Decreto Ministeriale 25 ottobre 1999, n. 471 (Bonifica dei siti inquinati)
ALLEGATO 2
Procedure di riferimento per il prelievo e l'analisi dei
campioni
Criteri Generali
I criteri descritti nel presente
allegato si applicano ad ogni fase di indagine, campionamento e analisi da
svolgere per la caratterizzazione dei siti inquinati, tra cui:
Campionamenti, indagini e analisi da svolgere, a carico dei privati o dell’autorità pubblica, per accertare il superamento dei valori di concentrazione limite accettabili stabiliti nell’allegato 1, inserire il sito nell’Anagrafe dei siti da bonificare e procedere alla presentazione del progetto di bonifica. Qualora l’autorità competente ritenga che il campionamento e le analisi svolte non siano corrispondenti ai criteri di seguito indicati, potrà richiedere approfondimenti e modifiche di indagine e potranno essere svolte analisi a carico dell’autorità pubblica
Piano di investigazione iniziale così come indicato nell’allegato 4
l’eventuale investigazione di dettaglio così come indicato nell’allegato 4
ogni altro campionamento, indagine e analisi finalizzati alla definizione del livello di inquinamento e della redazione del progetto di bonifica.
Il campionamento, le indagini e le analisi da condurre su un sito potenzialmente inquinato e sull’ambiente circostante da questo influenzato devono garantire di:
individuare tra tutte le possibili fonti presenti nel
sito quelle che hanno effettivamente determinato la situazione di
inquinamento. Le fonti potenziali di inquinamento sono definite sulla base
della caratterizzazione del sito condotta secondo le indicazioni dell’allegato
4 e comprendono: luoghi di accumulo e stoccaggio di rifiuti e materiali
pericolosi, vasche e serbatoi fuori terra o interrati, pozzi disperdenti,
cumuli di rifiuti in contenitori o dispersi, tubature,
fognature.
Particolare attenzione deve essere rivolta ad individuare, sulla
base della descrizione dettagliata del sito fornita con il Piano della
caratterizzazione e il Modello Concettuale, quali attività svolte sul sito
possono aver determinato incidenti, sversamenti, accumuli, perdite di sostanze
inquinanti, come ad esempio le attività di carico e scarico o di
immagazzinamento. Il campionamento deve inoltre essere mirato a controllare il
funzionamento presente e pregresso di impianti, apparecchiature, accessori o
altre strutture contenti prodotti pericolosi, tra questi rientrano le linee di
produzione, trasporto materiali all’interno del sito, le linee fognarie,
eccetera.
verificare l'esistenza di inquinamento di suolo, sottosuolo, materiali di riporto, acque superficiali e sotterranee, atmosfera; definire il grado, l’estensione volumetrica dell’inquinamento e la presenza di eventuali focolai di contaminazione; delimitare il volume delle aree di interramento di rifiuti
individuare le possibili vie di dispersione e migrazione degli inquinanti dalle fonti e rilevare la concentrazione delle sostanze inquinanti nelle diverse matrici ambientali (suolo e sottosuolo, acque superficiali e sotterranee, atmosfera del suolo, atmosfera, polveri) influenzate dal sito
definire, in particolare, la ricostruzione delle caratteristiche geologiche ed idrogeologiche dell’area ed ottenere i parametri necessari a condurre nel dettaglio l’analisi di rischio, tra cui ad esempio permeabilità degli acquiferi, caratteristiche pedologiche dei suoli, grado di saturazione in acqua, capacità di assorbimento dei suoli
definire le vie di esposizione di bersagli umani ed ambientali alle sostanze inquinanti ed individuare i bersagli da sottoporre eventualmente ad indagine diretta
valutare la possibilità di trasporto eolico di contaminanti
valutare la possibilità di passaggio degli inquinanti nella catena alimentare.
A tal fine devono essere definiti:
ubicazione e tipologia delle indagini da svolgere, sia di tipo diretto, quali perforazioni, che indiretto, come i rilievi geofisici, e caratteristiche tecniche degli strumenti utilizzati
piano di campionamento di suolo, sottosuolo, materiali di riporto, rifiuti, acque sotterranee e superficiali, atmosfera e piano di analisi chimico-fisiche o di altro tipo
profondità da raggiungere con le perforazioni, assicurando la protezione degli acquiferi profondi ed evitando il rischio di contaminazione indotta dal campionamento
il piano di analisi e le metodiche analitiche
le metodologie di interpretazione e restituzione dei risultati
Selezione dell’ubicazione dei punti di
campionamento
L’ubicazione dei punti di campionamento deve essere
stabilita in modo da corrispondere agli obiettivi indicati nei criteri
generali.
