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RATING: vietata ai minori di 18 anni per descrizione grafica di rapporti sessuali.

COMMENTO: non è fortunato chi può dire "sono libero". E' fortunato chi può dire "non sono libero, perché amo". Egli, infatti, ha incontrato qualcosa di talmente grande da meritare il sacrificio della sua libertà.

 

 

Capitolo VII
Possedere un'anima
Buffy ricambiò lo sguardo di Angel stupita.
"Niente demone?"
"Niente demone." La rassicurò lui sorridendo apertamente.
"Come fai a saperlo?" chiese ancora Buffy, la voce tremante di speranza.
"Lo vedo dai tuoi occhi. Non c'è odio in te. Solo paura." Sussurrò il vampiro tornandole vicino e accarezzandole il volto.
"Allora perché ho ancora le catene?" L'ironia della domanda era smorzata dal sorriso, ma Buffy stava diventando veramente impaziente di essere liberata.
"La trasformazione non è un processo immediato. Il rito del morso ne segna l'inizio, ma ci vuole tempo perché tutto si compia."
Il tono quasi accademico della spiegazione urtò Buffy.

"Che cosa deve compiersi Angel? Non capisco!" protestò impaziente.
"Non ne sono sicuro. Tu sei…un caso particolare. Prima di liberarti voglio essere certo che non farai del male agli altri…e soprattutto a te stessa."
"Che cosa intendi dire? Perché dovrei ….hai paura che decida di…" le parole le morirono sulle labbra. Chiuse gli occhi e cercò disperatamente di non piangere.
Angel si sentiva impotente. Non sapeva che cosa fare o dire per aiutarla. Alla fine decise di parlare. Probabilmente Buffy non avrebbe ascoltato neppure una delle sue parole, ma il suono della sua voce forse l'avrebbe aiutata a ritrovare il controllo di se stessa.

"Le prime ore di un vampiro, dopo la trasformazione, sono le più difficili. Deve affrontare un universo completamente nuovo. E' un demone, in un mondo sconosciuto, con un corpo da controllare di cui non conosce le possibilità ed i limiti.
Le emozioni, i desideri, gli impulsi dentro di lui si confondono in un caos privo di ordine. Il Sire ha il compito di aiutarlo a trovare l'ordine, a comprendere chi è e che cosa vuole. Questo è relativamente facile in genere perché il Sire sa esattamente quello che vuole il suo cucciolo perché prova lui stesso gli stessi desideri. Io sono il tuo Sire, in teoria, ma…non so quello che vuoi e neppure esattamente quello che sei. Tenterò di aiutarti, ma …credo che quelle catene siano una precauzione ancora necessaria."

Buffy riaprì lentamente gli occhi e incontrò lo sguardo preoccupato dell'uomo che amava.
"Non mi piace la parola Sire, ma…sono felice che tu sia qui e se tutto questo doveva proprio accadere sei l'unica persona che avrei voluto vicino."
Angel tornò a sorridere. Non aveva dubbi sul fatto che la sua volitiva Buffy sarebbe stato un cucciolo quanto meno ribelle. Il fatto però che nonostante tutto si fidasse ancora di lui era un buon segno. Almeno le avrebbe permesso di aiutarla per quanto poco fosse l'aiuto che lui si sentiva in grado di dare in quel momento.

Quel pensiero lo indusse a pensare a chi altri avrebbe potuto aiutarli.
"Ora devo lasciarti." Annunciò con la mente altrove "E' ancora notte, quindi posso andare dal Signor Giles. Gli spiegherò quello che è accaduto. Abbiamo bisogno anche del suo aiuto e di quello degli altri. Ritornerò immediatamente….se riuscirò a evitare che mi impalettino prima!" concluse con tono tristemente ironico.

