Parte seconda.

 

NdAnnax: superfluo dire che sono arrossita traducendola, e non sono certo una puritana ;P

Very, very, very NC17.

Anzi, facciamo un NC25, per essere sicuri.

Consideratevi avvertiti.

 

 

Lentamente, la porta oscillò verso l'interno mentre Mulder guardava silenzioso immerso nell'ombra.  Interiormente, si rallegrò quando Scully entrò dentro e si voltò per chiudere la porta alle sue spalle, senza dire una parola.

 

"Chiudila a chiave."

 

Scully ingoiò a fondo al tagliente comando proveniente da qualche parte dietro di lei. Con una mano tremante, fece mente locale ed eseguì ciò che le era stato ordinato, chiudendo i suoi occhi brevemente e appoggiandosi contro la porta.

 

Un istante dopo, lui le era dietro, così vicino da poter percepire il calore del suo corpo contro la sua schiena. 

Lei aprì gli occhi per guardare le mani di Mulder che erano posizionate su entrambi i lati della sua testa, intrappolandola tra lui e la porta, ma senza toccarla. 

Il polso di Scully cominciò a martellare.

 

"Non ti voltare, Scully."  Un brivido le corse lungo la spina dorsale quando notò qualcosa in quella voce morbida che non aveva mai sentito prima.

Un filo d'acciaio. Un corrente sottomarina di dominio, di supremazia, che era del tutto diversa dalla consapevolezza che aveva del suo gentile, sensibile partner.

 

Ancora, il tono autoritario la incendiò. 

E ad essere onesta, una piccola parte di lei voleva testare Mulder immediatamente, per vedere cosa sarebbe successo se lo avesse incitato.  Raddrizzando le spalle, si voltò per fronteggiarlo competitivamente.

 

Senza indugio, il corpo di Mulder si abbattè sul suo contro la porta, le mani si aggrapparono intorno ai polsi intrappolandoli sopra la sua testa. 

Facilmente, la tenne lì solo con il peso del suo corpo, il viso molto vicino al suo.

 

"Non è un buon modo per incominciare, Scully," espirò, occhi perforanti nei suoi.  Gli occhi di Scully si allargarono mentre lo fissava senza parole. 

Questo cupo, severo estraneo poteva assomigliare al suo partner, ma l'uomo duro, intransigente che la teneva prigioniera non era la stessa persona con cui divideva l'ufficio. 

Mulder la stuzzicava, litigava con lei, e la trattava come una pari. 

Quest'uomo non si sarebbe accontentato di niente se non della sua completa resa.

Lo poteva leggere nei suoi occhi.

 

Istantaneamente, Scully andò nel panico, combattendo come una selvaggia in quella presa e cercarndo di divincolarsi.  In modo rude, ondeggiò via di qualche passo, guardandolo con circospezione mentre lui incrociava le braccia e la fissava solamente dall'altro lato della stanza. 

Vedendolo completamente per la prima volta, Scully inspirò di colpo, le sue pulsazioni galopparono e la sua ansia salì di una tacca.

 

Mulder era vestito in nero, dalla aderente maglia a collo alto che si stendeva sul suo petto e i bicipiti muscolosi, agli stretti jeans neri che abbracciavano il suo sedere e gli fasciavano le gambe, agli stivali.

Il lucido vestiario non faceva nulla per nascondere i dettagli della sua snella costituzione, nemmeno la tortuosa tensione che permeava ogni millimetro del suo corpo. Le maniche erano alzate, esponendo i suoi vigorosi avambracci  e le grandi, forti mani.

 

Osservandolo, Scully si sentì vulnerabile, piccola. 

Fino a quel momento, non aveva mai realizzato quando grande fosse il suo partner. 

Un muscolo della sua mascella di Mulder saltò, e i suoi occhi fiammeggiavano cupi e bollenti mentre la fissava con un'intensità che quasi le bloccò completamente il respiro.

 

Sembrava intimidatorio. Irresistibile. Potente.

 

Dominante.

 

C'era un silenzio carico, e finalmente, lui parlò.

 

"Vieni qui," istruì, in una voce tanto cupa quanto l'aurea che lo circondava.

 

Con esitazione, Scully fece un passo, poi due, e con un uno scatto di adrenalina, si scagliò oltre lui verso la porta.

 

Non lo aveva nemmeno visto muoversi.  In un istante, un lungo braccio si infilò e le catturò  la vita, alzandola a piedi sospesi mentre lei lottava.  "Lasciami andare," ordinò, combattendo come una gatta mentre lui li sbattè entrambi sul pavimento e rotolò sopra di lei. 

Con facilità la sottomise, immobilizzandole le mani sul pavimento ai lati della sua testa. 

Si steste sopra lei minaccioso.

 

"Non lottare con me," ringhiò mentre lei si contorceva e si opponeva sotto di lui.

"Non voglio essere costretto ad imprigionarti."

 

Mulder la stava fissando attentamente, e benché gli sforzi di lei non accennavano a diminuire, non mancò di notare la spia delle pupille di lei che si espandevano al suono di quella sua sfida. 

Sorrise con cattiveria. 

Le avrebbe dato la lotta che lei desiderava prima, ma alla fine, Scully avrebbe avuto la sua fantasia... e la notte della sua vita.  

Lasciando che il suo bacino si sistemasse pesantemente su di lei, Mulder le spinse la sua erezione contro. Violentemente.

 

"D'altro canto, forse dovresti continuare a muoverti così." Sogghignò pericolosamente.  "Sta incominciando a piacermi."

 

Come risposta, Scully voltò la testa da una parte e gli morse l'avambraccio. Con forza.

 

"Dannazione!" imprecò lui, rilasciando momentaneamente uno dei polsi che stringeva mentre strappava via il suo braccio da quella dolorosa presa.

Un secondo dopo, aveva recuperato entrambe le mani di Scully in una delle sue, e con il braccio libero, le aggrovigliò una grande mano tra i capelli e le piegò la testa indietro delicatamente.  "Non era carino, Scully," avvertì, abbassando la testa per morderle il collo esposto.  "Affatto."  

Scully piagnucolò dal fondo della sua gola, cercando senza successo di scagliare Mulder fuori da lei con solo la forza della parte inferiore del corpo.  

Lui rise ancora, intrappolandole le gambe con le sue.

 

"Vai avanti e combattimi allora, Scully." Bruscamente, tutto lo humor era scomparso dalla sua voce.  Diventando d'improvviso mortalmente serio, così minaccioso che lei per un istante fu certa che il suo cuore si era fermato.

