacciava di sfuggirgli.
Voleva trattenerla, doveva farlo. La sua sopravvivenza dipendeva da questo, ma non sapeva come impedirle di allontanarsi, di abbandonarlo.

L'eccitante contatto del tessuto ruvido contro la pelle distrasse Buffy dalle sue preoccupazioni. Emise un involontario gemito un piacere inarcandosi contro il pesante corpo steso su di lei.
Un istante dopo un acuto dolore al ventre le disse che lui stava entrando dentro di lei.
"Angel no! Lasciami ...mi fai male!" Protestò, tentando di respingerlo. Lui però resistette e continuò a muoversi, penetrando sempre più profondamente, incurante della resistenza che il corpo di lei gli opponeva. Il suo viso, sospeso sopra quello di lei, era chiuso, enigmatico, lontano. Buffy si accorse che non sentiva le sue parole, completamente assorbito nell'atto che stava compiendo.

Lei gli apparteneva ora. Finchè fosse rimasto dentro di lei sarebbero stati una cosa sola e nessun altro avrebbe potuto porsi fra loro, niente avrebbe potuto dividerli! Nella mente del vampiro non c'era spazio per nessun altro pensiero. Aveva sentito vagamente le sue proteste, ma le aveva ignorate. Dovevano essere state un'illusione, un incubo. Lei non poteva desiderare che lui la lasciasse. Lo amava. L'aveva amato da sempre. Infinite volte glielo aveva ripetuto. Lei era sua!

Buffy, mossa dal bruciore che sentiva al ventre brutalmente violato, pose le mani sulle spalle del compagno, con l'intenzione di fare appello alle sue forze di Cacciatrice per allontanarlo da sè.
Quel corpo massiccio che gravava su di lei e le infliggeva quella sofferenza non era però il corpo di un estraneo. Conosceva bene quel profumo, la pelle liscia e fresca che sentiva sotto le dita, le labbra morbide che le stavano baciando con passione il collo. Era però Angel, il suo compagno, l'amore della sua vita. Tutto in lei si ribellava all'idea di respingerlo anche se non comprendeva le ragioni di quell'assurda violenza. Lei si sarebbe più che volentieri offerta a lui. Non aspettava altro!
Nonostante il dolore quindi scelse di fidarsi ancora di lui Strinse le labbra, per soffocare un gemito di dolore, e afferrò con forza le sue larghe spalle. Con un atto di volontà tentò di rilassare i muscoli offesi del ventre nella speranza che servisse ad attenuare la sofferenza. In parte il suo forzo fu premiato. Il dolore diminuì, senza però cessare del tutto.

Angel percepì che lei improvvisamente era diventata più accessibile e ne gioì. Non si era ingannato. lei lo desiderava: era sua. Il suo corpo caldo lo avvolgeva, stringendolo fino al punto da fargli male.
Si fermò per un istante.
Buffy sospirò di sollievo. Il suo ventre era teso al massimo, nel tentativo di accoglierlo. La stava colmando completamente eppure...con un deciso movimento dei fianchi lui avanzò ancora raggiungendo recessi del suo corpo fino a quel momento inesplorati.

Buffy, la mente offuscata dall'improvviso aprì la bocca per urlare, ma non emise nessun suono. Lui aveva coperto le sue labbra con le proprie baciandola come se volesse possedere la sua bocca come stava possedendo il suo ventre.
Buffy sentì un brivido di eccitazione interrompere per pochi istanti il dolore, un brivido che fu presto seguito da altri fino a quando la sofferenza non si dissolse completamente nel piacere.
Il suo corpo si era ormai adattato a quella violenta invasione. I muscoli indolenziti ripresero vita, contraendosi con forza.
Il vampiro esultò percependo il piacere della compagna. Era questo che desiderava, di cui aveva bisogno: sapere che lei lo voleva, che lei lo amava.