Per ogni matrice ambientale investigata (suolo, sottosuolo,
materiali di riporto, acque sotterranee, acque superficiali, atmosfera del
suolo) e per gli ammassi di rifiuti stoccati, si possono presentare due
principali strategie per selezionare l’ubicazione dei punti di sondaggio e
prelievo:
la scelta è basata sulla caratterizzazione del sito e sul modello concettuale fornito e può essere mirata a verificare le ipotesi formulate sulla presenza di contaminanti o sulle caratteristiche ambientali del sito
la scelta della localizzazione dei punti è effettuata sulla base di un criterio di tipo casuale o statistico, ad esempio campionamento sulla base di una griglia predefinita o casuale; questa scelta è da preferirsi ogni volta che le dimensioni dell’area o la scarsità di informazioni storiche e impiantistiche sul sito non permettano di ottenere una caratterizzazione soddisfacente e di prevedere la localizzazione delle più probabili fonti di contaminazione.
Suolo, sottosuolo e materiali di riporto eventualmente
presenti in loco
Data la particolare eterogeneità delle matrici
ambientali suolo, sottosuolo e acque sotterranee, il campionamento e le analisi
dovranno essere effettuate in modo da fornire un campione rappresentativo della
reale concentrazione di una determinata sostanza nello spazio, cioè nell’area e
nel volume campionati, e l’evoluzione della concentrazione nel tempo.
Nel
caso in cui si proceda con una disposizione a griglia, il lato di ogni maglia
potrà variare da 25 a 100 m a seconda del tipo e delle dimensioni del sito
oggetto di indagine. I punti di indagine possono essere localizzati in
corrispondenza dei nodi della griglia (ubicazione sistematica) oppure
all'interno di ogni maglia in posizione opportuna (ubicazione sistematica
casuale), oppure posizionati casualmente all’interno delle maglie della griglia
a seconda dei dati conoscitivi ottenuti dalla fase di indagine preliminare o
della situazione logistica (presenza di infrastrutture, eccetera).
Sulla base
delle dimensioni del sito da investigare si possono fornire le seguenti
indicazioni:
< 10.000 m2: almeno 5 punti
10.000 - 50.000
m2: da 5 a 15 punti
50.000 - 250.000 m2: da 15 a 60
punti
250.000 - 500.000 m2: da 60 a 120 punti
> 500.000
m2: almeno 2 punti ogni 10.000 m2
La profondità del
prelievo di suolo, sottosuolo o materiali di riporto varia con la necessità di
caratterizzare l’area dal punto di vista geologico e idrogeologico, di definire
la profondità dell’inquinamento, la variabilità orizzontale e verticale della
contaminazione, la presenza di contatto diretto tra gli acquiferi e le fonti di
inquinamento e deve essere definita in fase di stesura del piano di
investigazione iniziale o di dettaglio. La frequenza dei prelievi in senso
verticale potrà essere modificata e integrata sulla base delle osservazioni
effettuate in sede di campionamento e dell’omogeneità idrogeologica degli strati
attraversati.
La scelta del tipo di perforazione deve essere guidata dalle
necessità conoscitive poste dal singolo caso tenendo conto del tipo di terreno
da perforare nonché dalla necessità di conoscere con esattezza la litologia e la
sua successione nel sottosuolo, di effettuare il prelievo di campioni
indisturbati o rimaneggiati di terreno, considerando anche l'eventuale presenza
di inquinanti volatili e la necessità di installare
piezometri.
Nell'esecuzione dei campionamenti di terreno e di materiali
interrati occorre adottare cautele al fine di non provocare la diffusione di
inquinanti, a seguito di eventi accidentali quali la rottura di fusti interrati
o di diaframmi impermeabili. Occorre inoltre porre molta attenzione, in fase di
sondaggio, nell'evitare di attraversare strati impermeabili sottostanti o
livelli di terreno inquinato e diffondere la contaminazione. La profondità di
campionamento potrà quindi essere limitata o ridotta nei casi in cui la
realizzazione di un carotaggio o la messa in opera di un piezometro possano
costituire rischio di contaminazione per altri strati geologici e o acquiferi
creando una via preferenziale di diffusione degli inquinanti.
