TITLE: GAMES
AUTHOR: L.B. BOWER
DISCLAIMER: Mulder e Scully
non mi appartengono, ma sono di proprietà di C.Carter, della 1013 Production e
della Fox Broadcasting, e sono qui usati senza scopo di lucro
SUMMARY: Questa storia
prende ispirazione da “The fields were i died” (Vite precedenti – N.d.T.), ma
non contiene molti spoilers e molto angst. Accade alcuni mesi dopo gli eventi
rappresentati in Vite precedenti…..Attenzione: le parti in cui è suddivisa la
storia scivoleranno da PG 13 a NC-17!
N.d.T: Passata l’estate è
tempo di tornare a scuola, o al lavoro……Mi sono presa una pausa estiva anche
io, ma son tornata --- tranquille, non è una minaccia J ----, e per farlo ho scelto questa storia che,
secondo me, descrive in maniera appropriata i personaggi di Mulder e Scully.
Prima di lasciarvi alla lettura, due velocissime note: per prima cosa vorrei
ringraziare tutte coloro che mi hanno alternativamente pregato e minacciato di
rimettermi al lavoro presto…..eccomi qua, ragazze, grazie per il supporto,
siete la mia “spinta” a fare questo! Poi un saluto speciale, come al solito, va
ad Annax ---- se non ci fossi tu!…..J ----, e per finire un ringraziamento a POLI per la
sua incommensurabile bravura nel trovare storie sempre fantastiche…… Ok! Non vi
rubo altro tempo alla lettura, un’ultima notina veloce, dite la vostra, come
sempre, commenti sempre graditi sull’MB di Annax……Questa prima puntata della
storia è dedicata a Sara (grazie per le belle parole!!)!
ENJOY!!
JJ
GAMES
Tradotta da EN AMI
PARTE 1
Dana Scully sollevò l’angolo della bocca, accennando un
sorriso, appena lo squillo del telefono interruppe la sua cena solitaria.
Infilzò le bacchette nel contenitore del pollo alle noci e afferrò il telefono,
picchiò sul pulsante di conversazione e si infilò l’apparecchio tra l’orecchio
e la spalla. “ Scully! “
“ Vuoi fare un gioco, piccola ragazza? “
Scully sorrise vicino al telefono al suono della voce furba di
Mulder. Avrebbe dovuto sapere che era lui. Dopo tutto era venerdì sera, erano
insieme nella maggior parte dei casi e nessuno di loro poteva sostenere di
avere una vita sociale attiva. Il gioco era inevitabile --- come lo era stato
nell’ultimo anno. E quello che era cominciato come una sessione occasionale,
era divenuto una ricorrenza settimanale; e nell’ultimo paio di mesi, questa
cosa era accaduta pure una o due altre sere durante la settimana. Avevano
giocato nell’ufficio del seminterrato all’FBI, e alcune volte nell’appartamento
di Mulder. Era diventata un’abitudine.
“ Backgammon? “, chiese lei – benché sapesse già la risposta.
“ Naturalmente “, la risposta arrivò velocissima. “ Hai
bisogno di qualcosa? “
“ Tutto quello che mi serve è del te ed una bottiglia di
acqua, Mulder “
“ Scully, hai davvero bisogno di rifornirti più spesso. Che
razza di padrona di casa sei?! “
“ Un tipo indulgente “, ritorse lei. “ Fra mezz’ora? “
“ Non posso aspettare “, c’era un silenzio intermediario. “
Scully, che cosa indossi? “
Lei sorrise alla familiare domanda e replicò: “ Arrivederci,
Mulder! “
Scully posò il ricevitore e finì il resto della cena, poi
portò il contenitore e la forchetta in cucina e si versò una tazza di te. Tornò
nel salotto con la tazza stretta tra le mani e si sedette sul divano, stese le
braccia sopra la testa e alleviò un po della tensione dalle spalle. Era stata
una settimana lunga e cio di cui aveva realmente bisogno era un bagno caldo ed
un soffice letto.
Ma, così come sovente negli ultimi mesi, Dana Scully stava
seduta in disparte per volere di Fox Mulder. Tutto per colpa di un campo di
Apison, Tennesse ---- un campo che aveva portato a domande con le quali nessuno
di loro due si sentiva a proprio agio…..lasciandoli entrambi soli. Ed ora
sembrava che quegli eventi avessero in qualche modo dato il via ad una sorta di
frenesia giochereccia in Mulder. Scully non aveva ancora capito la connessione
tra le due cose, sapeva solo, senza dubbio, che ce n’era una.
Ci fu una rapida serie di colpi contro la porta, Scully si alzò
e a piedi nudi, e con passo felpato, andò ad aprire. “ Mulder?! “
“ L’unico e solo!! “
Scully tirò indietro il chiavistello ed aprì. Mulder stava in
piedi sotto l’entrata, la sua figura alta e dinoccolata bloccava
l’illuminazione che si riversava dalla luce fissata sul muro opposto alla porta
di lei, mettendo i suoi lineamenti in ombre indefinite e piatte. Si fece da
parte e lo lasciò entrare, dando una spinta alla porta per chiuderla dietro di
lui. Mulder le fece uno dei suoi sorrisi multimediali e le allungò un
sacchetto di carta. “ Ciao! Provviste! “
“ Ciao a te! “, Scully prese il sacchetto e lo seguì nel
salotto, aprendo il nodo che lo chiudeva, vi sbirciò dentro. C’erano una
confezione da sei di birra Samuel Adams, due lime, una scatola di pop-corn da
preparare nel microonde, una confezione di semi di girasole ed un altro oggetto
incartato che aveva il sospettoso aspetto di una bottiglia di liquore. Mentre
Mulder si toglieva la giacca, Scully posò il sacchetto sulla superficie di vetro
del tavolino e vi rovistò dentro per tirarne fuori la confezione. Liberò
l’involucro dalla carta e ne venne fuori una bottiglia di liquido color ambra.
