Titolo: Il giorno dopo….

Sottotitolo: tutto quello che CC non ci ha fatto vedere ma che era ben chiaro nella testolina di Gillian.

Autrice: Annax

Spoiler: All Things

Rating: R (per il linguaggio); Nc 17 (.. per le partite e briscola.. ops, per il sesso!)

Disclaimers: Non mi appartengono, ma a questo punto non appartengono manco a CC.

Categoria: MSR, UST, HUMOR

Summary: dice tutto il titolo.

(Mulder POV)

 

Prima parte 

Un unico raggio di sole ha deciso di oltrepassare le tende accostate e di colpirmi in pieno volto.

Mi muovo piano cercando di evitare questa inaspettata tortura e la mia mano passa languida sulle lenzuola scomposte.

Passa.. passa ancora.

Oh cazzo, non c’è.

Dov’è?

Apro gli occhi, li richiudo immediatamente.

Dopo parecchi tentativi riesco ad mantenerli fissi sul soffitto.

Non mi muovo. Non voglio voltarmi per scoprire che non è più qui.

E se ci fosse? E se non ci fosse?

Mi volto.

Non c’è.

Cazzo.

Sospiro.

Riappoggio la testa sul cuscino e cerco di svegliarmi completamente.

C’era… c’è stata… è stata qui stanotte, non è così?

Oddio, è incredibile.

Sento che un sorriso idiota mi copre le labbra e un suono non classificabile striscia fuori dalla mia gola secca.

Mi giro di scatto sulla pancia e sprofondo la testa sul guanciale.

Senza rendermene conto il mio corpo strofina sulle lenzuola ed i miei polmoni sono pieni di questo nuovo odore, di questo nostro odore.

Mi sto eccitando. Oh merda, sono eccitato.

Mi concentro e ricordo.

E le sue mani sono su di me, la sua bocca nella mia. La sua lingua calda sul mio palato.

Le mie orecchie si riempiono del suono dei suoi sospiri. Ansimi…

Oh diavolo, ha ansimato ieri notte… l’ho sentita… ha ansimato davvero… l’ho fatta ansimare…

Ma sono io che sto ansimando adesso.

Non ci posso credere….

Alzo il bacino perché sono così duro che il contatto con il materasso fa male.

‘Oh Dio, Mulder… non ti fermare… non ti fermare…’…

ed il ricordo della sua voce bassa e sensuale si insinua nei meandri del mio cervello intorpidito, scivola lungo la mia colonna vertebrale e arriva dritto lì.

Oh cazzo, mi sto masturbando.

Dopo la notte che ho appena passato ho anche il coraggio di masturbarmi.

Realizzo e scatto.

Mi siedo sul bordo del letto e respiro intensamente.

Dove diavolo sei Scully?

Dopo qualche minuto mi accorgo di essere definitivamente sveglio.

Doccia. Ho bisogno di una doccia.

Mi guardo intorno e sospiro ancora.

L’odore di noi mi colpisce i sensi di nuovo. Chiudo gli occhi e considero la possibilità dell’esistenza di un qualsiasi metodo per raccogliere questo profumo e chiuderlo in una boccetta.

Au de sex.

Rido.

Rido ancora e rido forte.

Mi sento stordito.

Mi alzo e le gambe si piegano sotto il mio peso.

Un dolore inusuale ma forte mi contrae i muscoli delle cosce.

Non mi fanno male così le gambe nemmeno dopo 10 miglia di corsa.

Forse dovrei chiamare Scully e dirglielo: ‘Sai, Scully… ho un incredibile dolore alle gambe. Tu che dici… sto diventando vecchio oppure non facevo sesso da così tanto tempo che i muscoli si sono atrofizzati per il disuso?’

Entrambe le cose, mi rispondo.

Sorrido e cerco di trascinarmi fino al bagno.

Una volta che sono sotto il getto caldo della doccia, realizzo che ancora non ho pensato.

Non ho pensato a nulla se non alle sensazioni, e quasi stavo rivivendo l’esperienza delle eiaculazioni mattutine che non ho dal college.

Ma non ho pensato a nulla che possa essere effettivamente utile. Non ho pianificato nessun attacco.

Non so cosa le dirò quando la vedrò. Non so nemmeno se riuscirò a parlare….

E se commetto l’errore di saltarle addosso come un sedicenne arrapato appena la vedo?

L’eventualità non è così campata in aria… so che potrei riuscirci.

Ma preferirei evitare di farlo in pubblico.

Che so, mentre siamo in fila alla caffetteria potrei anche far scivolare le mie mani lungo i suoi fianchi… potrei anche baciarla in ascensore, tanto dal primo piano al seminterrato non c’è nessuno.. siamo soli… soli…

Oh… Oh… il mio corpo in autopilot reagisce senza interpellare il mio cervello.

Cazzo.

Mi riprendo perché ho la netta impressione che sia tardi.

Ed ancora non so che diavolo mi uscirà dalla bocca appena la vedrò.

Esco dalla doccia e mi precipito in camera da letto.

Ora sono troppo occupato a cercare qualcosa di pulito da mettermi addosso per concentrarmi su un piano di attacco.. o di difesa.

Davanti alle ante aperte dell’armadio in camicia e calzini rimango per parecchi minuti in catalessi.

Poi opto per l’Armani grigio scuro. So che lo adora. Ci fa sempre scivolare quel suo sguardo indagatore quando lo indosso.

HO FATTO SESSO CON SCULLY.

La mia mente lo sta urlando con il disperato intendo di convincersi che sia vero mentre mi vesto velocemente.

Ho fatto sesso? Sesso?

Dio, non sesso… non squallido sesso….