Il carotaggio
deve essere effettuato con metodi di perforazione a secco senza fluido di
perforazione, usando un carotiere di diametro idoneo a prelevare campioni
indisturbati ed evitando fenomeni di surriscaldamento. In particolare si propone
il metodo di perforazione a percussione con "campionatore a pareti spesse", che
permette in carotaggio integrale e rappresentativo del terreno con recupero >
85%.
Le perforazioni dovranno essere eseguite evitando l’immissione nel
sottosuolo di composti estranei, adottando i seguenti accorgimenti: rimozione
dei lubrificanti dalle zone filettate; uso di rivestimenti, corone e scarpe non
verniciate; eliminazione di gocciolamenti di oli dalle parti idrauliche; pulizia
dei contenitori per l’acqua; pulizia di tutti le parti delle attrezzature tra un
campione e l’altro.
Nel caso di presenza di materiali di riporto (quali
scorie di fonderia, ceneri, materiali di demolizione, materiali terrosi),
l’ubicazione dei campionamenti dovrà permettere di caratterizzare ogni porzione
di territorio occupata da tali materiali, il loro stato di contaminazione e le
caratteristiche chimico-fisiche di tali materiali che possono influire sui
successivi trattamenti di bonifica.
Rifiuti
Nel caso si debba caratterizzare la
presenza di rifiuti e il volume di materiali presenti in ammassi o discariche di
cui non si conoscano le dimensioni può essere necessario adottare metodi di
indagini non invasivi che permettano la ricostruzione dei profili.
Per il
campionamento dei rifiuti può risultare utile provvedere al campionamento
mediante escavazione in modo da permettere di prelevare un ammontare
significativo e di osservare la variazione quali-quantitativa degli accumuli di
rifiuti con la profondità e il periodo di deposizione.
Acque sotterranee
Particolare attenzione deve
essere posta a definire i punti di prelievo sulla base della caratterizzazione
idrogeologica dell’area e del modello concettuale del sito e delle
caratteristiche dell’acquifero che si intende campionare (ad esempio superficie
piezometrica, permeabilità, direzione prevalente del flusso) in modo da poter
caratterizzare univocamente l’influenza del sito sulle caratteristiche
complessive degli acquiferi in esame e la mobilità degli inquinati nelle acque
sotterranee per la profondità rilevante.
Almeno l dei piezometri per ciascun
acquifero considerato deve essere installato immediatamente a monte del sito (in
senso idrogeologico) in modo da costituire il valore di riferimento delle acque
sotterranee in "ingresso" all'area oggetto di indagine ed almeno l per ciascun
acquifero considerato deve essere localizzato immediatamente a valle del sito,
in modo da verificare le caratteristiche delle acque di falda in "uscita" dal
sito.
I piezometri dovranno essere realizzati a carotaggio continuo ed essere
costituiti da materiali compatibili con gli inquinanti presenti nel sito, devono
avere filtri di apertura adeguata in corrispondenza degli acquiferi da
campionare e della relativa granulometria; si forniscono le seguenti linee guida
per l’installazione dei piezometri:
area minore o uguale a 50.000
m2 = almeno 4
area compresa tra 50.000 e 100.000 m2 =
almeno 6
area compresa tra 100.000 e 250.000 m2 = almeno 8
area
maggiore di 250.000 m2 = almeno 1 ogni 25.000 m2
La
profondità dei piezometri dovrà comunque interessare almeno la base del primo
acquifero individuato e comunque profondità non inferiori a due terzi dello
spessore dell’acquifero stesso. Eventuali falde sospese dovranno essere
considerate individualmente, al fine di una completa ricostruzione idrogeologica
dell’area.
Il numero e l’ubicazione dei piezometri potranno essere integrati
sulla base dei risultati delle analisi chimico-fisiche e della definizione dei
focolai di contaminazione, in modo da controllare nel tempo l’effetto dei
singoli focolai su tutti gli acquiferi potenzialmente interessati dai fenomeni
di contaminazione.
Atmosfera del suolo
Il prelievo dei gas
interstiziali, finalizzato alla valutazione del contenuto in suolo, sottosuolo o
acque sotterranee di sostanze volatili, è definito sulla base della possibile
localizzazione di tali sostanze. Questo tipo di analisi può essere di ausilio
nella definizione preliminare di aree ad elevata concentrazione di sostanze
volatili, da sottoporre successivamente ad indagini dirette di suolo, sottosuolo
e acque sotterranee.
