GAMES

       Di  L:B: BOWER  ----- Tradotta da EN AMI  -----

 

N.d.T: Per il sommario e il disclaimer, leggetevi la prima parte! Qui di seguito leggerete il continuo di questo “strano” gioco tra Mulder e Scully……Due note veloci prima di lasciarvi alla lettura, ringraziamenti, tanti, a tutte coloro che hanno espresso gradimento per la prima puntata; ringraziamenti alla mia Webmaster – Annax  J --; ringraziamenti a Carlos Santana e alla sua musica che mi ha accompagnato nella traduzione di questa parte; e ringraziamenti a tutte quelle che mi leggeranno! La seconda puntata di GAMES è dedicata a Poli (accadono cose “strane” sotto le porte!! J)

ENJOY! J J

 

PARTE 3

 

     Fox Mulder aprì la porta del forno e vi lanciò un’occhiata all’interno. La lasagna di pesce si rosolava bene e il pane all’aglio era caldo al tocco. OK!, pensò, ora ho solo bisogno che Scully si presenti. Fece un passo indietro verso uno dei mobili e finì di preparare l’insalata, staccò un foglio di carta pellicola e coprì l’insalatiera prima di metterla in frigorifero. Afferrò la brocca del te freddo e se ne versò un altro bicchiere prima di chiudere la porta con una gomitata.

     Lo sporco, piccolo figliodiputtana che aveva preso posto dietro ai suoi occhi scalpitava a ritmo regolare fin da quando si era svegliato quel sabato pomeriggio. Mulder non aveva avuto i postumi di una sbornia da anni ed ora riusciva a ricordare accuratamente perché aveva giurato solennemente di non bere mai più così tanto. Il recente viaggio al grande magazzino, era stata un’esperienza che non avrebbe voluto ripetere presto. La combinazione delle luci abbaglianti, il tremendo programma registrato di musica leggera che si riversava dagli altoparlanti strategicamente piazzati dappertutto nel magazzino e le mamme del sabato pomeriggio con i loro bambini, gli fecero venire voglia ti tirare fuori la pistola e sparare a qualcuno.

     Aveva pensato di scegliere la strada più semplice ed ordinare una pizza quando Scully si fosse presentata < Se si fosse presentata >, ma non aveva voluto prendere la strada semplice. Specialmente non dopo quella ultima notte. Avrebbe dovuto pagare un pesante pedaggio per recuperare quello che aveva combinato a Scully e la cosa migliore che poteva fare era scontare la pena passando un pomeriggio in cucina. Smettila di startene li congelato, tira fuori una padella e dichiara che la lasagna è fatta in casa! Lei merita molto più di questo, e nessuno lo sapeva meglio quanto pesasse questo a Fox Mulder. Non riusciva ad immaginare come potesse sentirsi Scully. Era andata di pari passo con lui, colpo su colpo, la notte prima. Tenendo in conto il fatto che lei raramente beveva, combinato a quanto le era apparsa piccola, si rese conto di come si fosse sentita bastonata il giorno.

     Che cruenta cosa idiota da fare, Mulder, si ammonì. Non era abbastanza che eri fissato e determinato a caricarti la notte scorsa, ma hai trascinato lei con te e alla fine le hai strizzato il cuore tra le mani fino a che ne hai quasi potuto sentire il sangue. Il gioco era sembrata davvero una buona idea, ad un certo punto. Un sacco di cose aveva pensato che potessero essere una buona idea, e alla fine erano diventate merda nelle sue mani. Per non pensare alle volte che ci sei quasi andato vicino, per non menzionare Scully, alla morte, gli ricordò una piccola vocina maligna. Oh, e non dimenticarti di tuo padre, Fox. O di Melissa Scully. Non dimenticarti della sorella di Dana, okay?! Si. Questo è per te, Fox Mulder. Nella sua implacabile ricerca della verità, era riuscito a lasciare una scia di vite spezzate dietro di se. Pensò di aver aggiunto un altro cuore infranto alla lista ora.

     “ Sei una sorta di imbecille, Mulder!! “, borbottò lasciandosi cadere sul divano. Si rannicchiò, con i gomiti sulle ginocchia, e le dita intrecciate sopra la testa.

     Avrebbe voluto fortemente chiamarla quel pomeriggio, per rassicurarsi che stesse bene. Aveva abbassato lo sguardo e si era trovato il telefono tra le mani due o tre volte, ma non aveva potuto chiamare. No, questa doveva essere di Scully. Non che si aspettasse una chiamata da lei, ma quella sera, la continuazione del gioco, era stata un’idea completamente sua. Se si fosse fatta vedere, bene. Se non l’avesse fatto, gli avrebbe dato quasi un giorno e mezzo per trovare la forza di fronteggiarla il lunedì successivo e camminare lungo il corridoio e poi ancora scendere le scale fino al suo ufficio. Si figurava ad aprire la porta e contemporaneamente avanzare mentre la fronteggiava cercando di indossare i panni dell’Agente Speciale Mulder che era solito indossare al lavoro. Quando quello che avrebbe veramente voluto era gettarsi ai suoi piedi e dargli la sua pistola per farsi sparare.

     La voce del DiavolettoMulder, protestò dentro la sua testa: stabiliamo questo: partecipa al sabato sera, dormi sulla sedia. Stai qui, di fronte a lei. Allora sarà un problema di Scully. Sarà lei a doverti fronteggiare.

     “ Taci, Mulder!! “, mormorò. Afferrò la bottiglia di Advil e se la cacciò in bocca, trascinando giù le voci con un sorso di te. < Se c’è del te freddo in quel sacchetto…..giuro che ti sposo! >, < Deve essere destino, è birra! >

     Dio, l’aveva amata fin da allora??

     Assolutamente! L’aveva amata fin dalla notte in cui era andata da lui, terrorizzata, vestita solo con la biancheria intima e ed un sottile accappatoio, e si era talmente fidata, da farsi scivolare l’accappatoio dalle spalle e voltarsi di schiena a lui. Riusciva ancora a ricordare come era soffice e chiara la sua pelle, come era morbida sotto le dita. La sua mano aveva tremato mentre l’allungava per esaminarle i segni sulla schiena? Pensò di si, anche se solo un poco. E poi lei si era voltata e gli aveva gettato le braccia intorno ai fianchi, stringendolo saldamente. Lui si sentì assolutamente terrorizzato in quel momento. Perché sapeva che si stava innamorando di lei e non c’era nessuna dannata cosa che potesse fare.

