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DEDICA: per questa storia non posso ringraziare. Sarebbe ipocrita, perché dovrei ringraziare chi mi ha fatto soffrire. Voglio però dedicarla a tutti coloro che hanno vissuto un tradimento, che hanno visto trasformarsi quello che per loro aveva un valore, in polvere. La dedico a loro perché almeno nei sogni trovino il lieto fine che la vita raramente concede.
La dedico anche a coloro che credono in quello che JW&co vogliono farci credere. Prima di spegnere i nostri sogni, spegniamo la televisione, se necessario.

 

 

Capitolo I
Tradimento di un Sogno
Nota: Il corsivo indica i pensieri.

"….loro sono amici, Buffy, molto amici, a quanto dice Cordelia."
Willow distolse l'attenzione dal gelato per guardare l'amica. Si era fermata a casa di Buffy per scambiare quattro parole. Ultimamente Tara e Riley avevano occupato molto del loro tempo e le occasioni per parlare tranquillamente fra loro, come un tempo, erano diventate sempre più rare.
Le era sembrato naturale raccontare a Buffy le ultime novità di Los Angeles, sapute da Cordelia, ma restò sorpresa dal cambiamento d'espressione della compagna in risposta al suo racconto.
Certo non si era aspettata che Buffy accogliesse con entusiasmo la notizia di un possibile nuovo amore di Angel. Un po' di gelosia verso un ex è normale, come sarebbe stato prevedibile un certo rimpianto per un passato ormai morto. Buffy però non aveva dimostrato nessun sentimento particolare. Aveva ascoltato mentre il suo sguardo diveniva sempre più freddo e lontano. Willow avrebbe interpretato l'espressione di Buffy come completa indifferenza, se avesse conosciuto meno l'amica, ma…sapeva per esperienza che il momento per preoccuparsi per Buffy non era quando si adirava, piangeva, o pronunciava frasi sferzanti, ma quando taceva, come in quel momento.
Era passato un anno e molte cose erano accadute. Buffy sembrava essere cambiata, aver dimenticato …invece evidentemente, non era così.
Riprese a parlare, ma con un tono più esitante, non sapendo esattamente come interpretare l'ostinato silenzio della persona che le sedeva di fronte.

"Secondo Cordelia è una bella cosa. Angel… non è stato facile per lui a Los Angeles all'inizio…. senza di te. In fondo è giusto che anche lui abbia trovato qualcuno che lo accetti per quello che è, con cui poter parlare, confidarsi, insomma che abbia un'amica. Dovresti essere contenta che lui sia più sereno. Tu hai Riley, no? Lo sapevi, quando se n'è andato, che ciascuno di voi avrebbe preso strade diverse. Tu lo hai fatto e quindi anche lui…."
L'espressione sul volto di Buffy, mentre Willow parlava, sembrava divenire sempre più cupa, lo sguardo fisso sul gelato, quasi completamente sciolto, che continuava a rimestare con movimenti assenti.

Willow alla fine tacque. Non sapeva più cosa dire. Consolare Buffy, assistere allo sfogo della sua rabbia, del suo dolore, vedere scorrere le sue lacrime per Angel non era una novità per la giovane strega. In quel momento le sembrava di non aver fatto altro negli anni passati. Non sapeva però proprio come comportarsi di fronte al muro che Buffy aveva innalzato fra loro, quel pomeriggio.
Era molto tempo che non parlavano più di lui. C'erano stati altri problemi da affrontare, altre gioie e altri dolori: Riley, Oz, Tara, l'università, Adam….a parte qualche vago accenno di Giles a "quelli di Los Angeles" Angel era quasi sparito dalle loro vite…almeno così Willow aveva creduto.
Si maledisse per aver intonato quel discorso, ma in ogni caso Cordelia non era famosa per la sua discrezione e alla fine Giles o peggio ancora Xander avrebbero detto qualcosa di troppo. Buffy lo avrebbe in ogni caso saputo, e quindi era meglio che fosse lei a dirglielo. Almeno lei poteva capire….anche se in quel momento non capiva per nulla.

