Mario Stefani:

«Alba Rizzo ha della musica un concetto tutto poetico e catartico.
Musica come ritmo pittorico, come voce dell'io, più nascosta e più vera. La presenza del sogno, l'attesa, la speranza.
...una certa onda mistica presente in alcuni lavori, non è inutile o sterile gioco, bensì la testimonianza viva di un'anima che crede nella possibilità di comunicare. ...la sua grafica è espressione di forza, verità a lungo sperimentata e sofferta. ...la sinuosità del segno, una verifica continua di una grafia che è vita, ricerca, desiderio».

Paolo Emilio Carapezza:

«...mi piace considerare "Il direttore d'orchestra" del Pippo Rizzo futurista, come archetipo di queste incisioni. Uguale la sostanza, diverso lo stile: la potenza s'è fatta grazia, l'esplosione violenta spirali venuste ed onde cullanti.
Così il mondo è stato creato: "In principio era il suono".
Il suono primordiale s'è differenziato in miriadi di suoni luminosi, e questi divenuti pesanti si sono agglomerati in miliardi di corpi celesti: è l'universo che pulsando, si espande».