Buffy improvvisamente si sentì in preda al panico.
"Angel, non puoi…Drusilla potrebbe tornare e io…"
"Drusilla non tornerà" dichiarò Angel dirigendosi verso i loro vestiti ammucchiati in un angolo. "Ha cercato di impedire ad Angelus di trasformarti e lui…non ama che qualcuno si intrometta nei suoi programmi. Credo che passerà molto tempo prima che si faccia di nuovo vedere nei dintorni." Spiegò tranquillamente voltando le spalle a Buffy. Evidentemente non si era reso conto di quanto lei fosse agitata.
"Non lasciarmi, non adesso!" lo implorò Buffy dal letto. "Ho bisogno di te…non capisco, ma…ti prego!" Buffy veramente non comprendeva quello che le stava accadendo. La sola cosa chiara nella sua mente era che non voleva restare senza la rassicurante presenza del vampiro. Non era stata la paura di Drusilla ad indurla a parlare e neppure temeva la solitudine. Era terrorizzata dall'assenza di lui.
Angel si voltò di scatto improvvisamente consapevole del terribile errore che stava per commettere.

In pochi passi fu di nuovo accanto al suo fianco.
"Perdonami. Sono un idiota! Resto qui con te. Non vado da nessuna parte." Cercò di tranquillizzarla. "Ero preoccupato per te e ho dimenticato…che un Sire non abbandona mai il suo cucciolo…soprattutto non all'inizio. Mi dispiace."
Buffy con un sospiro si abbandonò fra le sue braccia.
"Non importa, ma resta qui. Parliamo…di quello che vuoi, ma non te ne andare." Mormorò, le palpebre socchiuse. Ora che lo sentiva vicino ogni ansia era sparita. Aveva ancora paura, ma la sua confortante presenza le dava la certezza che tutto sarebbe finito bene.

"Va bene. Parliamo. Innanzitutto è relativamente normale che tu possa fare a meno di respirare. I vampiri sono illusioni, in un certo senso, e in quanto tali possono svolgere qualsiasi attività umana, come bere, mangiare e fumare. La differenza rispetto agli esseri umani è che i vampiri non hanno bisogno di farlo per vivere perché…sono morti. Questo priva di ogni significato questi semplici gesti. Il compierli diventa una triste parodia dell'uomo che ormai non esiste più.
La maggioranza dei vampiri compie queste funzioni per abitudine, quando sono passati pochi anni dalla loro trasformazione. Con il tempo si dimentica quello che si è stati o forse si cerca di dimenticarlo e queste abitudini si perdono."

"Angelus fumava…e anche Spike." Commentò Buffy. "Non ho mai capito come potessero farlo se non respiravano. Tu non hai potuto salvarmi quando il Maestro mi ha annegata."
"E' vero" assentì Angel. "La spiegazione in realtà è semplice. Io, Spike e tutti i vampiri possiamo aspirare ed espirare aria, e quindi fumare, comprimendo volontariamente il torace attraverso il plesso solare. L'aria che espiriamo è però esattamente la stessa che aspiriamo. I nostri polmoni non funzionano. Per questo non avrei potuto rianimarti e ha dovuto farlo Xander al mio posto."

"La tua spiegazione mi sa troppo di lezione scolastica per piacermi. Poter non respirare mi sembra comunque comodo in certe situazioni." Concluse Buffy con un tono estremamente caustico.
Le era tornata alla mente Drusilla. Effettivamente a lei era stato molto utile non dovere respirare mentre…faceva quello che non avrebbe dovuto fare con Angel!
Il vampiro sollevò le sopracciglia perplesso.
"A che cosa di riferisci di preciso?" chiese sinceramente curioso. Quel cambiamento di umore della compagna l'aveva colto di sorpresa.
Buffy, pentita di aver sollevato l'argomento, si consolò pensando che comunque, prima o poi, avrebbero dovuto affrontarlo.
"A Drusilla e …insomma, hai capito di che cosa parlo." Concluse imbarazzata.

L'espressione di Angel divenne immediatamente cupa. Non evitò però il suo sguardo come avrebbe fatto un tempo. Qualcosa anche in lui era cambiato quella notte.
"Mi dispiace. Ho tentato di controllarmi, ma…"
Buffy lo interruppe prima che potesse terminare la frase. Non voleva costringerlo a giustificarsi. Non sarebbe stato giusto. "Non ha importanza" si affrettò a rassicurarlo "La colpa è stata di Drusilla e quando la incontrerò di nuovo….In fondo comunque l'abbiamo sconfitta, ed è stato proprio questo a farla infuriare."