"Buffy…perché non dici nulla? Lui non è più il tuo ragazzo, ricordi? Presto Riley sarà qui. Dovete uscire insieme, mi pare, questa sera. Lui è importante per te adesso….Angel è un amico…un amico per cui dovresti essere felice."
Buffy sollevò finalmente il capo e a Willow per un istante sembrò di essere stata riportata indietro nel tempo, a un anno prima, quando non aveva potuto fare altro che abbracciare l'amica e ascoltare il suo dolore per aver perso qualcosa che non avrebbe mai più ritrovato.
Dagli occhi di Buffy trasparì, in un lampo, la stessa sofferenza, la stessa rabbia impotente. Willow si alzò dalla sedia e si mosse verso di lei. Buffy socchiuse le labbra, come se volesse rispondere alla domanda dell'amica, ma subito le richiuse. Willow si fermò, imbarazzata. Buffy non avrebbe più cercato il suo abbraccio e il suo conforto. Era passato un anno: un anno di silenzio.
Buffy era stata tentata di parlare, aprirsi, spiegare alla confidente di sempre quello che significava per lei quella notizia, ma sapeva che Willow non avrebbe capito. Non questa volta.

"Angel è sempre stato mio, così come io sono sempre stata sua. Prima ancora che lo conoscessi lui era nei miei sogni. Era l'uomo che desideravo incontrare, conoscere e amare. La persona a cui avrei voluto legare tutta la mia esistenza. Poi è entrato nella mia vita e…..anche dopo che mi ha lasciata, lui è rimasto con me, nei miei pensieri più inconfessabili, nei desideri che nascondevo nel profondo di me stessa, nelle speranze assurde a cui mi aggrappavo quando, nella notte, gli incubi mi assalivano.
Anche se il destino non ci aveva concesso l'opportunità di un futuro insieme, una parte di me non ha mai smesso di credere nel nostro amore, nel legame che ci ha unito, che ho sempre pensato fosse destinato a durare per sempre.
Fra di noi non c'è stato solo l'amore. Fra di noi c'è stata la complicità di due esseri destinati, dalla loro stessa natura alla solitudine, l'alleanza fra due guerrieri uniti in una lotta che non conosce tregue né vittorie, la confidenza fra due anime tormentate dalla paura di affrontare un mondo in cui non c'è posto per loro. Il mondo dove ora sono costretta a vivere senza di lui. Fra di noi è scorso il sangue: il suo sangue, quando lo ho ucciso, e il mio sangue, quando gli ho ridato la vita. Lui mi ha portato in Paradiso e io lo ho mandato all'Inferno, ma né gli dei, né i demoni sono riusciti a dividerci.
E ora…c'è riuscita una poliziotta di Los Angeles.
"

Buffy continuava a tacere. Il suo viso era tornato ad essere privo di espressione, come se volesse proteggere pensieri che non osava confessare.
Willow tentò di nuovo di scuoterla. Di suscitare una qualsiasi reazione che le permettesse di comprendere quello che si agitava nell'animo della compagna di sempre.
"Buffy, ma…è solo un'amica e poi tu hai Riley." Mormorò. Stava cercando di indurre Buffy a confidarsi, ma perché avrebbe dovuto farlo? Tutti loro non avevano nascosto il sollievo quando Angel era uscito dalle loro vite. Willow però iniziava a sospettare che avessero fatto male i loro conti, soprattutto per quello che riguardava i sentimenti di Buffy.
Buffy sorrise all'affermazione di Willow e la giovane strega si sentì sollevata. Forse la situazione era meno grave di quello che temeva.
Il sorriso di Buffy però nasceva dallo sconforto.