Fare sesso con Scully è stata un’esperienza al limite del mistico.

Non scherzo, non esagero…

È stato come scalare l’Everest.

Arrivi in cima. Ci hai messo un secolo e sei stanco morto. Ma il panorama ti toglie il respiro.

E qualsiasi sforzo tu abbia dovuto affrontare per arrivare fino a lì non è nulla paragonato a quello che provi guardando giù.

Mi gira la testa.

Forse ho fame. Oh cazzo, sì, ho fame.

Butto un’occhiata alla sveglia sul comodino.

Sono le 8.45.

LE 8.45!!!

Sono le 8.45 ed io ancora sono a casa, rovistando in ogni angolo alla disperata ricerca di un paio di scarpe.

Quando riesco a localizzarle e a metterle sono le 9.00 e dovrei già essere in ufficio.

Da Scully… Scully….

Sono dietro il volante e tanto per aggiungere fortuna a fortuna il traffico è intenso. Le auto scorrono così piano che raggiungere la velocità di 20 miglia all’ora è un record da giunness.

Fa un caldo infernale e l’aria condizionata sta formando un nodo nel centro della mia fronte.

Ho il naso gelato ma sto sudando.

L’orologio mi informa che sono le 9.15. Sono in ritardo… molto in ritardo.

Oh… oh…  meeting.

Ho un meeting stamattina.

Ho un meeting con il caposezione e Skinner stamattina.

Ho un meeting con il caposezione e Skinner per l’assegnazione di un caso prontamente scartato dalle sezione crimini violenti e gentilmente recapitato al mio indirizzo.

Scully adora quando la CV ammette la sua impotenza e si affida a noi come ad un ente di beneficenza.

Scully….

Oh porca…

Si incazza come un animale quando sono in ritardo.

Si incazza quando sono in ritardo per un meeting.

Si incazzerà di sicuro perché lei VUOLE questo caso.

E si incazzerà OGGI… Il giorno dopo… che abbiamo fatto sesso!!!

Sono nel panico.

Ho ancora la bellezza di 15 minuti prima di essere realmente in ritardo… per il meeting.

Forse dovrei chiamarla…

Mi si stringe lo stomaco.

Che le dico?

Il telefono squilla. Io sobbalzo.

Sfilo il cellulare dalla tasca e le mie mani tremano così forte che mi cade dalle dita.

Rimbalza sul sedile del passeggero e si posiziona in un angolo praticamente irraggiungibile.

Oh cazzo…

Mi allungo per recuperarlo mentre il trillo mi ferisce i timpani.

Voglio urlare.

Do un’occhiata di fronte a me e la macchina davanti è lontana meno di un metro. Si ferma d’improvviso.

Io inchiodo e il rinculo mi fa sbattere la testa sul volante.

Impreco forte ma almeno ho evitato questo più che probabile incidente.

Mi riprendo e afferro questo fottuto telefono.

“Mulder” rispondo.

“Sono io”.

Oh cazzo.

“Scully…” dico. Ora sì che sono nel panico.

“Mulder dove sei?” Chiede. Sembra preoccupata. Ma non solo..  c’è qualcos’altro…non so, sembra.. nervosa…

“Mulder?” Ripete.

E beh, forse dovrei rispondere.

“Scusa, Scully… sono imbottigliato. Sono in ritardo, non è vero? Mi spiace…”.

Squallido, non è vero? Avrei dovuto pensare a qualcosa di più intelligente da dirle la prima volta che parliamo…DOPO CHE ABBIAMO FATTO SESSO!!!

Sono disperato.

Lei sospira ed io sobbalzo perché la macchia dietro di me sta facendo un concerto di clacson in la minore e davanti ci sono minimo 40 metri di strada libera. Mi muovo.

“.. quanto pensi che ci metterai… ad arrivare?” Chiede con tono quasi… apatico?

Oddio, voglio incominciare questa giornata da capo! Voglio un’altra possibilità!

“Beh.. n.. non so… 15 minuti, non più di 15 minuti, pe… penso…” Ma sto balbettando? Oh merda, sto balbettando!

“Ok Mulder, a dopo…” sussurra e riattacca.

Io spalanco la bocca.

Sono sorpreso ed anche, se voglio dirla tutta, indignato….

Diavolo, 3 minuti di conversazione… dopo che abbiamo fatto sesso!!!

Forse la situazione è più grave di quanto pensi. Forse si è pentita di quello che ha fatto. Forse sta cercando le parole per dirmi ‘sai, Mulder… è stato… bello ieri notte, ma non ti va di rimanere amici?’.

Ho la nausea.

Se solo prova a darmi una mazzata di queste dimensioni.. io urlo!

Ma cazzo, è venuta lei nella mia camera da letto ieri notte! È stata lei a imbottirmi la testa di tutti quei discorsi strani e meravigliosi.. è stata lei a dirmi che era arrivato il momento…

E già… è stata lei.

Ed io ho soltanto preso quello che lei mi ha offerto su un piatto d’argento.

Forse è questo che la rende nervosa. Forse è questo che la spaventa.

Forse pensa che sia io quello che ha dei ripensamenti.

Non posso permettere che arrivi ad una così assurda conclusione perciò devo impegnarmi e trovare qualcosa di adatto da dire. Qualcosa che possa spazzare via i dubbi. E non ho molto tempo per riflettere visto che sto parcheggiando e ci separano solo un paio di rampe di scale.

Sono le 9.32.

2 minuti di ritardo.

2 minuti che avrei potuto utilizzare per parlare con lei.

2 minuti sono un’eternità. Avrei potuto anche baciarla in 2 minuti!

Salgo le scale due gradini alla volta.