Buffy aveva bisogno di respirare, ma non riusciva a privarsi dell'inebriante contatto della bocca di lui. Ad un tratto Angel sollevò il capo, come se si fosse accorto del dilemma in cui si dibatteva la compagna.
"Sei mia!" dichiarò, guardandola intensamente negli occhi. Lentamente iniziò a muoversi dentro di lei, senza abbandonare il suo sguardo. Non c'era la consueta tenerezza in lui. Buffy percepiva soprattutto la forza del suo amore, della sua passione.
Rispose ai suoi movimenti con uguale energia, mossa dall'eccitazione, ma anche dal desiderio di dimostrargli che anche lei lo amava dello stesso amore.
L'orgasmo la raggiunse improvviso, violento e devastante. Aggrappata a lui, incapace di controllare il proprio corpo, Buffy non potè fare altro che arrendersi al piacere.

In preda all'estasi strinse le spalle di Angel fino a graffiarne la pelle con le unghie.
Il dolore della propria pelle scalfita riportò brutalmente il vampiro alla realtà. Vide sotto di sè il volto della compagna sconvolto dal piacere, ma non ne ricavò il consueto senso di felicità e appagamento. Era un altro l'uomo che vedeva riflesso nei suoi occhi, il nome che le sue labbra silenziosamente formavano sotto il suo sguardo offuscato dalla gelosia..
Emettendo un gemito inarticolato il vampiro la lasciò, per rifugiarsi al fondo del letto.
In preda all'ira, ma anche ai sensi di colpa per quanto aveva fatto, stremato dalla tensione che aveva sopportato in quei lunghi giorni di solitudine e angoscia, Angel si strinse le ginocchia contro il petto e vi chinò sopra la testa, nascondendo il volto.
Attendeva che la tempesta di sentimenti che lo stavano devastando si quietasse per poter parlare coerentemente e pronunciare le sole parole che non avrebbe mai voluto dire.

Buffy, il respiro ansante, la mente confusa dal piacere, accoccolata sul letto lo fissò con sguardo interrogativo. Impiegò lunghi minuti prima di realizzare quello che era successo. Profonde rughe di ansia le solcarono allora la fronte.
Lentamente si avvicinò al compagno. Una parte di lei aveva paura.
Angel le appariva diverso, estraneo, lontano da lei. Il suo comportamento di quella sera contrastava con l'immagine che aveva sempre avuto di lui. Per un istante le balenò nella mente il bel viso pervaso dall'espressione ironica e crudele di Angelus. Questa volta però non si trattava del demone. N'era certa. In ogni caso Angel non aveva bisogno del demone per incuterle timore. Rispettava la sua forza e non aveva mai commesso l'errore di confondere la sua gentilezza con debolezza.
Angel aveva sostenuto prove e vissuto esperienze che pochi esseri sul pianeta potevano vantare. Sottovalutarlo solo perchè lui l'amava sarebbe stato stupido da parte sua.
Con cautela gli sfiorò una spalla, ma lui si ritrasse sotto il suo tocco.

"Buffy...è finita." le disse con voce piatta, sollevando il capo, ma mantenendo lo sguardo fisso sulle proprie mani.
"Che cosa è finita?" Chiese lei sorpresa, con il cuore che le batteva così forte che le pareva di sentirne il rimbombo nella stanza silenziosa.
"La nostra storia. E' finita. E' meglio se ti rivesti e te ne vai." rispose il vampiro con tono neutro.
Buffy tentò di decifrare l'espressione del compagno, ma il suo volto era del tutto inespressivo.
Improvvisamente la sua mente confusa si schiarì. Non provava più nessun timore. Una simile affermazione poteva avere un solo significato.
"Angel....sei impazzito o sei sotto l'influsso di qualcosa?" chiese con assoluta calma. "Una droga forse, o magari un incantesimo" ipotizzò pensierosa "ma i vampiri dovrebbero essere immuni dalle droghe, quindi può essere solo un effetto di qualche stregoneria." ragionò fra sè. "Avresti dovuto dirmelo che non ti sentivi bene. Vuoi che chiami il Signor Giles o forse Willow..."
"No" la interruppe lui, questa volta con ira. "Sono perfettamente sano di mente e non c'è nessuna stregoneria all'opera e tu lo sai benissimo! E' finita...quindi vattene!" concluse con sforzo evidente.