"Solo un'amica? Hai un'idea di quanti veri amici abbia avuto Angel negli ultimi due secoli? Con quante persone si sia confidato? Da quante di loro abbia cercato conforto? Una Willow, una sola: io. Io ero la sua porta di accesso alla vita, al mondo, alle persone, alla speranza. Io sola conoscevo veramente la sua sofferenza, il suo dolore, i suoi incubi. Io ero la sua speranza in un futuro un po' più dolce, in un'esistenza degna di essere vissuta. Io ero la sua luce. E lui…..lui era il mio porto sicuro, la mia salvezza da paure, dubbi e incertezze. Era la mia realtà, in un universo continuamente sconvolto da esseri infernali e orrori senza nome. Era il motivo per cui mi alzavo al mattino, felice di una nuova giornata, il motivo per cui non mi arrendevo e continuavo a lottare, pur sapendo che non ci sarebbe mai stata una vera vittoria. Le forze del male sarebbero potute sorgere fino alla fine del tempo dalle profondità dell'Inferno, non aveva importanza. Io sarei stata sempre pronta a combatterle, con lui al mo fianco. A lui potevo confessare ogni cosa, ogni errore, colpa, debolezza perché…lui mi amava, e io ero sua.
Riley è….un ragazzo, nulla di più. Gli voglio bene certo, ma c'è un'enorme differenza, Willow, fra una persona a cui vuoi bene e una persona a cui appartieni. Ci sono cose che a Riley non dirò mai perché non le capirebbe e altre…che semplicemente non voglio dividere con lui. Angel…a lui ho donato ogni più piccolo frammento di me stessa e credevo….credevo che lui provasse lo stesso per me. Credevo che anche lui sentisse le stesse cose che sentivo io, che sognasse il mio stesso sogno….invece per lui non sono stata altro che….un'infatuazione passeggera? …un'amica di cui aveva bisogno in quel momento?….un essere umano, come qualunque altro, che gli ha dato fiducia quando nessun altro era disposto a farlo?
Beh, ora ha trovato un'altra disposta a fare altrettanto e quindi…io non gli servo più!
Mi chiedo se pensa ancora al nostro passato, se ricorda o se….ormai non ha più importanza.Mi ha usata e ora.. è veramente finita.
Gli ho perdonato ogni cosa in passato, ma…. non si può perdonare il tradimento di un sogno!"

Come a confermare le speranze di Willow quando Buffy aprì finalmente bocca non fu per parlare di Angel.
"Coraggio, andiamo di sopra. Devo vestirmi. Presto Riley sarà qui. Non voglio farlo aspettare, non troppo almeno!"
Willow la seguì per le scale pensierosa, ma Buffy sembrava essere tornata quella di sempre e Willow decise di non insistere.

Angel avrebbe voluto dormire, ma continuava a chiudere gli occhi per ritrovarsi, pochi istanti dopo, a scrutare il soffitto, cercando nell'intreccio creato dalle crepe dell'intonaco, significati che non esistevano.
Si sentiva solo, solo come non era mai stato. Sembra assurdo. Per decenni era vissuto in solitudine, escluso tanto dalla comunità umana, quanto da quella demoniaca, eppure non aveva mai sentito in modo così intenso quella sensazione di vuoto che ora invadeva la sua anima.
Prima non sapeva che cosa voleva dire….avere Buffy.
Era stato facile prendere la decisione di andarsene: tutto e tutti sembravano spingerlo in quella direzione. Ma farlo….era stata la prova più difficile che aveva affrontato dal giorno in cui era nato, sotto l'azzurro cielo dell'Irlanda, secoli prima. Lei era stata tutto per lui. Il solo scopo della sua tormentata esistenza.
In quei giorni però rimpiangeva il dolore provato allora. Il dolore si può combattere con le lacrime, la rabbia, i ricordi. Il vuoto quanto ti sommerge non lascia spazio per null'altro. Soffrire significa esistere, essere vivi. In quel momento ogni cosa sembrava essere morta in lui.
Era iniziato quando, passata la rabbia, la gelosia, l'ira aveva realizzato fino in fondo il significato delle parole di Faith. Buffy amava un altro. Non era uno con cui era andata a letto e basta come l'altro. Era il suo ragazzo. Lei lo amava e….ora apparteneva a lui.
Lo aveva sempre saputo. Lui stesso le aveva chiesto di cercarsi un ragazzo normale, ma non era riuscito a impedirsi di sperare che….. Speranze…come osava lui avere una speranza. Lui non meritava nulla dalla vita, dalla gente, dal destino e non meritava certo….Buffy.
Il fatto che una creatura così splendida, vitale, pulita per un breve periodo si fosse lasciata affascinare da uno sconosciuto, di bell'aspetto e con molta più esperienza di lei, al punto da non vedere le sue colpe, la sua vera natura era già un miracolo.
Tre anni. Per tre anni lei aveva ripetuto che lo amava, infinite volte. Era arrivata perfino al punto di darsi a lui e, nell'incoscienza della gioventù, gli aveva offerto la sua stessa vita.
Lui era stato un completo idiota. Aveva creduto nel suo amore, aveva sperato in un futuro insieme, aveva sognato che quei momenti potessero durare per sempre e anche quando aveva capito che non poteva restare al suo fianco si era illuso che in lei sarebbe rimasto qualcosa, un ricordo, un sospiro, un rimpianto per lui.
Lei aveva tradito quel sogno e ora c'era solo il vuoto in lui, il vuoto di chi non ha più nulla in cui sperare, nulla da sognare.
Probabilmente fra le braccia del suo nuovo amore, lei provava le stesse emozioni che aveva provato con lui, mormorava sottovoce le stesse parole, sognava gli stessi sogni, ma con un altro.

