TITLE:  PRIMAL SIMPATHY

AUTHOR:  LIDIA BOWER

SPOILERS: Ma certo! Tutti, incluso Getsemane

RATING:  R per il linguaggio e i contenuti

CLASSIFICATION: XRA, MSR

SUMMARY:  In ordine: trovare una cura per il cancro di Scully, Mulder finge la sua morte senza che lei ne sia a conoscenza. Una volta riuniti, si imbarcano per un viaggio di ricerca che potrebbe costare le loro vite

DISCLAIMER:  Ovviamente tutti i personaggi citati nella storia non ci appartengono, sono tutte creazioni di C.Carter, della 1013 e della Fox e sono usati senza permesso e senza scopo di lucro

 

N.d.T:  Mi verrebbe quasi da dire: “ I’m come back!! “….. e questa volta ho deciso di imbarcarmi in questa lunghissima avventura che si chiama Primal Simpathy!…… Il viaggio che vi accingete ad affrontare è lungo ben 14 capitoli, spero abbiate la costanza di seguirmi fino alla fine e spero soprattutto che * il viaggio * sia di vostro gradimento. Avevo ben pensato di proporvi un capitolo alla volta, ma siccome sono buona (J), per questa prima settimana di capitoli ve ne mando ben 3, tutti insieme, ma non vi abituate…..prossimamente non sarò così magnanima…….

Detto questo, vi lascio alla lettura, non prima di aver ovviamente ringraziato Annax per la sua sempre fantastica disponibilità nei miei confronti, Poli che mi aiuta nella scelta delle FF da tradurre e tutte coloro che mi leggeranno……. Commenti e critiche, si grazie, sull’MB di Annax, fatemi sapere se vi piace, ok?!

ENJOY!! JJ

 

PRIMAL SIMPATHY

             Tradotta da EN AMI

 

CAPITOLO 1

 

ALEXANDRIA, VIRGINIA

APRIL 26, 1997

12.43 a.m.

 

La decisione di porre fine alla mia vita è stata facile. E’ la diretta conseguenza che prova quanto sia una puttana.

     Ma non c’era altra scelta. Era il momento di tirare fuori l’asso dalla manica. Salvare una vita. Spezzare un cuore.

     Non piango per me stesso questa volta. Ho versato abbastanza lacrime. E, ad ogni modo, non mi piace avere in proposito una genuina reputazione.

     E’ per lei che piango. Per quello attraverso cui passerà. Per quello che ha già sofferto. Per quello che crederà. Non sa ancora che è solo un'altra bugia; un'altra in una linea senza fine del loro risalire indietro negli anni a quando eravamo vivi.

     Piango per lei. Muoio per lei.

     Ah, Scully. Se solo ci fosse un'altra via…….

     E’ stato già tutto deciso. Non si può tornare indietro. Non c’è nulla che possa fare, tranne aspettare. E pensare. Ho classificato i rimpianti mentre i minuti scorrevano. Tanti di loro.

     E’ stato un percorso buio.

     Ed ora sto fronteggiando la prospettiva del mio suicidio. Sembra una fine appropriata, proprio in questo momento. Sono sicuro che molte persone vi troveranno dell’umorismo nell’inevitabilità di questo. Che si fottano. Loro non hanno idea. Sono temprato a questo.

     Dicono che il suicidio è l’atto di un codardo.

     Non questa volta. Questa volta ci vogliono le palle.

     Nessun problema. Un uomo disperato è un uomo pericoloso.

     Non ho nulla da perdere, tranne la mia vita. Ed è giusto barattare la mia vita per salvare la sua.

     Lo squillo del telefono mi fa trasalire. E so già che è Scully che mi sta chiamando di nuovo; facendo attenzione a lasciare la faccenda in sospeso. Il primo messaggio che ha lasciato è stato breve e attinente ai fatti; mi ha detto che Kritschgau si è nascosto lontano. Coccolando, vezzeggiando e incoraggiando a spargere più delle sue bugie; le loro bugie. Lei aveva davvero usato la parola * salvo*.