"Hai ragione," mormorò Angel "ma ora ascoltami. Devi sempre essere molto onesta con me. Io non so esattamente quello di cui hai bisogno quindi….dovrai essere tu a dirmelo. Sinceramente. Non ci deve essere vergogna fra noi. Se nasceranno dei problemi li risolveremo insieme. Non so come reagiranno i tuoi amici alla tua trasformazione, ma ti vogliono bene e sono certo che continueranno a volertene. Anche loro ti aiuteranno come potranno. Non sarai mai sola."

Buffy corrugò la fronte. Angel le stava accarezzando i capelli, ma si interruppe intuendo che lei aveva qualcosa di importante da dirgli.
"Angel, io non so come dirtelo,…lo so che non è il momento e abbiamo altro a cui pensare, ma … desidero fare l'amore con te, adesso! Lo desidero al punto che…mi fa quasi male. Forse è perché siamo entrambi senza vestiti o…non lo so, ma…" L'espressione di Buffy mentre parlava era diventata sempre più disperata e sofferente.

Angel represse un sorriso, che in quel momento sarebbe stato fuori luogo, e iniziò immediatamente ad accarezzarla.
Il suo tocco non era leggero e gentile come sempre. Le sue grandi mani scorrevano velocemente sul suo corpo premendo e stringendo con forza la carne soffice che cedeva arrendevole sotto le sue dita. Buffy si arrese subito a quelle violente carezze che placavano però il suo desiderio solo per brevi istanti. Immediatamente esso tornava più forte e impellente di prima. Lui le afferrò i seni, comprimendo fra i polpastrelli i capezzoli eretti. Serrò la stretta fino a quando non la sentì gemere di dolore misto a piacere.

"E' questo che vuoi Buffy?" chiese, il viso a pochi centimetri dal suo. Buffy, presa delle sensazioni intense che stava provando non diede nessuna risposta. Lui allora incominciò di nuovo a stringere fra le forti dita la tenera carne. "Rispondimi!" ordinò, con un sussurro.
"Sì!" gemette lei. Angel immediatamente la lasciò.
Buffy lo sentì alzarsi dal letto e aprì gli occhi pronta a protestare, ma lo stupore la frenò.
Angel le stava slegando i piedi legati insieme. Strappò il copriletto di raso pesante e vi avvolse le catene. Infine le utilizzò per fissarle le caviglie alle due colonne poste al fondo del letto a baldacchino.
Con determinazione fece lo stesso lavoro con le catene che la legavano alla testata del letto.
Ora Buffy non sentiva più il freddo del metallo contro la pelle e se anche avesse tentato di liberarsi non si sarebbe ferita, ma non poteva più fare assolutamente nessun movimento. Angel l'aveva legata immobilizzandola molto più di quanto non avesse fatto Drusilla.

"Angel…così non posso muovermi!" si lamentò, mentre il vampiro tornava a adagiarsi non contro, ma su di lei. Il peso di lui le gravava completamente sul corpo, ma non le dava fastidio. Respirare non era più un problema e sentirlo contro di lei sembrava placare le sue ansie.
Angel restò immobile e le prese il viso fra le mani con dolcezza.
"Essere posseduto dal proprio Sire è il primo bisogno che ogni cucciolo prova. Avrei dovuto immaginarlo, ma non pensavo che tu…non importa. Ti ho immobilizzato perché questa volta faremo l'amore in modo diverso dal solito. Tu hai bisogno di sentirti mia. Dimentica per questa notte tutto quello che ti è stato insegnato sulla parità del rapporto uomo donna, il rispetto di sé stessi e la dignità della persona. Sono tutti principi veri, alla luce del sole. Ma questa notte tu sei entrata nell'oscurità. In questo momento loro non ti aiuteranno a stare meglio. Ora la sola cosa di cui hai bisogno per stare bene…sono io." Le ultime parole Angel le mormorò contro le sue labbra.
Il bacio che seguì fu dolce, ma anche colmo di passione. Angel esplorò la sua bocca con cura, senza trascurarne nessun dettaglio, come se avesse tutto il tempo che voleva da dedicare a quell'unico bacio.

