Il giorno dopo 3

 

Menata parte 1 e anche 2

Rating: PG (scala da nc17 a Pg13 a PG--- del resto.. quello che mi viene da scrivere scrivo!:P)

 

Riassunto delle puntate precedenti:

Nel primo episodio della saga Mulder affronta la sua prima giornata dopo AVRE FATTO SESSO con Scully.

Le disavventure si sommano fino a che i due non fanno l’amore in ufficio.

Mulder parte, carico e motivato per ripetere l’esperienza con solo delle varianti di location ma viene fermato da una telefonata di Skinner che li convoca per un meeting.

Dopo l’incontro poco cordiale con la Cv, Scully e Mulder vanno a fare colazione e Mulder si confessa a Scully rivelando il suo profondo sentimento d’amore…

Poi decidono di tornare a casa a scopare--- (come sono romantica!)

 

Buona lettura!

Annax

 

 

Usciamo dal locale ed io devo fare uno sforzo sovraumano per non sollevarla da terra e trasportarla fino alla macchina.

Sta camminando lenta come una lumaca.

Il sole è alto e la strada è affollata e rumorosa.

Il marciapiede è pieno di gente ed io vorrei davvero prenderla tra le braccia e portarla via.

Odio dirlo, ma anche gli estranei che la sfiorano mentre cammina mi infastidiscono.

Nessuno la deve toccare.

Nessuno tranne me.

Da quando sono così.. territoriale?

Da sempre… sempre.

Ma ho imparato così bene a nascondere questo aspetto nelle mie varie e sfortunate relazioni amorose – vedi Phoebe – che quasi non mi ricordo più come si fa… ad essere geloso.

“Scullee?” La chiamo.

Lei alza lo sguardo su di me incuriosita.

Forse non è vero che riesco a nasconderlo così bene.

“Mulder… perché quella faccia?”.

Non riesco a nasconderlo affatto.

Sospiro e volto lo sguardo.

“… dove diavolo abbiamo parcheggiato questa fottuta macchina?” Chiedo sorridendo, ma me lo sto domandando davvero… dove diavolo è?

Lei ridacchia e fa in modo che riporti lo sguardo sulla sua testa incandescente sotto i raggi del sole del primo pomeriggio.

“… ci siamo quasi…” mi rassicura.

Sembra… nervosa?

“Scully?”

“Si…”

“Che c’è?”

“Nulla…”

Nulla.

A chi la racconti?

“Scully?” ripeto.

“Si?”

“Dimmi che diavolo c’è?”

Mi sembra che si sia fermata per una frazione di secondo, ma forse è solo un’impressione.

“Nulla…” ripete con noncuranza.

Nulla.

Ok.

“Scully?”

“Diavolo.. NULLA!”

Ops.. troppo ossessivo.

Apprensivo… forse.

Faccio spallucce in segno di scusa.

Guardo di fronte a me.

Ho un disperato bisogno di toccarla.

Di stringerle la mano.

Di sapere che è qui con me, che non è tutto un viaggio onirico dettato dai miei ormoni vogliosi.

Di sapere che non svanirà come neve al sole, la prossima volta che cercherò di avvicinarmi a lei.

Allungo una mano.

Cosa?

Scully?

Dov’è?

Oddio.

“MULDER!” sento un urlo alle mie spalle.

Mi volto impaurito di scatto.

Scully è appoggiata con i gomiti sul tettuccio della macchina.

Testa tra le mani.

E sta ridendo come una matta.

Ride così forte che le persone che le passano alle spalle si voltano incuriosite.

Io sono un idiota.

Che novità.

Mentre riflettevo sulla possibilità di perderla, mi stavo perdendo!

E adesso che osservo attentamente ho fatto ben 10 metri senza di lei al mio fianco mentre mi flagellavo con le mie paranoiche meditazioni.

Lei mi guarda.

Apre la bocca.

Vorrebbe dirmi qualcosa.

Ma è troppo impegnata a ridere e boccheggiare per formulare una frase.

Riappoggia la fronte sulle mani e continua a sbellicarsi.

Io, ormai avvezzo alle figure di merda, prendo coraggio e mi avvicino.

Quando le sono a meno di un metro lei solleva appena la testa e mi guarda con la coda di quei fari azzurri.

Il sole caldo rende i contorni della sua figura meno nitidi.

Mi sorride.

Si illumina.

Io sto sbavando. Davvero…

Dio, spero che sia solo una reazione alla novità di questa incredibile svolta del nostro rapporto.