Buffy sollevò le sopracciglia interdetta. "Non ti fai sentire per un secolo, poi vieni qui, m'ignori fino a quando non siamo a casa. Quindi fai l'amore con me come se...non so, non capisco. Non ti sei mai comportato così. E ora mi dici tranquillamente di andarmene e che è finita fra noi, senza una spiegazione a parte quello che dovrei sapere, ma non so. Credi davvero che lo farò? Che prenderò quella porta per non tornare più? E' ovvio che hai bisogno di qualcuno che ti aiuti. Non puoi certo stare bene se ti comporti e ragioni in questo modo assurdo!" Buffy fece una pausa per riprendere respiro.
Quando ricominciò a parlare nel suo tono c'era solo una profonda stanchezza. "Forse dovrei farlo. Andarmene e lasciarti qui da solo a rimuginare su...non so esattamente che cosa! Probabilmente te lo meriteresti. Sai rendere incredibilmente difficile la vita a chi ti ama sai?" mormorò sconfortata, senza però accennare a muoversi dal letto.

"Non volevo..farti male." mormorò Angel. Questa volta Buffy lesse chiaramente il dolore nella sua voce. La frase poteva avere molte interpretazioni. Buffy scelse di leggerla nel suo significato più vasto.
"Non credo che tu abbia mai voluto farmene, Angel, ma....non ha importanza. Ti amo e ho imparato da tempo che la sofferenza fa parte dell'amore." dichiarò serenamente. "Ne fa parte come il piacere e la gioia che tu mi sai dare come nessuno ha mai fatto." ammise sospirando, ricordando i tanti momenti felici che aveva vissuto fra le sue braccia. "Vorrei però sapere che cosa ti sta succedendo. Perchè ti comporti in questo modo e fai discorsi tanto pazzeschi." concluse con il cuore in gola.
Temeva la risposta che avrebbe ricevuto, ma a questo punto aveva bisogno di sapere.

"Io non volevo...che tu mi lasciassi." confessò con voce rotta il vampiro. "Volevo tenerti con me, impedirti di andartene, ma...è stato inutile. Anzi ora non hai veramente più nessun motivo per restare."
Nelle sue parole c'era sofferenza, ma anche un'amara rassegnazione.
"Perchè dovrei lasciarti?" chiese allibita Buffy. "Certo, spero comportarti in questo modo con me non diventi un'abitudine, ma...ti amo e non ti lascerei mai!"

Angel distolse il viso, mentre tutti i muscoli del suo corpo s'irrigidivano.
"Lo so che...hai un altro." si decise alla fine ad ammettere.
Buffy resto a guardarlo con le labbra socchiuse, come se volesse controbattere alla sua affermazione, ma non trovasse le parole per farlo. Lui la precedette.

"Non ti devi giustificare. Ti capisco. Era inevitabile che prima o poi...ero venuto questa sera per lasciarti libera. Hai diritto di fare le tue scelte e vivere la tua vita. Lui...ti può offrire certo di più di quello che ti posso dare io, ma...non ci sono riuscito.
Tu sei ...sei tutto quello di cui ho bisogno per vivere. Senza di te..." un brivido scosse visibilmente il vampiro "...non so che cosa farò senza di te, ma non ha importanza. Non ho scelta. Mi sono illuso, per poche ore, che ce l'avrei fatta a ...accontentarmi di quello che tu eri disposta ad offrirmi...per pietà. Pur di non perderti avrei taciuto, avrei accettato le tue carezze, la tua compagnia, il tuo affetto dimenticando che tu ami un altro, che è lui ora il centro della tua vita, ma...non posso dimenticare.
Sento la sua presenza fra di noi come se lui fosse presente in questa stanza e ... una parte di me urla di rabbia. Se restassi con te alla fine ti farei del male, più di quanto non te ne ho già fatto e tu ... il dolore e l'impossibilità di essere felice con l'altro trasformerebbero la tua pietà in disprezzo e odio. Arriveresti a maledire il giorno che mi hai incontrato."
Angel si passò nervosamente una mano fra i capelli scuri, come se volesse prendere tempo, ancora pochi secondi, prima di pronunciare la sua stessa condanna "E' meglio se te ne vai ora...mentre ho il coraggio di lasciarti andare." mormorò alla fine, il viso contratto per il dolore, gli occhi chiusi, come se non sopportasse di vederla allontanarsi da lui per sempre.