Corro fino alla porta dell’ufficio.

Dovrei soffermarmi sul fatto che entro nell’edificio dallo stesso ingresso che usa l’impresa di pulizie ma non ho tempo.

Spalanco la porta.

Non c’è.

Non c’è?

Controllo.

Mi metto al centro della stanza e quasi giro su me stesso.

Non c’è o si è nascosta molto bene.

Guardo l’orologio.

Sono le 9.35. Il meeting è iniziato da 5 minuti.

Sospiro e mi catapulto fuori dall’ufficio.

Mentre cammino a passi spediti verso l’ascensore, impreco.

Ma perché diavolo sono tutti così maledettamente puntuali!

Arrivo davanti alla porta grigia.

Schiaccio ma non si apre.

È occupato. Merda.

Medito se prendere le scale ma l’idea di arrivare davanti a Kimberly ansimante come un cavallo non mi alletta.

Alzo gli occhi, mi concentro sul soffitto.

Sento un tonfo secco e ritmico e mi accorgo che è il mio piede che batte sul pavimento.

Muovo il bacino.

No… no.. no…

Sono disperato… mi scappa la pipì.

Mi viene da piangere.

Un suono squillante che fa pulsare la mia vescica mi dice che l’ascensore è arrivato e le porte si aprono.

È vuoto, grazie al cielo.

Salgo a bordo, schiaccio il pulsante e aspetto.

Osservo minuziosamente il pavimento per controllare che non ci sia qualche provvidenziale buco nel quale svuotare il serbatoio.

Nulla.

Sbuffo e mi attorciglio come un serpente nel disperato tentativo di non farmi la pipì addosso.

Arrivato a destinazione scatto come una molla fuori da quella prigione e praticamente corro nel corridoio pieno zeppo di agenti.

Un numero imprecisato di occhi mi seguono in questa ardua traversata e infilo le mani in tasca per assicurarmi di essermi messo i pantaloni.

Sì, è tutto a posto. Sono vestito.

Arrivo davanti a Kimberly e le regalo un sorrisetto di cortesia che ha sempre un piacevole effetto su di lei.

Infatti ricambia il sorriso.

Mi avvicino alla porta dell’ufficio. Sospiro ed entro.

Skinner è alla scrivania.

Mi guarda con occhi grandi e rotondi.

C’è Skinner… e gli altri? E Scully?

“Agente Mulder?” Chiede… sorpreso?

“Sono spiacente per il ritardo, Signore… non accadrà più… c’era un traffico infernale… ho fatto il possibile per essere puntuale”

“Agente Mulder?” Mi interrompe ma io continuo come un giocattolo a molla.

“Lo so.. lo so.. non è la prima volta. Ma io voglio questo caso, lo VOGLIO davvero, perciò…”

“Agente Mulder? Ma di che diavolo sta parlano?”.

Sono io quello che sgrana gli occhi adesso.

“Ma come? Beh, Signore… il meeting… il caso… la crimini violenti…”

Ride.

Skinner ride?

Dio, ma questo è un incubo.

“Agente Mulder…” afferma mentre cerca di trattenere le risate “… l’incontro con il caposezione è.. domani!”.

Voglio morire. Non c’è nulla che possa descrivere a pieno come mi sento.

E mentre prego perché un varco si apra sotto i miei piedi e mi risucchi, scuoto la testa imbarazzato e senza dire altro esco dall’ufficio con la coda tra le gambe.

Che idiota!!!

Concentrato sul mio orgoglio ferito ho quasi dimenticato gli appelli disperati che lancia il mio basso ventre.

Allora… sono uscito di casa e non sono sicuro di aver chiuso la porta, ho quasi fatto un incidente in macchina, mi sono quasi spezzato una gamba saltando i gradini come uno stambecco, soffrirò di cistite per il resto della vita… e il meeting è DOMANI!!!

Mi prenderei a sberle da solo se potessi.

Con la testa bassa arrivo fino all’ascensore, e sono così preso dalla incredibile figura di merda che ho appena confezionato che non ho la forza di guardarmi attorno.

Voglio un bagno e lo voglio adesso!!!

Entro nell’ascensore ancora immerso nella mia autocommiserazione.

“Mulder?”.

Scully… oh cazzo.

Sì, è la voce di Scully.

E da qui posso vedere anche i suoi piedi.

Tacchi alti, Scully?

Alzo la testa piano… piano… piano…. e vedo un bel pezzo di gamba ricoperto da un collant trasparente, vedo l’orlo della gonna nera appena sotto le sue ginocchia, vedo le sue cosce fasciate dal tessuto nero, indugio lo sguardo sui fianchi ma poi passo alla vita… una volta arrivato al petto mi soffermo sul cartellino con la sua foto.

Eh sì, è proprio Scully.

Sotto il colletto aperto della camicia si scorgono quelle sue clavicole.

Non pensavo che due ossa sporgenti potessero essere tanto sexy… prima di conoscere Scully.

Quando finalmente sbarco sul suo viso, trattengo il respiro.

I suoi occhi sono così blu in contrasto con il rosso del suo viso.

Il rosso del suo viso?

Oh porca…

Oh.. oh… non siamo soli.

“Ehy Mulder” Afferma il caro e vecchio Danny. E se riesce a spezzare l’atmosfera che si è creata in questo bunker giuro che lo bacio.

Mi volto verso di lui e deglutisco.

“Ehy Danny, qual buon vento…”.

Il sorriso da ebete che mi regala mi fa definitivamente cambiare idea. Resisto all’impulso di stenderlo con un pugno e mi giro verso Scully per avere la piena visuale della sua testa mentre si è persa ad osservare i particolari delle sue scarpe nuove.