Spero che non continuerò per sempre a trattenere il fiato quando mi sorride, e tremare quando mi tocca, a sobbalzare quando mi bacia.

A sbavare, come in questo preciso momento, quando un’infinita gamma di sentimenti mi invade l’anima attraverso la vista…

Dio, che diavolo sto dicendo.

Voglio che continui per sempre… per l’eternità.

Eppure io so, e lo so per certo, che non finirò mai di stupirmi.

Non finirò mai di sorprendermi.

Finché continuerò ad amarla.

E l’amerò per sempre.

“Ops…” dico.

Lei sorride ancora.

Cerca di diventare seria.

Ci prova davvero.

Vedo che si sforza per mantenere le labbra ferme.

Ma sorride ancora.

“… Mulder?”

“Si” sussurro avvicinandomi.

“Sei una creatura straordinaria.”

Eh?

Dio.

Nessuno mi aveva mai dato della “creatura straordinaria”.

Deglutisco.

Mi piace, definitivamente.

Creatura straordinaria… bello!

Sorrido.

Se le dico che l’amo divento noioso?

Forse si.

“Salta in macchina!” assento con tono falsamente autoritario.

Lei mi regala una di quelle sue espressioni.

Quelle che non hai idea di cosa significano, ma che sai, per certo, che se fossi solo un poco più scaltro riusciresti a scoprire l’intero ‘mistero di Dana Scully’.

Nei suoi occhi trasparenti c’è la verità.

C’è tutto quello che sente, c’è tutto quello che prova.

E’ li, evidente.

Chiaro, lampante.

Ma non riesco a leggerlo.

Non riesco a comprenderlo.

E mi limito ad osservarlo… come si fa con un quadro.

Adesso che ci penso.. lei *è* un quadro.

E non è necessario che ne capisca il significato.

Che sappia cosa rappresenta.

Che conosca cosa l’autore pensava o provava mentre lo dipingeva.

Ho bisogno solo di guardalo.

E godere delle emozioni che mi provoca.

E… Dio… me ne provoca… eccome!

Salgo in macchia mentre ancora sto meditando.

Lei si accomoda sul sedile del passeggero e si allaccia diligentemente la cintura.

Sospira.

Sposta una ciocca di capelli dietro il suo orecchio delicatamente.

Si volta verso di me “Che c’è?” chiede.

“Mh?”

“Mulder…? Mi stai… osservando… volevo sapere.. che c’è?”

La stavo osservando?

La stavo osservando.

Mi volto “Scusa” dico, sono troppo confuso. Mi allaccio la contura.

Lei ride “Mulder!”

“Si?”

Il suo sorriso diventa più dolce “non devi scusarti… osserva… puoi farlo! …”.

Involontariamente sospiro dal sollievo.

“E’ solo che…” incomincia.

“E’ solo che?” Chiedo allarmato.

Sorride “E’ solo che se c’è qualcosa.. tipo… che so… se ho qualcosa tra i denti… preferirei che me lo dicessi!”

Non riesco a fermare un sorriso ma poi contorco la faccia disgustato “Oddio Scully… se parli di cibo tra i denti al primo appuntamento ho paura di teorizzare quali saranno le nostre conversazioni tra un mese.. o due… o tra anni”.

Lei non mi segue più da metà frase.

“Appuntamento?” Chiede sorpresa.

Sorrido e faccio spallucce “Appuntamento!” Ripeto.

Scully non replica… per il momento.

Io avvio l’auto esco dal parcheggio.

E, visto che la fortuna è una mia indissolubile compagna, c’è traffico!!!

Sorrido tra me, confuso.

Questa è la giornata più fortunatamente sfortunata o sfortunatamente fortunata della mia vita!

Sono già in coda ad un semaforo quando sento Scully tossire nervosa.

Si sta preparando a parlare.

Tossisce ancora.

“A.. appuntamento?!?”

Eh?

Alzo gli occhi al cielo falsamente seccato.

“Si” affermo lanciandole un rapido sguardo.

Si muove nervosa sul sedile “beh, Mulder…” incomincia “… so che è da un po’ che.. beh… che non ho un appuntamento…” io sto sorridendo come un imbecille, lei mi fulmina con lo sguardo e continua “…ma.. per quello che posso ricordare… non funzionava così!”

“Non funzionava… cosa?”

 “L’appuntamento… sai? Quelle cose come…. Che so… uscire…. Pizza… cinema… e…” e si ferma.