Buffy sotto di lui fremeva di desiderio. I muscoli delle sue braccia si tendevano inutilmente nel tentativo di abbracciare, toccare, accarezzare quel magnifico corpo che giaceva su di lei. La frustrazione dei suoi impulsi però non aveva altro effetto che aumentare il bisogno che provava di sentirlo dentro di sé.
"Ti voglio." Furono le prime parole che mormorò appena lui lasciò le sue labbra.
"Lo so" rispose Angel, sfiorandole la fronte con un bacio. "ma questa notte importa solo quello che voglio io. Sarai mia, come non lo sei mai stata!"

Con questa promessa il vampiro scivolò lungo il suo corpo per fermarsi solo quando raggiunse i suoi piedi legati. Buffy comprese le sue intenzioni solo quando percepì il tocco leggero delle sue labbra contro la pianta prima di un piede e poi dell'altro.
Si muoveva lentamente, ma inesorabilmente, stimolando i suoi nervi, esasperando ogni sensazione, indugiando nelle aree più sensibili senza che lei potesse fare nulla né per opporsi né per agevolare i suoi movimenti.
Non si fermava mai a lungo sullo stesso punto. Riusciva a determinare con sconcertante esattezza il preciso momento in cui il piacere per lei diveniva più intenso. Allora si spostava facendola gemere per il desiderio insoddisfatto.
Quando la dolce tortura a cui era sottoposta giunse in prossimità del suo sesso esposto Buffy, in un attimo di lucidità, provò imbarazzo per i segni evidenti della sua eccitazione che Angel vi avrebbe trovato. Fu però un solo istante. Il desiderio offuscò presto ogni suo altro pensiero cosciente.

Angel però interruppe la sua opera prima del previsto. Con naturalezza si sdraiò al suo fianco e iniziò ad accarezzarle pigramente un seno.
"Qualcosa non va Buffy?" chiese in tono leggermente ironico.
Buffy lo guardò con ira. "Angel, non puoi…" mormorò insicura su come esprimere quello che provava.
"Certo che posso." Affermò il vampiro con sicurezza. "Sei mia!"
"Sono sempre stata tua!" protestò Buffy.
Angel le rispose solo con un enigmatico sorriso.
"Gli uomini imparano presto a controllare i loro sensi. Devono farlo. E' il prezzo che devono pagare per prolungare il loro piacere. Le donne sono più fortunate. Possono abbandonarsi senza alcun controllo. Per loro il piacere non ha limiti. Questa notte però io sarò il tuo limite."

La sua mano scivolò dal seno fino al ventre. Indugiò ad accarezzare l'ombelico per poi scendere e raggiungere il punto più intimo e sensibile di ogni donna. Buffy tentò invano di inarcarsi contro la sua mano. I legami glielo impedirono e non poté fare altro se non mordersi le labbra per non esprimere, come avrebbe voluto, tutta l'urgenza del suo desiderio.
Angel le sfiorò una tempia con una rapido bacio. Buffy non lo comprese, ma il suo era un modo per chiederle perdono per quello che le stava facendo.

Angel soffriva. I sensi di colpa, per aver involontariamente provocato quella situazione, e la profonda comprensione delle emozioni contrastanti che si stavano agitando nell'animo della sua compagna lo aiutavano a controllare il proprio istinto, ma il bisogno di sprofondare dentro di lei per farla sua come lei stessa gli implorava di fare diveniva ogni istante più forte. Sarebbe stato facile appagare lei e sé stesso, ma…Buffy ne avrebbe pagato il prezzo, un prezzo troppo alto. Lui non poteva permetterlo. Era responsabile di lei perché l'amava e perché…era il suo Sire.