Acque superficiali
Oltre ai criteri già indicati
per definire la rappresentatività del campione, per i corsi d'acqua superficiali
è necessario caratterizzare la situazione chimica e ambientale a monte del sito,
nel tratto mediano ed a valle, lungo il senso di scorrimento del corpo idrico,
in modo da definire gli effetti derivanti dalla presenza di inquinamento nel
sito.
Nel caso di laghi, lagune o mare, si deve operare il campionamento
secondo la disposizione "a transetto", con tre transetti (a monte, a valle e
mediano), con spaziatura longitudinale e trasversale dipendente dalle dimensioni
del corpo idrico e con almeno tre prelievi verticali per ogni punto.
Campioni del fondo naturale
I campioni prelevati
da aree adiacenti il sito nelle quali si ha la certezza di assenza di
contaminazione derivante dal sito e da altre attività antropiche sono definiti
campioni del fondo naturale, sono utilizzati per determinare i valori di
concentrazione delle sostanze inquinanti per ognuna delle componenti ambientali
rilevanti per il sito in esame; nel caso di campionamento di suoli, la
profondità ed il tipo di terreno da campionare dovrebbe corrispondere a quelli
dei campioni raccolti nel sito.
Il numero dei campioni varia in funzione
delle caratteristiche generali e idrogeologiche dell’area, non dovrà comunque
essere inferiore a tre campioni prelevati nell’intorno del sito.
Campioni di controllo
Due controcampioni ufficiali
devono essere prelevati dal responsabile degli interventi di bonifica: un
campione per permettere all’autorità competente di approfondire le indagini o
eseguire verifiche sui valori di concentrazione risultanti dalle analisi; un
campione dovrà essere conservato, conformemente ai criteri di qualità di seguito
indicati per eventuali contestazioni e controanalisi.
Modalità di prelievo, conservazione e trasporto dei
campioni
La qualità dei risultati delle analisi può essere fortemente
compromessa da una esecuzione non corretta delle fasi di campionamento,
immagazzinamento, trasporto e conservazione dei campioni, occorre quindi che
ognuna di queste fasi sia sottoposta ad un controllo di qualità mirato a
garantire:
l’assenza di contaminazione derivante dall’ambiente circostante o dagli strumenti impiegati per il campionamento e prelievo
l’assenza di perdite di sostanze inquinanti sulle pareti dei campionatori o dei contenitori
la protezione del campione da contaminazione derivante da cessione dei contenitori
un’adeguata temperatura al momento del prelievo per evitare la dispersione delle sostanze volatili
un’adeguata temperatura di conservazione dei campioni
l’assenza di alterazioni biologiche nel corso dell’immagazzinamento e conservazione
l’assenza in qualunque fase di modificazioni chimico-fisiche delle sostanze
la pulizia degli strumenti e attrezzi usati per il campionamento, il prelievo, il trasporto e la conservazione
I prelievi di suolo, sottosuolo e materiali di riporto
devono essere effettuati a secco, senza ricorrere all’ausilio di fluidi o
fanghi; durante la perforazione, in particolare quando debbano essere ricercati
contaminanti volatili o termodegradabili, il terreno non deve subire
surriscaldamento; la velocità di rotazione deve essere moderata in modo da
ridurre l’attrito tra suolo e attrezzo campionatore, ovvero ricorrere a sistemi
di percussione se si opera in ambienti in cui non vi sia rischio di generare
esplosività.
La pulizia delle attrezzature deve essere eseguita con mezzi o
solventi compatibili con i materiali e le sostanze di interesse, in modo da
evitare fenomeni di contaminazione incrociata o perdita di rappresentatività del
campione.
La formazione dei campioni da sottoporre alle analisi deve avvenire
al momento del prelievo del materiale, in modo da impedire la perdita di
sostanze volatili: a questo proposito, la pratica di riporre il materiale
estratto in cassette regolatrici e procedere successivamente alla formazione del
campione può essere adottata solo in assenza di sostanze volatili. Nel caso
siano presenti sostanze volatili la rappresentatività del campione dovrà essere
garantita privilegiando le condizioni che garantiscono la conservazione della
concentrazione originale.