     “ E’ al sicuro da qualche parte, Mulder “

     Non c’è salvezza, Scully. Non lo hai ancora capito? E’ tutta un’illusione.

     C’è una piccola pausa tra il mio messaggio registrato e la sua voce. “ Mulder, sono io “, la sua voce è infelice e stanca. “ Se ci sei, rispondi, per favore “, il suo sospiro è alto .—udibile al di sopra della voce che proviene dalla TV. “ Mulder,……quello che ti ho detto nel deposito, sul mio cancro…..volevo dirti che mi dispiace. Non avrei dovuto dirti questo! “

     Perché no, Scully?! Non devi mai scusarti per la verità. E quello che Kritschgau ti ha detto sul tuo cancro, quello di cui ti ha parlato, ha origine dalla verità. L’unico mezzo per enunciare la verità, è ammettere tutte le bugie

     “ Mi hanno provocato questa malattia per costringerti a credere “

     Oh, Scully, io ci credevo già. Non dovevano farti questo per convincermi. Lo hanno fatto per tenermi in riga.

     “ Bene, spero di vederti domani, Mulder. Cerca di dormire “

     L’ascoltai mentre si disconnetteva e la registrazione si bloccava. La luce sulla segreteria riprese la sua stabile intermittenza.

     Ripensai alle sue parole e mi resi conto che non era cio che mi aveva detto nel magazzino, ma come lo aveva detto. Perché ci credeva – definitivamente ed irrevocabilmente.

     Nella mente di Scully, io era la causa. Era per colpa mia che stava morendo.

     Benvenuta nel piccolo, ma selezionato club del solitario, Scully. Il solitario che ci ha sempre creduto.

     La verità è la verità. E immagino che non ci saranno molte occasioni per arrivare a credere. Se, nel caso di Scully, è impacchettata con cura e consegnata a lei con un simpatico inchino, presentata in un modo che lei non aveva altra scelta che credere. O se, come nel mio caso, è un prodotto della mia tenace ricerca di risposte. Il risultato è stata la sua malattia. Una punizione per la mia ossessione.

     L’uno o l’altro che sia, lei sta morendo. Ed è colpa mia.

     Il rumore di uno sportello che sbatte, mi conduce alla finestra. Il mio futuro, la mia morte sta di fronte a me, inondata dalla luce di un lampione stradale. Lui sceglie il momento per sollevare lo sguardo su di me. I nostri occhi si fissano e restano così.

     Sa e capisce la parte che sta giocando. Può elaborare i fatti ed arrivare a delle conclusioni? Se gli avessero dato una scelta, è questo che avrebbe fatto?

     Quanti ancora dovevano morire in questa nobile ricerca della verità? Oscura. Anonima. Infinita.

     Mi sposto verso la porta, sapendo che il suo ingresso nell’appartamento sarà senza rumore. Non busserà perché potrebbe attirare l’attenzione di qualcuno.

     Mi fermo davanti al mio riflesso nello specchio. Mi soffermo e studio il viso di un uomo morto. Lacrime mi rigano le guance, occhi bordati di rosso. Tormentato. Colpito.

     Ugualmente odio quello che sta per accadere, quello che sto per fare, non ci sono piccoli limiti di sollievo nello schema che alla fine si sta muovendo. Per tanto tempo non è stata altro che l’ultima risorsa. Un piano diabolico improvvisato durante lunghe notti di introspezione. E dal disperato desiderio di fare qualunque cosa fosse possibile per salvarla. Una parte di me sperava di non dover mai fare questo. Un'altra sapeva che era inevitabile. Arrivando a questo punto mi sentivo carico di responsabilità e sollevato.

     Apro la porta e fronteggio l’uomo che è diventato il nostro peggior nemico.