     Mulder rovesciò la testa indietro e si abbandonò alla speranza che qualcuno o qualcosa potesse essere li e riuscisse ad aiutarlo. Per favore, fa che Scully si faccia vedere. Per favore, fa che Scully si faccia vedere. Era come una litania che era cominciata e che batteva il tempo come un piccolo tamburo dentro la sua testa fin da quando si era alzato quel pomeriggio.

     Gettò un’occhiata all’orologio. 7.25. Se fosse venuta, quando si sarebbe decisa? Per quanto lo avrebbe fatto sudare prima di farsi vedere? * SE * si fosse fatta vedere, ricordò a se stesso. Abbassò la testa e si guardò le scarpe.

     Mi domando se mi porterà gli stivali!, pensò distratto.

     Non poteva credere che avesse fatto una cosa così stupida. Se ne era andato dopo aver pensato che c’era stato un momento molto serio tra loro. E seriosamente aveva afferrato la giacca e lasciato il suo appartamento. Non aveva raggiunto neppure la strada che aveva sentito il gelo invernale filtrare attraverso le calze, allora si rese conto di aver lasciato gli stivali di sopra.

     Imbecille!

     Si sarebbe piuttosto trascinato per il quartiere, che tornare a prenderli. Così era saltato in macchina e l’aveva portata a casa tutta d’un pezzo, guidando come una vecchia signora dai capelli azzurrini per l’intera strada, sicuro che si sarebbe capovolto e sarebbe stato preso per un ubriacone. Poteva non essere la prima volta.

     E fu in quel momento che gli accadde di lanciare uno sguardo verso la porta. Vide un ombra oltrepassare la luce che filtrava nello spazio tra la porta e il pavimento. L’ombra si fermò direttamente di fronte alla porta e Mulder si trovò ad impugnare la pistola che quando non era nella fondina, era sempre a portata di mano. Aspettò che qualcuno bussasse, o l’esplosione della porta mentre qualcuno la prendeva a calci, ma non successe nessuna delle due. Qualcuno si era perso?, si domandò. Si sollevò dal divano per indagare e saltò letteralmente fuori dai panni quando arrivò il bussare che praticamente non si aspettava più. “ Gesù!! “, sibilò. Si avvicinò alla porta, la pistola fermamente nella sua mano, e si inclinò mollemente di lato. “ Si?! “, chiese.

     “ Mulder, sono io! “

     Fece uscire uno sbuffo d’aria dalle labbra increspate e tirò indietro il chiavistello, cercando di mostrare un’espressione calma e casuale, mentre il suo cuore ballava la ‘ Pitty-Pat Dance ‘, nel suo petto. Si domandò vagamente se non fosse stato meglio che la persona alla porta fosse stata uno di ‘Loro’, piuttosto che la donna per la quale si era fustigato per tutto il giorno. Come minimo avrebbe dovuto sapere cosa fare, essere capace di formulare un piano d’azione, invece di starsene li, terrorizzato da cio che poteva accadere una volta che Scully fosse entrata nel suo appartamento e avesse chiuso la porta dietro di se. Lei era qui! Era venuta!, gridò fortemente un’altra voce, e se ne ignorava una, alcune altre pensavano di potergli parlare.

     Mulder aprì la porta e fronteggiò Dana Scully.La sua partner. La sua amica. E la custode del suo cuore.

     “ Ciao! “, le disse.

     E sentì il suo restante respiro uscire con violenza da lui appena i suoi stivali furono spinti selvaggiamente nel suo stomaco, capovolti dal lato della punta d’acciaio.

     “ Ciao a te! “, replicò lei. “ Ho pensato che li volessi indietro “

     “ Uh…..già…..Grazie! “, Mulder afferrò gli stivali in una mano e mise in mostra la sua miglior espressione contrita. Spostandosi di lato per lasciarla entrare, allontanò il braccio in un silenzioso gesto d’invito. Scully passò attraverso la porta ed entrò nell’appartamento.

     Lui emise un silenzioso sospiro di sollievo e chiuse la porta dietro di lei. Okay! Era qui ed attualmente nel suo appartamento. Ed ora cosa?!, si domandò.

     Bene, vediamo, seguirla nel salotto e gettarsi in ginocchio per implorare il suo perdono. Va bene così?!

     Invece rimase li, fermamente radicato allo spazio di fronte alla porta a guardare Scully che si toglieva il pesante parka e che poi si voltava di faccia a lui.

     Le diede uno sguardo, e seppe di essere nei guai. Grossi guai.

     Per prima cosa, lei appariva assolutamente meravigliosa da togliere il fiato. I suoi capelli biondo rossicci erano sciolti e leggermente mossi, non completamente asciutti e arricciati e con ogni ciocca a posto come se fossero al lavoro. Sembravano forti e folti e lui non voleva altro che fare un passo verso di lei e affondare le mani in quelle ciocche setose, intrecciare le dita attraverso la capigliatura fiammeggiante, tirarsela vicino e seppellire il naso nella profondità del loro lussurioso calore, inalare il suo dolce profumo fin nel profondo dei polmoni fino a poter assaggiare la sua essenza con la lingua.

     Era vestita con un semplice paio di attillati pantaloni neri ed un morbido maglioncino rosa pallido con il collo arrotolato.. E lui capì perfettamente perché quella particolare tonalità era la sua favorita. Piuttosto che scontrarsi con i capelli rossi, il colore pastello si adattava alla sua carnagione e la candida pelle alabastro, armonizzando perfettamente con il colore delle sue guance raffreddate, ed in qualche modo riusciva a dare ai suoi occhi la più incredibile tonalità di blu.

     I suoi occhi.

     I quali in quel momento ardevano come un fuoco che non aveva nulla a che fare con il suo sguardo ammirato. Dana Scully era arrabbiata così come non l’aveva mai vista. Il resto della sua espressione era calma, il suo viso senza rughe, le sue labbra piene leggermente aperte e umide, che sembravano così tanto un invito ad unire le sue labbra a quelle di lei che lui sentì un brivido passargli attraverso. Se solo avesse potuto ignorare gli occhi.