"Angel..." iniziò Buffy, ma s'interruppe immediatamente incerta su come continuare. Dopo aver meditato alcuni istanti decise di affrontare direttamente il problema.
"Come hai scoperto che ho un altro?" chiese, genuinamente curiosa.
Angel riaprì gli occhi. I lineamenti del suo viso si distesero leggermente, come se fosse sollevato a vederla ancora seduta d fronte a sè. Le sue labbra si piegarono in un sorriso tragicamente ironico.
"Quando stavo per partire, l'ultima volta che sono stato qui, quando ha telefonato Willow, mi hai chiesto di prendere un numero di telefono dal tuo portafoglio."
Angel tacque, come se quel fatto bastasse a chiarire ogni cosa. Buffy però vagava ancora nel buio più assoluto.

"Non vedo questo che cosa abbia a che fare con un mio eventuale amante!" esclamò irritata.
Angel sospirò con impazienza. Ricordare quel momento terribile in cui l'intero universo gli era crollato addosso gli costava un notevole sforzo.
"Nel tuo portafoglio Buffy c'è qualcosa...che non ti serve certo con me." le ricordò stringendo le labbra per l'umiliazione che quell'affermazione gli costava. "Ti ho già detto che non mi devi nessuna giustificazione. Parlarne serve solo a ...farci soffrire di più. Non ti occorre mentirmi. Non ti preoccupare per me. Il tempo che abbiamo trascorso insieme, i nostri ricordi....mi aiuteranno...a vivere. Anche se non c'incontreremo più farò in modo che tu...possa sempre essere fiera, per quanto possibile, di essere stata la mia ragazza, anche se solo...per poco, troppo poco." terminò, abbassando lo sguardo per nasconderle il suo dolore, nel tentativo di conservare agli occhi di lei quella poca dignità che ancora gli restava.
Buffy compì uno sforzo immane per reprimere le lacrime. Non avrebbe saputo dire neppure lei se il desiderio di piangere che provava nasceva dalla pena o dalla rabbia che la pervadevano.

Con uno scatto si alzò dal letto e si rivestì sommariamente. Uscì dalla stanza sbattendo la porta. Angel chiuse gli occhi sopraffatto dalla sofferenza. Dopo pochi istanti però li riaprì sorpreso dal rumore della porta di nuovo aperta con violenza. Buffy, in piedi vicino al letto, lo fissava. Davanti a lui, sul letto, c'era il portafoglio in pelle nera di lei.
"Aprilo!" L'ordine sferzante indusse il vampiro a sollevare le sopracciglia. Lo sguardo perplesso, automaticamente obbedì. Non ebbe però il coraggio di estrarre dal taschino l'oggetto che sapeva vi era nascosto.
Fu Buffy a farlo, strappandogli di mano per l'impazienza il portafoglio.

"Guardalo bene Angel. Sai con chi avrei dovuto usarlo? Osservalo! Capisco che tu non abbia molta pratica con i preservativi, ma le date di scadenza dovresti saperle leggere. Questo è scaduto...da anni. Vuoi sapere quando è arrivato nel mio portafoglio?
Per tua informazione non sono stata io a comprarlo, ma mia madre...quando ha saputo da Angelus che sua figlia, la sua bambina, era stata a letto...con te! Era furiosa e preoccupata. Mi ha rimbambito di prediche e poi...me lo ha messo nel portafoglio dicendomi che se volevo comportarmi come un'adulta avrei dovuto farlo fino in fondo.
Purtroppo per molto tempo non abbiamo avuto occasione di usarlo. Prima Angelus e poi la maledizione ce lo hanno impedito. In ogni caso non sarebbe servito." ammise Buffy con tristezza.
"Poi tu mi hai lasciato e io ho continuato a conservalo senza saperne il motivo. E' stato Riley a farmi capire perchè era un oggetto così importante da portarlo costantemente con me. Una sera l'ha visto e ha scherzato dicendo che ero una ragazza pronta ad ogni evenienza.
Aveva ragione. Ero sempre pronta...per l'eventualità che tu tornassi. Può sembrarti ridicolo, ma quel preservativo non era ai miei occhi solo un ricordo, era una speranza, il simbolo non solo della felicità che avevo trovato fra le tue braccia quella notte, ma anche della vita normale che forse un giorno avremmo potuto avere. Per questo anche quando ci siamo ritrovati non l'ho buttato via. Forse prima o poi....beh, non useremo certo proprio questo, ma..."