“Beh…” riprende il piccolo Danny “… sono venuto a prelevare i rapporti di spesa perché è tempo di bilanci…”.

“Ah… interessante…” dico. E penso che il tono ironico sia piuttosto evidente perché lui ghigna “lo so Mulder, nulla è più interessante che dare la caccia a mutanti ed extraterrestri…”.

Senza riflettere rispondo “e beh, puoi dirlo forte!”

Ed all’improvviso questa mia cazzata spinge Scully ad alzare la sua testolina verso di me e sorridermi.

Oh… cazzo Scully… Dio, sei una visione…

Deve essere abbastanza imbarazzante per lei vedermi con la bocca spalancata e al limite dallo “sbavo”, perché si volta verso Danny prima di tornare alla segreta indagine sul colore delle sue scarpe.

Chiudo gli occhi ed esprimo un desiderio… ‘ti prego… fai sparire questo scocciatore e lasciami solo con Scully… solo un minuto… il tempo per darle un bacetto e farle dimenticare che razza di idiota posso essere quando mi impegno…’.

“Allora Mulder…” dice ancora. Ma vi prego… spegnetelo!

“Allora Danny…” rispondo voltandomi.

“Come vanno le cose?” Chiede  ed io mi rendo conto che non ho mai fatto un tragitto in ascensore cooosìììì luungooooooooo.

“Bene… molto bene…. Benissimo…. Mai andate meglio”.

E beh… HO FATTO SESSO CON QUESTA DONNA IERI NOTTE!!!

Non ho bisogno di guadarla per saper che Scully sta sorridendo.

Sorrido anch’io.

Sorride anche Danny.

Mi sento un completo deficiente!

E questa situazione è assurda.

L’ascensore si ferma. La porta si apre.

Esce Scully.

Esco io.

Ed esce anche Danny.

Ci avviamo verso l’ufficio ed io sono ipnotizzato da quei fianchi che mi ondeggiano di fronte.

Scully… sculetta?!??!

L’ha sempre fatto? O me ne accorgo solo adesso?

Eh sì, sculletta… e lo fa anche abbastanza bene perché un brivido mi percorre tutto fino a posizionarsi proprio là. 

Ci manca solo questo…. Ci manca una scomoda erezione in mezzo all’ufficio mentre Danny e Scully discutono di budget.

Oh… oh… la pipì… quasi dimenticavo.

Devio verso lo squallido “cesso” del seminterrato (perché chiamarlo “bagno” sarebbe un indegno complimento) e Scully mi regala lo sguardo che dice ‘Dove diavolo stai andando, Mulder?’

Indico con la testa la porta di quella latrina e lei annuisce quasi impercettibilmente.

Non mi sono mai sentito tanto imbarazzato in tutta la mia vita.

Chiudo la porta alle mie spalle e mi ci appoggio con tutto il peso per qualche minuto.

Quando finalmente mi svuoto mi sento così leggero che ho paura che i piedi mi si siano staccati da terra.

Mi lavo le mani e penso che NON voglio tornare in ufficio.

Non posso.

Convengo che Scully abbia intenzionalmente optato per quell’abbigliamento.

Un piano perfetto per farmi uscire di cervello perché lei SA che non resisto a quel tailleur.

E poi considero che è la stessa ragione per cui mi sono infilato questo stupido Armani.

Senza dimenticare che il cavallo dei pantaloni è piuttosto comodo e può ospitare senza dare nell’occhio anche una bella Scully-erezione.

Sospiro ed esco dal… bagno.

Sto quasi entrando nell’ufficio quando realizzo per l’ennesima volta che NON ho la più pallida idea di che diavolo dirle quando saremo da soli.

Così lascio che Scully si occupi, con il simpatico Danny, di contabilità mentre io faccio un tour in caffetteria.

Sorseggio il mio caffè, mi aggiro per i corridoi e sono così concentrato nel simulare tutte le possibili Scully-conversazioni che ho paura che sto parlando ad alta voce.

Allora….

‘Scully… è stato bello per te come lo è stato per me?’

No… No… No… banale…

‘Scully… a proposito di ieri notte…’

NO… cazzo… squallido….

Un dubbio mi assale.

E’ meglio che usi il termine ‘sesso’ o ‘fare l’amore’?

Beh, non è stato solo sesso… ma non posso neppure dirle che abbiamo fatto l’amore se non voglio spaventarla con tutte le possibili conseguenze che questo comporta….

‘Scully… è stato incredibile fare la piramide umana con te ieri notte… ti va di rifarlo?’.

Rido da solo come un’idiota… 

Oddio, voglio vederla e prego in silenzio: fai che Danny abbia deciso di uscire di scena.

Mi avvio verso il seminterrato.

Arrivato, entro quatto quatto.

Sono nervoso… molto nervoso… non sono mai stato così nervoso in tutta la mia esistenza.

E beh… dovevo aspettarmelo, non è giornata.

Danny è accomodato sulla sedia di Scully e Scully è appoggiata sulla scrivania.

Stanno parlando… stanno solo parlando… ed allora perché un succo gastrico ribelle ha deciso di farmi bruciare lo stomaco?

Lei alza lo sguardo e mi regala un sorriso… triste?

Danny si volta e praticamente urla “Ehylà… dov’eri finito Mulder?”.

Sospiro e cerco di arginare l’impulso di prenderlo di peso e scaraventarlo fuori dal MIO ufficio.

“Caffè” rispondo mentre mi siedo dietro la MIA scrivania.

Scully mi segue e con quei due occhi grandi mi sta dicendo ‘che diavolo c’è che non va, Mulder?’.