     Perdonami, Scully. Lo faccio per te

ALEXANDRIA, VIRGINIA

APRIL 29, 1997

3.17 p.m.

 

     Il primo passo nel suo appartamento è anche quasi il mio ultimo.

     Non mi rendevo conto di quanto difficile potesse essere. Pensavo che la prima volta potesse essere la peggiore. Mi sbagliavo. La seconda volta era la peggiore.

     Tutti i miei sensi sono aperti al massimo ed il loro assalto mi mette quasi in ginocchio. Questo posto è fondamentalmente Mulder. Ogni cosa, ogni oggetto che vedo, trasuda di lui; come se la sua unicità avesse permeato tutti i suoi effetti personali. Come se fosse filtrata dai muri e si fosse accumulata sui pavimenti.

     Barcollo all’entrata e stringo saldamente l’urna di ceramica al mio seno.

     Per l’amor di Dio, Dana, non versare le sue ceneri sul pavimento.

     E riesco a vederlo così chiaramente ora. Con un ghigno sbilenco sulla faccia. Un acuta osservazione fluire dalla sua bocca, facile come un respiro.

     Oh Dio. Per favore fammi venire fuori da questo incubo.

     Poggiando accuratamente l’urna vicino alla porta, mi sposto con passo malfermo nel salotto. Il pensiero di sedermi sul divano è respinto velocemente. Mi siedo invece su una sedia vicino alla scrivania.

     Non so cosa ne sarà di questo posto ora, o dove finiranno tutte le sue cose. Mulder non aveva lasciato nessun tipo di testamento. Invece ho trovato un file nella directory del suo computer il giorno dopo il suicidio, dal nome appropriato: death.doc. Non conteneva altro che la richiesta di essere cremato e che le sue ceneri andassero a me. “ Fanne cio che vuoi, Scully. Confido che farai la cosa giusta “

     La cosa giusta.

     Non so più quale sia. Tutto quello di cui sono certa è che ogni cosa sembrerà difficile ora. E come se qualcuno avesse capovolto il mondo sul suo asse abbastanza da mandare ogni cosa fuori giri. La terra gira ancora, ma nulla è uguale. Il mio equilibrio è andato.

     Quanto di questo è colpa mia?

     Oh, puoi etichettare tutto questo come tuo, le sussurrò una vocina di rimando. Puoi passare il resto dei tuoi giorni a darti la colpa per la sua morte.

     Ho le sue ceneri. Suppongo che tutto cio che mi manca ora sia un sacco di tela.

     Ho visto il modo in cui mi ha guardata sua madre oggi durante la cerimonia di commemorazione. Anche lei mi incolpa. Anche se lei non ha modo di sapere cosa sia accaduto quella notte. O le parole che ci siamo scambiati. Lei non c’era li a vedere la luce nei suoi occhi spegnersi in un istante – il risultato della mia proclamazione della sua colpevolezza.

     Ci studiammo l’un l’altra con cautela durante l’intera cerimonia. E lei interruppe il contatto tra noi abbastanza spesso da farmi capire che non sopportasse il suo stesso senso di colpa. I segreti che lei custodiva così gelosamente e che non aveva mai svelato a suo figlio, non sarebbero mai stati scoperti ora.

     Mi si avvicinò dopo la funzione e mi tirò in disparte. Aveva una richiesta che supponevo non avrebbe potuto scioccarmi. Dopo tutto era stata completamente incapace di dare qualsiasi disposizione. Era ricaduto tutto nel mio grembo. Dal raccogliere l’urna al decidere sulla cappella per la cerimonia, alla scelta della musica.

     Ed ora voleva che andassi tra le sue cose e ne facessi cio che volevo.

     Non mi meravigliava che mi sentissi come una vedova.