Desiderarla, provare lo struggente bisogno di sentire la sua voce, il suo calore era stato il suo tormento per lunghe notti e eterne giornate buie, ma allora almeno poteva ricordare il passato. Ora anche il passato aveva perso significato. Ogni cosa acquisiva un nuovo senso nella luce fredda e crudele della realtà della vita: sorrisi e lacrime, parole d'amore e sospiri di passione, dolore e gioia perdevano sostanza, sbiadivano. Echi lontani di una farsa vecchia come il mondo: un'adolescente innamorata dell'amore. Questo era stata Buffy durante quei tre anni. Se non avesse incontrato lui, sarebbe stato un altro a sconvolgere la sua esistenza di ragazzina inesperta, un altro le avrebbe fatto scoprire il suo corpo, la sua anima, l'avrebbe fatta piangere e ridere e se necessario lei avrebbe dato la vita per lui….per poi dare il proprio cuore ad un uomo, che sarebbe stato veramente degno del suo amore. Lui era solo il passato, un passato privo di ogni sostanza.

Angel avrebbe voluto trovare in se stesso almeno un motivo per biasimare Buffy, ma non poteva. Lei gli aveva in ogni caso dato più di quanto gli spettasse. Tre anni…possono essere un'eternità.
Eppure avrebbe voluto continuare a credere che fra di loro ci fosse stato qualcosa di più. Il loro sogno, il legame che aveva continuato a unirli anche in diverse città, il sogno di un amore che non finisce, che colma l'anima di sofferenza, ma anche di speranza. Nella sua anima ora regnava solo il vuoto, il vuoto che sommerge ogni cosa.
Cordelia e Doyle fin dall'inizio avevano cercato di distoglierlo dal suo sogno, dalla sua sofferenza, perché non potevano sapere che insieme alla sofferenza in lui viveva la speranza. Ora erano soddisfatti. Il suo umore era migliorato, poteva perfino ridere a volte, ma era solo perché è difficile nascondere il dolore. Il vuoto non è necessario nasconderlo. Non si vede, ma uccide l'anima. Probabilmente è per questo che, quando una persona si toglie la vita, chi resta non può fare altro che chiedersi: "Perché lo ha fatto?". La sola risposta è "Il vuoto" che non si vede, non si tocca, non produce rumore, non ha sostanza, ma logora, distrugge, corrode ogni cosa. Il vuoto di una vita senza sogni.

Kate era una parte di quel vuoto. Fino a quando aveva creduto in Buffy e nel loro amore non sarebbe neppure riuscito a concepire l'idea di frequentare un'altra donna. Perché avrebbe dovuto aprirsi a un'altra, passare tempo con lei, fidarsi di lei. Aveva Buffy.
Lei poteva essere lontana, frequentare altri uomini, fare l'amore con loro, anche a legarsi per la vita a uno di loro, ma sarebbe in ogni modo stata sua. Nei suoi sogni ci sarebbe in ogni caso stato lui e in ogni suo dolore, come in ogni sua gioia, segreto, profondo, inconfessato ci sarebbe sempre stato un pensiero, un rimpianto, un sospiro per il loro amore mai morto.
Buffy però era cambiata. Aveva dimenticato o forse non c'era nulla per lei che valesse la pena ricordare. Si era innamorata di un altro. Anche Willow glielo aveva confermato e lui sapeva meglio di chiunque altro che cosa significasse essere amati da Buffy Summers.