Per l’analisi di sostanze che possono essere
presenti in fase di galleggiamento alla superficie della falda, si dovrà
prevedere un campionamento dell’acqua con strumenti posizionati in modo da
permettere il prelievo del liquido galleggiante in superficie ed evitare
diluizioni con acque proveniente da maggiore profondità.
In particolare, per
le acque sotterranee le analisi dovranno essere eseguite su di un campione
prelevato in modo da ridurre gli effetti indotti dalla velocità di prelievo
sulle caratteristiche chimico-fisiche delle acque, quali ad esempio la presenza
di una fase colloidale o la modifica delle condizioni di ossidoriduzione che
possono portare alla precipitazione di elementi solubilizzati nelle condizioni
naturali degli acquiferi. Prima del prelievo di acqua sotterranea, i piezometri
andranno adeguatamente spurgati fino ad ottenimento di acqua chiara e comunque
per un tempo non inferiore al ricambio di tre-cinque volumi d’acqua all’interno
del pozzetto/piezometro.
Le analisi delle acque sotterranee devono essere
eseguite sul campione tal quale, per ottenere la determinazione della
concentrazione totale delle sostanze inquinanti.
Dal materiale estratto da
ogni posizione di sondaggio devono essere prelevati campioni diversi a
profondità prestabilite. Per suolo, sottosuolo e materiali di riporto il
campionamento deve permettere di ricostruire l'andamento della concentrazione
degli inquinanti lungo il profilo in esame. In ogni caso, i campionamenti
dovrebbero riguardare tutti i singoli strati omogenei, non trascurando quelli
evidentemente anomali.
Un apposito campione dovrà essere prelevato nel caso
in cui si debba provvedere alla classificazione granulometrica del terreno,
raccogliendo parte del campione, ottenuto con il metodo delle quartature come
indicato da IRSA-CNR, quaderno 64 del gennaio 1985.
L’eventuale selezione e
scarto di materiali non omogenei alla matrice da analizzare potrà avvenire solo
in laboratorio, dopo aver accertato che il materiale da vagliare non
contribuisca alla contaminazione, in caso contrario anche questo materiale andrà
adeguatamente analizzato e caratterizzato, come indicato in allegato
1.
Quando sono oggetto di indagine rifiuti interrati, in particolare quando
sia prevista la loro rimozione e smaltimento come rifiuto, può essere
appropriato procedere al prelievo e all'analisi di un campione medio del
materiale estratto da ogni posizione di sondaggio.
La scelta del contenitore
in cui riporre il campione va effettuata in funzione delle caratteristiche
dell'inquinante, in modo da garantire la minore interazione tra le sostanze
inquinanti e le pareti del contenitore. Nei casi di inquinanti organici sono da
utilizzarsi contenitori in vetro o in teflon, a chiusura ermetica; per i
campioni destinati alla ricerca di metalli possono essere impiegati anche
contenitori in polietilene. I contenitori devono essere completamente riempiti
di campione, sigillati, etichettati ed inoltrati subito al laboratorio di
analisi, insieme con le note di prelevamento. Nel caso siano da determinare
inquinanti facilmente degradabili e volatili e la consegna dei campioni ai
laboratori di analisi non possa avvenire in tempi brevi, si dovrà procedere alla
conservazione dei campioni stessi in ambiente refrigerato. In subordine, sarà da
considerare l'aggiunta di sostanze conservanti, che non interferiscano con le
analisi.
Analisi di laboratorio
L’autorità pubblica in sede
di approvazione del piano di investigazione iniziale o dell’eventuale
investigazione di dettaglio potrà richiedere l’effettuazione di test di
eluizione, con particolare riferimento ai contaminanti inorganici e
microinquinanti metallici, anche al fine di valutare la biodisponibilità di
queste sostanze. Le condizioni da riprodurre nel test di eluizione dovrenno
essere le più simili a quelle riscontrate nel suolo e sottosuolo in termini di
pH, potenziale di ossidoriduzione, conducibilità, eccetera il tempo di contatto
solido/liquido non dovrà essere inferiore alle 24 ore.
Nell'esecuzione delle
analisi devono essere rispettate le seguenti prescrizioni:
eseguire le analisi di laboratorio nel più breve tempo possibile dal momento del prelievo
redigere e presentare all’autorità competente una relazione indicando, per ogni parametro analizzato, i metodi usati ed i relativi limiti di rilevabilità
adottare metodi di analisi ufficiali riconosciuti a livello nazionale e/o internazionale
effettuare analisi di campioni a concentrazione nota, campioni di riferimento standard, individuando le percentuali di recupero del metodo analitico adottato
Le analisi devono essere svolte in laboratori pubblici o privati che garantiscano di corrispondere ai necessari requisiti di qualità.