Io alzo appena le spalle. Lei si volta ancora verso lo scocciatore.

Danny, tanto per cambiare, riprende a parlare.

“Allora, Diavoletto…”

Diavoletto?!?

“… grazie per l’aiuto… spezzerò una lancia a favore degli ‘spettrali’ con i vertici contabili dell’FBI!!!”

Scully ghigna. Ghigna?!?

“Grazie a te, Angelo…”

ANGELO?!?!?

“… fammi sapere se si lamentano troppo per le spese!”.

La mia bile si sta facendo un viaggetto in superficie e me la sento in gola.

“A presto, Dana… e ‘a presto’ anche a te, Mulder…”.

Io alzo la testa e gli faccio un cenno, spero cortese.

Lui sorride e sgattaiola fuori dall’ufficio.

Scully sospira.

Io sono ancora una volta nel panico.

“Angelo?!?” Chiedo e mi bastono mentalmente… ma non ho la più pallida idea di cosa dire.

Lei si muove. Si accomoda leeeeeeentamente sulla sedia lasciata libera dall’ ‘Angelo’.

Mi guarda dritto negli occhi e mi sorride appena.

E se prima avevo intenzione di parlare adesso non sono certo di poterci più riuscire.

Accavalla le gambe.

Cazzo… le accavalla moooolto lentameeeeeeente…..

Ringrazio Dio per aver messo questa scrivania tra di noi, altrimenti avrebbe potuto assistere attimo per attimo al lievitare della mia erezione.

Dopo aver tenuto in gabbia i miei occhi per quello che sembra un secolo… abbassa la testa… sconfitta?

“Mulder…” sussurra.

Dio, la sto mettendo a disagio con questo mio mutismo. LO SO. Cosa faccio?

“Scully…” sussurro.

Lei alza ancora la testa e mi sa che ho inciso in fronte la parola ‘Panico’ perché mi fa una smorfia a bocca sigillata, molto ma molto simile ad un sorriso.

Adesso mi fissa, mi sta fissando apertamente e mi sento nudo.

Devo parlare.

“Scully… sono”

“Nervoso?” Cerca di aiutarmi. Io scuoto la testa.

“No…”

“Confuso?”.

“No.. No.. sono…”

Abbasso lo sguardo.

“Imbarazzato?”

“NO… sono… sono… FELICE!!!”.

E riappoggio gli occhi su di lei che spalanca la bocca sorpresa.

Per la prima volta in quella che sembra un’eternità mi sento fiero di me stesso.

Forse ho detto la cosa giusta. Del resto, come altro definire il modo in cui mi sento?

“Felice?” Chiede in un sospiro. E’ arrossita ed è mooltooooo emozionata.

Ed è… bellissima.

Dio, mi viene da piangere.

“Si, felice.” Affermo.

Si schiarisce la voce “Lo sono… lo sono anch’io.”

Goliardicamente sento la mia loquacità fare capolino.

“Felice ed emozionato. Beh, sì, forse anche un po’ nervoso, confuso ed imbarazzato.. ma… meravigliosamente nervoso, confuso ed imbarazzato.”

Sorride piano.

E’ commossa!

Io AMO questa donna. La amo davvero.

Passa la punta della lingua sulle labbra.

E’ nervosa.

Io VOGLIO questa donna. La voglio davvero.

Dopo intensi minuti di silenzio, lei sospira.

“Sai, Mulder… stavo pensando…”

“SI?” Quasi urlo…. E beh.. direi che sono un bel po’ nervoso!

Lei ridacchia in quel modo così particolare che mi fa venire i brividi lungo la schiena.

“.. pensavo che se non abbiamo nulla da fare qui, potremmo andare a fare colazione.”

Ho già detto che amo questa donna?

“Oddio, Scully.. SI, sto morendo di fame!!!” Affermo sollevato.

Ride e rido anch’io.

E continuiamo a ridere mentre mi alzo e mi avvicino al lei.

Il sorriso scompare dalla mia faccia quando tendo la mano.

Anche lei diventa seria mentre l’osserva, ponderando l’importanza del gesto.

Ma poi mi guarda dritto nelle pupille mentre l’afferra.

L’aiuto ad alzarsi e mi sento rigido come un manichino.

Non mi sposto neppure di un millimetro mentre la trascino verso di me.

Quando me la posiziono proprio di fronte, a poco più di 10 centimetri, sono così teso che quasi tremo.

Forse non dovremmo stare così vicini. Forse non dovremmo farlo qui.

Forse….

Mi lecco le labbra secche.

Deglutisco e mi preparo.

Perché ho intenzione di baciarla.

Proprio qui… in ufficio.

Devo farlo… non resisto.

Le prendo il viso nelle mani.

Osservo prima i suoi occhi in cerca di qualche segno di disapprovazione.

Ringrazio silenziosamente il cielo perché non c’è ne neppure l’ombra remota.

Ora posso concentrarmi sulle sue labbra.

Appoggio la mia bocca sulla sua ed in brivido di elettricità mi percorre.

Percorre anche lei.

Mi stacco e poi ritorno, trovando le sue labbra socchiuse.

Appoggio un altro bacio bagnato su quel paradiso.

Mi stacco ancora e lei mi guarda con quegli occhi socchiusi…

Sorrido e faccio scivolare una mano dietro il suo collo e l’altra giù… piano piano… fino all’incavo della sua schiena.

Il suo respiro mi accarezza la faccia.

I ricordi della notte appena trascorsa affiorano e mi rendo conto di essere mooooltooooooo eccitato.

Vorrei dirle cosa mi sta facendo ma, tanto per cambiare, non trovo le parole per farlo.