"Combattimi e guarda cosa succede."

 

Scully era terrificata. E molto, molto eccitata.

 

L'infuriato conflitto dentro di sè, ed anche il corpo eccitato di Mulder,

la mantennero immobile.  Chiudendo gli occhi e voltando la testa da una parte, non potè fare altro che bisbigliare, "Non," con una piccola, implorante voce.  "Non farlo."

 

"Non è una tua decisione, Scully," lui mormorò, labbra che le stuzzicavano l'orecchio. "Combattermi o no. Non ha importanza." 

Le labbra viaggiarono sulla pelle sensibile alla base del collo di lei, dove si univa alla curva delle spalle, e la sua lingua la colpì per assaggiarla. 

Scully ansimò piano.

"Il risultato finale è lo stesso."

Si dimenò debolmente sotto di lui, cercando di evadere dal fluttuante piacere di quel tocco e di quelle labbra che si muovevano più in basso, sfiorando appena la dolce curva superiore del suo seno.

"Puoi negarlo o accettarlo. Non ha importanza."  Le labbra si abbassarono verso le dure cime, adesso strofinandosi sopra la sua camicia di seta mentre il suo respiro caldo le inumidiva attraverso il materiale. 

Istintivamente, la schiena le si arcuò per portare quelle labbra più vicino, gli occhi le tremarono fino a chiudersi. 

Lui abbassò ancora la testa, e l'istante prima che le sue labbra prendessero contatto con i suoi capezzoli doloranti, alzò lo sguardo verso di lei. 

"Dovrai ancora supplicarmi."

 

Senza toccarla, si tirò indietro, studiando il suo viso.

 

Gli occhi di Scully si spalancarono, e realizzando la tattica di lui, il corpo le ricadde sul duro pavimento mentre un leggero sospiro di frustrazione e proibito desiderio le sfuggiva dalle labbra. 

Inghiottendo profondamente una volta, poi due per diminuire l'aridità della sua gola, lottò per trovare la voce .  "Non supplicherò mai, Mulder," disse raucamente, il suo tono provocatorio.  "Mai."

 

Non per la prima volta, Mulder benedì la misteriosa intuizione che aveva quando lei era coinvolta. Sotto la spavalderia di Scully c'era una sfida, e lui immediatamente percepì la reale natura della fantasia della sua partner.  

Essere sottomessa, avere il suo potere portato via era un impeto, ma la vera scorreria dentro l'ignoto aveva a che fare con il testare i suoi limiti. 

Mulder avrebbe scommesso fino all'ultimo centesimo che la vera ragione per cui Scully non aveva mai condiviso questa fantasia con nessuno dei suoi amanti era che non voleva ammettere a nessuno di loro che le facevano perdere il controllo.  Tutto questo avrebbe richiesto tempo e pazienza, Scully non sapeva come rimanere passiva per così tanto tempo.

Ma Mulder era un uomo paziente.

 

Quanto lontano poteva portarla?

 

Quanto Scully poteva accettare?

 

"Mai è un periodo molto, molto lungo, Scully," mormorò con derisione,

le sue dita le tracciavano con delicatezza la linea dei palmi. 

Scully rabbrividì. 

"Ma va bene.  Un periodo molto, molto lungo è quello che tu vuoi, non è così?"

 

Qualcosa di profondo dentro di lei le si strinse e la pietrificò, alzando lo sguardo verso di lui con occhi spalancati.

 

"E' facile affermare che non supplichi mai, non è così?  Non ne hai mai sentito il bisogno prima." Il tono di Mulder era colloquiale mentre si stendeva su di lei, tenendole i polsi con una mano e raggiungendole la testa con l'altra. 

"Nessuno ti ha mai portato così lontano.  Nessuno ti ha mai fatto bruciare caldo e freddo nello stesso momento. Nessuno ti ha mai fatto sentire come se saresti morta se non ti avesse toccata. Nessuno te lo ha mai fatto implorare, gridare. Nessuno ti ha mai fatto fare cose che non avevi mai pensato di fare, solo perché ti avrebbe permesso di venire. Nessuno ti ha mai fatto strillare e supplicare perché non potevi trattenerti." I suoi occhi si seppellirono in quelli di lei.  "Nessuno ti ha mai fatto perdere il controllo."

 

Provandoci come meglio poteva, Scully era incapace di staccare gli occhi dal suo caldo, ipnotico sguardo.

Senza aiuto, rimase ferma, la sua accettazione evidente nello sguardo serrato con quello di lui.

 

Piano, lui annuì.  "Stanotte, tu brucerai per me, Scully," promise in un sospiro di seta. "Perderai il controllo per me. Griderai per me." 

Con un rapido, abile movimento, Mulder le avvolse una sciarpa intorno ai polsi, legandoli insieme.

 

"Stanotte, Scully... supplicherai."

 

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In retrospettiva, Scully non poteva dire per certo come erano arrivati nella sua camera da letto. E nemmeno poteva ricordare esattamente come i suoi vestiti erano stati rimossi, ma giudicando dalla loro lacera condizione, avrebbe scommesso che un paio di forbici erano coinvolte nel processo.

E non poteva neppure provare ad immaginare in che modo era rimasta docile mentre lui l'assicurava al letto in una posizione così paurosamente vulnerabile.

 

Ovviamente, Mulder si era preso un po' di tempo per la preparazione mentre aspettava che lei tornasse a casa. 

Era la sola spiegazione per quanto velocemente ed efficacemente lui l'avesse imprigionata, in un modo tale da non permetterle nessun movimento. 

Usando una curiosa combinazione di sciarpe, cravatte, e una vecchia barra di metallo, lei era sulla sua schiena, con i polsi legati assicurati a qualcosa sopra la sua testa. 

Le sue gambe erano completamente spalancate, manette di seta legavano le sue caviglie mentre la barra di metallo era fissata tra la parte inferiore dei suoi polpacci, trattenendoli aperti e immobili. 

Con attenzione, Mulder le aveva infilato un cuscino sotto i fianchi, elevandoli leggermente, e il risultato era una completa, totale. . .paralisi.

 

Scully non era troppo sicura che i vincoli fossero necessari; eppure, non era sicura che avrebbe potuto muoversi a comando.

Certamente, il suo corpo non era più sotto il suo controllo, e non lo era dal momento in cui il suo partner le aveva promesso, con un sussurro cupamente seduttivo, che lei avrebbe gridato e supplicato per lui prima che la serata fosse finita. 

Benché non fosse mai successo prima, Scully gli credeva.

