Quattordicesima lezione

8 Maggio 2002

Le 5 parole chiave di Frank O. Gehry:

assemblare

spaziare

separare

fondere

liquefare

Gehry appartiene ad una sottocultura particolare. Nasce nel 1929 a Toronto da una famiglia ebrea. Il nonno (Owen, come il suo secondo nome) ha un negozio di ferramenta, in cui lui stesso lavora. E' un tipo piuttosto riservato ed emarginato, da cui il soprannome "fish" che gli è attribuito. Si trasferisce presto con la famiglia in California, nel centro di Los Angeles ed ha subito una forte esperienza urbana. Spinto da interessi artistici e incerto sul da farsi, si iscrive alla Facoltà di Architettura. Nel 1950 inizia a lavorare nello studio di architettura di Victor Gruen, ma presto parte e prende una specializzazione in Urbanistica ad Harvard. Nel 1958 torna da Gruen e vi rimane per due anni. Per superare una situazione in cui vedeva poche prospettive di avanzamento, decide di andare a lavorare a Parigi e lì si trasferisce con la famiglia per circa un anno, in cui si avvicina alle chiese Romaniche francesi e a Le Corbusier.

Nel 1962 torna a Los Angeles e apre uno studio di architettura a suo nome. Inizia una fase progettuale che durerà 15 anni, in cui la sua produzione non si scosta fortemente dai canoni del tempo. Egli è piuttosto frenato, ha rimosso la sua vena artistica e rimane razionale e pragmatico, all'interno di un ambiente già pieno di avanguardie.

Dopo il 1978 inizia una nuova fase, caratterizzata da un forte cambiamento e riassumibile attraverso la prima parola chiave: assemblare. Gehry entra in crisi a causa di diversi motivi tra i quali il fallimento del suo matrimonio. Decide di entrare in analisi, come la maggior parte degli architetti americani di quel periodo e cambia vita. Cambia famiglia e cambia anche casa. La nuova casa è la classica villetta suburbana e Gehry è innanzitutto indeciso se abbatterla completamente per costruirci sopra una nuova. Prevale però l'idea di modificarla in parte "scherzandoci" quasi sopra. avvolge così la casa con una struttura a forma di "L" che contiene la cucina e un'estensione del vecchio soggiorno, facendo coesistere nuovo e antico con un'operazione di assemblamento, con materiali inusuali, che è insieme sintattica e dialettica.

Dopo aver sperimentato il nuovo metodo sulla sua casa e averne capito a fondo il meccanismo, inizia la progettazione di abitazioni private ben funzionanti grazie alla nuova e maggiore libertà per i fruitori e allo sviluppo di un tema architettonico in controtendenza con l'architettura di quegli anni, propensa al recupero del passato. I suoi disegni sembrano caricature, poiché esagerano su alcune caratteristiche e sono fortemente espressivi. I suoi riferimenti sono naturalmente la Pop-Art, che ironizza sui Media e l'Espressionismo astratto americano, da cui Gehry riprende il tema dell'assemblaggio dei corpi. Da questo, poi, e dalla tendenza di incorporare aspetti del paesaggio, risale la volontà di utilizzare materiali "poveri" o riciclati ("cheap scape").

Il contesto è quindi studiato e valorizzato e Gehry vuole entrare in rapporto con esso. Il riferimento non è più aulico, ma quello della periferia, fatta di elementi sovrapposti. Agli inizi degli anni '80 progetta la Casa di un amante del cinema, a Los Angeles, che apre la strada al concetto dello "spaziare": La forma può essere narrativa ed evocativa.

In quegli stessi anni inizia un "working progress", il piano per la Loyola law school a Los Angeles, un progetto che si evolve a seconda delle esigenze, un campus universitario composto da vari elementi in cui lo "spaziare" diviene il motore. Il meccanismo è quello della "trasfigurazione" da una forma primaria resa contemporanea con un'operazione di modifica.

Nel 1983-84 , la prima fase, iniziata con il progetto della sua casa, è ancora in atto, ma presto una nuova fase si sovrappone alle altre: separare. Gehry applica la parola come qualcosa che squarciasse, simile ad un bisturi, per far nascere esiti non solo spaziali e funzionali, ma anche plastici. Di questi anni sono,  il progetto per la Casa Norton (1982-84) a Venice, Los Angeles, in parte metafora della casa sull'albero; in Giappone, a kobe, il Ristorante Fishdance (1986-87), in cui utilizza come oggetto evocativo un grande pesce; ancora a Los Angeles, il Museo California Aerospace (1982-84), in cui usa come oggetto evocativo un aereo nella facciata.

Nel 1986 viene dedicata a Gehry una mostra monografica rischiosa per il periodo, visto che allora egli non aveva ancora il successo che gli riconosciamo oggi.Era solo un bravo architetto in un clima in cui predominava il post-modernismo . Proprio in questo periodo Gehry inaugura una nuova fase, fondere, che rappresenta lo sforzo della scultura di diventare architettura e viceversa. "Fondere" perché le due arti si mescolano, perché interni ed esterni,spazio e volumi, atmosfera e materia sono ormai concepiti di concerto. Cito il progetto per il Museo e Fabbrica della Vitra a Weil Am Reim, in Germania del 1987-89; L'american Center di Parigi del 1988-93; il Centro di arti visive dell'università di Toledo del 1990-92; il Museo F. Weinman dell'università del Minnesota del 1990-93; l'Auditorium della Walt Disney a Los Angeles del 1988.

 

Nel 1989 Frank O. Gehry vince il Premio Pulitzer.

Nel 1991 Gehry progetta la sua opera più famosa e quella che lo farà conoscere in tutto il mondo: il Museo Guggenheim di Bilbao. il sito è quello di un nodo urbano di grande interesse, scelto dallo stesso Gehry: si tratta di un'area industriale inutilizzata che si estende longitudinalmente lungo un fiume. qui Gehry si impegna a mettere in gioco tutte le sue conoscenze per creare un'opera, allo stesso tempo, strategica per il recupero del settore urbano e dotata di forte valore simbolico. L'idea è quella della concatenazione dei corpi che provoca una serie di eventi plastici e spaziali. Ne risulta un progetto strettamente connesso alla città e alle banchine sul fiume con una forte valenza simbolica: il museo è infatti come una cattedrale, con un'eccezionale forza dinamica, libera, aperta, inglobante luogo e aria e diventa un simbolo per la città e per l'uomo.

Nasce la quinta ed ultima fase: liquefare. la casa Lewis, a Cleveland, del 1989-95 rappresenta bene questa nuova tendenza verso lo scioglimento delle forme. Come un guanto continuamente girato su se stesso, interno ed esterno si mescolano insieme e un sentire sottomarino, fluido, marsupiale, emerge.

 

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