“E…?”

“Mulder!” mi ammonisce. Me la sono voluta.

“Tu vuoi un appuntamento?” domando calmo.

Lei ci riflette per qualche secondo “Beh.. si … un giorno…magari…” afferma reticente.

Sorrido.

“TU avrai il TUO appuntamento e lo avrai STASERA!” affermo solenne.

Lei alza il sopraciglio.

La precisa domanda che le leggo stampata in faccia è ‘ma non eravamo decisi a catapultarci a casa, toglierci gli abiti di dosso e collassare sulla prima superficie disponibile avvinti come adolescenti arrapati?’

Sghignazzo.

Questa donna non mi conosce ancora!

Il semaforo è verde.

Parto piano ed incomincio “Scully? Ti ho mai enunciato la mia famigerata ‘Teoria dell’appuntamento’?”

Ride “No.. Mulder, questa mi manca!”

Mi schiarisco la voce.

“Vuoi sentirla?”

“Avanti,” incalza.

“Perché pensi che il 90% delle donne non riesca a raggiungere l’orgasmo e il 70% di uomini soffra di eiaculazione precoce?”

Ho detto sul serio le parole ‘orgasmo’ ed ‘eiaculazione’ a Scully?!?

“Mh?” è il suo commento.

Quasi sospiro. Mi aspettavo peggio… ok, posso continuare.

“Beh, penso che la colpa sia tutta da ricercare nel nostro caro e vecchio ‘Appuntamento’!”

“Non ti seguo, Mulder” interviene quasi immediatamente.

Ed è attenta e partecipativa come quando le espongo le mie stravaganti – ma sempre geniali – teorie…

Ed IO sto per proferire la cazzata più enorme che io abbia mai proferito.

Tutto questo non mi tranquillizza!

“Beh… mettiti nei panni di un povero uomo…”

“Povero uomo?” Mi interrompe.

“Fammi finire…” l’avverto e oso girarmi a guardarla… solo per un attimo.

Mi volto verso la strada e nei miei occhi è ancora impressa la sua luce.

“Ok…” sussurra e si mette più comoda sul sedile.

Deglutisco.

“… allora.. il povero uomo esce di casa alle 7 per essere a casa della ‘povera donna’ alle 8…”

“Un’ora prima?” Chiede stupita.

“Voi donne diventate maniacali quando si tratta di ritardi…” affermo.

Lei alza le spalle.

“Voi donne?” chiede quasi indignata.

“La donna-tipo… ” mi difendo immediatamente.

Lei ignora e mi lascia proseguire “… allora… sempre il nostro uomo-tipo si precipita a prendere la donna-tipo… organizza, pianifica e progetta una serata perfetta in ogni particolare per… ”

“Infilarsi nelle sua mutande?” interviene.

Eh?!?

“Oddio no… Scully.. non per infilarsi nelle sue mutande… per… raggiungere uno stato di intimità tale che la donna possa aprirsi a lui rivelandosi…”

“Stiamo parlando dell’uomo-tipo, Mulder” mi rammenta.

Ok!

“Per infilarsi nelle sue mutande!” mi arrendo, lei sorride soddisfatta.

“Mh?” incita.

“Ok… beh…come prima tappa l’uomo-tipo porta la donna-tipo nel più costoso ed elegante e raffinato e famoso ristorante della città!”

“Vorrei conoscere questo uomo-tipo!” Commenta maliziosa. Io la fulmino. Lei sorride e mi guarda concentrata.

“Ok… siamo nel ristorante più chinque della città…” mi ricorda.

“Ok… L’uomo-tipo non bada e spese e lui e la donna-tipo ordinano una quantità incalcolabile di cibo; ma intanto l’uomo-tipo rischia l’ulcera al pensiero di quando il suo portafogli ne uscirà dimagrito e la donna-tipo lotta contro i sensi di colpa e calcola quante ore di palestra le serviranno per riacquistare la sua forma-tipo!”

Ride.

“Tipico!” commenta. Rido anch’io, poi riprendo “… ok, dopo l’odissea della prima tappa si passa alla seconda…”

“Cinema” anticipa.

“Esatto… ok… l’uomo-tipo sceglie con cura il film… sentimentale e sdolcinato al punto giusto per poter fare breccia nel cuore della donna-tipo… e…”

“E?”

“La donna-tipo si appassiona così tanto al film che non ricorda nemmeno di essere al cinema con l’uomo-tipo… ”

“E l’uomo-tipo?”