 

Poi ancora, se Mulder l'avesse istruita a buttarsi dal suo palazzo, lei probabilmente l'avrebbe fatto.

Forse non aveva più controllo sul suo corpo, ma era chiaro che Mulder si.

 

 - Mio Dio.  Cosa ho fatto? -

 

"Chiudi gli occhi, Scully."

 

Esitante, eseguì il comando, tesa da una miscela di paura e eccitazione.

Un secondo più tardi, balzò quando sentì qualcosa di morbido e crespo che veniva pressato contro le sue palpebre. 

"Cosa stai f-"

 

"Shh."  Un  istante dopo, lui fece scivolare la mano dietro la sua testa, alzandola per un momento mentre avvolgeva una soffice stoffa intorno ai suoi occhi che poi legò piano dietro.  "Batuffoli di cotone, Scully.  Tutto qui."  Si tirò indietro, senza toccarla, ma lei sentiva i suoi occhi vagare lungo il suo corpo.

 

Nervosamente, si inumidì le labbra con la lingua. 

"Mulder... perché. . ."  Era incredibile come la sua facoltà di parola l'avesse abbandonata, meditò.

Inerme, si morse le labbra, improvvisamente molto spaventata.

Lui l'aveva in qualche modo manovrata in quella bizzarra posizione per ridere di lei, o forse solo per lasciarla così?

Dopo tutto, non era come se lei e Mulder fossero due amanti di vecchia data che giocavano.  Questa era la prima volta che erano mai stati così intimi.

Aveva ragione a fidarsi di lui?

 

In qualche modo, lui percepì quelle paure. 

"Tutto quello che devi fare è sentire, Scully," disse piano.  "Solo lasciarti andare. Non ti devi concentrare su nulla che non sia il suono della mia voce o il tocco delle mie mani e della mia bocca sul tuo corpo."

 

Attraverso l'improvvisa nebbia di desiderio provocata da quelle parole, Scully sorrise leggermente.  "Solo le tue mani e la tua bocca, Mulder?"

 

"Per ora." La voce era molto vicina al suo orecchio, e lei rabbrividì alla sensazione del suo respiro che accarezzava come una piuma la sua pelle delicata.

"Sono certo che se vuoi di più, troverai un modo per farmelo sapere."

 

Scully aggrottò le sopraciglia confusa.  "Ma... tu non vuoi di più, Mulder?"

 

Ci fu una lunga pausa nella quale evidentemente lui considerò come rispondere.

"Ti dirò quello che voglio, Scully."  Si inclinò molto vicino, le labbra quasi le sfioravano l'orecchio.  "Ti voglio veder crollare per me.  Voglio sentirti ansimare, poi urlare, poi supplicare, e poi gridare mentre ti faccio venire ancora e ancora. Voglio sentire l'odore del tuo calore. Voglio assaporarti sulle mie labbra mentre hai un orgasmo sulla mia lingua.  Voglio sentirti pulsare attorno alle mie dita mentre le infilo profondamente dentro di te. Voglio toccarti nel modo che ho solo sognato per anni, in un modo in cui non sei mai stata toccata prima.  Voglio stuzzicarti fino a quando penserai che non potrai più sopportarlo, e poi voglio stuzzicarti ancora un po' di più.  Voglio mandarti così lontano che non potrai pensare a nient'altro, non potrai sopportare nient'altro che la sensazione di me dentro di te."

 

Tirò un severo sospiro.  "Quando avrò tutto questo. . . sarà allora che vorrò di più."

 

"Buon Dio," soffiò Scully, le sue pulsazioni si impennarono. 

Avrebbe dovuto saperlo. Gesù, avrebbe dovuto sapere che Mulder sarebbe stato in grado di eccitarla più rapidamente e più completamente di quanto non lo fosse mai stata prima, solo con il suono della sua voce.

 

"Dimmi cosa stai provando, Scully," ordinò piano.

 

"Io... c'è... c'è così tanto......"

 

"Sei spaventata?"

 

"Si...no... Non sono sicura," balbettò, incapace di pensare chiaramente.

 

"Sei eccitata?"

 

"Io--no.  No, non lo sono."  Per qualche ragione, era importante per lei negare il livello del suo desiderio, se non per altre ragioni che vedere cosa Mulder avrebbe fatto. Per vedere se si fosse fermato... o se non l'avesse fatto.

 

"Hmm.  Non penso che tu sia onesta con me, Scully," la rimproverò piano.  "Penso che sia meglio vedere da me." 

Scully tremò forte mentre lui si spostava, stendendosi sopra di lei, e improvvisamente sentì una fresca corrente d'aria tra il suo seno. 

Con lentezza, la carezzevole brezza di quel respiro si spostò più in basso, serpeggiando sopra le sue costole, giù sul suo stomaco e basso addome, e sopra la pelle tesa del suo bacino rialzato. 

Un momento dopo, Scully ansimò quando lo sentì dirigere la corrente sopra le lucide, gonfie labbra del suo centro.  Involontariamente, i fianchi le balzarono in alto alla sensazione di quel respiro che indagava in lei; solo uno stuzzicante soffio, poi nulla.

 

"Sei molto bagnata, Scully," Mulder osservò colloquialmente quando alzò il capo.  "E mi hai mentito. Sei eccitata, e mi hai detto che non lo eri.  Dovrò punirti per avermi mentito." Piegò la testa mentre la studiava.  "Ma è quello che vuoi, non è vero? Per questo hai mentito. Vuoi che ti punisca."

 

"No!"  Scully scosse la testa, il solo movimento controllato di cui era capace in quella posizione. "Non è. . ."

 

"Non è quello che vuoi?  Non ha importanza, Scully," le ricordò. 

"Posso fare qualsiasi cosa voglio di te, ricordi? Puoi dire 'no' tutte le volte che vuoi, ma non serve a nulla. Ma non ti preoccupare," disse rassicurante, accovacciandosi vicino a lei e spostandole piano i capelli dalla fronte.  "Non ti farò del male, lo sai.  Ci sono modi migliori per insegnarti chi ha il controllo . . . insegnarti di non oppormi resistenza."

 

"Perché?  Cosa hai intenzione di fare?"  Silenziosamente, Scully si maledì per il lamentoso tono della sua voce, ma Mulder sembrò non notarlo.

 

Lui ridacchiò piano. "Non ti preoccupare. Quando accadrà, lo saprai."

 

Scully deglutì forte. Non era sicura di gradire il modo in cui suonava quella affermazione.