     C’è esattamente un blocco stradale qui, Mulder!, pensò. Altamente, altamente incazzato. Giustamente e correttamente. E chi poteva accusarla? Il suo rispetto per la donna che gli stava di fronte aumentò di un’altra tacca ---- portandola quasi al livello di una deità. Sapeva quanto sarebbe stato facile per lei non andare a casa sua quella sera, scaricando il suo invito e lasciandolo sospeso. Lei aveva provato lo stesso imbarazzo e rimpianto che aveva perseguitato lui tutto il giorno ( benché per ragioni completamente differenti ), ma mentre lui aveva dovuto fare i conti con il DiavolettoMulder e sul come girare al meglio intorno alla goffa situazione nella quale si era cacciato, lei si era affaccendata a vestirsi per uccidere e senza nessun dubbio pianificando di usare quella serata come una scusa per abbassare più di una tacca o due nella sua scala personale. Buon per te, Scully!, pensò. Era un diavolo di donna.

     La voce di lei interruppe il corso dei suoi pensieri. “ Bene, stai cercando di spararmi, o vuoi offrirmi qualcosa da bere, Mulder?! O piuttosto vorresti solo stare qui tutta la notte a guardarmi? “

     Già, potrei farlo!, pensò. Ma invece disse, “ Spararti?! “

     Lei lasciò cadere lo sguardo sul suo fianco e sollevò il mento come spiegazione. E fu allora che lui si rese conto che impugnava ancora saldamente la pistola. “ Oh! “, disse attraversando il pavimento del salotto e posando la pistola sul tavolino.

     Rimasero li per alcuni secondi, circondati da un silenzio imbarazzato, Mulder studiava il pavimento. Arrischiò una rapida occhiata e la trovò che stava fissando la TV, apparentemente incantata da una partita di basket che stavano trasmettendo. Lui deliberatamente afferrò il telecomando dal tavolo e la spense.

     “ Vuoi qualcosa da bere, Scully? “

     Lei gli diede un’occhiata e lui pensò, Santo Gesù, è sexy!! Lei aveva il tipico sguardo alla ‘ Sono l’Agente Speciale Dana Scully, la scettica ‘ sul viso, completato da un singolo sopracciglio alzato alla ‘ Dovresti provarmelo ‘, negli occhi. Mulder non avrebbe voluto, ma proruppe in un sorriso.

“ Te freddo, acqua, cioccolata calda…… “

     “ Cosa, Mulder, niente tequila?! “

     Lui grugnì in maniera udibile ed un secondo dopo udì il dolce suono della sua risata soffocata in risposta. Il livello di tensione nella stanza calò considerevolmente. Scully voltò il viso verso di lui e lo scrutò per lungo tempo; lungo abbastanza da rendere Mulder nuovamente agitato. “ Sembri tremendo! “, dichiarò alla fine.

     “ Scully, sei stata troppo garbata. Sembro uno schifo. Mi sento uno schifo! “

     Lei lo studiò per qualche altro secondo e disse, “ Non sembri poi * così * cattivo, Mulder, ma avrei perso il colorito pallido, se fossi stata te “, sollevò una mano come se volesse allungarla e toccarlo e la lasciò sospesa così per un momento, poi la lasciò ricadere. “ Non hai preso niente? “, chiese, la preoccupazione era abbastanza vera nella sua voce e il suo cuore fece una capriola.

     “ Va bene l’Advil, Scully?! “, si atteggiò come risposta.

     Lei gli sorrise poi disse maliziosamente, “ Mi sento bene con me stessa. Sono saltata fuori dal letto questa mattina e mi sono presa cura di tutto il mio week-end. Lavanderia, la spesa alla drogheria….. “, Mulder grugnì ancora, ricordandosi del suo viaggio al supermarket, “…… tornando ho cercato del materiale alla libreria. Ed ho messo in ordine i resti della nostra piccola festicciola “

     L’ultima affermazione era un chiaro segnale per Mulder che non tutto era stato dimenticato, tantomeno perdonato. Come se lui potesse dimenticare. Come se lei glielo avrebbe lasciato fare. E mentre lui era conciato così, come osava lei non soffrire neppure un poco con tutta la tequila che aveva mandato giù la notte prima? Si domandò se conoscesse qualche interessante segreto medico per prevenire i postumi di una sbornia.. Non lo avrebbe sorpreso nemmeno un po.

     “ Se puoi farlo in cucina, prenderei del te “, disse squadrandolo da capo a piedi. “Ripensandoci, lo farò da me! Siediti, Mulder, prima che cadi per terra. E cos’è questo odore? “, chiese spostandosi in cucina.

     Invece di seguire i suoi ordini, Mulder arrancò in cucina dietro di lei e si appoggiò vicino ad un mobile, guardandola prendere un bicchiere dalla vetrinetta e versarci del te dentro. “ Dai un occhiata! “, disse indicando in direzione del forno.

     Lei lo fece, aprì la porta e vi sbirciò dentro. Lo chiuse e si voltò verso di lui. “ Che cos’è? “

     “ Lasagna di pesce. Una ricetta di mia madre “

     “ * Tu * hai fatto questo, Mulder?! Pensavo che il massimo della tua cucina fosse prendere il telefono ed ordinarla! Non ho mai saputo che tu fossi così talentuoso! “

     “ Ho un sacco di virtù che non hai scoperto ancora, Scully! “, ne catturò lo sguardo. “ Sono un vero Jolly di mercato. La rinascita dell’uomo degli anni 90! “

     Scully ricambiò lo sguardo e lui sentì le ginocchia diventare molli, un piacevole desiderio gli bruciò dentro concentrandosi da qualche parte nel suo inguine. Strano fenomeno questo. Era sicuro che Scully avesse una spiegazione scientifica sul perché lo facesse sentire fiacco con un semplice sguardo, ma non era sicuro di poter spingere le parole fuori dalla sua gola per chiederglielo.

     “ E quali sarebbero queste virtù, Mulder?! “, chiese innocentemente; mentre allo stesso tempo i suoi occhi gli stavano trasmettendo tutt’altro messaggio.