Invece, il mio corpo autonomamente prende la decisione di premere quella mano sulla sua schiena e di strofinare la mia erezione in prossimità della sua pancia.

La frizione fa uscire un suono irriconoscibile dalla mia bocca.

Lei sospira sorpresa e mi fissa negli occhi.

‘Lo senti…? Lo senti cosa mi fai?’ le dico senza parlare.

Lei mi guarda maliziosa e percepisco qualcosa che si espande nella mia zona bassa.

Premo ancora la mano e mi muovo piano.

Dio, come sono eccitato.

E poi sento un… ansimo?

Ebbene... sì. Quello che ho appena sentito era proprio un ansimo proveniente da Scully, nel bel mezzo dell’ufficio mentre io le sbatto sulla pancia la prova inconfutabile del mio desiderio.

Il suo respiro è un tantino più elaborato adesso. Ed anche il mio.

Profondo le dita nei suoi capelli e l’avvicino a me.

E’ così soffice… e profumata….

E’ così bella… ed è così vicina….

“Dio, Mulder… baciami!” Sussurra. Ed il mio corpo è percorso da un brivido tanto violento che ho l’agghiacciante timore di essere venuto.

Passano un paio di secondi in cui mi accerto che il danno non è avvenuto… non ancora, almeno.

E poi spingo la mia lingua nella sua bocca con un movimento rapido ed improvviso che ne rimango sorpreso anch’io.

Oddio, la sua bocca è così morbida…

La sua lingua così calda… bagnata… è intorno alla mia… è sulle mie labbra… è nella mia bocca…

Mi sto sciogliendo…

Il sangue nel mio corpo si è dato appuntamento tutto nel mio basso ventre.

Mi fa male quando strofino su di lei… ma continuo a strofinare… Dio, è così bello….

Le mie mani vagano sulla sua schiena.

La premono su di me.

E poi le sue mani sono sotto la mia giacca e sopra i miei fianchi.

Si muovono lentamente ma intensamente. Verso l’alto, verso il basso…

Adesso mi tiene dalla schiena e mi spinge verso di lei.

Sono mesmerizzato ed eccitato da morire.

“Scuuleeee” grugno in mezzo a quel calore.

“Siiiiii…” sussurra appena, ma il mio pene ha registrato il suono forte e chiaro.

Spingo verso di lei più forte mentre le rubo col respiro un alito caldo.

“Oddio Sculleeee…”.

E le sue mani sono sopra il mio sedere ed accompagnano i miei movimenti sempre più urgenti.

Oh cazzo Scully… siii… dai…fallo ancora… ma ho una comunicazione da farti…. SIAMO IN UFFICIO e sono le 10 (almeno penso…) e la porta è aperta… e se non mi fermo immediatamente e non corro in .. bagno a terminare l’opera forse per il resto della giornata non sarò in grado di camminare!

“…Scully…” cerco di fermarla ma lei è così presa a farmi impazzire che nemmeno mi ascolta.

“Oh siii….” Ripete. Ed io sono cotto e servito.

Senza neppure rendermene conto le mie mani sono sull’orlo della sua gonna.

L’afferro o lo sollevo.

Lei mi guarda ma è tutt’altro che sorpresa o indignata.

Io sono perso nei suoi occhi e mi trovo così bene non ho la minima intenzione di interrompere questa connessione.

Una volta che ho radunato tutta quella stoffa in prossimità della sua vita la prendo e la sollevo.

Le sue gambe appoggiano sui miei fianchi e con un movimento secco spingo il piccolo-grande-Mulder incontro al suo centro caldo.

Il contatto mi fa quasi urlare, lei lascia andare un suono così denso che per un attimo mi paralizza… per un attimo…

Mugolo e Scully, che è una ragazza molto sveglia, capisce che i suoi tacchi infilzati nella mia schiena non sono proprio un massaggio shatzu. Si toglie le scarpe ed io sospiro dal sollievo, poi mi riprendo e la trasporto verso la porta…

La sbatto la schiena sul legno e ulula… le ho fatto male?

Non so… non penso proprio….comunque per scusarmi la bacio quasi freneticamente. Mentre la mia mano vaga alla ricerca della serratura…  le sue unghie mi stanno facendo lo scalpo ed anche se è un tantino doloroso ciò aumenta esponenzialmente il mio grado di eccitamento…

Afferro la chiave e la girò con tutta la potenza che è rimasta alle parti del mio corpo che non siano le mie gambe o il mio pene…

Sono fuori di me… veramente… non penso di essere mai stato tanto eccitato in tutta la mia vita.

Non posso credere che stia succedendo ancora… non posso credere che stia succedendo QUI!!!

Ma ora che mi sento relativamente al sicuro… la mia mano scivola su di lei.

Cerco di sbottonarle la giacca ma ho evidenti difficoltà a coordinare i movimenti.

Scully interviene in soccorso e si apre la giacca, si slaccia la camicia…

Ma cosa vedo?… un bel reggiseno di raso nero…. Splendido! Non è che hai scelto la biancheria intima per l’occasione, Scully?

Intanto la mia mano ci scorre sopra. La sensazione che provo sentendo i suoi capezzoli duri sotto il mio palmo mi suggerisce che forse non ho molto tempo per soffermarmi nei preamboli…

Mi spiace, Scully… sarà per la prossima volta…

Adesso ho altre priorità…

Scendo in basso… più in basso… proprio qui!

Diavolo, è così bagnata… le sue mutande sono un fuoco…

Ma aspetta.. le sue mutante?… manca un particolare…. Eh già, le calze…

A meno che Scully sia Udinì è impossibile che…

Abbasso lo sguardo per indagare…

Oh.. ohhhh…. Cazzo….