 

Ma ancora una volta, il corpo la tradì.  Al suo cervello poteva anche non piacere, ma alle sue terminazioni nervose sicuramente si, i suoi formicolanti capezzoli si inturgidirono ancora di più, e la bollente, umida carne tra le sue gambe spasimò.  Mulder rise piano mentre osservava quelle reazioni del suo corpo. 

Scully rabbrividì quando realizzò che lui ancora una volta era scivolato in modo da essere posizionato tra le sue cosce spalancate e il suo caldo respiro le accarezzava la contratta umidità.

 

"Oh, si.  Questo ti sta eccitando, non è così, Scully?  Lo posso vedere. Posso annusarlo.  Di fatto, se mi piegassi in avanti solo un altro quarto di pollice. . ."  Lei ansimò paino quando sentì le labbra di lui strofinarle i peli del pube mentre parlava. 

". . . potrei anche assaggiarlo. E lo sai qual'è la cosa divertente, Scully?"  Si tirò indietro leggermente "non ti ancora nemmeno toccata.  Allora, cosa abbiamo imparato dalla lezione di oggi?" chiese, il delicato soffiò d'aria che accompagnava le sue parole colpì come una piuma la sue carne sensibile.

"Le parole ti eccitano.  Ti piace quando ti parlo, quando ti dico quello che ho intenzione di farti. E' così, Scully?"

 

Stoicamante, lei rimase in silenzio, serrando forte le labbra e voltando la testa in segno di sfida. 

La sua dimostrazione di spavalderia durò solo secondi, sciogliendosi in un altro piccolo ansimo quando sentì la punta della lingua di Mulder tracciare leggermente proprio sopra la linea del suo cespuglio. 

Solo per stuzzicarla, lui disegnò una fine linea di saliva sopra il limite dei suoi riccioli, e poi sotto sulla piega della sue coscia sinistra. Le labbra si mossero sopra di lei fino a quando non riprese ad accarezzarla sulla parte destra, colpendo delicatamente la pelle fino a tornare al punto di inizio, descrivendo un perfetto triangolo senza mai toccare quella parte di lei che stava bramando un suo bacio.

 

"E' così, Scully?"

 

"Maledetto, Mulder," disse soffocata, la testa le cadde indietro sul cuscino.

 

Lui sorrise con perfidia.  "Visto che non hai intenzione di rispondermi, posso solo presumere che sto sbagliando.  E questo quello che vuoi invece, Scully?"

 

E così iniziò la più raffinata forma di tortura che fosse mai stata ideata per farla impazzire. Usando solo la punta delle sua dita, Mulder incominciò ad accarezzare il suo corpo, tracciandole il collo, lo stomaco, i piedi, i fianchi, l'interno delle braccia, il retro delle ginocchia, le clavicole, l'interno delle cosce, i palmi, i polpacci. Sempre leggero e stuzzicante, sempre in un posto diverso da quello precedente. 

Scully iniziò a contorcersi contro i vincoli, cercando di evitare il delicato tocco, o almeno di forzare le sue carezze dove le desiderava di più.  

Ancora, lui resistette a quelle silenziose richieste, continuando a tormentarla con estrema delicatezza, il suo tocco calcolato per eccitare, ma mai soddisfare.

Inerme, lei lottò contro le sue restrizioni, il suo desidero si incrementava rapidamente.  Piagnucolò piano.

 

"C'è qualcosa che non va, Scully?"  La voce di Mulder era sarcastica, e come le sue mani, sembrava arrivare contemporaneamente da tutte le direzioni.  "Vuoi chiedermi qualcosa?"

 

Mordendosi le labbra, lei rafforzò la presa sulla sua determinazione. 

"Nemmeno lontanamente, Mulder."

 

Mulder fece un largo sorriso.  "Lo sai, Scully, sarei rimasto seriamente deluso se avessi detto si.  Non ho nemmeno incominciato." Il sorriso si allargò ancora all'involontario ansimo di lei, "dopo tutto, questo è un processo scientifico." 

Scully sentì il calore del corpo di lui mentre le si stendeva sopra, tracciando delicatamente la curva del suo orecchio con la lingua. "Stiamo cercando di scoprire quanto sei in grado di sopportare, giusto? Quanto tempo il tuo corpo può trattenersi prima che tu non possa più resistere."

 

La sua bocca giocò con il lobo, e Scully tremò, maledicendolo silenziosamente per aver scoperto così facilmente i suoi punti più sensibili.

"Non voglio sentirti supplicare solo perché hai deciso che vuoi arrenderti a me,

Scully," sussurrò.  "Voglio sentirti supplicare perché non puoi farne a meno.  Allora non cercare di ingannarmi, perché saprò distinguere la differenza," avvertì piano.  "E ci sono già abbastanza punizioni per te."

 

"Non mi hai ancora detto di cosa si tratta, Mulder," gli ricordò lei in una voce che era più respiro che rumore.

 

"Non l'ho fatto, è così?" osservò, alzandosi dal letto.  "Se ricordo bene, hai avuto la tua possibilità e hai deciso che non vuoi che io parli.  Penso che sarà molto più interessante se non avrai la più pallida idea di cosa ti succederà, non credi?"  Piegandosi in avanti, le appoggiò un leggero bacio sulla fronte.  "Adesso non ti muovere. Torno subito." Sussurrò.

Lentamente, abbandonò la stanza e un momento dopo, Scully lo sentì aprire dei cassetti in cucina. 

In pochi istanti, era tornato, e lei sentì ogni sorta di rumore mentre appoggiava una quantità di oggetti sul pavimento accanto al letto.

 

"Mi pentirò di averlo chiesto, Mulder, ma cosa stai facendo?"

Un delicato 'sh' fu la sua sola risposta mentre lui era occupato nella preparazione, i suoni erano completamente irriconoscibili per lei.

 

"Hai avuto la tua chance, Scully," ripeté piano.

Un momento dopo, lei ansimò quando sentì la lingua di Mulder tracciarle il sensibile palmo della mano. 

Con cura, tracciò ogni piccola linea e piega della sua mano, bagnando con la saliva ogni punta delle dita succhiandole nella bocca. 

Prendendo l'altra mano, ripeté il processo fino a che lei non tornò velocemente allo stesso nebuloso stato di eccitazione.

 

E Mulder non si fermò li. 

Con seria precisione, lentamente le lucidò tutto il corpo nell'erotica sensazione di un tremante bagno di lingua. 