     Lui fece due lunghi passi verso di lei e quando fu a pochi centimetri, alzò una mano e le sollevò il viso con le dita. Istintivamente si inclinò verso di lei, curvandosi leggermente in avanti fin quasi a ricoprirla. Quella che era cominciata come una posizione che intendeva ridurre la distanza creata dalla drammatica differenza di altezza, quando lavoravano e avevano bisogno di parlare tranquillamente, per Mulder, era diventato un inconscio gesto di possessività. Era una seconda natura per lui ora, protendersi nel suo spazio così, reclamando un diritto che non le aveva mai visto concedere a nessun altro.

     Studiò il suo viso, muovendo gli occhi lungo la soffice superficie e le dolci angolature dei suoi lineamenti. La carezzò con lo sguardo, bevendosi con gli occhi la forma sottile ed elegante del suo naso, dei suoi zigomi, l’impenetrabile profondità dei suoi occhi. Sfiorò con le nocche la pelle vellutata delle guance e posò lo sguardo sulla sua bocca. Si domandò distrattamente se fosse possibile vivere senza nient’altro che la promessa di dolcezza che era certo quella labbra possedevano.

     “ Ti piacerebbe che te lo dicessi, Agente Scully, o che te lo dimostrassi?! “, mormorò, le sue labbra erano ad un centimetro da quelle di lei. I suoi occhi si chiusero, poi sospirò piano, il suo respiro era caldo contro la bocca di lui. Mulder onestamente pensò che stava per esplodere --- vittima di una combustione spontanea. Dio, la voleva così fortemente!! Tutti i suoi recenti pensieri sulla sua miserabile condizione abbandonarono la sua mente. Si sentiva come se stesse fluttuando a qualche centimetro dal pavimento. Fallo, Mulder!!, lo spronò una voce. Baciala, e non pensarci più, maledizione!!

     Ma non poteva. No, quel gioco era troppo delizioso per finirlo così presto. E che lo ammettesse, oppure no, c’erano ancora questioni tra loro che avevano bisogno di essere risolte. Stava per vedere come sarebbe finita, Quella notte.

     Si allontanò da lei e fece scorrere una mano lungo il suo braccio, dalla spalla, alla punta delle dita, Scully aprì gli occhi e lo guardò con un misto di perplessità e delusione. Mulder intrecciò le dita con quelle di lei e le diede una leggera stretta prima di lasciarle andare. “ Amerei tanto stare così per tutta la notte, a contemplare i tuoi molti ragionevoli attributi, Agente Scully, ma ho paura che la nostra cena ne patirebbe le conseguenze. Non ho intenzione di sprecarla “, si piegò davanti a lei e tirò fuori la lasagna dal forno, voltandosi in tempo per vedere i brividi correrle visibilmente attraverso. Sogghignò e le chiese, “ Affamata?! “

     Il doppio senso non le sfuggì. Scully emise un annoiato, profondo suono in gola e gli diede una pacca in pieno sedere. Posso morire da uomo felice! pensò, sono stato sculacciato da Dana Scully. Quanti altri uomini a questo mondo possono dire altrettanto?!

     Si. Sarebbe stata una serata interessante!

 

PARTE 4

 

     Mulder era alquanto orgoglioso di se stesso. Malgrado gli orrendi postumi della sbornia, era riuscito a mettere insieme una cena davvero ottima. La lasagna era perfetta, ricca di sapore di granchio, gamberetti e aragosta; il pane all’aglio era croccante e caldo, l’insalata fresca. E la compagnia? Beh, quella era la parte migliore!

     Mulder diede un’occhiata a Scully e la vide mentre leccava i residui di gelato dal retro del cucchiaio. Pasta di pecan --- il suo favorito. Scully si appollaiò sul bordo del divano, scrutando nella coppa come un bambino che ne vuole ancora e sa di non poterne avere. Mulder era seduto sul pavimento, di fronte a lei, li separava il tavolino. E saltò alla mente di Mulder che questo sembrava stesse accadendo spesso ultimamente; sembrava esserci sempre qualcosa che li distanziasse l’uno dall’altra. Ora che ci pensava, sentiva un’irragionevole risentimento contro gli oggetti inanimati in quei giorni. Cose come scrivanie, tavolini, i braccioli in macchina, tavoli a cena. C’erano anche altre cose, barriere di tipo differente. Muri emozionali che non volevano o erano capaci di scalare. Cose delle quali non volevano parlare. No, pensò, non posso pensare a queste cose. Non ancora. Scully glielo avrebbe fatto capire quando era il momento. Aveva lei il comando del gioco quella sera. E non poteva essere che così. E anche se fosse stato dannatamente duro per lui cedere anche solo una briciola di controllo, sapeva che sarebbe stato così.

     “ Vuoi dell’altro, Scully? “

     Lei ci pensò per un secondo. “ No, è meglio di no. Sto quasi per esplodere! “, sorrise in quel suo modo dolce e disse, “ Grazie, Mulder. Era molto buono…..tutto! “

     “ Piacere mio! “, mormorò e si lasciò trasportare dal suo sguardo ancora per un po.

     Alla fine Scully voltò lo sguardo e si mise in piedi, raccattò la coppa del gelato e si diresse in cucina. “ Lasciali li, Scully “, cominciò a protestare Mulder. Lei gli lanciò uno sguardo da sopra la spalla e continuò per la sua strada. “ Dannata donna testarda!! “, bofonchiò mentre si alzava in piedi e la seguì in cucina. Lei stava vicino al lavello a risciacquare la coppa e il cucchiaio. E improvvisamente fu davvero troppo per lui. Attraversò rapidamente la stanza e si portò dietro di lei, le fece scivolare le braccia intorno, uno alla vita, l’altro appena sotto la nuca e la trattenne contro il suo torace. Lei fece un tentativo di liberarsi dal suo abbraccio, poi la sentì rilassarsi lentamente fra le sua braccia. Così controllata, la sua Scully. Sempre così impaurita di abbassare la guardia e lasciarvi entrare qualcuno. Gli ci erano voluti tre anni per capire il modo di farle abbassare quel controllo d’acciaio.