“Si annoia… da morire!”

Ride, “se l’è voluta.. in fondo ha scelto lui il film!”

“Ok… allora l’uomo-tipo riesce solo a strapparle un casto bacio quando torna da una fila kilometrica per prendere i pop-corn alla donna-tipo durante l’intervallo…”

“Povero!” si accora Scully.

 “Ed ora tieniti forte Scully…”

“Mh?”

“.. arriva la terza tappa….”

“Letto?”

“Si… la ribattezziamo “operazione letto”…”.

Ride.

Ride forte.

“Ok.. Scully… ma non dimenticare che l’uomo-tipo si è appena sorbito Titanic e che la donna ha appena finito di piangere tutte le sue lacrime…”

“Ok….”

“Pensi che quando arriveranno a casa faranno subito l’amore?” Tremo mentre lo dico, non so perché, ma parlare di queste cose con Scully mi sembra ancora troppo incredibile…

Lei deglutisce “No” sussurra.

“No, Scully” riprendo “… manca ancora il caffè, l’ammazza caffè, il drink, il secondo drink… e poi la – rullo di tamburi - Conversazione….”

“Ah.. La famigerata … Conversazione.” Schernisce.

“Certo Scully… Non esiste conversazione più.. stressante della - CONVERSAZIONE. Insomma.. si parla di tutto… ma intendo TUTTO – dalla politica alla tv, dallo sport al tempo, al traffico… ed ogni sorta di argomento – TUTTO.. tranne che di… SESSO!”.

Ride forte, si copre la faccia con le mani “ Oddio Mulder… è vero! E’ troppo vero!”

Sorrido soddisfatto “Stai convalidando una mia teoria, Agente Scully?” scherzo.

Lei mi guarda attentamente “Beh… non proprio..”

“Lasciamo perdere!” la blocco sorridendo “Comunque per concludere, Scully, quando alla fine la donna-tipo e l’uomo-tipo riescono ad arrivare alla pozione … orizzontale … sono entrambi così stanchi, stufi, stressati ed annoiati (e pieni come uova) che non… beh… che non… ”

“Ho capito il concetto!” mi salva.

Rido.

“Beh, allora Mulder… stasera hai deciso di giocare alla donna-tipo e all’uomo-tipo?”.

Io non la seguo più dalla parola “giocare”… suggestivo…

“Mulder?” incalza.

“No… ed è questo il punto… io e te avremo un VERO Appuntamento Scully… il migliore.. perché sarà un appuntamento… all’incontrario…” affermo soddisfatto.

“Eh?” chiede.

“Si, Scully…” non c’è bisogno che le spieghi cosa intendo per ‘all’incontrario’, vero?

“Sospira… vediamo se ho capito, Mulder: SESSO, Conversazione, Cinema e Cibo…”

Scuoto la testa “Non prenderla così alla lettera…”

“Allora dimmi cosa hai in mente!”

Sorrido furbescamente.

“SESSO, SESSO, SESSO, SESSO, SESSO, SESSO, SESSO, SESSO, SESSO, SESSO, CIBO, CIBO, SESSO, CIBO, TV- forse – e poi SESSO e ancora SESSO… E TANTO DI QUEL SESSO…”

Calde dita pressano sulla mia bocca.

“Mulder!” mi ammonisce.

“Mh?” mugugno.

“Hai reso il concetto…”

Fa scivolare la sue dita sopra le mie labbra.

Voglio baciarla.

Mi avvicino rapido, lei spalanca gli occhi, presso un umido bacio sulla sua bocca socchiusa.

Mi stacco e ritorno alla giuda.

Schiaccio il pedale.

Destinazione Georgetown: ora!

“Beh… ” sussurra “… non ho mai avuto un appuntamento tanto… particolare… ”.

“Che ti aspettavi da una - creatura straordinaria - , Scully…?”.

Un simbolico schiaffo sulla spalla mi zittisce.

Sogghigno.

E che ora abbia inizio l’appuntamento all’incontrario!

 

 

Parcheggio.

Mi tremano le gambe.

Dio… ci siamo.

Mi slaccio la cintura di sicurezza.

Eccoci qui.

Adesso arriva il bello.

Sto sudando.

Scully si slaccia la cintura.

“Mulder?”

Sobbalzo.

“Mh?” chiedo senza guardala.

“Hai intenzione di salire?”

Che razza di domanda è questa, Scully?!?

Annuisco.

“E allora? Che aspetti…” sussurra, forse la sto mettendo in apprensione.