Lavorando con una calcolata concentrazione, imparò tutti i sensibili punti di piacere, prima sulle braccia, poi la parte superiore del suo torace, poi il suo addome e il suo stomaco, poi giù sopra le sue cosce, ginocchia, polpacci, e infine i piedi, senza lasciare nemmeno un millimetro della sue pelle non assaggiato eccetto la punta del suo seno e la tremante umidità tra le sue gambe.

Quanto terminò, Scully stava ansimando senza controllo, sicura che ogni pezzo della sua pelle fosse in fiamme. 

Ed ancora, non era abbastanza.

 

"Dio, Mulder," annaspò, superbia già dimenticata.  "Non posso...

toccami, per favore. . ."

 

"Non è abbastanza, Scully."  Spostandole i capelli, tracciò con la lingua la sua nuca, ed inconsciamente lei si arcuò per dargli più libero accesso. 

L'aria fuggì sopra la pelle umida di saliva mandando scintille di piacere al contatto.  "Nemmeno lontanamente."  Usando con derisione  le sue stesse parole contro di lei, Mulder le succhio ancora per poco il collo, poi si alzò.

 

Un momento più tardi, un dolce profumo le assalì le narici proprio prima di sentire un oggetto setoso strofinarle la guancia. 

Petali di rosa, realizzò sorpresa, e poi abbandonò ogni pensiero quando lui iniziò a strofinarli lungo tutto il suo corpo, echeggiando la traccia che la sua lingua aveva incendiato. 

La leggera saliva rimasta faceva opporre resistenza ai petali di seta, trascinando un altro leggero ansimo fuori dalle sue labbra mentre passavano sulla sensibile pelle sotto il suo braccio, fermandosi solo per poco per giocare nella curva dell'ascella prima di deviare sulla parte superiore sul suo petto. 

Prendendosi il suo tempo, Mulder la espose alla stessa agonizzante tortura a cui era stata sottoposta prima, stuzzicandole delicatamente ogni terminazione nervosa tranne quelle innalzate per gridare contro l'assenza delle sue carezze.

 

Oh, si.  Mulder aveva ragione su una cosa; era un uomo molto, molto paziente.

 

E crudele. 

Il tempo sembrò offuscarsi per Scully mentre lui continuava a stuzzicare ed accarezzare il suo corpo con una varietà di oggetti: una piuma, ancora le sue consapevoli dita, un cubetto di ghiaccio, la sua lingua delicata, le sottili setole di un pennello, persino la punta dei suoi capelli strofinò sulla sua pelle super-infiammata fino a che lei non iniziò a piagnucolare per quella leggera stimolazione. 

Dopo quelle che sembrarono ore, lui finalmente si tiro indietro.

"Per favore, Mulder," annaspò lei, contorcendosi per la frustrazione.  "Non posso più sopportare. . ."

 

"Puoi."  Il tono era implacabile. 

 

Momenti dopo, Scully sentì il peso del corpo di Mulder lasciare il letto e sentì un leggero frusciare. 

Debolmente, si chiese con che cosa ancora l'avrebbe stuzzicata.

 

"Oh mio Dio. . ."  Tremò in modo incontrollabile quando sentì il delicato, vellutato tocco dell'erezione di Mulder strofinarle le guance.  "Gesù, Mulder. . ." Incominciò a respirare affannosamente per il desiderio  mentre lui strofinava la testa del suo pene sopra le sue labbra, tracciandole piano il contorno, e alla cieca, la lingua di lei si lanciò fuori per assaggiarlo. 

Scully ansimò per la frustrazione quando lui indietreggiò, lasciandola solo con il vago sapore di lui nella bocca mentre continuava verso il basso, tracciandole la linea delle mascelle con la sua stessa carne.

Ma anche con questo, lui era attento e meticoloso, sublimando il suo stesso bisogno per soddisfare quello di lei, come se sapesse che il sentire quanto era eccitato l'avrebbe fatto solo eccitare di più. 

E maledetto lui, aveva ragione.

 

"Mio Dio, senti cosa mi fai?," lo sentì mormorare piano, e il corpo le sussultò in risposta.

Sentì quella durezza strofinarle piano i riccioli all'apice delle sue cosce, e chiuse stretti gli occhi per l'ondata di sensazioni.

Muovendosi piano, Scully poteva sentire l'umidità scorrerle liberamente tra le gambe aperte, e si inarcò in segno di supplica.

Ignorando la sua implorazione, lui si mosse più in basso, strofinando sulle sue cosce e gambe.  Persino la pianta dei piedi sentì il tocco di quell'erezione dura come l'acciaio, e non per la prima volta nella serata, lei ammise silenziosamente il dominio di Mulder sul suo corpo e sui suoi sensi.

Mai, mai neppure nelle sue più selvagge fantasie Scully avrebbe potuto immaginare una esperienza come questa.

 

E poi, improvvisamente, tutte le sensazioni si fermarono.

 

Scully trattenne il suo corpo in tensione, in attesa del prossimo assalto, e un sorpreso ansimò eruttò dalle sue labbra al primo, leggero contatto della punta delle dita di lui sui suoi capezzoli.

I suoni erano costanti e inarrestabile mentre sentiva la gentile tortura sopra le sue doloranti, erette punte; prima una soffice carezza poi gradualmente un crescendo di pressione e insistenza.

Colpendo. Poi solleticando.

Poi un delicato pizzico, minuscoli aghi di dolore accrescevano le palpitazioni nel suo petto. 

Poi strofinando, più forte adesso. Insistente. 

Poi stringendo e pizzicando, con più forza e persistenza, le mani di Mulder le avvolsero e massaggiarono il seno, alleggerendo il dolore sopra ma alimentando quello sotto. 

Gli ansimi di lei divennero più taglienti e profondi, eguagliando la crescente intensità di quel tocco.

 

Quegli ansimi divennero lamenti senza fiato quando sentì labbra calde e umide sommergerle il capezzolo sinistro, succhiando piano mentre la lingua ne strofinava la turgida superficie. 

Con la mano libera, Mulder mantenne la presa sull'altra punta, adesso roteandola fermamente tra il pollice e l'indice, mungendola con un delicato ritmo che imitava quello dell'insistente movimento delle sue labbra e della sua lingua.

Soffiando un flusso di aria calda sopra l'umida pelle, lentamente invertì l'impresa, trattando l'altro seno con lo stesso erotico assalto mentre catturava l'altro capezzolo tra le sue agili dita, pizzicando piano.

Ubriaca di sensazioni, i fianchi di Scully incominciarono a muoversi in tempo con il succhiare di quelle generose labbra. 