Autoreggenti…

Se prima avevo dei dubbi ora ne sono certo. Scully è uscita di casa stamattina con il folle progetto di farmi impazzire…

E ci sta riuscendo… eccomme!!!

Alzo gli occhi su di lei… e lei mi regala un’espressione così particolare che non ho idea di come definirla, so solo che è sostitutiva dell’espressione ‘Scusa, Mulder, spero che ti piaccia quello che vedi… ma adesso sbrigati!’

Ho l’impressione di aver già detto che io AMO questa donna…

Mentre mi arpiono su di lei, le mie dita viaggiano frenetiche e slacciano i miei pantaloni…

Sospiro così forte che comincio a dubitare che aver fatto questo party in prossimità della porta sia stata un’ottima idea.

“O Dio, Mulder… ti voglio così tanto…”. Piagnucola.

Piagnucola?!?

Non so se riesco a resistere… non lo so….

Ho il preciso presentimento che appena entrerò dentro di lei, sempre che riesca a farlo dato che ci sto lottando con la cerniera di questi pantaloni, mi coprirò di ridicolo svuotandomi come un palloncino.

Prego: Dio non fare in modo che accada.. mai, ma se dovesse succedere, prendimi ora!!!

Libero dai pantaloni, abbasso i boxer non più lontano di metà coscia…

Non ho tempo.

Scully mi sta aspettando…

Oddio, non può essere vero…

Lei me lo sta lasciando fare… lei vuole che io lo faccia….

Non so se ridere o piangere…

Mi riprendo e dedico di abbassare le sue mutandine. Anche se nella posizione in cui siamo, con i suoi pedi nell’incavo della mia schiena, le sua cosce strette lungo i miei fianchi e le sue ginocchia sotto le mie ascelle, sarebbe più preciso dire che le sto ‘alzando le mutande’. Ma lasciamo perdere… ho altro a cui pensare in questo momento.

Alzo la testa e senza neppure guardare trovo le sue labbra e le divoro.

E’ così calda…

E’ così bella…

E’ così viva sotto di me…

Oddio, ma cosa sento? Lacrime in fondo ai miei occhi? No, no… ho altro da fare ora… lei si aspetta altro da me… non posso lasciarmi andare… anche se mi sembra incredibile.

“Mulder…” sussurra.

Ok, ok… arrivo…. Non farmi fretta…

Sogghigno dentro.

Se un angelo fosse sceso dal cielo solo per farmi la profezia che io avrei fatto l’amore con Scully nel mio ufficio penso che gli avrei sparato.

Non si scherza con i sentimenti….

Ed invece sono qui, e scivolo piano dentro di lei… centimetro dopo centimetro…

Tremo.

E’ così stretta… e calda… e bagnata…

Sono liquefatto.

Ed è così bello che vorrei urlare se non fossi negli uffici federali.

Ma poi penso che tranne il piccolo ingresso di Danny oggi, non viene manco un anima viva in questo seminterrato…

E mentre spingo mi lascio andare…

“DIO, Scully… non …ci… posso… credere…”.  

Lei mi stringe forte, respirando intensamente.

Penso che quel mio primo bacio qui l’abbia eccitata così tanto da spegnere il suo cervello.

Altrimenti non riesco a spiegarmi come mai siamo attorcigliati e seminudi appoggiati alla porta.

“più forte…” si lamenta in un sussurro. Ed io l’accontento immediatamente anche se so che tutto ciò non va a mio favore….

Perché sono proprio lì, al limite del precipizio… sto cadendo… Oddio, voglio cadere….

“Sculleeeeeee…”.

“Dio, Mulder…”.

Affondo la testa sul suo collo e strofino le labbra sul suo orecchio.

“Sono… vicino…molto… vicino…. Sculleeee”.

“Lo… sono anch’io” dice con una vocetta incredibilmente alta.

Sorrido a mi affretto.

“Non so… quanto… riuscirò… a resistere.” Ansimo.

“Non farlo… non resistere… Oddio…MULDER…”.

E la sento irrigidirsi e pulsare intorno a me.

Non faccio in tempo a registrarlo che vengo così forte che fa quasi male.

Oh diavolo… Scully… abbiamo fatto l’amore!!! Lo abbiamo fatto in ufficio… e per la seconda volta in tutta la mia vita posso affermare di essere FELICE!!!

Non ci credo… non posso crederci… che qualcuno mi svegli adesso altrimenti mi incazzo…. NON SI SCHERZA CON I SENTIMENTI!!!

Mi sposto da quel cantuccio caldo del suo collo. Le accarezzo il viso e la guardo negli occhi.

Respiriamo forte.

“Dio, Scully… abbiamo fatto l’amore in ufficio….” Mi scivola via dalla bocca in un sospiro.

Vorrei bastonarmi per la cazzata che ho appena detto.

Lei rimane immobile per qualche secondo ma poi si rilassa e sorride.

Ed io penso che domani andrò in chiesa, perché sto incominciando a credere che DIO c’è!

“Sembra proprio di sì…” dice con un filo di voce.

“.. ed è stato incredibile!” Concludo.

Ride.

“Giàààààààà….” Sussurra.

Ridiamo entrambi.

La stringo forte e mi sa che le faccio male perché mugola piano.

Ah… giààà… sono ancora dentro.

Scivolo via.

Mi ci vuole un attimo per riabituarmi all’aria aperta.

Forse è giunto il momento di lasciarla andare. Mi muovo ma lei mi blocca con le braccia e con le gambe. Mi stringe forte e affonda la faccia nel mio collo.

Le accarezzo i capelli e sospiro “che c’è?”.

Sono parecchio in apprensione in questo momento.