Buffy ora si sentiva ridicola, con il preservativo in mano, in piedi di fronte al letto mentre Angel la osservava con un'espressione indecifrabile in volto. Il vampiro però la tolse dall'imbarazzo allungandosi per afferrarla per la vita e farla distendere sul letto al suo fianco.
"Sono un idiota." ammise, le labbra fra i suoi capelli.
"Concordo!" esclamò Buffy, stringendosi di più a lui. "Se non fosse che ti sei già fatto abbastanza male da solo...."
"Ho fatto del male anche a te." osservò il vampiro tristemente.
"E' vero, ma...per questo ti sei già fatto perdonare!" rispose maliziosamente lei, accarezzandogli il torace coperto dalla maglietta. "Ma come hai potuto credere che ti tradissi? Quanto a tutte quelle assurdità sulla pietà...non meriterebbero neppure una risposta.
Ti amo, Angel, e questo non significa solo che mi piace fare l'amore con te. Significa anche che ti rispetto per quello che sei, ti ammiro per come affronti la vita, t'invidio la tua capacità di comprendere chi ti sta intorno.
A volte mi fai anche arrabbiare, è vero, perchè sei testardo, dimostri troppa indulgenza verso le debolezze del prossimo e troppa severità verso le tue, la tua estrema sensibilità ti fa cambiare d'umore ad ogni soffio di vento, ma l'unico sentimento che non hai mai suscitato in me è proprio la pietà.
Nessuno potrebbe darmi neppure la centesima parte di quello che mi offri tu. Un amore come il nostro è qualcosa di unico, che non capita due volte nella vita."

Angel sospirò assaporando la pace che aveva invaso il suo essere. L'incubo era finito. Lei era vicino a lui, l'amava. Sentiva le sue carezze attraverso la maglietta, la pressione del suo capo contro il suo petto, il profumo dolce dei suoi capelli. Un ultimo brivido di paura lo percorse all'idea che avrebbe potuto perdere tutto questo, ma presto svanì per essere sostituito dal calore di dell'esile corpo premuto contro il suo.
"Hai ragione," assentì "ma quello che provo per te è così intenso che a volte...mi sembra di non poterlo controllare. Mi conosci. Generalmente non traggo conclusioni affrettate, ma quando si tratta di noi...è difficile non soffrire. Prima di conoscerti...era tutto più facile. Non avevo speranze. Soffrivo per il mio passato, ma era una sofferenza costante, a cui mi ero abituato. Ero quasi lieto di soffrire perchè la sofferenza era diventata la mia sola compagna.
Tu hai portato la speranza nella mia vita, la serenità e la gioia, ma anche il dolore. Soffro ogni volta che ti lascio, anche se solo per pochi giorni. Ogni momento che trascorro lontano da te, ogni volta che il telefono suona e la voce che ascolto dall'altra parte non è la tua, ogni mio risveglio senza di te al mio fianco è una sofferenza. Questo è un dolore acuto, pungente, a cui non riesco a rassegnarmi. E' come se mi mancasse una parte del mio stesso corpo. Sono felice solo quando sono con te, ti ascolto, ti guardo, sento il tuo amore."
"E' il prezzo che dobbiamo pagare credo." osservò Buffy serenamente. "Il solo modo per non provare dolore è non amare e tanto più si ama..."