Forse era ingiusto con Kate. Forse la stava illudendo, ma l'aveva avvertita più di una volta.
Permetterle di entrare nella sua vita era stato come aprirle delle stanze vuote, ma lei per fortuna non poteva capire. Era solo una donna, con alle spalle un'esistenza, forse non facile, ma normale. Non era Buffy. Se si fosse comportato con Buffy come si comportava con Kate …..Buffy non glielo avrebbe mai permesso! Lei….era la Cacciatrice e sapeva vedere nella sua anima…anche se forse per lei era stato solo un gioco crudele.

Un suono sommesso lo distrasse dalle sue meditazioni. Qualcuno stava bussando alla porta. Era stato un suono leggero, quasi timoroso. Non potevano essere Cordelia o Doyle. Di scatto Angel si alzò dal letto e, infilati frettolosamente i pantaloni e una maglietta, andò ad aprire.
"Buffy?"
"Ciao Angel, ti disturbo?"
Buffy appariva piccola e fragile, nel vano della porta, stretta in un impermeabile forse troppo grande per lei, ma quello che sconvolse Angel fu il suo sguardo: indecifrabile, chiuso, freddo.
"No, io….entra pure."
"Mi dispiace non averti avvisato della mia visita, ma è stata una decisione improvvisa. Nessuno sa che sono qui e probabilmente non dovrei esserci, ma avevo bisogno di parlarti."
"Non ha importanza. Stavo cercando di dormire…ma senza molto successo e il sole è quasi tramontato."
"E' vero, è quasi notte, ma ero certa che ti avrei trovato ancora in casa."
Una conversazione normale, tranquilla, fra persone che ormai non hanno più molto da dirsi.
Buffy era ancora ferma davanti alla porta. Non si era tolta l'impermeabile e scrutava la stanza con curiosità. L'ultima volta che era stata in quel luogo era presa da altri pensieri e non si era guardata intorno, ma ora vedeva in ogni angolo piccole cose, oggetti, forse ricordi di una vita di cui lei non faceva più parte. Si sentiva un'estranea, probabilmente neppure gradita.
"Sì, in genere vado in ufficio più tardi. Accomodati. Gradisci qualcosa da bere? Una tazza di the?" Angel prese l'impermeabile, che lei infine si era sfilata, e lo appoggiò su una sedia.
Era sorpreso, ma anche irritato. Perché lei era venuta. Avrebbe potuto telefonare, o, meglio ancora, far telefonare a Giles, se si trattava di lavoro, e non poteva trattarsi di altro.
Quando Buffy aveva bussato alla porta non sapeva esattamente come sarebbe stata accolta, ma se Angel aveva deciso che quella doveva essere una visita formale, l'avrebbe accontentato.
"Grazie…immagino tu non abbia caffè?" rispose. Angel non beveva caffè perché, diceva, lo rendeva nervoso.
"Sì, se vuoi ne ho. Lo tengo per gli ospiti."
Buffy era salita in macchina d'impulso, ma poi durante il viaggio, era stata assalita dall'apatia.
A quelle parole però sentì un senso di gelo diffondersi nella sua anima, che aveva creduto, fino a quel momento, insensibile a tutto. Gli ospiti….un tempo lei era stata il suo unico ospite, ma era passato molto tempo da allora.
La fitta di gelosia che provò, all'idea di altre persone in quella casa, con cui lui, per parlare, lavorare, divertirsi, la sorprese.
Aveva fatto bene a venire. Era il solo modo per trovare finalmente la pace, nella rassegnazione. Aveva deciso di venire a Los Angeles per vedere con i suoi occhi il nuovo Angel, che Willow le aveva descritto. Per trovare la forza di essere felice per lui, senza odiarlo per aver distrutto la sua fede negli uomini, nel destino, nella vita.
Voleva riuscire a perdonarlo per averla tradita, per aver tradito il loro amore. Voleva soprattutto riuscire a perdonare se stessa per avergli creduto, per avergli donato tutta se stessa, per averlo amato.
Era venuta per questo. Sapeva che non sarebbe stato facile, ma doveva farlo. Quando fosse uscita da quell'appartamento Angel non sarebbe stato altro per lei che un vago ricordo.