“Nulla” sussurra appena. Ma non mi lascia andare.

Non fraintendermi Scully. Anch’io vorrei starti appiccicato per il resto della giornata, ma sono seminudo e l’aria fredda mi sta atrofizzando il sedere, le mie gambe pulsano dallo sforzo… e siamo in UFFICIO!

Dopo qualche minuto la sento biascicare “Scusa” e sgusciare via da me.

Ma che cazzo è successo qui?

“Sc.. Scully?” la chiamo. Mi trema la voce. Sono impietrito.

Quando mi volto lei si è già abbassata la gonna e lavora sui bottoni dalla camicetta.

Alza la testa, ha i capelli scompigliati e le labbra gonfie ed io penso di essermi realmente innamorato di lei in questo momento… poi realizzo che l’ho pensato anche ieri notte mentre parlava, mentre facevamo l’amore… quando l’ho vista in ascensore… quando apre la bocca, quando sta zitta, quando mi guarda, quando cammina… quando vegeta…. Ed in ogni attimo mi accorgo di essere innamorato di lei, di più dell’attimo precedente…. Tutto ciò è a dir poco preoccupante!

Mi mostra un sorriso timido.

Ecco, è imbarazzata!!! E’ imbarazzata da morire…

Beh, posso capirla… non è cosa da tutti i giorni fare l’amore con il tuo collega… in ufficio!

“Scully…”

“Mulder, vestiti… mentre io vado in bagno, e poi ce ne andiamo da qui… ok?”dice in fretta.

Annuisco confuso “Ok… certo… vai…”.

Rimango immobile. Rimane immobile anche lei.

“Mulder?”

“Si?”

“Tirati su i pantaloni…”.

Tossisco “Oh si… certo… scusa…”.

Mi affretto a ricompormi e mi blocco quando la sento ridere.

Continuo il mio lavoro guardandola mentre si avvicina.

“Mulder…”

“Si?”

Sto lottando con il bottone dei miei pantaloni e mi sento abbastanza appiccicaticcio. Mi sa che me lo devo fare anch’io un tour in.. bagno.

“… volevo dirti…”

“Cosa?”

“Non ho idea di che diavolo sta succedendo qui”.

“Lo so..lo so ma”

“Ma…” mi interrompe “mi piace… mi piace molto.”

Sospiro e mi sento decisamente leggero.

“Piace parecchio anche a me, Sculleee”.

Sorride e abbassa lo sguardo.

Mi avvicino e le passo le mani sulle braccia. Rabbrividisce.

“Non siamo proprio i maestri del ‘vacci piano’…” sussurro.

Lei annuisce col capo.

Io continuo “ma penso che sia giunto il momento di chiudere in un cassetto le tattiche… e seguire…”

“L’istinto?”

“No… no… il cuore… ”.

Mi guarda e ha due occhi così pieni e lucidi.. ed è così bella che mi blocca il respiro.

Schiarisco la voce e mi preparo.

“Voglio che tu rida quando hai voglia di ridere, e pianga quando ne senti il bisogno… e voglio che tu… faccia l’amore con me, quando senti di volerlo fare…”. Un po’ contorto ma rende l’idea, no?

Lei sorride.

“Ho voglia… di fare l’amore con te” sussurra ed io mi sento un mollusco.

“A… Adesso?” Balbetto.

Una risata le raschia la gola “No… no… dicevo… in generale!”.

Sorrido “Ah… beh… no, sai… non sono più diciottenne….”.

“Sei un’idiota” afferma mentre ride.

“Diavolo… si… sono un completo idiota….”.

“.. e un pazzo!”

“Conclamato…”

“Ma sei una bomba….”

“Eh?!?!?!”

“Hai capito bene… sei una bomba….” Dice mentre si dirige verso la porta.

Io sono stordito. Veramente. Ho la bocca aperta come un cefalo, respiro come un cavallo e forse sto anche sbavando come una lumaca!

“Scully?”

Si ferma e si volta.

“Uhm?”

“… anche tu!”.

Diventa rossa… sta arrossendo sotto i miei occhi… è meraviglioso!

“Oh…” dice, deglutisce e sussurra “a dopo…”.

“A dopo….”

Esce e sono completamente solo nell’ufficio.

Wow…. Wow….. wow…..

Mi ricompongo e cerco di riflettere.

Ma non mi ha ancora detto perché diavolo ha chiamato Danny ‘Angelo’!!!

Dio, ti sei trovata proprio un bell’espediente per distrarre la mia attenzione, Scully.

Mi piace, definitivamente.

Devi distrarmi più spesso.

Do un’occhiata all’orologio. Sono le 11.

Ho fame… tanta fame. Sto morendo di fame.

La giornata è appena cominciata… ed è incominciata mooooooltoooooooo bene!

Sorrido.

Sorrido ancora.

Rido.

Rido forte.

Sono euforico…. Davvero, erano anni che non mi sentivo così.. aspetta… non mi sono MAI sentito così!

Vorrei fare riflessioni profonde…. Vorrei considerare il fatto che la mia vita sembra aver fatto un giro di 360° nelle ultime 24 ore….

Vorrei riuscire veramente ad… ‘andarci piano’…

Ma non ce la faccio….

Rinuncio, mi catapulto fuori dall’ufficio e vado a cercare Scully in… bagno.

Forse non sono un diciottenne. Ma penso di poterci riuscire…

Ma mi è sembrato di sentire Scully affermare che ‘vuole fare l’amore’.. in generale….

Ed ‘in generale’ vuol dire anche ‘adesso’, no?

 

 

To be continued…………magari….

 

Seconda parte

 

Baciotti

Annax