     Questo era stato lo scopo con il quale erano cominciate le partite di backgammon. Una sua idea. Un suo suggerimento di stare insieme una volta alla settimana, scaricarsi perdendosi in qualcosa di semplice, ma complesso. Qualcosa che gli permettesse di guardare dentro la sua testa e trovare la vera Scully. Non la perfetta professionista, ma la donna. E anche se lei aveva acconsentito rapidamente e non aveva mai cancellato un appuntamento per fare qualcos’altro, anche se gli appuntamenti settimanali era diventati due, e poi tre < Appena dopo Apison, Tennessee, si rese conto, e istantaneamente mise a tacere quella parte della sua mente >, non sapeva molto di più su di lei di quando avevano cominciato. Ma stavano comunque bene, quelle serate passate insieme, rannicchiati sulla scacchiera. Bene entrambi. Poteva essere abbastanza per lui….. ma non lo era. Mulder non sarebbe mai stato soddisfatto abbastanza ---- lui voleva sempre il meglio, di più, tutto o niente.

     E poi il gioco della notte precedente. Ricordò di aver pensato che se la conversazione sulla scacchiera del backgammon non portava a nulla, forse l’alcool ed un nuovo gioco poteva. Già, farla bere e vedere se si fosse aperta. Brillante, Agente Mulder, brillante! Non poteva immaginare quale fosse il peggior destino; avere fortuna, o sapere di essere li e non essere capace di fermarti.

     Ma questo era stato la notte scorsa, non ora. Questa notte c’era la possibilità di iniziare diversamente, cominciare a ricostruire quello che lui aveva distrutto la notte precedente. Per favore, lasciamelo fare. Dammi una chance e prometto che non ti torcerò più, giurò silenziosamente.

     Abbassò la testa per avvicinare la bocca al suo orecchio, ciocche dei suoi capelli gli sfiorarono la guancia. “ Lasciali stare, Scully. Mi occuperò di loro dopo “, disse.

     “ Ci metterò giusto un minuto….. “, cominciò lei.

     “ Lasciali stare. Per favore “

     Le mani di lei si fermarono e si sollevarono per avvolgersi sull’avambraccio poggiato sul suo petto. Le mani erano delicate, bagnate e calde, e Mulder sentì sfuggirgli un sospiro ed inaspettate lacrime scaturirono dai suoi occhi. Era così piccola contro di lui, così vulnerabile. Fragile. Con la mente tornò indietro, ad un letto d’ospedale, Scully giaceva pallida ed immobile, tubi e macchine erano collegati a lei, anonimamente e impassibilmente la tenevano in vita. Era certo che se le fosse successo ancora qualcosa, lo avrebbe ucciso. Non poteva sopravvivere a questo, non un’altra volta. < Ho sentito la forza delle tue convinzioni >

 

     Mulder sentì il sospiro di Scully in risposta e poi, “ E’ ora, non è così? “

     Ahhh…., pensò, solo un altro minuto come questo. Lascia che ti stringa ancora per un minuto prima di riprendere da dove abbiamo lasciato la notte scorsa. Non sono sicuro di poter rovesciare le mie verità con la tua stessa grazia, Scully.

     “ E’ affar tuo. Tocca a te! “

     “ Ok! “, decise. “ Facciamolo! “

     Se Mulder non si stava sbagliando, e non pensava che fosse così, Scully era nervosa per questo, così come lo era lui. Al ‘ DiavolettoMulder ‘ piaceva molto l’idea ---- giocavano sullo stesso terreno.

     Abbassò le braccia, la lasciò girare e allontanarsi da lui, gli occhi abbassati, e la seguì nel salotto. Questa volta era Scully a sedere sul pavimento. Questo diede a Mulder una frazione di secondo per pensare, prima di spostare il tavolino lontano dal divano. Sentì lo sguardo di Scully che lo seguiva e quando anche lui si sedette sul pavimento direttamente di fronte a lei, lesse l’interrogativo nei suoi occhi.

     Scosse la testa al suo sguardo. “ Io….semplicemente non voglio che tu mi debba guardare dal basso verso l’alto. E non voglio nulla tra noi, Scully…..non stasera! “

     Lei annuì in conferma e posò brevemente la mano sul suo ginocchio piegato prima di congiungerle sulle sue di ginocchia. Mulder non sapeva come descriverlo. Lei sollevò le ginocchia verso il petto e le strinse con forza, diventando così ancora più piccola e compatta di quello che era. Mio Dio, pensò Mulder, e come volesse diventare un bersaglio più piccolo! E fino a quel momento, Mulder non aveva capito quanto lei era rimasta coinvolta dagli eventi della serata precedente, una calda onda di colpevolezza si riversò su di lui, attraverso di lui. Bisogna smetterla immediatamente.! Si arrabbiò con se stesso. Non dovevo farle questo! Va fermato, stanotte!

     Mulder lanciò un’occhiata a Scully e rimase scioccato nel vedere una singola lacrima scivolare giù per la guancia e cadere dal suo viso. Nella quiete dell’appartamento riuscì realmente a sentire il lieve rumore che fece mentre si posava sul davanti del suo maglioncino. Si sollevò sulle ginocchia e allungò un braccio per trascinarla verso di se, ma Scully sollevò istantaneamente un braccio e lo fermò. “ No! Non voglio che mi tocchi in questo momento “, incontrò i suoi occhi e spiegò, “ Non posso, non posso fare questo se tu mi tocchi, Mulder, semplicemente non posso farlo in questo modo “

     Lui fece immediatamente marcia indietro, mormorando, “ Okay! Okay! Non preoccuparti per questo, Scully. Va tutto bene! “, questo benché lei sembrasse un animale che avrebbe azzannato la persone che avesse cercato di aiutarla.

     Passò un lungo momento senza fine: nessuno dei due parlava. A Mulder sembrò un’eternità prima che Scully alzasse ancora una volta la testa e lo guardasse. Nei suoi occhi vide che il gioco era cominciato.

     “ Qual’era lo scopo della notte scorsa, Mulder? “, chiese.

     Lasciare che Scully scavasse attraverso le cazzate per arrivare al nocciolo della questione.

     “ Voglio dire, qual’era il punto? Avevi un punto, non è così? E per favore, non dirmi che non era nulla di più che una masturbazione mentale!

     Grazie al ‘DiavolettoMulder’, una mezza dozzina di sagaci repliche scoppiarono nella sua testa, ma questa volta il cervello fu più rapido e pronto della bocca e saggiamente non gli diede voce.