Mentre Buffy si accomodava al tavolo della cucina Angel le voltò la schiena per preparare il caffè.
Non voleva pensare al passato, a quello che era accaduto in quella stessa stanza, che lei non poteva ricordare. Non voleva porsi domande sul perché lei si trovava lì in quel momento. Voleva solo che se n'andasse il più presto possibile lasciandolo alla sua vita, al suo destino di solitudine e vuoto. "A Sunnydale va tutto bene? Ho sentito Giles al telefono ieri sera, ma non mi ha parlato di nessun problema."
"No, nessun problema di lavoro Angel. Volevo solo parlare con te. E' molto tempo che non ci vediamo."
Angel a questo punto era decisamente confuso. Buffy non era il tipo di persona con il tempo e la voglia di fare visite di cortesia e normalmente andava diritta al punto.
"E' vero. Molto tempo."
Si voltò per posare le tazze fumanti sul tavolo e incontrò lo sguardo allibito di Buffy fisso su una fiasca di sangue vuota dimenticata, dal mattino, su di un ripiano della cucina.
Frettolosamente Angel, depose le tazze, e afferrò il contenitore di plastica trasparente, che ancora recava traccia del suo contenuto, per buttarlo nel cestino. Quando tornò a guardare la ragazza i suoi occhi si erano oscurati. In quella casa non aveva mai provato vergogna per se stesso e le sue esigenze. Aveva imparato ad accettarsi e Cordelia e gli altri sapevano chi era. Questo bastava. Ma Buffy…con lei era diverso, era sempre stato diverso. Per lei avrebbe voluto essere…quello che era stato per un giorno e che non sarebbe mai più stato.
Si maledì per la dimenticanza, dovuta allo sconforto che lo aveva assalito quel mattino. Se non fosse stato così trascurato Buffy forse avrebbe potuto dimenticare che lui era un vampiro, almeno per quei pochi minuti che sarebbe rimasta nella sua casa. Invece….probabilmente in quel momento stava pensando con sollievo al ragazzo normale che la aspettava a Sunnydale, il suo ragazzo, il ragazzo che amava. Ma in ogni caso….non aveva più nessuna importanza.

Buffy era rimasta stupita, non certo dalla presenza dell'oggetto, del tutto normale, in quella cucina. A colpirla era stato il fatto che Angel potesse cadere in quel genere di disattenzione. In passato era stata perfino assurda la cura con cui evitava di lasciare qualsiasi traccia che ricordasse agli altri, o anche solo a lui stesso, quello che lui era.
"Sei cambiato." Osservò, quasi con noncuranza, iniziando a sorseggiare il caffè caldo.
"Non abbastanza, evidentemente" rispose ironicamente il vampiro.
Buffy colse il doppio senso e provò un impeto di rabbia. Come osava ironizzare i quel modo su quello che li aveva divisi, sulla fine del loro amore, su tutto ciò che c'era stato fra loro. Forse per lui lei non aveva significato poi molto, ma…addirittura scherzarci sopra….era veramente troppo!
"Immagino che per Kate vada bene ugualmente. Come mai lei non si merita un uomo normale?"
Le parole le sfuggirono di bocca prima che riuscisse a frenarle. Il suo tono era stato tagliente. Voleva ferire, colpire, ma ormai, sapeva di non avere più il potere di farlo.
Non avrebbe voluto affrontare l'argomento in quel mondo. Anzi: non avrebbe voluto proprio affrontarlo. Non era venuta per Kate. Era venuta per se stessa, per mettere la parola fine alla sua sofferenza, ma lui l'aveva provocata e…
"Kate? Capisco. Cordelia ha parlato con Willow e Willow…non vedo però perché la cosa ti debba riguardare. Io sono solo il tuo ex. Hai un ragazzo, credo, di cui preoccuparti."

Buffy strinse le labbra. Riley…non sapeva che lei era a Los Angeles e forse non l'avrebbe mai saputo. Non poteva spiegargli….non avrebbe capito, e forse era meglio così. Se avesse capito…che cosa? Che lei era gelosa del suo ex, che lui, con poche semplici parole, riusciva ancora a farla soffrire, anche se non gli importava più nulla di lei? Che lei….lo amava ancora, come lo aveva sempre amato….Buffy sentì il mondo crollarle addosso.
Angel l'aveva tradita, aveva tradito il loro sogno, eppure lei, anche se non poteva perdonarlo, non poteva neppure smettere di amarlo. Era una stupida, una vera stupida.
Gli occhi improvvisamente le si riempirono di lacrime e senza pensare di alzò dalla sedia per fuggire, uscire da quella stanza, allontanarsi da quell'uomo che ora sentiva estraneo. Desiderava soltanto ritrovarsi sola, nel buio della notte, per piangere liberamente sul suo dolore, sull'idiozia di un cuore che, nonostante tutto, continuava ad amare chi non meritava nulla.
Era giunta quasi alla porta quando sentì le mani di Angel afferrarla.Era la prima volta che la toccava quella sera, era la prima volta che sentiva di nuovo le sue mani su di lei dopo un'eternità.