Tequila. Jose Quarvo’s finest. Scully guardò Mulder e inarcò un sopracciglio. “
Hai in mente di bere per tutta la notte, Mulder?! “
L’osservazione era stata più insolente di quello che si
aspettasse, ma non il tono con cui l’aveva accompagnata. Invece la replica di
lui fu lieve e stranamente triste. “ Hai un’idea migliore, Scully?! “, i loro
occhi si incrociarono per un attimo, blue contro nocciola, prima che lui
abbassasse lo sguardo e si mettesse a fissare il pavimento. Dopo un istante,
chiese. “ La scacchiera?! “
“ Cosa?! “, poi la domanda raggiunse il suo cervello. “ Oh…..è
nell’altra stanza. Vado a prenderla. Mettiti comodo! “
Lo lasciò li e andò a rovistare nell’armadio della camera da
letto, tornando con la scacchiera del backgammon. Sulla strada del ritorno
verso il salotto, per ragioni che non era pronta ad esaminare, Sculy si fermò
davanti allo specchio, soffermandosi sul suo abbigliamento, raccolse alcune
ciocche ribelli di capelli nell’elastico dietro la testa e si rimise a posto la
sua sformata blusa sulle spalle. Fece due profondi respiri e uscì per
raggiungere Mulder vicino al tavolino.
Lui stava nel suo solito posto sul pavimento, di fronte al
divano, con il tavolo tra loro. Il sacchetto dei semi di girasole era aperto,
una birra era poggiata nello spazio vuoto creato dalle sue gambe accavallate,
due bicchieri e una saliera erano allineati con precisione militare sul tavolo.
Era andato a prendere un piccolo tagliere ed uno sbucciatore dalla cucina e si
era affaccendato a tagliare un lime a spicchi mentre lei si sedeva dal lato
opposto a lui ed apriva la scacchiera del gioco.. Mentre Scully poggiava sul
tavolo le pedine rosse e nere, lanciò alcune occhiate all’uomo di fronte a lei.
Sembrava stanco e dolcemente scompigliato. I corti capelli
castani di Fox Mulder erano arruffati, benché vi passasse continuamente le mani
sopra, e una ostinata ciocca di capelli continuava a cadergli sul sopracciglio.
Le guance e la mascella erano scure di barba. La sua mobile bocca, con il pieno
labbro inferiore, era rilassata e leggermente aperta – vi si poteva vedere il
bagliore dei suoi denti bianchi. Indossava un vecchio paio di Levi’s, stivali
neri ed una scolorita Henley color prugna, con i primi tre bottoni slacciati, e
un accenno di peluria scura faceva capolino attraverso l’apertura. I suoi
occhi, quando afferrava una delle sue occhiate esaminatrici, cambiano
costantemente colore, andando dal loro normale nocciola ad un vivido verdognolo
con riflessi dorati nello spazio di un secondo.
Occhi vecchi, pensò Scully. Occhi vecchi, anima vecchia. Si
riscosse immediatamente da quelli che pensava fossero pensieri pericolosi e gli
fece un piccolo sorriso. “ Stai bene, Mulder? “
“ Lo starò! “, rispose. “ Presto, appena ti prenderò a calci
nel sedere in questo gioco!! “
Lei gli diede un’occhiata scettica, poi ritorse, “ Ti senti
tremendamente impudente stasera, è così?! “
Gli occhi di Mulder tornarono su di lei e Scully si perse in
quello che vi vide dentro. Non era soltanto che era a conoscenza che il suo
veloce raziocinio, aveva ritorto i suoi commenti in qualcosa di dissoluto. Non
era neppure il fatto che sapeva che * lui * sapeva che si era fatta prendere da
quella storia. Era tutto questo, e di più. Era qualcosa dietro quello sguardo,
che le bloccava il respiro in gola. Era qualcosa che si era perduto in loro fin
dal disastro al Tempio delle Sette Stelle. Qualcosa di indefinibile nel modo in
cui la guardava. Qualcosa che in tempi lontani aveva riguardato la sua
sicurezza e la naturale tendenza maschile a rivendicarla --- come partner, come
amica. E qualche volta, benché non spesso, aveva visto nei suoi occhi il
desiderio di reclamarla in modo diverso. Una domanda, una sfida, una gentile
richiesta che le aveva preso tutto il coraggio di arrendersi alla risposta. Era
uno sguardo in cui Scully aveva cominciato a perdersi disperatamente. Ed ora si
rendeva conto * quanto * aveva perso di quello sguardo. E si chiedeva come
riportarlo indietro --- come poteva riportare * lui * da lei, in che modo.
Abbassò lo sguardo e si concentrò sul gioco davanti a loro,
gettò i dadi dallo shaker nella sua mano offrendoli a lui con il palmo aperto.