     “ Ho bisogno di saperlo “, implorò. “ Per favore “

     “ Gesù, Scully! “, sospirò passandosi una mano tra i capelli. Aveva sperato che potessero lavorare insieme per allontanarsi da questo lentamente. Avrebbe dovuto saperlo meglio. Forse il modo migliore era questo. Semplicemente gettare fuori ogni cosa apertamente e cominciare a classificare ogni cosa. Sto per vomitare i contenuti del mio cuore e della mia anima su questa donna. Spero che abbia lo stomaco per questo.

     Mulder sollevò lo sguardo e notò che lei lo stava studiando, aspettando una risposta. Fece un profondo respiro e cominciò lentamente. “ Volevo sapere, Scully. Volevo essere sicuro “

     “ Sapere cosa, Mulder? “, chiese. “ Di cosa stai parlando? Volevi sapere qual’era il mio colore preferito, com’ero vestita al ballo scolastico, qual’era il mio libro per ragazzi preferito? Il mondo sarebbe finito se tu non avessi scavato nel mio cervello per carpirmi queste informazioni di vitale importanza?! “

     “ Scully…… “

     “ No, voglio delle risposte, dannazione!! Voglio sapere cosa c’era di così fottutamente importante per te da farmi ubriacare per poi farmi un centinaio di domande che non avevano nessun senso per me la notte scorsa e ancora non hanno un senso ora!! Perché mi guardi come hai fatto la notte scorsa, come fai ogni volta che stiamo insieme? E perché stiamo facendo questo ora? Perché mi hai nuovamente abbracciata prima in cucina? Perché dici le cose che dici a me? Perché mi stai sempre così vicino tutte le volte, Mulder? Perché hai un odore così buono? Per….. “

     “ Perché ti amo “

     “ ….. chè sei così dannatamente arrogante e sicuro di avere sempre ragione, mentre io ho sempre torto? “, si bloccò e lo fissò ad occhi spalancati. “ Cosa?! Che cosa hai detto?!?! “

     “ Ti amo, Scully “, non era così difficile come aveva pensato poterlo fare. Alla fine le parole erano state finalmente dette, e si sentiva molto bene. E se non c’era nient’altro, aveva trovato un modo infallibile per zittirla.

     Lei restrinse gli occhi a due fessure e sbottò, “ Fottiti, Mulder! “

     “ Ti ho sempre amata “

     E allora lei si snodò, sollevandosi sulle ginocchia e gli mollò un ceffone in pieno viso ---- un colpo duro e pungente. Okay, me lo sono meritato, pensò.

 

     Così lui restò seduto li e lasciò che il fuoco che ardeva nei suoi occhi lentamente lo carbonizzasse. Aveva rivelato il suo cuore e pregò che quello che sentiva, ogni cosa che voleva dirle potesse fargliela capire attraverso i suoi occhi. Un milione di pensieri corsero attraverso la sua mente, ma predominava un singolo desiderio, chiaro e cristallino nella sua purezza: Per favore, fa che mi ami. Per favore, fa che mi ami. Per favore…….

     Lui vide la rabbia defluire da lei, sostituita da qualcosa di indefinibile, ma che nondimeno lo spaventava più dell’inferno.

     Sgraziatamente si raggomitolò sul pavimento, le ginocchia raccolte sotto di lei e il fondoschiena poggiato sui talloni. Si prese la testa tra le mani e lui vide che era scossa da tremiti. Stava piangendo? Si domandò. No, il suo viso era asciutto quando lo aveva sollevato.

     “ Non puoi! “, esclamò. “ Non puoi amarmi “

     A Mulder sfuggì una risata amara. “ Scusa, Scully, ma non mi pare che tu possa dire molto in merito! E comunque è tardi per fare qualunque cosa ora “

     “ Ma…. “, si umidì le labbra e una piccola scintilla brillò in fondo ai suoi occhi. Non la rabbia che vi aveva bruciato prima: qualcosa di differente. Speranza? “ Ma che mi dici…… “

     “ Che mi dici di cosa, Scully? “

     E allora lei disse il nome che davvero lui non avrebbe voluto sentire, e sperato di evitare. Ma era una speranza impossibile. Perché quel nome aveva innalzato l’ultimo muro che ora stava tra di loro. E la barriera era troppo forte per lui per distruggerla da solo.

     “ Che mi dici di Melissa Redell, Mulder? Che mi dici di Sarah Kavanaugh? La tua anima gemella? “, praticamente gli sputò in faccia le parole.

     Quante volte aveva ascoltato la registrazione della regressione ipnotica di Melissa Redell? Un centinaio? Un migliaio? Era riuscito a logorarla così tanto, che aveva paura di ascoltarla ancora. E in più aveva raccolto ed esaminato le foto che Scully aveva trovato un altro centinaio di volte, studiando i volti che tanto somigliavano a lui e Melissa. Era rimasto sveglio così tante notti negli ultimi mesi cercando di trovare un compromesso tra l’evidenza di fronte a lui e quello che il suo cuore gli stava dicendo fin dalla prima volta che Dana Scully era entrata nel suo ufficio, che aveva dimenticato cosa fosse una piena notte di sonno.

     Mulder incontrò il suo sguardo e disse: “ Volevo credere. Ma non posso. Non più “

     “ Cosa ti ha fatto cambiare idea, Mulder? “, non suonò convincente. Nemmeno un po.

     “ Tu, Scully. Come hai sempre fatto “

     Il suo sguardo si ammorbidì e gli occhi si riempirono di lacrime, e lentamente sollevò le dita verso la sua guancia. Quella che aveva sonoramente schiaffeggiato. “ Mi dispiace “, mormorò.