     Non avrei dovuto fare questo adesso. Mulder era più che sollecito con l’affitto. Aveva pagato fino alla fine di Giugno. Ed io avevo il resto della mia vita per sfruttarlo. Skinner mi aveva messa senza volerlo il licenza medica a tempo indeterminato il mattino dopo la morte di Mulder. E mi ha buttato in faccia la realtà. Bastardo. Pensavo che potessimo fidarci di lui.

     Sottosopra. Dentro e fuori. La mia vita non la sento più mia. Questa non può essere la mia realtà. E’ troppo dolorosa.

     Questa è una cosa che non mi sarei mai aspettata che Mulder facesse. Era sempre stato così forte; un tale combattente. Non avevo mai conosciuto nessuno così determinato come Mulder. Persino dopo tutti gli anni di lavoro al suo fianco, la sua passione e la sua intensità continuavano a meravigliarmi.

     Dannazione, Mulder! Perché hai fatto questo??

     Sii onesta, Dana. Tu sai perché.

     Okay! So perchè lo ha fatto. Conosco il motivo. E non posso permettermi di negarlo a lungo. E’ stato perché l’ho accusato per tutta la mia malattia. Non importa che non avesse guidato il mio rapimento e le sue conseguenze. O nei motivi e nell’inizio del mio cancro. Una piccola parte di me lo accusava, perché se non fosse stato Spooky Mulder, niente di tutto cio mi sarebbe accaduto. E lui lo sapeva, e lo aveva accettato. Poteva maneggiarlo finchè rimaneva inespresso.

     Poteva essere vivo ora se non avessi perso il controllo. Se non avessi lasciato uscire la mia rabbia, se la sua inesorabile credenza nell’esistenza di vita extraterrestre non mi avesse forzato la mano. Se fossi stata capace di fermare le accuse che fuoriuscivano dalla mia bocca come amaro veleno.

     Se solo…….

     “ Mi hanno inoculato la malattia per convincerti “

     Oh, si. Questo era il fiocco che aveva legato sul pacchetto per lui. Che lui si convincesse. Nessuna pace per questo. C’erano dubbi nei suoi occhi quando mi aveva guardato dopo aver ascoltato la storia di Kritschgau. Nessuna titubanza quando aveva annunciato: “ Quest’uomo è un bugiardo! “

     Non lo era fino a che non confermò i timori che sapevo lui tratteneva segretamente, e che gli eventi della sua morte si stavano mettendo in moto. Gli ho potuto anche porgere la pistola.

     Non c’è nulla che tu possa fare qui, Dana. E’ tempo che tu metta da parte il dolore e ti prendi cura delle tue cose.

     La divisione degli X Files era stata chiusa. L’ordine era venuto da Skinner il giorno prima sotto forma di una tesa telefonata. Almeno era stato abbastanza gentile da non dirmelo durante la commemorazione funebre. Non che importasse molto ad ogni modo. Gli X Files erano la vita di Mulder, non la mia. Era solo logico che andassero a riposo con lui.

     Skinner mi ha chiesto di passare dalla scrivania di Mulder e raccogliere tutti i file che potesse avere portato a casa con se. E dopo che avrei ripulito la mia area nello scantinato, ogni cosa sarebbe stata inscatolata e depositata da qualche parte. Tornata indietro da dove era venuta. Cinque pregevoli anni di lavoro. Innumerevoli articoli, possibilità e congetture. Tutto dimenticato, tutto abbandonato. La maggior parte, bugie.

     Sono felice che Mulder non sia qui a vedere cosa succede. Gli si sarebbe spezzato il cuore.

     Rimescolo le carte ed i libri intorno a me, cercando il bianco/rosso identificativo degli X Files tra l’ordinata confusione della scrivania di Mulder. Un libro giace aperto a faccia in giù, evidente solo perché non è accatastato con gli altri. Non completamente insolito, ma abbastanza da incuriosirmi. Era questo che stava leggendo quella notte?

     Do uno sguardo al dorso.

     Poemi immortali di lingua inglese.