Mulder allungò una mano e ne prese uno, la punta delle dita sfiorò il palmo.
Scully cercò fermamente di non tremare. Si morse l’interno della guancia e si
sforzò di impedire che il desiderio trapelasse dai suoi occhi e gli desse
risposte a tutte le domande inespresse che le avevano sfiorato la mente come
topi in un labirinto. Sollevò il viso e lo guardò. Era tempo che il gioco
avesse inizio. Si scambiarono un’occhiata di sfida e lanciarono i dadi sulla scacchiera
nello stesso momento. Scully sospirò quando vide uscire l’uno e si accigliò
vedendo il sei di Mulder.
“ Vincitore e campione!! “, gongolò. “ Sicura che non vuoi
arrenderti, Scully?! “
“ Gesù, Mulder! Era solo un tiro per vedere chi giocava per
primo! Non mi hai ancora battuta!”
“ Guardami! “, ritorse e raccolse i dadi, gettandoli nello
shaker.
Sei rapide partite di fuoco dopo, Scully sprofondò sul divano
e si strofinò il viso con entrambe le mani. Era stata sonoramente battuta in
tutte e sei le partite; aveva avuto chance di vittoria solo in tre di esse. Le
partite erano state silenziose --- come lo erano sempre --- non più di qualche
grugnito e mormorio passò tra loro. A parte qualche battutina di Mulder,
nessuno dei due era a proprio agio con conversazioni di cortesia. E Scully
aveva imparato presto che Mulder era ferocemente competitivo in ogni cosa che
faceva, incluso un semplice gioco da tavolo. Non c’era bisogno di parlare,
sarebbero state inutili interruzioni durante il gioco. Tutta la loro
concentrazione era incentrata sulla scacchiera di fronte a loro, sulla
strategia e sullo gettare i dadi.
Scully aprì gli occhi e si mise seduta, vide Mulder aprire la
bottiglia e versarne il contenuto nei due bicchieri, senza prendersi il
disturbo di chiedere se volesse unirsi a lui. Si domandò se ne fosse incline.
Lui spinse un bicchiere nella sua direzione, con uno spicchio di lime e la
saliera. Era solo questo che le aveva mostrato, un cenno di sfida nei suoi
occhi. Lei la accettò, si portò la mano sinistra alla bocca, fece scorrere la
lingua sul dorso e vi scrollò del sale sopra. Lo leccò via, sollevò il
bicchiere, se lo portò alle labbra e gettò la testa indietro, lasciando che il
liquido ardente le scendesse giù per la gola. Rimase senza fiato, sbattè il
bicchiere sul tavolo e afferrò il lime succhiandolo avidamente. Scully sentì il
calore salirle alle guance e gli occhi lacrimarle. Ma se li asciugò
semplicemente e lanciò a Mulder la stessa occhiata di sfida che le aveva fatto
lui.
Lui la guardò con malcelato divertimento e prese la saliera.
Affascinata, Scully guardò la sua lingua serpeggiare dalla sua bocca e
inumidire il dorso della mano. Se questo era l’effetto del bicchiere che si era
scolata, o dello stesso Mulder, non lo sapeva, ma il tempo sembrava essersi
rallentato mentre lui imitava i suoi recenti movimenti e si preparava per bere
tequila. Lo osservò mentre si spargeva il sale sulla mano, i cristalli cadevano
lentamente e silenziosamente come neve, spargendosi fra i peli sottili e le
vene sollevate, luccicando nella soffice luce emessa dalla lampada alla fine
del tavolo vicino a lei. Mulder posò la saliera, leccò via il sale, sollevò il
bicchiere e se lo portò alla bocca. Scully inconsciamente si leccò le labbra
mentre guardava le labbra di lui avvolgersi intorno al bordo del bicchiere. Lui
l’aveva portato alla bocca quasi con reverenza, gettò uno sguardo verso di lei
e buttò giù il contenuto. Scully guardò la sua gola mentre mandava giù il
liquido e dovette lottare contro un quasi travolgente impulso di allungare un
braccio e posargli una mano sul collo, far scorrere le dita lungo la pelle
liscia e immergerle nell’ombreggiato incavo alla base.
Dana Catherine Scully, si rimproverò, che ti sta succedendo?!
Non poteva giustificarlo con l’alcool. Ammetteva di non aver bevuto molto e che
poteva buttare giù più di qualche bicchiere senza sentire effetti così
repentini come stava sentendo ora. Non era il liquore, sussurrò una piccola
vocina dentro la sua testa, è l’uomo la causa, stupida!!! Qualunque cambiamento
era avvenuto in lui e che non aveva ancora capito, aveva gli stesi effetti su
di lei. Yin e Yang, pensò. Lui agiva, lei reagiva. Era una tenue danza che
avevano perfezionato per oltre quattro anni.
Benché Mulder apparisse rilassato, c’era un’energia quasi
crepitante intorno a lui, era forte abbastanza da sollevarle i capelli alla
base della nuca. Quella sconosciuta, ignota * cosa * sulla quale non poteva
mettere le dita. La scienziata dentro di lei venne fuori e decise che un’acuta
osservazione era la disposizione per la serata. Il tempo di fare un passo
indietro e osservarlo obiettivamente e impassibilmente per un po.