     Lui posò una mano su quella di lei, voltò il viso e le baciò il palmo --- una benedizione ed un’approvazione. Mulder chiuse gli occhi e reclinò la testa verso la sua mano, grato per il tocco gentile. La sentì spingere via una ciocca di capelli dal suo sopracciglio e lentamente aprì gli occhi. Lei lasciò ricadere le mani e sussurrò: “ Dimmelo “

     “ Ho detto che volevo credere, e in parte l’ho fatto. Ma non potevo credere a tutto, perché non potevo permettere che crederci mi costasse la cosa più importante per me. E quella cosa sei tu, Scully “, prese una delle sua mani tra le sue e piegò la testa cercando di trovare il modo per parlarle di quello che gli era accaduto ad Apison in un modo che potesse avere un senso per lei. Scully voltò la mano fino a che i loro palmi non si incontrarono e allora, lentamente, intrecciò le dita con quelle di lui. “ Non posso spiegarti come sapevo di quel bunker, Scully. Non so perché sono stato attirato da qual campo, o da Melissa. Forse alcune delle cose che diceva erano vere. Forse persino in  alcune delle cose che io ho detto c’era un seme di verità. Ma ci sono troppe contraddizioni, troppe cose che non hanno senso. Cancer Man, Sidney….. “, sollevò lo sguardo su di lei. “ Ed inoltre se quello che ha detto Melissa su di noi è vero, non ha importanza, Scully. Non lo vedi? “, implorò. “ E’ adesso, è questa vita, questa sola, questa che sto vivendo ora che ha importanza. Non chi ero, o chi ho amato in un’altra vita. Non chi potrei amare in una prossima. Questa è l’unica vita che voglio vivere. Non posso vivere nel passato, o nel futuro. Non posso prendere decisioni basate a supporre se stare con te in questa vita, oppure no. In questa vita

* tu * sei la mia anima gemella. * Io * credo a questo. Perché se non pensassi che tu non potresti essere niente di più per me che una buona amica. Se pensassi di non essere capace di toccarti, baciarti, o amarti nel modo che voglio, Scully, se questo è il tipo di vita che dovrò vivere, allora piuttosto prendo quella pistola e mi faccio saltare il cervello! “

     E allora lei fu tra le sua braccia, stringendosi saldamente addosso a lui come se lo facesse davvero per la prima volta e mormorò, “ No, no, no, no “, nel suo orecchio. E si sentì così bene! Scully continuò con la lieve cantilena mentre le mani di Mulder scivolavano lentamente avanti e indietro sulla sua schiena, memorizzando la superficie e le linee della sua pelle, l’avvallamento dei suoi fianchi e la flessibilità dei muscoli che sentiva sotto le dita. “ Mulder….. “, sospirò. Lui si rese conto che stava piangendo e la allontanò da se quel tanto per poterla guardare in viso.

     Rimosse le lacrime con le nocche e sussurrò, “ Che c’è, Scully? Che succede? “, e allora un terrificante pensiero gli entrò nella testa e sprofondò tagliente nel suo cuore. “ Non vuoi….. Stai piangendo perché non puoi, bene, non vuoi ferire i miei sentimenti? Perché se è così, va bene, Scully. Voglio dire, solo finchè non chiedi il trasferimento e mi molli, suppongo che posso imparare a trattare questa cosa. Scully?! “, stava balbettando e non aveva assolutamente idea di come fermarsi. Sperò dannatamente che lei dicesse qualcosa.

     E allora si rese conto che non ne aveva bisogno. Perché il suo meraviglioso sorriso gli disse tutto cio che aveva bisogno di sapere. “ Scully….. “, mormorò e ogni altra cosa che stava tentando di dire fu stroncata da un singolo dito che lei posò sopra la sua bocca.

     “ Sta zitto, Mulder! “

     Lui sorrise con quello che sapeva essere un sorriso sciocco ( perché lui si sentiva così sciocco in quel momento ), e disse, “ Okay! “

     E allora restarono seduti li ancora un po, con Scully accoccolata nel suo grembo, sorridendosi a vicenda. Mulder si sentiva come se gli avessero iniettato la droga della felicità. Bene, guarda qui, si intromise il ‘DiavolettoMulder’, potresti possederla fino in fondo mettendo da parte un po del tuo orgoglio. Taci, Mulder, pensò ed esiliò la voce il più lontano possibile dal suo cervello.

     Ma poi Scully si alzò e si sedette sul divano, lasciando il suo grembo vuoto ed il suo cervello intorpidito. “ Cosa…… “

     “ Mulder, dobbiamo abbandonare questo pensiero “

     Lui gemette forte e si spostò dal pavimento per andarsi a sedere vicino a lei. Cara, vecchia Scully, che pensava sempre con la testa. “ No, non dobbiamo “, ritorse. “ Non dobbiamo fare altro che sentirci come adesso “, disse dandole scherzosamente di gomito. “ Lasciare andare le cose. Vivere un po “

     Lei gli scoccò la tipica occhiata dell’Agente Speciale Scully e tentò di convincerlo: “ Che mi dici del lavoro? E di Skinner? “

     “ Che si fotta Skinner! “

     “ Preferirei di no! “, replicò lei seccamente.

     “ Faresti * meglio * a non farlo “, la punzecchiò.

     “ Davvero, Mulder, non è solo il lavoro. Voglio dire, ho lavorato con te e ti ho amato per tanto tempo che penso non sarebbe un grosso problema, ma non penso che possiamo precipitarci a testa in giù dentro questa cosa. Ci sono molte cose da considerare, ed entrambi abbiamo pagato il prezzo per esserci precipitati in queste situazioni prima, non è così?! “

     Lei aveva un punto di vista. La sua testa lo capiva, ma al suo corpo non gliene importava un fico secco. La voleva, e la voleva * ora *! Aveva aspettato per così tanto tempo da essere capace di dimostrarle quanto potesse fidarsi di lui. Gesù Cristo, non l’aveva ancora baciata!

     “ Già! “, disse odiandosi. “ Hai ragione, è meglio che ci andiamo piano, meglio essere sicuri di quello che vogliamo fare “

     Le aveva detto ciò che voleva sentire, ma la risposta alle sue parole fu qualcosa che certamente Mulder non voleva che accadesse, perché Scully disse: “ Bene! “, si alzò dal divano, recuperò il parka e se lo fece scivolare addosso, poi tornò a voltarsi verso di lui. Tutto quello che riuscì a fare, fu fissarla a bocca aperta.