Un attimo dopo stava singhiozzando stretta al suo petto. Il tormento delle ultime ore, la tensione del viaggio, i suoi dubbi, le sue paure trovavano finalmente sfogo tra quelle braccia forti e solide che tante volte le avevano trasmesso la loro forza. Si aggrappò alla sua maglietta, sentendo i muscoli della sua schiena contrarsi, e lasciò libera la sua anima di piangere le lacrime che aveva nascosto per troppo tempo.
Nella sua mente non c'era posto per risentimenti o dubbi. Il suo orgoglio taceva, annullato nell'istinto profondo che la spingeva a cercare conforto nel contatto con quel corpo tanto famigliare. Sentiva il cotone della maglietta, sotto le sue dita, l'odore della sua pelle, maschile, ma delicato, le sue mani, grandi e gentili, che le accarezzavano con dolcezza i capelli. Il tempo era ritornato in dietro, in quel momento, per Buffy. Null'altro esisteva per lei, solo lui e la sua voce che le sussurrava dolcemente parole di cui non distingueva il significato, ma che avevano il potere di farla sentire protetta, sicura che ogni problema avrebbe trovato soluzione. Riley, Kate, la famiglia, gli amici, l'università erano parte di un altro mondo, un altro universo. Ogni altra cosa diveniva irreale quando era stretta a lui. Questo non era cambiato.

Angel era preoccupato. Non capiva che cosa avesse scatenato quella reazione in Buffy, ma in quel momento non aveva importanza. Aveva agito d'istinto, senza riflettere. Buffy evidentemente soffriva e lui non poteva lasciarla andare senza consolarla, aiutarla. Lei era la sua Buffy e non doveva piangere, soffrire per nessun motivo.
Immemore di ogni cosa, al di fuori della donna piangente fra le sue braccia, Angel ritrovò spontaneamente i gesti di un tempo. Sapeva come far sentire a Buffy che non era sola, che lui era con lei, sempre, e che ogni cosa si sarebbe risolta. Prese fra le mani il capo biondo e lo staccò dal suo petto. Buffy aveva gli occhi chiusi, il petto ancora scosso dai singhiozzi. Il viso rigato di lacrime. Lentamente Angel si chinò e sfiorò le sue labbra con le proprie.
Quello che non aveva previsto fu l'effetto che ebbero su di lui l'alito di lei contro le sue labbra, il sapore della sua pelle, la morbidezza della sua bocca.
Il bacio lieve, consolatorio, si trasformò presto in un contatto più intimo. Buffy trovò normale il gesto, anche lei persa in un passato mai dimenticato. Rispose al bacio con trasporto. Quello era il vero motivo per cui era venuta. Ormai non poteva più mentire a se stessa.
Quando la ragazza sentì che il fiato stava per mancarle, Angel mosse il capo, prevenendo, come sempre, le esigenze della compagna, per baciarle il viso.