Bene, pensò un’altra parte della sua mente, aspetterò solo un
minuto per farlo. Aspetterò dopo che avrò dato una buona occhiata al modo in
cui succhia l’amaro succo del lime che ha preso tra le labbra. Aspetterò fino a
che le sue labbra leggermente increspate non si rilasseranno. Cercherò di non
pensare a come sarebbe facile allungarsi attraverso il tavolo e prendere il suo
viso tra le mie mani, trascinare la sua bocca sulla mia, sentire le sue labbra
muoversi sulle mie. Scully sapeva senza dubbio come poteva essere sentire la
sua bocca. Cosa poteva farle avere quel labbro carnoso che giocava attraverso
le sue di labbra, strofinandosi e toccando in delicati ma più che ardui modi…..
“ Terra per Scully!!! Ehy?!… “
Vigorosamente si scosse dai suoi transitori pensieri e sollevò
gli occhi dalla sua bocca alla profondità nocciola dei suoi occhi. La sua testa
era leggermente sollevata e un ghigno scherzoso gli tirava l’angolo della
bocca. “ Dov’eri?! “, le chiese.
“ Scusa! “, era il massimo che potesse dire. Sentiva il
rossore salirle alle guance e per la milionesima volta nella vita, maledisse la
sua chiara carnagione irlandese.
“ Ho visto quella espressione vitrea dei tuoi occhi abbastanza
volte da sapere cosa significa, Scully “
Per un breve momento, Scully pensò onestamente che Mulder
avesse una qualche abilità nel leggerle nella mente e la sua replica espresse
il suo disagio. “ Di cosa stai parlando?! “
Mulder contorse le labbra e sollevò una mano, senza perdere il
sottile margine nella sua domanda.
“ Rilassati, Agente Scully! Non sto indagando sulle tue
motivazioni. Se ti sto annoiando e vorresti piuttosto essere a letto….a
dormire….lo capisco. Di solo una parola e me ne andrò a casa “
“ No “, sbottò. “ No. E tutto ok! Resta. Mi dispiace “, gli
sorrise. “ Incolpo il venerdì sera che ti dissangua il cervello. Ho staccato
per un minuto. Ma son tornata! “
Gli occhi di lui si inchiodarono nei suoi per un secondo, come
per averne la conferma, poi annuì e spostò lo sguardo sui bicchieri. “ Un
altro?! “
Lei ci riflettè su. Il primo aveva portato abbastanza pensieri
poco professionali nella sua testa, graziemille! Il secondo poteva peggiorare
le cose? E quanto più peggiori poteva farle, Scully? Domandò a se stessa. Sei
praticamente stordita ora!! Stordita era qualcosa con la quale Dana Scully non
stava molto bene. Ma la piccola voce nella sua testa le diceva che per una
volta poteva andare bene evadere dal suo normale, ferreo autocontrollo.
Stanotte. Dopo tutto, quello era Fox Mulder che le stava offrendo un bicchiere,
non uno sconosciuto incontrato in un bar o sotto circostanze simili. Mulder non
l’avrebbe mai messa in pericolo se non poteva aiutarla, e lei sapeva che
applicava questo principio alle loro vite private, così come sul lavoro.
Ed inoltre era così dannatamente difficile dirgli di no.
Specialmente quando ti guardava tutto scompigliato e appassionato, i suoi occhi
erano socchiusi e morbidi e la sua bocca arrendevole e --- oh- così- invitante
---, come lui stanotte.
“ Bene! “, decise. “ Sicuro, ne prenderò un altro! “, Scully
allungò una mano e cominciò a raccogliere i pezzi del backgammon. “ Cominciamo
un’altra partita? “
Mulder sollevò una mano e avvolse il palmo intorno al suo
avambraccio, appena sopra il polso. Catturò il suo sguardo e lasciò che le sue
dita scivolassero su di lei, dando loro una leggera stretta. “ Che ne pensi di
un gioco diverso, Agente Scully?! “
Pur non volendo, sorrise, presagendo una battuta alla Mulder.
“ Che gioco, Mulder?! “
“ Lascia che lo chiami ‘ Imparare a conoscerti ‘ “
“ Ho esitato a chiedere, ma cosa implica esattamente questo
gioco? “
E cio di cui era assolutamente convinta era che faceva tutto
Mulder, qualche volta, era lo sguardo dei suoi occhi che lasciava trasparire i
suoi pensieri come se li avesse detti a voce alta, era quello che lui diceva.
Mulder si posò una mano sul cuore e le fece uno di quegli sguardi tristi da
cane di pezza che non la facevano mai essere sicura se fosse contrito, oppure
no. “ Scully, mi ferisci! Sicuramente sai, perché mi conosci, che ho solo le
più onorabili delle intenzioni per quanto di riguarda “
Lei lo esaminò con quello che sperò essere uno sguardo severo
e disse, “ Batti il martello sulla sabbia, Mulder! “
Lui la piantò e si mosse come se volesse alzarsi ed andarsene.
Scully non esitò ad allungare una mano e ad afferrargli il braccio, tirandolo
giù goffamente. Rise un po mentre si risistemava sul divano, e condivisero un
caloroso sorriso.
Mulder preparò un altro bicchiere per lei e disse, “ Ok!