     “ Vado a casa ora, Mulder, e cerco di capire il modo migliore per maneggiare questa cosa. E penso che forse dovresti farlo anche tu “

     Qualche volta la mente analitica di Scully lo faceva completamente impazzire. Questa era senza dubbio una di quelle volte. Probabilmente era una cosa buona che lui l’amasse più della sua stessa vita, altrimenti avrebbe potuto scagliarsi su di lei e prenderla per il collo. Ma non doveva pensarci, si lamentò dentro di se. Doveva semplicemente farlo!

     “ Masturbazione mentale, Scully? E’ questo che mi stai suggerendo? “, le chiese mentre si alzava per accompagnarla alla porta.

     “ Qualche volta devi prendere cio che puoi, Agente Mulder “

     Lui si nascose il viso tra le mani e si lamentò, “ Scully, mi stai uccidendo! “

     “ No, ti sto amando “

     “ Non prendermi in giro! “

     Lei rise, poi si sollevò sulla punta dei piedi e gli piantò un bacio sulla guancia. Dovette raccogliere tutta la forza interiore per trattenersi dall’afferrarla, prenderla tra le braccia e portarla a letto. Invece le aprì la porta e si fece da parte per lasciarla passare. Rimasero sotto la porta per alcuni secondi, guardandosi con desiderio. Alla fine Scully disse: “ Buonanotte, Mulder “, e si voltò per andarsene.

     No. No. Non era ancora finita, pensò tra se. Afferrò la sua mano e la trattenne. Fece un passo e sollevò entrambe le mani per stringere il suo viso, piegandosi su di lei e posando la bocca sulla sua così velocemente che sentì lo shock della sorpresa scorrere su di lei.

     Intendeva darle solo un piccolo bacio, abbastanza da soddisfare se stesso fino a quando non l’avrebbe rivista di nuovo. Si, giusto, pensò sarcasticamente un’altra parte di se, perché una volta che le sue labbra toccarono quelle di lei, non ci fu più verso di farle tornare indietro.

     Era come se le loro labbra fossero fatte esclusivamente una per l’altro. Non ci furono tentativi maldestri, nessun problema di dove dovesse andare il naso, o in che modo uno dei due dovesse inclinare la testa per adattarsi meglio. Di fatto, la piccola parte della mente di Mulder che era ancora capace di funzionare proiettò l’occasionale pensiero che era quasi come se le loro bocche fossero magnetiche, negativo e positivo, e si attraevano inesorabilmente in una forma di perfetta connessione che niente e nessuno poteva interrompere.

     Fu solo un gentile tentativo per cominciare, Mulder sfiorò le labbra di lei con le sue, con piccoli movimenti, sentendo il labbro inferiore catturare quello di lei e poi spostarsi su di esso prima di incontrare il suo labbro superiore e fare la stessa cosa li. Le labbra di lei erano leggermente aperte, come le sue, ed i loro respiri si mescolavano e fluivano dall’uno all’altra fino a che lui non fu più sicuro se stesse respirando o se lei lo stesse facendo per lui. Non aveva importanza. Quello che era suo era di lei. Tutto. Il suo cuore, la sua anima, il suo stesso respiro ---- tutto ciò apparteneva solo a Dana Scully.

     Allora lui si fermò a metà strada e catturò il suo labbro inferiore tra i denti, mordicchiandolo delicatamente prima di toccare la sua superficie vellutata con la lingua. E Scully gemette. Un lungo, dolce gemito che arrivò dalla gola direttamente al suo inguine, bypassando ogni cosa su quella strada, fino a sistemarsi in basso. Mulder sentì la sua erezione crescere a quello che sembrava un allarmante tasso di velocità ed istintivamente si voltò con lei fino a che la sua schiena non fu contro l’intelaiatura della porta, le braccia di lei si attorcigliarono attorno al suo collo mentre la bocca si apriva sotto la sua. E allora lui cominciò letteralmente a divorarla, con un lungo, lento, pigro bacio a quel punto. Fece scivolare una mano sulla schiena, mentre con l’altra strinse a se la sua testa, facendole sollevare il viso verso il suo. La sua mano rimase per un istante all’altezza delle reni prima di scivolare più in basso e chiudersi a coppa su una deliziosa, carnosa e solida natica. Le loro lingue stavano facendo una lenta, ma intensa danza a quel punto, scivolando una sull’altra, attorno, sondando labbra e denti e l’interno umido delle guance. Lei aveva il sapore di mele e dolci spezie e lui pensò che poteva davvero perderci la testa. Come era possibile che qualcuno potesse avere un sapore così dolce come lo aveva lei?

     Mulder piegò le ginocchia, chinandosi ancora più vicino a lei e spostò l’altra mano verso il suo sedere, lo strinse con entrambe le mani e raddrizzando improvvisamente le gambe, la sollevò dal pavimento e la spinse solidamente contro il muro di fianco alla porta aperta. Le gambe di Scully si sollevarono e si allacciarono attorno a lui, i talloni piantati dietro le sue ginocchia, e Mulder spinse i fianchi vigorosamente contro di lei. Una. Due. Ancora. Scully interruppe il bacio allora e rovesciò la testa all’indietro, mentre le sfuggiva un altro basso gemito. Lui aprì gli occhi e fissò la soffice superficie bianca del suo collo, le sue guance arrossate e la sua invitante bocca socchiusa. I suoi occhi erano chiusi, le ciglia erano scure contro la sua pelle. La osservò per un momento, ponderando le molte scelte che gli si presentavano prima della decisione finale. Dopo tutto, si supponeva che stessero facendo un gioco, non era così?!

     Allora fece un passo indietro, allentando la sua solida stretta su di lei e mollandola lentamente fino a che i suoi piedi non toccarono nuovamente il pavimento. Nell’istante in cui i suoi occhi si aprirono, Mulder si chinò in avanti e le posò un casto bacio sulla fronte.

     “ ‘ Notte, Scully “, disse, poi si voltò e rientrò nel suo appartamento, chiuse la porta e deliberatamente fece scattare il chiavistello, ascoltando l’udibile scatto mentre si posizionava al suo posto. Si avvicinò al divano e si sedette, ripiegò le maniche della camicia e studiò l’orologio. La seconda lancetta aveva appena fatto un giro completo che sentì la chiave di Scully scivolare nella serratura.

     Fu veramente difficile reprimere il ghigno trionfante sul suo viso mentre lei entrava in casa.

 

TO BE CONTINUED………..

    

 

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