Non avrebbe mai voluto sottoporla a tutto questo, ma…era necessario. Fino a quando lei non avesse trovato un proprio equilibrio sarebbe stato lui il suo punto di riferimento. Agendo come stava facendo le avrebbe offerto la sicurezza e la serenità necessaria per scoprire la nuova se stessa, nata quella notte, senza traumi e sofferenze.
Metterla in condizione di non dover fare, decidere nulla era il dono più grande che poteva farle in quel momento difficile. La volontà della Cacciatrice era forte. Non si sarebbe abbandonata volentieri a lui se avesse agito diversamente. Avrebbe continuato a pensare, riflettere, arrovellarsi su che cosa era giusto e che cosa non lo era. Adesso invece la sola cosa che poteva fare era ascoltare il proprio corpo e affidarsi al suo Sire.

Con determinazione la penetrò con un dito, continuando ad accarezzare la pelle tenera e umida con il resto della mano. Buffy gemette in risposta al suo gesto e i muscoli del suo ventre si contrassero spasmodicamente. Angel mosse la mano, prima lentamente, poi sempre con maggior forza.
"Vuoi che mi fermi Buffy?" chiese in un sussurro.
"No, ti prego, continua." Mormorò Buffy con la voce rotta per l'eccitazione. Le ondate di piacere stavano diventando sempre più intense.
"Perché dovrei continuare?" chiese ancora il vampiro contro il suo orecchio. La sua voce era calda e suadente, ma velata di ironia.
"Se ti fermi ora io…." Rispose Buffy ansando, ormai prossima a raggiungere il culmine del piacere.
"Tu che cosa?" rispose con noncuranza Angel, togliendo improvvisamente la mano.

"Ti detesto!" esplose Buffy frustrata.
"Lo so" commentò il vampiro con un sorriso triste. Dolcemente tornò a stendersi su di lei accarezzandole il volto crucciato.
"Perché mi fai questo?" chiese Buffy sconsolata.
Angel dopo alcuni istanti di riflessione rispose con un'altra domanda.
"Che cosa vuoi che faccia Buffy?"
"Fai l'amore con me." Fu la semplice risposta.
"Come?" chiese ancora una volta il vampiro.
Buffy tentò di riflettere, ma nella sua mente tutto era confuso.
"Non lo so, Angel, e non m'importa. Fai quello che vuoi. Io desidero solo essere tua…per sempre."

Angel, senza alcun preavviso, entrò dentro di lei, possedendola completamente. Buffy emise solo un lungo sospiro. Aveva desiderato a lungo quel momento, non solo quella sera, ma per anni di tragica solitudine. Finalmente non era più sola. Il suo corpo si tese al massimo per accoglierlo e all'inizio il dolore fu più forte del piacere, ma lei accolse con gioia anche quella piccola sofferenza sapendo che il piacere che ne sarebbe derivato l'avrebbe ricompensata di tutto. E il piacere venne, prima insinuante, confuso con il dolore, poi sempre più violento.

Angel si muoveva con forza. Era consapevole che stava facendole male, ma conosceva bene il sottile confine che separa il dolore dal piacere. Non si fermò. Lei doveva sentire con tutta sé stessa che apparteneva a lui e non era abbandonata a se stessa in un universo ostile. Loro appartenevano uno all'altra per l'eternità.
L'estasi li raggiunse insieme, sconvolgente e devastante. Buffy socchiuse le labbra, ma non ne uscì nessun suono. Negli occhi le rimase l'immagine del volto di Angel, gli occhi chiusi, i lineamenti contratti, assorto nel tentativo cogliere quell'attimo fugace in cui due esseri diventano uno solo.

Angel la stava sciogliendo dai suoi legami. Buffy però non si mosse.
Solo quando lui tornò a stendersi vicino a lei cambiò posizione per abbraccialo e acciambellarsi contro il suo corpo famigliare.
"Sei mia" mormorò Angel, accarezzandole i capelli.
"Anche tu sei mio" rispose Buffy, ormai quasi addormentata. "Drusilla dovrà ricordarselo in futuro!"

Questa NON è la FINE, non può esserlo, perché il loro amore è "forever, this is the whole point"

 

Una nuova strada Continua...