Questo è il modo in cui si fa il gioco. Pensa come se fosse una interrogazione
amichevole. Una sessione di domande e risposte. Io chiedo, tu rispondi. Allora,
è il tuo turno “, fece scivolare il bicchiere verso di lei e le porse uno
spicchio di lime. La guardò mentre prendeva la saliera. “ Ci sono solo due
regole. 1) puoi rispondere a tutte le domande che vuoi….. “
Scully si affrettò a bloccarlo. “ Non so di cosa si tratta,
Mulder! “
Lui emise un suono negativo dalla gola e sollevò un dito per
calmarla. “ Non preoccuparti, Scully, non ti chiederò quando hai perso la
verginità! “
Si sentì arrossire di nuovo e lo maledisse silenziosamente.
“ Non sono interessato a questa parte della tua vita comunque!
“, ci fu un breve silenzio e Scully giurò di poter sentire Mulder cercare di
lottare con le parole che fuoriuscivano da lui senza riguardo. “ Tu * hai *
perso la tua verginità, giusto?! “
Scully non potè fare altro che guardarlo a bocca aperta,
farfugliando qualcosa. “ Io….. Tu….. Giuro su Dio, Mulder…… “
“ Seconda regola “, continuò lui. “ dobbiamo promettere di
essere entrambi onesti, non importa che tipo di domanda sia. Dobbiamo fidarci
l’un l’altro “
Scully sentì gli occhi arrestarsi nei suoi e vide l’intensità
in loro. E una tristezza che era quasi incommensurabile. Aggrottò le
sopracciglia e ancora una volta riflettè sul mutevole cambiamento del suo umore
quella sera. Un secondo prima giocava e quello dopo poteva quasi vedere la
tensione sollevarsi su di lui in scure ondate. Non aveva la minima idea di cosa
avesse causato il cambiamento il lui che lei aveva visto all’inizio, quando era
arrivato prima; ma a quel punto, tutto cio che sembrava interessarlo era che
lei acconsentisse a fare il suo gioco. Se questo è quanto, Dana, disse a se
stessa, allora fallo! Come se volesse rendersi forte, Scully tirò su il
bicchiere vuoto e lo spinse con determinazione verso Mulder, accettando
silenziosamente la sua sfida.
“ Dovresti già sapere che mi fido di te, Mulder, e spero che
tu sappia fin da ora che puoi fidarti di me “
Lui annuì e si versò un
bicchiere di tequila. “ Già! Va bene in entrambi i modi. Ma qualche volta
fidarsi di qualcuno significa avere il coraggio di dire delle cose che
potrebbero spezzarti le ossa. Vorrei che lo sapessi questo! “
Un grosso gruppo di farfalle scelse quel momento per prendere
residenza nel suo stomaco, non avendo niente a che fare con il liquore che
aveva appena ingurgitato. Tutto o niente, disse a se stessa. Non poteva avere
rose senza spine. Forse questo era esattamente cio di cui avevano bisogno,
ripulire l’aria che si era rannuvolata tra di loro negli ultimi mesi.
All’inferno, negli ultimi anni!!, si corresse. Ma una cosa alla volta….
Scully sollevò la mano e la posò su di lui, costringendolo a
guardarla. “ Perché? “, domandò.
Mulder spostò lo sguardo e piegò la testa passandosi le dita
della mano libera tra i capelli. Lei vide le sue spalle sollevarsi mentre
faceva un profondo respiro, poi le vide ricadere pesantemente e sentì il suo
percettibile sospiro. “ Al diavolo, Scully! Abbiamo lavorato insieme per oltre
quattro anni e non ho mai saputo qual è il tuo colore preferito! “, scrollò la
testa ed i suoi occhi si fissarono in quelli di lei. “ Qualche volta mi sento
come se ti conoscessi così bene, che è quasi come se fossi una parte di me. Lo
capisci? Come se fossi sotto pelle, nella mia testa, ma se io volessi uscire
domani e comprarti un fiore, o, o una sciarpa, o….. merda!….. * qualcosa *,
Scully, non saprei da dove cominciare! “, finì con un istupidito, timido
sorriso.
Scully sentì il suo
viso aprirsi in un ampio sorriso e strinse la sua mano, felice di sentirsi
ricambiare il tocco. “ Rosa pallido “, mormorò.
I suoi meravigliosi, occhi nocciola pieni di sentimento
continuarono a studiarla per diversi secondi e lei si sentì trapassare da loro
in un modo in cui nessun uomo poteva riuscire. Mulder sollevò una mano allora,
e le spostò una errante ciocca di capelli dalla guancia. “ Sei come una *
ragazza *, Scully “
Era un commento che avrebbe potuto punzecchiare la sua
sensibilità femminile se lo avesse fatto qualcun altro, ma sapeva che venendo
da Mulder, era un complimento sincero e qualcosa che glielo faceva piacere
senza fine. Dana frenò un sorriso e ritorse. “ Una ragazza ragazzina, Mulder?!
“
“ Oh…… “, sospirò. “ Già! Definitivamente. Se non mi credi,
chiedilo a Pendrell…… mi spalleggerà!!
“
Scully gli lanciò uno spicchio di lime e lo vide chinarsi.
E allora il gioco ebbe inizio.
PARTE 2
Scully si spostò dal divano al pavimento di fronte a Mulder.
