Capitolo 11 - Direttive

 

 

"Karpenter è morto,” conferma Diana, rispondendo al mio sguardo sgomento “--- questo significa-"

"Che sanno che ha parlato con noi" concludo per lei alzandomi dalla poltrona.

Annuisce nervosa "... e non approvavano l'incontro" aggiunge.

Sospiro.

Questo complica le cose.

Cazzo.

"Chi ti ha chiamato?" chiedo secco.

Diana spalanca gli occhi "il detective Foller di Alamosa" mi risponde in fretta.

Ah si?

"Come mai?"

Mi insospettisce questa fuga di notizie troppo... veloce.

Ed è chiaro dalla mia espressione perché il viso di Diana diventa pietra di fronte a me.

"C'è un indagine aperta su un’industria farmaceutica... un ricercatore di un'attività collegata viene assassinato... e pensi che non lo venga a sapere...? Faccio ancora parte di quel gruppo, lo sai?" E' quasi indignata adesso.

Sospiro.

Plausibile - penso.

"Cosa dovremmo fare adesso?" domando piano.

Diana respira a fondo "Non lo so.... ma qualcosa dovrà pur significare...."

"Pensi che la morte di Karpenter avvalori quello che ha detto?" dico e lo noto io per la prima volta.

Se Karpenter è morto, ci dovrà pur essere una ragione.

"Si" replica "lo penso."

Potrebbe.

Ma anche no.

Scuoto la testa.

Troppo in fretta - medito - sta succedendo tutto troppo in fretta.

"... e penso che dovremmo andare alla Biocosmos... a questo punto" afferma.

Sono io a spalancare gli occhi adesso "Ah si?... Cosa facciamo Diana...? Bussiamo alla loro porta?"

Mi fulmina con lo sguardo.

Penso si fosse dimenticata che sono il re del 'potrebbero usare quello che dice contro di lei'.

"In qualche modo, Fox... è necessario accertarsi di quello che sta succedendo la dentro... se non altro per avere qualche *prova* da portare a Washington" Afferma.

Curioso sia l'uso dell'impersonale che quella forzatura sulla parola 'prova'.

Mi volto verso la finestra.

Rifletto.

Sono stanco di darle ragione ma non posso fare altrimenti.

Anche se tutto quello che mi succede attorno continua ad avere quell'aria di... gratuità... lei ha ragione.

Non ha senso essere venuti fin qui per tornare a Washinton a mani vuote.

"Potremmo usare la morte di Karpenter per entrare alla Biocosmos come agenti federali." Suggerisce spinta dal mio silenzio.

"Ci vuole un mandato." Specifico.

"Non è mai stato un problema." Mi ricorda con un leggero tono di compiacimento.

Già... da quando Fox Mulder si fa fermare da un mandato?

Dio... DEVO tornare a Washington!

Cazzo.

Mi passo le mani sulla faccia.

DEVO.

"Non so se sia il caso..." sussurro.

"Perché?" domanda sorpresa ".... Fox avanti..." mi dice e il suo tono è apertamente esasperato adesso "...ormai siamo qui... non vale la pena dare un'occhiata... Senza volerlo la morte di Karpenter ci da carta bianca...."

Mi viene la nausea se penso che ci stavamo parlando poco più di tre ore fa.

Mi mordo le labbra.

Sconfitto, posso solo annuire.

Spero solo che sia utile.

Spero di scoprire qualcosa... *devo* scoprire qualcosa altrimenti tutto andrà a puttane.

Guardo l'orologio.

Sono le due.

Le due.

Non posso chiamare Scully alle due.

Per fare cosa, poi?

Per mentirle ancora?

Dio... mi sento in trappola.

“Ok” sospiro “la prima cosa domani mattina” mi arrendo.

E dopo questa gita ricognitiva alla Biocosmos, tutti a casa.

 

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L'ennesima chiamata di Skinner è la sveglia di questa mattina.

Dovrei aggiungere il suo numero nello speed dial - medito.

Quello che mi dice non mi sorprende affatto.

'Il condirettore in carica vuole vederla... e immagino sappia cosa le voglia dire' afferma chiaramente contrariato.

"Penso di si" sussurro alzandomi per appoggiare la schiena alla testiera del letto.

Mi stiracchio.

Ok.. sono nella merda.

'Le avevo detto di non farlo, Agente' mi rimprovera e penso di non averlo mai sentito tanto arrabbiato nei miei confronti.

Mi sento in colpa... non posso impedirlo.

Deglutisco.

"Ma l'ho fatto" espiro.

'Non si aspetti che siano clementi, Dana... Il condirettore Kersh sta per avere una promozione a direttore... avrà il pugno duro, anche solo per dimostrare quanto vale... senza contare che la sezione per cui lavora-' .

"Lo so" lo blocco.

Clemenza è la sola cosa che non mi aspetto.