Fu il sapore salato delle lacrime a farlo ritornare alla ragione. Buffy stava piangendo….quindi qualcosa non andava come avrebbe dovuto…dovevano parlare e non….Riley….la realtà lo colpì con forza. Non erano a Sunnydale e lei non era più la sua ragazza. Non aveva il diritto di….lentamente sciolse Buffy dal suo abbraccio.
Buffy barcollò un poco, ma non si oppose. Sembrava essersi ripresa, ma…qualcosa nei suoi occhi era cambiato.
"Angel…."
"Buffy, mi dispiace. Volevo consolarti, non approfittare di te. Scusami"
Buffy sorrise apertamente a quelle parole.
"Ti stai scusando per avere cercato di consolarmi? A pensarci bene, non sei poi così cambiato."
Decisamente Buffy non aveva perso la capacità di sorprenderlo.
"Buffy, non capisco. Perché sei venuta qui e perché stavi piangendo?"
Dal tono di Angel Buffy comprese che la pazienza del vampiro era alla fine e che quindi era tempo di parlare chiaramente.
"Per lo stesso motivo, Angel, per cui tu mi hai impedito di andarmene e mi hai baciato in quel modo.
Io ti amo. Ti ho sempre amato e ti amerò sempre, come quando c'incontravamo nel cimitero, o combattevamo insieme. Ti amo come quella notte, in cui sono stata tua. Ti amo come quando hai affondato i denti nel mio collo e hai bevuto il mio sangue. Ti amo come ti ho amato nel momento in cui ti ho ucciso e come allora, senza di te, la mia vita non sarà mai completa.
Potrò avere altri uomini, sposarmi, avere dei figli, ridere, piangere e combattere, ma una parte di me non vivrà tutto questo. Una parte di me penserà a te, ricorderà il nostro amore, piangerà per quello che non è stato e avrebbe potuto essere, spererà….sempre."
"Buffy, io…ho pensato che tu….che tu amassi Riley, e che noi, il nostro passato….per te non esistesse più. Tutto quello che voglio, che ho sempre voluto è che tu fossi felice…ma ora, non so più che cosa fare.
Lasciarti è stato difficile, ma pensare di non aver significato nulla per te….è stato peggio dell'Inferno. Avevo perso veramente tutto. Ho bisogno di te, del tuo amore, della speranza che forse un giorno….non dovrei dirti queste cose. Non dovevo fermarti. Tu…hai diritto alla tua vita, ma il nostro sogno, la nostra storia non poteva essere stata solo un'illusione, una menzogna."
"Se anche tu provi ancora queste cose, Angel, non lo è stata.
La lontananza, il silenzio, il bisogno di ciascuno di noi di giustificarci con le altre persone hanno alimentato i nostri dubbi, le nostre insicurezze. Se però fosse stato davvero così…non mi avresti baciato in quel modo e io…non avrei desiderato che il tuo bacio continuasse in eterno."

Con un gesto deciso Buffy si asciugò con il palmo delle mani le ultime tracce delle lacrime che aveva versato. Forse non sarebbero state le ultime che avrebbe pianto per lui, ma aveva scoperto che preferiva piangere per lui piuttosto che vivere senza di lui.
Afferrò l'impermeabile, abbandonato su una sedia, e si diresse verso la porta, come se avesse fretta di andarsene.
Angel fece un passo verso di lei, come se volesse trattenerla, ma lei si fermò sulla porta e tornò a voltarsi verso di lui.
"Ora tornerò a Sunnydale. Per prima cosa vedrò Riley e gentilmente gli spiegherò che fra noi è finita."
"Ne sei sicura Buffy? Lui…"
"E' finita Angel, in ogni caso. Avessi il coraggio gli direi che non è mai iniziata, ma sarebbe una crudeltà inutile."
"Che cosa diremo agli altri? Loro non approveranno, lo sai."
"Non diremo nulla. E' la nostra vita, Angel, non la loro e non abbiamo bisogno della loro approvazione, almeno non adesso. In seguito forse…ma per adesso…saremo solo tu ed io.
Condurremo la nostra vita di sempre, e ci vedremo come potremo e quando potremo. Esiste anche il telefono sai?"
Un sorriso incerto increspò le labbra del vampiro.
"Lo so, Buffy, ma io non potrò comunque…la maledizione è sempre fra di noi."
"Non l'ho certo dimenticata Angel. Sono certa però che troveremo il modo di sconfiggerla, magari con l'aiuto di Willow e Tara. Tutto si può risolvere. Ti amo e voglio renderti felice. Molto felice. A proposito….Kate, ti consiglio di fare in modo che resti solo un'amica. Ricordati che sono la Cacciatrice. Ti ho catturato e tu sei mio….per sempre. Farai meglio a rassegnarti!"
Con un sorriso smagliante Buffy richiuse la porta dietro di sé. Angel rimase immobile di fronte alla porta chiusa ad assaporare la vita che ricominciava a scorrere in lui. Buffy era di nuovo sua….per sempre.

Questa NON è la FINE, non può esserlo, perché il loro amore è "forever, this is the whole point"

 

Continua...