Entrambi i gomiti erano inclinati e poggiati sul tavolino, il mento era
poggiato sul palmo della mano, le dita distese sulla guancia. La scacchiera del
backgammon era stata ripiegata e posata sul pavimento. Una manciata di semi di
girasole sgusciati erano accuratamente ammucchiati vicino alla bottiglia di
tequila mezza vuota.
Dana Scully non si sentiva addolorata.
E neppure lo era l’uomo seduto di fronte a lei. Mulder si era
tolto gli stivali e si era seduto dietro al tavolo, stendendo le sue lunghe
gambe di fronte a se, si appoggiò indietro e si puntellò sui gomiti.
“ Animale preferito “, chiese.
E questo fu il modo in cui le domande ebbero inizio. Fedele
alla sua promessa, Mulder si era tenuto lontano da cose realmente personali,
proponendo invece quelle che sembravano una lunga serie di domande che erano
così eccezionali solo perché incredibilmente innocue. Lasciati conoscere con le domande --- questo aveva
detto. Solo occasionalmente aveva interrotto la rapida andatura e chiesto dei
chiarimenti. Scully trovava l’intera cosa realmente divertente…… una cosa
stravagante. Non aveva mai mostrato troppo del suo lato personale a nessuno,
tranne che alla famiglia, ciononostante in un qualche modo, si sentivano bene
con lei. E se non altro, Mulder poteva trascorrere la notte a scoprire chi era
la sua migliore amica alla scuola elementare, attraverso un centinaio ed oltre
di banali aspetti della sua vita. Probabilmente avrebbe potuto scriverci un
libro.
“ Il mio primo gatto, Toodles “, rispose.
“ Hai avuto un gatto di nome Toodles?! “
Lei annuì tristemente. “ E’ morto ora. Schiacciato da una
macchina quando avevo 12 anni “
“ Odio dire questo, Scully, ma non sembri avere molta fortuna
con i tipici animali domestici. Prima Toodles, poi Queeqeg “
Lei gli fece il broncio e Mulder si affrettò ad aggiungere, “
Non che la cosa con il cane sia stata colpa tua, ricordi…. “, disse
soppesandola con lo sguardo. “ Mi hai colpito tanto quanto un domatore di leoni
“
Scully sbuffò in una risata ed infilò le dita nel mucchietto
di bucce, tracciando piccoli cerchi in esso e separando lentamente le bucce da
parte a parte. Dire questo, le aveva procurato un simpatico ronzio che poteva
essere sminuito. Era appassionata e languida, completamente rilassata. Sapeva
di non essere capace di effettuare neanche il più semplice dei lavori se
fossero improvvisamente stati chiamati fuori per un caso. Ridacchiò sotto i
baffi mentre pensava a come cercare di fare un’autopsia nelle sue attuali
condizioni. Non le piaceva lasciarsi andare così. Era una professionista
consumata, sempre pronta se si fosse presentato il bisogno. Non importava a
quale ora del giorno o della notte --- se accadeva qualcosa, l’agente speciale
Dana Scully era innescata e pronta. Una piccola, rigorosamente disciplinata
parte di se le sussurrava che doveva davvero vergognarsi per essersi presa
questa sorta di divertimento. Ma la tequila, combinata con la compagnia dell’uomo che giaceva scompostamente sul
pavimento di fronte a lei, contribuirono a tacitare le voci che furono
facilmente soffocate in quella parte di se.
E perché no?! Era venerdì sera, era una persona adulta –
perché non doveva essere in grado di prendere tutto a calci e divertirsi come
facevano milioni di altre persone la prima serata del week-end? Scully gettò
un’occhiata all’orologio e rimase scioccata nel vedere che era quasi l’una. Del
mattino?!?! Pensò. Buon Dio, avevano parlato per metà della notte! Mulder era
comparso alla sua porte un poco dopo le nove. Non era possibile che erano stati
così vicini per quattro ore. Il tempo vola quando ti stai divertendo”!, pensò,
e ridacchiò di nuovo.
Mulder non diceva nulla, apparentemente soddisfatto di
starsene adagiato li a sentirla ridacchiare come una matta. Alla fine si mise
seduto e prese un seme di girasole tra le labbra, lavorandoci intorno con la
lingua fino a che lei non sentì il sottile crack del guscio che si rompeva tra
i suoi denti. “ Vuoi dividere?! “, le chiese.
“ Mmmm?!….. “
“ Cosa trovi così divertente? La ragione di questo eccesso di
risolini che sembra averti trasformata da cio che sei normalmente, e ti ha
fatta ‘ sbottonare ‘, Dr, Scully….. “
“ Sono troppo inflessibile, Mulder? “, chiese, improvvisamente
concentrata. “ Sai se la gente parla alle mie spalle? Sai cose su di me che
probabilmente io non potrei sapere?! “
“ E lo chiedi a * me *?! “, replicò con uno sguardo di
sorpresa sul viso. “ A me? L’uomo meno desiderato dell’FBI?! Se dovessero
parlare di qualcuno, sarebbe di me, non di te, Scully. Inoltre se avessero
voluto parlare degli aspetti della tua personalità, aldilà della tua
frastornante bellezza e della tua consumata abilità, avrei dovuto prepararli
per questo! “
“ Faresti questo per me? “
“ In un secondo! “
Allora fece esplodere un altro attacco di risa.