Mi volto sul sedile per averla di fronte.

Dio.

Mi volto ancora verso il volante.

So che la sto confondendo ma, Dio, sono un po’ nervoso… cazzo… insomma….

Dio… mi sento nudo.

Ho messo il mio cuore nelle sue mani, ce l’ho messo tutto, senza tenermene neppure un pezzetto.

Non ho dubbi, non sono pentito… HO PAURA….

Sono un bambino ridicolo… che HA PAURA, e allora?

“Mulder?” Mi chiama preoccupata e poi una di quelle sue mani bianche è sulla mia guancia.

Spinge e mi volta la faccia piano.

Incontro i suoi occhi.

Dio, HA PAURA.

“Ci siamo, Mulder…” sussurra ed io tremo “… non si può tornare indietro da qui!”

Eh??!?

Ehhhhh?!?!?!

Eh?!?!!?!??!?!?!?!

“Eh?!?.. tornare indietro, Scully...? ma ti ha dato di volta il cervello…?“ sussurro ridendo.

Senza preavviso mi avvicino e la bacio.

Trova le sue labbra dischiuse e non mi è difficile invaderla.

La mia lingua balla insieme alla sua mentre cerco di voltarmi in questa scatola di abitacolo e di circondarla con le braccia.

Quando ci riesco le sue mani sono già a lavoro sulla mia schiena.

Massaggiano, profonde.

Su… e poi giù… e poi su….

E il bacio diventa oltremodo profondo, e bagnato e affamato e.. Dio, VOGLIO UN LETTO…

Lei ansima quando mi stacco, è un suono così denso che mi trapassa il cervello… presso un altro bacio a labbra aperte sulla sua bocca sciupata e sussurro senza fiato… “su…” loquace! Complimenti!

Ma lei non sottilizza… mi sorride maliziosa e apre la portiera.

Dio, è bellissima.

Osservo famelico il suo sedere rotondo contenuto in quella gonna stretta.

Sorrido.

Ed ora: si dia il via alla seconda tappa!

 

 

Camminiamo lungo il corridoio, fino alla porta del suo appartamento, ad un metro di distanza – non si sa mai.

Dall’esterno siamo due normali colleghi, che tornano a casa ad un normale orario, per fare del normale lavoro, e magari per mangiare del normale cibo, in normali piatti…

DIO… STO PER FARE SESSO CON QUESTA DONNA!!!

Questa!

Questa che mi cammina di fronte ondeggiando pavoneggiante le sue natiche.

Deglutisco.

Questa che mi ipnotizza col suo profumo, col suo odore.

Questa che mi ha sempre capito senza bisogno di parole.

Questa che ha avuto fiducia in me prima di conoscermi.

Questa che mi ha dato l’anima prima di darmi il corpo.

Dio… - prego – FAMMI FARE LA COSA GIUSTA! Fammi fare la cosa giusta… Fammi fare la cosa giusta… Fammi fare la cosa giusta… Fammi fare la cosa giusta… Fammi fare la cosa giusta…

“Fammi fare la cosa giusta…”

L’ho detto?

Scully si volta.

L’ho detto forte?

Da come mi sta guardando in questo momento direi proprio di si.

L’ho detto, cazzo.

Sorrido imbarazzato mentre abbasso lo sguardo.

Si avvicina piano.

Vedo i suoi piedi.

Non so se riuscirò ad alzare la testa ora.

“Mulder” sospira con quella voce rotta che arriva come una scossa dalle mie orecchie al mio cuore.

Non ce la faccio a guardarla.

E, dato che è vicina, mi salvo abbracciandola e seppellendo la faccia tra i suoi capelli.

Respiro forte.

Lei mi stringe la vita.

Mi bacia la tempia.

“Mulder…” ripete.

Io appoggio la bocca sul suo orecchio e respiro ancora.

Non so che diavolo dire!

Proprio non lo so.

Ho paura Scully!

“… ho paura…” bisbiglio.

Dio, quanto mi costa dirlo… non so perché mi costa così tanto.

“Di.. co.. cosa?” chiede sussurrando.

Io quasi sbuffo.

Lo sai, lo sai di cosa ho paura.

Te l’ho già detto, una volta, ed eravamo sempre in un corridoio ma a Arlington.

Ti ho detto tutto, ti ho detto ogni cosa…

Ma oggi ti ho detto che ti amo, Dio… 

non l’avevo mai detto….

non l’avevo mai detto alla persona per cui lo provavo.

non l’avevo mai provato….