     Un avanzo dei suoi giorni ad Oxford? Non ho mai conosciuto un Mulder perdersi nella poetica, a meno che non fosse relativa ad un X Files. Capovolgo il libro ed il cuore mi salta in gola. Una sezione è stata evidenziata in blu. Il mio colore. Il colore che Mulder usava per attirare la mia attenzione sui dati scientifici o forensi negli X Files. Giallo per Mulder, blu per me. Un sistema che abbiamo utilizzato in questi anni.

     Questo libro era qui quando ho controllato il suo computer e la segreteria telefonica alcuni giorni fa? Non riesco a ricordarlo. Ma doveva esserci. Indietreggio fino a che non sento il bordo della sedia sbattere contro le mie ginocchia. Sedendomi leggo il passaggio che è sottolineato.

 

     Che importa se la radiosità che una volta era così luminosa

     Mi è stata preclusa per sempre,

     benché nulla possa restituirmi l’ora

     dello splendore nell’erba, della gloria in un fiore;

     non ci affliggeremo, piuttosto cercheremo la forza

     in quello che resta indietro;

     nella primitiva simpatia

     che non abbiamo mai potuto vivere;

     nei pensieri calmanti che sgorgano

     dall’umana sofferenza;

     nella fede che guarda attraverso la morte

 

     Cosa significa per me vederlo? Sto guardando alla versione di Mulder delle note di un suicidio; questo messaggio è la sua ultima comunicazione con me? Oltremodo potrebbe essere qualcosa che lui ha evidenziato anni fa. Qualcosa che lo ha colpito al punto da voler rendere facile trovarlo.

     Ma perché era aperto e poggiato sulla scrivania? E’ quasi come se fosse messo in mostra. Posato li per essere notato solo da qualcuno che capisse il modo in cui lavorava la mente di Mulder.

     Cosa dovrei trarre da queste parole?

     Nonostante la morte, Mulder continua a prendersi gioco di me con il suo innato amore per il gioco. Nello gettarmi le cose addosso. Consegnandomi il più incredibile dei racconti con la sua monotona calma e aspettando la mia reazione. I suoi occhi brillano e sono pieni di gioia.

     Che tu sia dannato, Mulder, per avermi fatto questo ora!

     L’Agente Scully si intromette volendo sapere quando poteva essere il momento giusto per lui per farsi saltare il cervello.

     Oh, ma questa è una domanda facile. Dopo la mia morte, naturalmente. Non prima. Non mentre sono occupata a morire.

     E’ sempre stato un bastardo egoista. Ha sempre messo i suoi bisogni davanti a tutto il resto. Nulla contava, tranne la ricerca della verità. E poi, nel momento in cui l’ha avuta di fronte, l’ha rifiutata. Si è allontanato.

     La verità non è come un gelato, Mulder. Non puoi scegliere il tuo gusto. Ed è inaccettabile che possa prendere la tua vita se cio che hai trovato non ti piace.

     Un lampo di rabbia selvaggia mi coglie di sorpresa. Tra tutte le cose che mi aspettavo di provare in questo momento, la rabbia non era tra loro. Ma è qui, a ribollire appena sotto la superficie. A mostrarsi a me. E non è solo diretta verso Mulder. Oh, no. C’è n’è più che a sufficienza intorno a me.

     Odio l’uomo che ci ha fatto questo. L’uomo dietro le bugie. In definitiva è l’unico responsabile di tutto quello che è accaduto.

     Io e Mulder siamo stati pazzi, tutti e due, a pensare di poter abbattere un’organizzazione che operava fuori dalle regole. Un sindacato che si atteneva alle sue stesse leggi; facente parte di un governo che aveva giurato di proteggere i propri cittadini.

     Questo era il governo nel quale credevo. Mi fidavo. Giurare di sostenere e difendere, ho scioccamente pensato potesse fare la differenza. Che potessi dispensare giustizia alle vittime di innumerevoli crimini.