“ Cosa?! “
“ Niente, Mulder. E’ solo……bene, stavo solo ricordando quante
volte hai preso calci nel sedere, paragonati ad altre cose. Forse dovrei
cercarmi qualcun altro che protegga la mia reputazione per me “
“ Fallo e non ti sbarazzerai mai di me! Ti perseguiterò fino
alla fine del mondo. Ed oltre!! “
“Perché dovrei volermi sbarazzare di te, Mulder? Rendi le cose
interessanti. Mi piace averti intorno! “, fece un timido sorriso a azzardò
un’occhiata verso di lui.
“ Idem!! “, rispose piano.
E ci fu di nuovo quello sguardo, che tornò a scrutarla,
gravoso e bordato di rosso per la mancanza di sonno e il copioso ammontare di
alcool. Lei non distolse lo sguardo questa volta, non cercò di interrompere la
connessione, lasciò che il suo sguardo si muovesse su di lei, crogiolandosi nel
calore che sentiva provenire da lui. Mulder alzò le braccia dietro la testa e
lentamente le sollevò, stiracchiandosi lussuriosamente, un lungo, lento
movimento flessuoso, come una pantera. Dana ammirò la muscolosità delle sue
braccia, l’ampiezza del torace e delle spalle mentre la sua maglietta si
tendeva contro la pelle, la sua vita sottile e i fianchi stretti; le gambe da
atleta che sembrava potessero camminare per sempre. Scully si umidì le labbra e
lo osservò mentre prendeva un altro seme di girasole dal sacchetto e se lo
ficcava in bocca, il suo sguardo era completamente focalizzato su di lei –
quasi come se pensasse di conoscere i suoi pensieri e si divertisse in
silenziosa ammirazione.
“ Sai, Scully…… “, la smise e distolse lo sguardo.
L’unico incoraggiamento di lei a continuare fu un mormorio
nella sua gola. Lui le lanciò un’occhiata e disse, “ Sei davvero un puzzle; un
enigma coperto da un indovinello. Non so se ti capirò mai! “, ci fu ancora un
po di silenzio. “ E malgrado questo gioco sia stato una mia idea “, continuò, “
ho la sensazione che portarlo a termine, sia pericoloso come l’inferno “
“ Pericoloso per chi, Mulder? “
“ Per me. Per la mia sanità mentale. Ne ho abbastanza poca da
volerla risparmiare. Non posso permettermi di perderne più. Ne ho persa già
abbastanza “
Le sue parole la colpirono come un diretto alla gola. Il
caloroso ronzio era cessato, sostituito da una gelida consapevolezza. Si punì
istantaneamente per aver permesso che la serata si protraesse oltre il lecito.
Avrebbe dovuto saperlo bene che abbassare la guardia, accettare di giocare non
era nulla di più di una scusa per Mulder per scassinare la sua mente, cercare
qualcosa, che ovviamente avrebbe trovato e alla fine decidere che non gli
piaceva. Erano così palesi per Mulder i suoi sentimenti per lui? Probabilmente
avrebbero potuto risparmiare un sacco di tempo se lei lo avesse dichiarato fin
dall’inizio della serata, già, c’era una reale possibilità che lei fosse
innamorata di lui, lo era da molto tempo, e malgrado sapesse che non sarebbero
potuti essere mai nient’altro che amici < In un’altra vita….sempre….. >,
non poteva smettere di volerlo, di soffrire per lui. Questa non sono io, gridò
interiormente, che continua a rincorrere qualcosa che non potrà mai avere! <
Tu c’eri, Scully! L’hai sentito, l’hai visto! Perché non riesci a * sentirlo *?
“ >
Era a questo che aveva portato il gioco alla fine? Era il modo
di Mulder per confermare i suoi sospetti che l’unica e sola donna per lui era
morta su un polveroso pavimento di legno, in un edificio dietro un campo in
Tennesse? Lo aveva detto a se stesso – che lei era un puzzle, difficile da capire.
Se una di queste anime gemelle fosse stata reale, tanto per cominciare, anche
se solo nella mente di Mulder < Anime gemelle per sempre >, allora lei
sarebbe rimasta per sempre l’enigmatica Dr Scully per lui. Solo con la vera
anima gemella i pezzi del puzzle potevano andare al loro posto, formando un
perfetto paesaggio di emozioni e desiderio e bisogno. Un completamento.
La tensione sessuale che c’era tra loro era un dato di
fatto--una coppia di persone affascinanti ed intelligenti allo stesso modo, di
sesso opposto -- che li aveva sbattuti nel mezzo di una situazione che poteva
essere un esame per qualunque altra persona e per di più li aveva riportati
indietro, giorno dopo giorno, ed era ovvio che ne erano stati trascinati
entrambi. Ma per sempre? Definitivamente? Per una giusta ragione?
Sarebbe stato così facile alzarsi in piedi, prendere la sua
mano tirarlo su dal pavimento e guidarlo verso il suo letto. Così facile
togliersi i vestiti insieme alle sue inibizioni e arrendersi semplicemente al reciproco
desiderio ed attrazione. Sfuggire ai loro metodi e ritornare allo status quo.
Così facile. E in definitiva, così pericoloso. Era questo che intendeva Mulder?
Che soccombere all’attrazione che c’era tra loro in quel momento poteva alla
fine distruggere tutto quello che avevano costruito negli ultimi quattro anni?