Soprattutto da Kersh.

"A che ora?" chiedo rassegnata.

'Alle dieci' mi informa ed espira.

Ok... quanto tempo ho?

Due ore....

Due ore e tutto questo sarà finito.

Non posso pensare altrimenti se voglio evitare un attacco di nervi.

"... lei lo sa..." mi sento in dovere di dire... cerco la sua approvazione "sa che ho ragione ad avere sospetti."

Non risponde.

Respira profondamente.

'si tenga i suoi sospetti' replica... duro 'e risponda alle loro domande... non *deve* fare altro'

Chiudo gli occhi.

Niente che non abbia già fatto.

Dio... odio questa parte.

Odio quando l'istituzione in cui credo tanto da avergli affidato la mia vita mi mette alle corde.

Mi rema contro.

Riappendo il telefono.

Non ho scelta.

Dio... non ho *più* scelta. In NIENTE.

Mi alzo, mi lavo e mi vesto come in trance.

Esco dal mio appartamento e sono già passate le nove.

Con un totale di tre caffè in corpo, tra cui uno doppio della caffetteria dell'FBI, mi avvio verso l'ufficio del condirettore figlio_di_puttana Kersh.

Respiro a fondo prima di varcare la soglia.

Indosso la mia espressione più competente.

Entro.

E dietro la scrivania il condirettore, il suo portaborse e l'immancabile Skinner mi guardano come se fossi la pecorella smarrita di turno.

ODIO tutto questo.

"Buon giorno" saluto.

Poi cerco lo sguardo di Skinner.

Il suo viso è fatto di argilla.

La sua espressione dice 'stia attenta, Agente Scully'

"Buon Giorno a lei, Agente Scully" mi risponde quel serpente del condirettore, e mi ricorda la Bibbia.

Penso che Satana abbia usato lo stesso tono di voce per spacciare a quella puttana di Eva la mela del peccato.

Ma questo mela è avvelenata.

Sto confondendo le *favole*.

Mi siedo di fronte a loro sulla sedia di pelle nera.

Li osservo.

"E' cosciente del perché di questo incontro... non è vero?" Continua duro.

"Si... ne sono cosciente" Rispondo e spero che non sia in grado di leggere il mio pensiero.

Arrossirebbe per la scurrilità.

"Ci vuole dare una spiegazione allora, Agente... qui ci stiamo domandando come mai ha ritenuto così *necessario* fare visita ad un trattenuto quando non le era stato richiesto e quando non ne aveva la facoltà..."

Ok… su questa sono preparata.

Mi schiarisco la voce.

"P-perchè..."incomincio.

"Ed è a dir poco piuttosto singolare che *quel* trattenuto si sia tolto la vita poco dopo l'incontro con lei"

Un calcio nello stomaco.

Cosa?

COSA?

DIO.

Jehenins è… morto?

Spalanco gli occhi e quasi boccheggio, guardo Skinner.

I suoi occhi mi dicono 'pensavo lo sapesse'.

"Non lo sapeva, Agente Scully?" continua il condirettore con tono scettico, evidentemente soddisfatto per avermi colto di sorpresa, la serpe.

"No" sono in grado di affermare.

Dio, NO - non lo sapevo.

"Ci stavamo domandando se ci fosse una correlazione fra quello che *lei* gli ha detto e il successivo evento... Ci stavamo domandando cos'era di tanto importante da non poter aspettare un'autorizzazione federale..."

Ecco, ora è tutto chiaro.

Mi hanno incastrata.

Me la sono fatta mettere nel culo.

Da manuale.

Deglutisco "non- non c'è nessuna correlazione" riesco a dire "a-avevo avanzato dei sospetti sul suo coinvolgimento nell'omicidio... dovevo interrogarlo.... Gli ho solo detto che pensavo non fosse coinvolto-" mi fermo e il viso di Jehenins mentre gli ricordo dura 'Kaili è morta' mi si ripresenta davanti agli occhi.

Quel brivido che lo ha trapassato ora trapassa me mentre ripenso alle parole ‘. E’ possibile che Kaili abbia avuto la prontezza di abbandonare la barca prima che affondasse solo per poi venir uccisa dalla persona che più *amava*?’

"C'è altro?" chiede ancora Kersh che deve aver notato il mio cambio di espressione.

Sto sudando freddo, merda.

Cazzo, sono un libro aperto.

Troppo scoperta.

Devo stare più attenta.

"No" dico.

"Ne è sicura?"

"Si" affermo.

"Si rende conto che lei non ha solo trasgredito ad una delle più importanti regole dell'FBI, che non è solo entrata in una struttura federale senza permesso.... ma che il suicidio del trattenuto aggrava la sua posizione...?"

Oh cazzo.