     Il prezzo della mia ingenuità è alto. Il prezzo che pagherò, che Mulder ha già pagato, non è nient’altro che perdere la vita.

     Il trillo del mio cellulare mi fa sobbalzare. Sollevo lo sguardo dal libro. I calanti raggi del sole che filtrano attraverso la finestra sono una indicazione del tempo che ho passato immersa in lugubri pensieri. Molto tempo perso. So che dovrei preoccuparmi. Non posso. Non ne ho l’energia.

     “ Scully! “

     “ Agente Scully, sono Skinner. Abbiamo bisogno di parlare. Possiamo vederci? “

     “ Che cosa c’è, signore? “, non posso trattenere il sospiro che mi sfugge. Sono stanca. Non foglio fare questo mai più. Non devo preoccuparmi.

     “ Mi rendo conto che non è più in servizio attivo…… “, e di chi è la colpa? Mi domando silenziosamente. “ ……. Ma è saltato fuori qualcosa che ho pensato dovesse sapere “

     Non poteva mai suscitarmi la curiosità di chiedere. Il silenzio si allungava.

     “ Michael Kritschgau è scomparso dalla sua casa di sicurezza. Non c’è segno di lui da nessuna parte “, spiegò.

     Era stato preso alla sprovvista dal piccolo scatto della mia risata?!

     “ Non mi sorprende “, dico a Skinner. “ Fa parte del corso degli eventi, non è così?! “

     “ Agente Scully, si rende conto che questo potrebbe avere influenza sugli eventi dei giorni scorsi “

     Era sempre stato così circospetto? Si, immagino di si. Anche quando non ce n’era bisogno.

     “ Non vedo perché, signore. Mulder è morto. Gli X Files sono stati chiusi. Se questa è la decisione corretta, o meno, non ci resta che stare a guardare. Ma è solo adeguata alle circostanze “

     “ Scully…… “

     “ Ed io sto morendo, non c’è più nulla da fare. Lo lasci in pace, signore “

     Per tutta la vita, tutto cio che Mulder aveva voluto era la verità. Ricordo cio che mi disse quella notte buia nella casa estiva della sua famiglia, sangue fuoriusciva da un piccolo buco nella sua testa. “ Sono così stanco. Voglio sapere, Scully. Voglio semplicemente sapere “

     Ma non penso che potesse. Non realmente. Ripensandoci, non poteva maneggiarla. Così, perché il pensiero di Spooky Mulder che si puntava una pistola alla testa e tirava il grilletto la faceva sentire così male?

     Perché non lo conoscevo così bene come pensavo. È facile guardare indietro all’ultimo anno, e individuare i segnali di pericolo. Forse non volevo vederli. Forse non mi sono preoccupata abbastanza.

     “ Scully? Agente Scully! Sta bene? “, allontano i ricordi e mi concentro sulla voce di Skinner. Ero andata di nuovo alla deriva.

     Formo un pugno con la mano libera. Il dolore delle unghie che mordono la morbida carne del mio palmo, mi tiene ancorata. “ Si……si, sto bene “

     Lui sbraita qualcosa come un ordine. “ Agente Scully, dove si trova?! “

     “ Sono, ummm “, inclino la testa indietro e chiudo gli occhi. Stanca. Così stanca. “ Sono da Mulder “

     “ Sarò li presto! “

     “ Signore, non è nec…… “, sento il click del ricevitore. Ha riattaccato. Sento il caldo calore del sangue che fuoriesce mentre faccio scivolare il cellulare nella tasca. Lo strofino via dal naso con il dorso della mano. Penso che dovrei alzarmi e prendere un fazzoletto. Non ne ho la forza.

     Non c’è più nulla da fare. Solo stare seduta qui e riposare un po. Un po di sangue in più che si versa, non può fare molta differenza.

     Sto morendo comunque.

 

Capitolo 2