Non poteva permettere che accadesse. Non doveva accadere. Non ne valeva la pena
--- non alla fine. Ed era della fine che Scully aveva tenuto conto, delle cose
che erano meglio per lei.
“ Mulder?!….. “
“ Mmmm?!…. “
Scully scosse la testa, cercando di liberarsi dell’accozzaglia
di pensieri, augurandosi che lui si alzasse e se ne andasse e allo stesso tempo
si augurava disperatamente che restasse. “ Niente. Dimenticalo! “
Lui le aveva fatto una domanda e aspettava una risposta, ma
non ce n’era una che lei gli potesse dare. Dopo un minuto, Mulder si sollevò
dal pavimento e sparì dentro la cucina, venendo fuori un istante dopo con un
bicchiere d’acqua. Tornò a sedersi sul pavimento senza guardarla. “ Il tuo film
favorito “
Scully fece uno stanco, vuoto sospiro. “ Mulder….. “
“ Il film preferito “, chiese ancora.
Lei lanciò le mani in alto in un gesto di frustrazione. “ Non
so….. ‘ La vita è meravigliosa ‘ “
“ Ah! “, sbottò lui, mettendosi seduto vicino al tavolo. “ Lo
conosco! Ti ho inquadrata per tutto questo tempo. Tu, Dana Catherine Scully sei
l’eterna ottimista! “
Benché non volesse, condivise il sorriso. “ Perché? Perché mi
piacciono i lieto fine? “
“ No. Perché stai cercando maledettamente di essere forte e
non lo sei. Sei una caramella gommosa, Scully. Assolutamente! Scommetto che eri
solita portare animali randagi a casa quando eri piccola “
Lei piegò la testa e mormorò, “ Solo Toodles “
E allora lui allungò una mano attraverso il tavolo e spinse le
dita per spostare una ciocca ribelle di capelli dal suo collo e dolcemente
sollevò il suo viso mettendole i polpastrelli sotto il mento, e costringendola
a guardarlo. Un tenero sorriso apparve sulla sua bocca. “ Il tuo segreto è al
sicuro con me, Dana. Non lascerà questa stanza “, si colpì il torace, sopra il
cuore. “ Non lascerà questo punto. Sano e salvo, giusto qui. Per sempre “
Scully sentì le lacrime spuntare dai suoi occhi e rapidamente
si discostò da lui, abbassando la testa. Perché mi sta facendo questo?, si
domandò. Perché glielo sto lasciando fare? Perché sa sempre cosa dire per
arrivare a me?
“ Scully?!…… “
Lei si colpì con forza gli occhi e lo guardò.
“ Troppa tequila? “, chiese tranquillamente, “ O troppa
onestà? “
“ Sono una ragazza grande, Mulder. Posso prenderla. La tequila
e l’onestà! “, colpo per colpo, pensò, e sentì la schiena irrigidirsi, si era
nuovamente indurita in una sostanza solida. Un leggero, ma intenso calore prese
vita nella sua anima: rabbia. Verso di lui, per averle fatto questo. Verso se
stessa, per averglielo lasciato fare. Fissò i suoi occhi e dichiarò, “ Sei davvero bravo in questo gioco, Mulder,
ma tu potresti farlo? Sapresti sostenerlo così bene se fossi tu sotto il
microscopio?!”, l’amara acredine nella sua voce era intenzionale e lei si rese
conto dai suoi occhi ridotti a due fessure e dalla bocca serrata che era
rimasto colpito. “ Riusciresti a fare lo stesso? “
Le fece un breve cenno e disse, “ L’unico modo per scoprirlo,
non è qui? Forza, dai, Scully! Spara i tuoi colpi migliori! “
“ Non stasera “, sospirò. “ E’ tardi e sono stanca “
“ Fai già marcia indietro, Scully?! “
Allora lei raggiunse il punto di rottura. “ Fottiti, Mulder!!
“, sibilò. “ Hai dettato le regole per tutta la sera! Ora tocca a me!! Sono
stanca e voglio andare a letto. Puoi anche andartene! “, si spostò sul
pavimento e si spinse lontana mentre lui si alzava e cercava di bloccarle la
strada. Mulder l’afferrò per un braccio e la fece voltare. E così lei si
ritrovò fermamente inchiodata contro di lui, la nuca cullata tra le sue mani e
con un braccio saldamente avvolto intorno alla sua schiena. Aveva pensato di
spingerlo via, ma si sentiva così bene tra le sue braccia, nonostante fosse
arrabbiata. Si maledisse per la sua debolezza.
Fu Mulder a discostarsi un secondo dopo. Le sue mani le
sollevarono il viso verso l’alto mentre lui piegò la testa fino a che i loro
nasi non si sfiorarono quasi. Il respiro di lui le carezzava la pelle, poi lui
disse, “ Riprenderemo il gioco domani sera. Casa mia, turno tuo. Porta il tuo
appetito e la tua cartucciera!! “, poi sollevò la bocca e le sfiorò la fronte
con un bacio. “ ‘Notte, Scully! “
Mulder afferrò la giacca dalla spalliera del divano e si avviò
verso la porta. Dana rimase in piedi nel mezzo del salotto completamente
confusa sperando come l’inferno che lui arrivasse a casa sano e salvo!
TO BE CONTINUED……..