Soffocati e tremanti suoni scivolavano fuori dalle sue labbra in una costante corrente quando Mulder cominciò a mordicchiare: piccoli, stuzzicanti morsi che mandavano lance di scintillante piacere-dolore attraverso il suo corpo torturato.

 

Mentre gradualmente baciava la strada lungo l'addome teso di lei, Mulder alzò lo sguardo per studiare il suo viso, e quello che vide lo fece dolorosamente sorridere. 

Era ovvio che ogni orgoglio e voglia di sfida che Scully aveva all'inizio dell'incontro erano sparite; era inestricabilmente imprigionata dalla rete della sua stessa passione. 

I fianchi di lei erano in costante movimento, almeno per quanto i vincoli le permettevano, i suoi capezzoli erano minuscoli punti di piacere duri come diamante, umidi e sforzati dalle carezze della sua bocca e delle sue dita, e la calda, bagnata prova del suo desiderio stava scorrendo liberamente tra le sue gambe. 

Rannicchiandosi comodamente tra le sue cosce spalancate, ancora una volta Mulder soffiò piano su quella dolorante umidità, gioendo della turbolenta risposta di lei. 

Facilmente, lui l'aprì con i pollici, esponendo quell'intimo segreto al suo sguardo affamato. 

Per lunghi momenti, non face altro se non tenerla aperta e vulnerabile, permettendole di sentire la sensazione dei suoi occhi che la esploravano.

 

"Per favore. . ." lei piagnucolò, tirando futilmente contro i vincoli.  "Oh, Mulder, per favore. . ."

 

"Per favore cosa, Scully?"  Abbassando la testa, la baciò tra le cosce aperte, strofinandole il muso tra i riccioli ma fermandosi proprio sopra la dolorosa sporgenza di carne che tremava per una sua carezza.

I pollici fregarono piano contro l'interno delle sue umide labbra.

"Vuoi la mia lingua, Scully?"

 

"Oh mio Dio. . ."

 

"Dimmelo.  Vuoi sentire la mia lingua sopra la tua passera, Scully?

Vuoi che strofini la mia lingua sul tuo clitoride?"  Alzò la testa al viso di lei contorto dalla passione.  "E' questo quello che vuoi, Scully?"

 

"Si, si...per favore... non stuzzicarmi ancora Mulder..." La sua voce era rotta, tormentata, e sembrava vicina alle lacrime. 

"Oh, per favore, ho bisogno--ahhhhh!"  Si bloccò in un brusco urlo quando la lingua di Mulder colpì contro il bagnato, gonfio clitoride. 

Un secondo dopo, era finito.

 

"Non ti ho sentito, Scully."  Bocca millimetri lontano da lei, Mulder permise alle sue labbra di sfiorarla appena mentre parlava.  "Dimmelo."

 

"Io. . .oh Dio. . ."

 

"Dimmelo."

 

Scully stava ansando adesso.  "Io. . .per favore. . .Voglio. . . Voglio le tue labbra su di me. . ."

 

Lui la colpì ancora con la lingua, solo un secondo di sensazione. 

"Dove, Scully? Dove vuoi le mie labbra?" 

La sua lingua guizzò un'altra volta, e lei ingoiò un leggero strillo.

 

"Oh, Dio. . .li.  Proprio li. . . per favore. . ."

 

"Qui?"  Impiegando solo la punta della sua lingua con la massima delicatezza, tracciò la punta del suo clitoride che tremava selvaggiamente.

"Sul tuo clitoride?"

 

Scully stava praticamente singhiozzando per il desiderio, la sua testa sbatteva da una parte all'altra sul cuscino.  "Si, oh Dio, si. . ."

 

"Ah."  Lui la stuzzicò per un rapidissimo istante, poi si fermò.  "E cosa vuoi che faccia con la mia bocca, Scully?"

 

"Per favore. . . leccami. . . per favore. . ."

 

Trattenendo le labbra della sua passera aperte con una mano, ne tracciò l'apertura bagnata e tremante con l'altra. 

"E vuoi le mie dita qui, Scully?  Dentro di te?"  Fece scivolare la punta di due sue dita dentro e colpì ancora con la lingua il clitoride.  "Vuoi anche quello?"

 

"Buon Dio, Mulder. . .per favore. . ."

 

"Dillo, Scully.  Vuoi che ti scopi con le dita?"

 

"Si..oh, si...per favore, Mulder...Ho bisogno... Devo..."

 

Lui sorrise.  "Devi cosa, Scully?"

 

"Per favore Mulder... Non posso più sopportare... fammi venire..."

 

"Vuoi venire, Scully?"

 

"Si. . ."

 

"Vuoi che lecchi il tuo clitoride? Lo succhi?  Ti scopi con le dita fino a quando non mi vieni sulla lingua? E' questo quello che vuoi?"  Le dita si infilarono in lei un po' più a fondo, e lei si contrasse intorno, ad un pelo dall'orgasmo con solo quella minuscola stimolazione.

 

"Oh, Dio. . . si, si. . . fammi venire. . . per favore, Mulder. . ."

 

Lui allontanò la mani da lei e si alzò.  "No."

 

Ci volle un momento per le parole per penetrare, ma quando lo fecero, la risposta di Scully fu un guaito di frustrazione. 

Lui sorrise ancora.  "Ti ho detto che avresti saputo qual'era la tua punizione quando sarebbe arrivata.  Hai capito adesso, Scully?"

 

Lei ansimò e si contorse, ma lui era inflessibile, rifiutandosi di tornare al centro delle sue sensazioni.

Gradatamente, Scully cadde tremante sul letto, ansimando piano quando sentì le lunghe dita di lui che strofinavano sopra l'intermo delle sue cosce.

"La tua passione è bellissima, Scully,"  le sussurrò, le sue mani viaggiavano sopra la sua carne. 

Piano, le accarezzò i capezzoli mentre parlava.  "Mi chiedo se la tua resa potrà essere ancora più stupefacente."

Abbassando la testa, le pressò un lieve bacio sopra il collo mentre continuava a massaggiare il seno.   "Lo voglio, Scully.  Voglio vederti darmi te stessa completamente .  Voglio la tua resa." 

Raggiungendola, Mulder le spostò in basso la benda degli occhi e si stese sopra di lei. "Guardami, Scully."

 

Lentamente, i suoi occhi drogati di passione si aprirono, e trattenne il fiato di nuovo per l'intensità con cui Mulder la stava fissando.

 

"Il tuo corpo mi appartiene." Le disse piano, ipnotico. "E' mio."