“… se non faccio la cosa giusta, ti perdo…” dico, semplice, ma non riconosco la mia stessa voce.

Mi stringe forte.. forte … forte…

Mi bacia la tempia… la fronte… la guancia… appoggia le sia labbra sulle mie….

“ed io ho paura invece…” sussurra seducente accanto alla mia bocca, io sono rapito dal calore del suo respiro su di me… “.. ho paura che tu sia condannato a non perdermi mai…” conclude e mi sorride prima di prendersi la mia bocca.

Io non so più che pensare….

Si può amare… più di un secondo fa e meno che tra un secondo?

Si stacca e appoggia la sua fronte sul mio mento.

Il nostro respiro è irregolare ed elaborato.

“Tu mi hai detto che mi… ami, Mulder…” sussurra “.. ma credi… ci credi nell’amore?” la sua voce l’ha abbandonata a metà… ma ho sentito, Dio…

“Ci credo, Scully… ci credo!”

“E pensi.. pensi che l’amore dopo averti sfiorato, toccato e preso.. possa.. possa… lasciarti… andare?.. e pensi che saresti in grado di rinunciarci senza lottare…?”.

Sono pietrificato… “no…” bisbiglio.

“Neppure io…” sussurra alzando la testa e imprigionando i miei occhi “non devi avere paura, Mulder… perché TI AMO… ti amo…”….

Oh Dio.

Oh Dio…

La mia gola è secca.

Sento gli occhi pesanti.

L’immagine del suo viso perde i contorni alla mia vista.

Sono lacrime.

Sto piangendo.

L’ha detto.

Mi ama.

“Ti amo così tanto,” sussurra prima di stringermi ancora e affondare la faccia sulla mia spalla.

“M..mi a…ami.” Non è una domanda, è una affermazione… il mio cervello lo sa, lo sa che mi ama, lo ha sempre saputo… ma c’è quella parte di me… quella che ha paura… quella che è così debole e vulnerabile che ha bisogno di conferme… quella parte ancora non ci crede.

“Si” sussurra sulla stoffa della mia giacca.

Dio, non posso sprecare altro tempo….

Le prendo il viso tra le mani.

La fisso negli occhi e glielo sto dicendo, le sto dicendo tutto, le sto dicendo: prendimi, amami e proteggimi; ti prenderò, ti amerò, ti proteggerò.

Sono felice.

Sorrido.

Sorride.

“Mi sa che abbiamo avuto un cambio di programma qui…”sussurro.. la mia voce rotta.

“Già.. abbiamo anticipato la – CONVERSAZIONE…” dice avvicinandosi alle mie labbra.

Sorridiamo ancora.

“… ma almeno abbiamo evitato l’argomento politica-sport-tv-…” mi interrompe con un bacio.

“Voglio fare l’amore con te,” sussurra ed il mio corpo è percorso da un onda di eccitazione così forte che quasi ne rimango stordito “adesso!” ordina.

“.. e non abbiamo neppure evitato l’argomento sesso!” aggiungo sorridendo.

Sorride.

Ride.

Si stacca dalla stretta delle mie braccia.

Io quasi mugolo per l’abbandono.

Si avvicina alla porta, tira fuori le chiavi , le sta per infilare nella porta ma poi si gira di scatto e appoggia la schiena sul legno bianco.

Alza la testa.

Mi guarda.

“Ti amo” ripete.

Dio, ancora… brivido, scossa e onda…

I suoi occhi sono così lucidi, brillanti… le sue guance rosse... le sue labbra sciupate…

Amo il modo in cui mi dice che mi ama.

“Sei.. sei.. oddio Scully… tu sei tutto… tutto quello che ho, voglio, desidero,penso, spero… sogno… tutto… ogni cosa…ogni cosa….”

Mi avvicino, presso il mio corpo sul tuo.

Ti bacio.

Ti bacio ancora.

Ti assaporo… ma poi di divoro….

Mugoli.

“Mh?”

“Cosa?” sussurro tra le tue labbra.

“Che ne dici di aprire questa… porta?”

Sorrido.

Ma vorrei ridere… e vorrei piangere.

La stringo appoggiata alla porta invece.

Abbasso le labbra sul suo orecchio.

“Diamo inizio all’’operazione letto’!”

 

 

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Continua… forse!

 

Grazie per avermi letto!

Per commenti di ogni sorta e natura c’è il MB!

Annax

 

Quarta parte epilogo