La frase rimase per sempre in conclusa. Angel aveva chinato il capo e con dolcezza aveva posato le sue labbra su quelle di lei.
Buffy, al fresco contatto, sentì risvegliarsi nuovamente i suoi sensi.
In breve tempo furono entrambi liberi dagli indumenti. Questa volta però Angel procedette con calma, anche troppa calma secondo la sua impaziente compagna.
Buffy sospirò di piacere mentre le sue abili mani le accarezzavano il corpo, senza trascurarne neppure il più remoto recesso. Si offrì completamente alla sua bocca, che le sfiorava appena la pelle, per poi soffermarsi per elargire baci capaci di farla gemere senza più alcun controllo.
Il desiderio che provava per lui divenne presto irrefrenabile.
Costringendolo a voltarsi sulla schiena salì sopra di lui e lo condusse con determinazione dentro di sè. I muscoli del suo ventre, ancora leggermente indolenziti per la prova subita poco prima, protestarono brevemente, ma lei li ignorò. L'ineguagliabile senso di appagamento che provò quando lui la colmò fece svanire ogni disagio.
Angel la guardava con un'espressione di beatitudine sul viso.

"Ti amo" le sussurrò, in tono sommesso. Lei si limitò a sorridergli, incapace di articolare una risposta, i sensi ottenebrati dal piacere.
Iniziarono a muoversi in sincronia, lentamente, come chi sa di avere tutta l'eternità di fronte a sè.
Angel protese le mani per accarezzarle i seni. Buffy gli appariva splendida, con i capelli biondi sparsi sulle spalle, le labbra rosse socchiuse, il respiro ansante, gli occhi grigi che esprimevano energia e vita.
Lei era forte eppure la pelle sottile che scorreva sotto le sue dita, il piccolo cuore, di cui percepiva il battito affrettato, gli trasmisero una sensazione di estrema fragilità. Sarebbe bastato così poco...improvvisamente invertì la loro posizione per sdraiarsi su di lei in preda all'impulso di avvolgerla, proteggerla con il suo corpo da ogni male. Lei era il dono più bello che il destino gli avesse mai offerto. Non voleva rischiare di perderla per nessun motivo.
Buffy lo assecondò volentieri. In quel momento avrebbe fatto qualsiasi cosa pur di non far cessare le sensazioni che dal suo ventre si propagavano in tutto il suo corpo.
Angel continuò a muoversi con dolcezza conducendo la compagna gradualmente all'estasi. Solo quando fu certo che lei aveva raggiunto l'appagamento agognato liberò i propri istinti offrendo così sollievo al proprio desiderio.

Giacquero a lungo, esausti, abbracciati, mentre i loro esseri lentamente si lasciavano, con rimpianto, ma anche felicità per l'unione assoluta che avevano sperimentato.
Quando Angel tentò di allontanarsi fisicamente da lei Buffy lo trattenne per le spalle.
"No, non mi piace quando mi lasci." lo pregò sottovoce.
Angel sorrise. "Neppure a me piace lasciarti, ma..."
"Non stai bene dove sei?" lo interruppe con voce maliziosa.
"Sto benissimo" mormorò il vampiro abbandonandosi di nuovo su di lei.
"Allora resta ancora un po." sospirò Buffy, accogliendolo fra le sue braccia con un sorriso soddisfatto.
Il vampiro gemette sconfitto. "Buffy, se resto...sai quello che succederà!"
"Lo so. Per questo voglio che resti!" fu la maliziosa risposta. "Devi ancora farti perdonare per avermi ignorata tutta la sera e temo che non ti basterà questa notte per farlo!"
"Davvero?" chiese Angel con tono falsamente irritato. "E pensare che io avevo programmato di tornare a Los Angeles questa notte stessa."
"Los Angeles, l'Inferno...non fà differenza. Ti troverei comunque. Ti ho lasciato andare via una volta...non accadrà mai più!" sospirò Buffy, stringendo il vampiro più forte contro di sè.
Angel sentendo l'esili braccia stringerlo si chiese come aveva potuto pensare, anche solo per un istante, di poter ancora vivere senza di lei.

 

Questa NON è la FINE, non può esserlo, perché l'amore di Buffy e Angel è "forever, this is the whole point"

 

Parte I Indice