"So di aver trasgredito ad una regola dell'FBI" ammetto quasi fiera "so di essere entrata senza permesso in una struttura federale" - ma ho ragione... - vorrei aggiungere, però non ho prove per dimostrarlo... cazzo.

"... ma le posso assicurare che tra i due eventi non c'è nessuna correlazione" affermo invece e annuisco decisa.

"Questo è tutto da dimostrare" mi contraddice ed un sorriso maligno gli curva le labbra.

Vorrei urlare.

"Signore?-" cerco di intervenire.

"Lei è sospesa" sentenzia ed è come un macigno che mi schiaccia la testa.

Sospesa?

Non mi aspettavo clemenza ma neppure questo...

Dio.

SOSPESA.

"M-ma Signore?"boccheggio.

"Si tenga lontana dal caso Agente Scully" mi ordina "tra qualche giorno il mio sostituto deciderà se revocare o convalidare questa decisione... e l'esito dipenderà solo da lei."

No....

Non posso accettarlo.

'Segua le direttive' mi viene in mente.

Dio... cosa devo fare?

"Un ultima cosa, Agente...."

Cosa diavolo c'è ancora.

Mi limito a fissarlo.

"Sa dove si trova il suo collega… l'*Agente Mulder* in questo momento?" chiede riuscendo a malapena a mitigare il senso di schifo che prova solo a pronunciare quel nome.

No... oh cazzo, questa non ci voleva.

NO.

Guardo Skinner.

I suoi occhi mandano il consueto messaggio 'lo dica... tanto già lo sanno'.

Ingoio aria.

Sento cemento in gola.

"L'ultima volta che mi sono messa in contatto con *l'Agente Mulder* era ad Alamosa, Colorado stava seguendo un indagine a proposito di una industria farmaceutica rasa al suolo dalle fiamme, la Applied Pharmaceutic Research" spiattello in fretta, e non posso impedirmi di sentirmi una traditrice.

ODIO tutta questa merda!

"E quando l'ha sentito?" interviene per la prima volta il portaborse.

Mi volto verso di lui lentamente "ieri" ammetto espirando.

Il portaborse mi fissa per secondi interminabili, poi guarda il condirettore.

Il condirettore guarda Skinner che mi osserva indecifrabile.

"Sa che mentire a questa commissione, anche se questo incontro ha natura informale, può aggravare ulteriormente la sua situazione?" Osserva Kersh sottilmente soddisfatto.

Cosa?

Che diavolo succede qua dentro?

"Si" espiro confusa.

"Perché sta mentendo allora?"

Eh?

"Non sto mentendo... un gruppo di indagine è stato formato per indagare su quel caso-"

"Questo è vero" mi blocca "... ma l'agente Mulder non ne faceva parte."

Cosa?

Sento il sangue defluire dal mio viso.

Ma i miei occhi sono incandescenti.

"E-era con l'Agente Fowley" riesco a dire.

E una fitta di quello che penso sia rabbia lacera il mio già martoriato stomaco.

"L'Agente Fowley non è rintracciabile da due giorni" mi informa assente.

COSA?

E il mio esofago si stringe in una morsa così dolorosa che quasi ansimo dal male.

E finalmente realizzo.

E’ semplice.

E’ FOTTUTAMENTE semplice!

Mulder mi ha mentito.

MULDER MI HA MENTITO.

Oh Dio.

Sento lastre di ghiaccio nel petto.

"Non so dove si trovi l'Agente Mulder" qualcuno dice con la mia voce... lo so che sono io che sto parlando, ma mi sento immobile, "glielo posso assicurare".

"Le credo, Agente Scully" Gli sento dire amaro, da lontano "adesso può andare".

Inconsciamente mi alzo, è come se barcollassi.

Mulder mi ha mentito – continuo a pensare.

Mi volto.

Voglio uscire di qui.

"Agente?"Mi chiama Kersh.

Cos’altro c’è? – penso ormai distrutta.

Respiro e trovo la forza per voltarmi ancora.

"La sua pistola e il suo distintivo." Mi ricorda aspro, e l’espressione sul suo muso è così compiaciuta che mi viene da vomitare.

Dio.

Chiudo gli occhi per un istante.

Mi scuoto.

Tolgo la pistola del fodero, l'appoggio sulla scrivania.

E poi il distintivo dalla tasca interna e quello attaccato al colletto della giacca.

"Ricordi, Agente... stia lontana da questo caso." Mi avverte per l'ennesima volta.

‘fanculo – penso.

Non rispondo, ma glielo dico con lo sguardo.

Cammino piano o oltrepasso la porta.

Ne ascolto attentamente il rumore mentre la chiudo alle mie spalle.

E forte.. quel rumore.

E' un rumore che sembra echeggiare all'infinito nella mia testa, e fa vibrare le pareti del mio cranio.

Forse non è neppure il rumore della porta.

Forse è solo il rumore del cielo.... mentre sta crollando.

 

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Continua…