Criteri per il controllo della qualità delle operazioni
di campionamento e analisi
Ai fini di garantire il controllo e la qualità
delle operazioni di campionamento dovrà essere predisposta appropriata
documentazione delle attività che consenta la rintracciabilità dei campioni
prelevati dal sito e inviati presso il laboratorio di analisi; tale
documentazione deve includere anche le azioni di controllo delle attività svolte
in campo ed in laboratorio.
Di seguito si riporta una sintesi della
documentazione da redigere:
registro per la raccolta organizzata delle informazioni di campo: localizzazione del sito, tempistica delle operazioni svolte, scopo delle attività e quant'altro serva a descrivere univocamente le operazioni svolte
identificazione univoca dei campioni, data, ora e luogo di prelievo, denominazione del campione, profondità e temperatura di campionamento, analisi richiesta, e dati relativi ai contenitori, materiale, capacità, sistema di chiusura, grado di pulizia
numero dei punti di misura, numero di sottocampioni, numero di repliche delle analisi
quantità del campione raccolta, in relazione al numero ed alla tipologia dei parametri da determinare (e quindi delle metodologie analitiche da adottare)
precisione delle determinazioni analitiche
misure di sicurezza per gli operatori (rischio di contatto con gli inquinanti, rischio di ingestione accidentale, rischio da inalazione, rischi dovuti alle attrezzature utilizzate, rischio dovuto a radiazioni, eccetera) ed equipaggiamento di sicurezza necessario
pulizia e decontaminazione dell'attrezzatura di campionamento (modalità e sostanze utilizzate)
modalità di contenimento, trasporto e conservazione dei campioni
etichettatura dei campioni, tramite apposizione di cartellini con diciture annotate con penna ad inchiostro indelebile, da riportare sul verbale di campionamento che potrà essere redatto in analogia con quanto previsto dalla normativa in materia di rifiuti
protocollo di campionamento ed analisi, descrizione delle procedure di campionamento e di analisi
modalità di elaborazione, presentazione ed archiviazione dei dati.
Elaborazione ed interpretazione dei dati
Tutti i
risultati analitici ricavati nel corso delle fasi di indagine costituiscono la
base di dati a cui riferirsi per definire il modello concettuale del sito e
definire il grado e l’estensione della contaminazione nel sito e nell’area da
questo influenzata, mediante confronto con i valori di concentrazione limite
accettabili di cui all’allegato 1.
L’elaborazione dei risultati analitici
deve esprimere l’incertezza del valore di concentrazione determinato per ciascun
campione: in considerazione della eterogeneità delle matrici suolo, sottosuolo e
materiali di riporto la deviazione standard per ogni valore di concentrazione
determinato, da confrontare con i valori di concentrazione limite accettabili, è
stabilita nel 10%.
Nella relazione che accompagna la presentazione dei
risultati delle analisi devono essere riportati i metodi e calcoli statistici
adottati nell’espressione dei risultati e della deviazione standard.
I
risultati delle attività di indagine svolte sul sito e in laboratorio devono
essere espressi sotto forma di tabelle di sintesi, di rappresentazioni grafiche
e cartografiche, tra cui devono essere realizzate, come minimo:
carte di ubicazione delle potenziali fonti di inquinamento
carte dell'ubicazione delle indagini svolte e dei punti di campionamento e misura, con distinzione tipologica
carte piezometriche, con evidenziazione delle direzioni prevalenti di flusso e dei punti di misura, derivate utilizzando anche punti esterni all'area
carte di distribuzione degli inquinanti, sia in senso areale che verticale
carte di ubicazione dei potenziali bersagli dell'inquinamento
grafici rappresentanti la variazione temporale dell’inquinamento.
Nel caso di siti di interesse nazionale potrà essere richiesta la realizzazione di una banca-dati informatizzata collegata ad un Sistema Informativo Territoriale (SIT/GIS) per permettere la precisa archiviazione di tutti dati relativi al sito e all’ambiente circostante e dei risultati di ogni tipo di investigazione; garantire la veloce interrogazione dei dati e la realizzazione di mappe tematiche; definire l’evoluzione temporale dei fenomeni di inquinamento.