 

Lei tirò un profondo, tremante sospiro e chiuse gli occhi. "Lo so."

 

"Scully." Il filo d'acciaio tornò.  "Guardami."

 

Lei voltò il viso, combattendo se stessa quanto lui con l'ultimo frammento di autocontrollo.

 

"Lasciati andare."  La sua cupa, vellutata voce si avvolgeva intorno a lei, fermandosi da qualche parte nel profondo del suo addome e soffiando sulle fiamme che già bruciavano pericolosamente roventi. 

"Non c'è via d'uscita.  Non c'è nulla da combattere. Tu mi appartieni."

 

Lei lo sapeva.  Oh, buon Dio, lei lo sapeva. 

Sapeva che lui avrebbe potuto, avrebbe voluto, fare qualsiasi cosa desiderava  con lei, di lei, e non c'era nulla che potesse fare per fermarlo. 

Per la prima volta in tutta la sua vita, Scully capì com'era essere completamente

senza potere davanti ad un altro essere umano. 

E se quella persona fosse stata chiunque tranne che il suo partner, lei ne sarebbe stata spaventata a morte. 

Ma era Mulder, la sola persona di cui lei si fidasse ciecamente.

Era al sicuro. Era libera. 

E lontana dall'essere impaurita, era ancora più violentemente eccitata di quanto non lo sarebbe mai potuta essere.

 

Per questi momenti, lui la possedeva. 

Scully non avrebbe sentito altro se non quello che lui avrebbe voluto farle sentire.

 

"Dimmelo," lui comandò.

 

I suoi occhi si aprirono lentamente.  "Sono tua, Mulder," sussurrò.

 

"Dammelo, Scully." La sua voce era morbida, pretendendo da lei la totale sottomissione.

 

"Tutto."  Lei lo fissò come se fosse in trance. "Tutto..."

 

"Tutto?"  Le sue lunghe dita stuzzicarono il suo clitoride e lei gridò, implorandolo con gli occhi mentre lui si muoveva su di lei. 

"Lo sai che posso tenerti al limite quanto voglio.  Posso stuzzicarti per tutta la notte se voglio.  O posso farti venire. . . se è questo quello che voglio." 

La strofinò ancora, più deciso questa volta, e lei alzò i fianchi per incontrare la sua mano.  "Posso soddisfarti, posso farti urlare e tremare. . ."  il tocco si alleggerì di nuovo, tracciando la carne sensibile ancora ed ancora con la più lieve delle pressioni. ". . .o posso solo giocare con te.  Portandoti al margine ancora ed ancora, senza mai lasciarti venire.  Se è questo quello che voglio."

 

Abbassandosi su di lei, Mulder la fissò negli occhi, le sue labbra toccavano appena quelle di lei mentre le dita placarono il loro provocante movimento.

"E cos'è che vuoi tu, Scully?" 

Le sue labbra piene muovevano quelle di lei mentre parlava.

 

Scully era persa, bruciando sotto il calore di quello sguardo.  "Voglio..."

Si bloccò, prendendo un profondo respiro quando realizzò inerme che esisteva solo una risposta utile. 

Il volere di lei era quello di lui, e le parole le uscirono dalla bocca prima che potesse fermarle.  "Voglio quello che vuoi tu."

 

Qualcosa di cupamente vittorioso fiammeggiò negli occhi di Mulder quando piano annuì.  "Voglio tutto, Scully," sussurrò, percorrendole le labbra con la lingua, e per un momento, lei poté assaporare il suo stesso desiderio . "Voglio tutto."

Piano, le rimise la benda sopra gli occhi e lasciò il letto.

 

Lei non ebbe il tempo di chiedersi cosa stava per fare, perché quasi immediatamente, sentì la sua calda, bagnata bocca sopra il suo capezzolo, che leccava e succhiava ritmicamente. 

Scully si arcuò, poi balzò quando percepì qualcosa di liscio e freddo giocare nell'umidità tra le sue gambe.

 

"Giocattoli, Scully," lo sentì mormorare contro di lei. "Solo un accrescimento." 

Un momento dopo, lei gemette profondamente quando sentì la fretta, rigida consistenza incominciare a pressare piano dentro di lei. 

Affamata, la sua carne cercò di trattenerla, sentendo quella durezza lenire una parte dell'implorante vuoto, ma la promessa di sollievo si fermò proprio dentro la sua tremante apertura prima di allontanarsi piano. 

I suoi fianchi si opposero, cercando inutilmente di tirare l'oggetto più a fondo.

Lui continuava a succhiarla delicatamente, in perfetto contrappunto alle lente, dolorosamente superficiali spinte tra le sue gambe.

 

"E' bello, Scully?"  Sussurrò caldo sopra la sua carne. 

Stava succhiando l'altro seno adesso, mordicchiando e stuzzicando e lei gemette in approvazione. 

"Non verrai, Scully.  Non importa cosa faccio." 

Il suono mutò in un lamento di protesta. 

"Non fino a che non ti darò il permesso. Hai capito?" 

Un'improvvisa spinta nella sua carne dolorante enfatizzò la domanda, e lei annuì, labbra compresse.

 

"Dillo, Scully."

 

Un'altra profonda penetrazione forzò le parole fuori in un ansimo strozzato.

"Ho capito. . ."

 

Lui rise piano.  "Brava bambina." 

Si spostò ancora tra le sue gambe, la sua mano libera l'aprì ancora. 

 

Fermò il movimento della sua mano, lasciando che la dura asta si sistemasse in profondità, e le sua labbra si abbassarono su di lei.  "Adesso non lo dimenticare." Tirando indietro piano il cappuccio del suo clitoride per esporre l'ultra-sensibile fascio di nervi, frizionò lievemente con la lingua la punta pulsante.

 

Scully gridò piano all'improvvisa e martellante ondata di sensazioni e buttò indietro la testa, ogni muscolo del suo corpo si tese. 

Ansimi spezzati fluirono dalle sue labbra mentre Mulder continuava a stuzzicarla e provocarla con la sua perfida lingua, alternativamente colpendo, accarezzando, e pizzicando il suo clitoride , mai abbastanza forte per stimolare il proibito orgasmo.

Più in alto e più lontano la portò, e quando le gentili, superficiali spinte rincominciarono, lei non poté trattenere un fremito che attraversò il suo corpo all'avvicinarsi dell'orgasmo, ancora troppo lontano da raggiungere. 

Debolmente, Scully era cosciente che stava annaspando parole incoerenti tra i singhiozzi di piacere, ma non poteva comprendere ciò che stava dicendo.

 

Mulder ci riuscì.

 

Scully stava supplicando.  Pietosamente, inerme, senza vergogna, lo stava pregando di lasciarla venire.

 

"Si," le respirò, lasciando che il suo fiato la stimolasse.  "Adesso lo voglio.  Vieni per me, bambina. Dai, Scully. Vieni per me."

Con un gioco di polso, Mulder conficcò l'asta in profondità dentro di lei con una forte spinta e premette sulla base di essa. 

Che si animò, vibrando duramente dentro quelle profondità nello stesso istante in cui sommerse il suo tremante clitoride con le labbra e succhiò, strofinando la sua lingua contro la parte inferiore.

 

Era un sovraccarico sensoriale, e colpì Scully violentemente.

 

Qualcosa di profondo dentro di lei scattò, e Scully incomincio a gridare.

In modo incontrollabile. Incessantemente.  Quasi come se stesse cercando si scappare dalla cieca intensità dell'improvviso orgasmo, lottò violentemente contro i vincoli, opponendosi alle convulsioni. 

Orgasmo dopo orgasmo la lacerarono, scuotendo il suo corpo inerme forte ed ancora più forte, e di nuovo lei gridò, urlando il nome di Mulder ancora ed ancora ad ogni orgasmo.

 

"Dai, Scully.  Continua a venire. . . non ti fermare, tesoro.  Fammelo sentire."  Velocemente, Mulder estrasse il vibratore da lei e immerse le sue dita invece, prima due, poi tre, spingendole dentro e fuori rapidamente e con forza, mentre la sua lingua lavorava più in fretta, costringendola ad un altro apice.

 

Ed ancora lei gridò il suo piacere ad ogni spinta delle dita, ogni colpo della lingua, mentre lo supplicava di non fermarsi, di continuare a farla venire. "Oh Dio per favore Mulder non ce la faccio più scopami ho bisogno di sentirti scoparmi forte e veloce ne ho bisogno per favore non ti fermare sto venendo oh mio Dio non posso smettere di venire  Mulder per favore scopami adesso non ce la faccio  più..."

 

Improvvisamente le sue gambe furono libere e  Mulder si stava inginocchiando tra di loro strappandole di dosso la benda degli occhi. 

Scully gemette alla vista della nervosa passione che tendeva i lineamenti di Mulder, quella feroce eccitazione provocò ancora un altro orgasmo. 

Rapidamente Mulder le tirò le cosce sopra le sue, spalancandola mentre spingeva selvaggiamente dentro di lei, gemendo della rovente umidità che ricoprì il suo pene, i muscoli di Scully lo massaggiavano fermamente mentre lei gli si contraeva attorno.

 

"Oh, Dio!" strillò lei, opponendosi sotto di lui.  "Si oh si. . .oh

Dio. . . di più. . ." implorò con voce rotta mentre lui cominciava a pompare dentro e fuori. 

L'aria sibilava tra i suoi denti mentre Mulder le dava quello che aveva chiesto, martellando dentro di lei ferocemente. 

Si stese sopra di lei, pressando suoi suoi polsi legati sul materasso sopra la sua testa,

intrappolandola con il peso del suo corpo, usando la leva per sbattere la sua carne infiammata più forte e ancora più forte.

 

"Si, Scully," ringhiò, il sudore imperlava la sua fronte per lo sforzo di trattenere il suo orgasmo.  "Continua a venire. . . Dio. . . così calda, così stretta. . ." 

Spinse più a fondo, ruotando i fianchi, e lei si contorse e spasimò sotto di lui mentre ancora un altro orgasmo l'attraversava.  "Oh, si, Scully," ansimò,

muovendosi più veloce e più forte, fendendola, dentro e fuori con una ferocia che minacciò di spaccarlo in due per l'intensità.

"Dio, sei bellissima... non ti fermare, Scully... ancora una volta..."

Mulder era certo che era il massimo che poteva sopportare; la sua passione stava ribollendo pericolosamente, e il suo controllo gli stava scivolando dalle mani come una corda bagnata.

 

"Non posso..."  Lei stava gemendo, annaspando, il suo corpo bruciava, galleggiava mentre Mulder la spronava più in alto con le calde, insistenti spinte del suo pene.

Scully si sentì irrigidirsi, una spaventosa tensione si annodò intorno al suo utero serrandola ad incredibile velocità, e fu certa che il suo cuore sarebbe esploso. "Mulder, per favore, non ce la faccio più. .."

 

"Puoi."  Andando a tendoni sul materasso accanto a lei, Mulder trovò velocemente quello che cercava. 

Obbligò la sua mano tra i loro corpi, e accendendo il vibratore, lo pressò sull'esposto clitoride di Scully.

 

Il lamentoso urlo che uscì dalle labbra di lei fu troppo per Mulder, insieme all'improvvisa e inaspettata sensazione della sua passera mentre si stringeva forte attorno alla sua carne gonfia e dilatata. 

Con un urlo animalesco, martellò selvaggiamente in lei, incontrando l'ardente risposta di lei alla sua esplosiva liberazione.

Una bianca foschia scese sul suo campo visivo mentre l'orgasmo eruttava, trapassando il suo corpo con lance di straziante piacere.

 

Scully aprì gli occhi all'ultimo picco della sua passione giusto in tempo per vedere il viso di Mulder contorto in una espressione di sorpresa estasi mentre finalmente si arrendeva alle necessità del suo corpo. 

Sopraffatta dalla selvaggia bellezza di Mulder totalmente abbandonato nel suo orgasmo e dalla realizzazione che la sua passione lo aveva portato a quel punto, lei spasimò un ultima volta, proferendo il suo nome con un finale, ansante urlo prima che l'oscurità l'avvolgesse.

 

 

Continua nella terza parte.

 

Annax declina ogni responsabilità.

Questa storia è da cardiopalma.

Se siete nauseate/i, posso solo dirvi che "io ve lo avevo detto...."

Lasciatemi dire però, che un bella dose di invidia per Scully e per la finale realizzazione della sua fantasia ha pervaso la traduttrice in questione, cioè io.

Manco nei più selvaggi film di DD c'era tanta carne al fuoco.

Consiglio a DD e GA: se la vostra carriera da 'solisti' dovrebbe risultare un fallimento, ricordatevi che si fa un sacco di soldi con L'erotica... e tra tutti gli nc 17 presenti sul WEB, dovreste trovare abbastanza materiale per i prossimi cinquant'anni.

:P

 

Annax