CAPITOLO 4

 

ANNAPOLIS, MARYLAND

MAY 5, 1997

3:00 a.m.

 

 

     Spero di averlo ucciso.

     Questo fu il primo pensiero di Dana Scully quando Mulder atterrò in un mucchio ai suoi piedi. Il secondo - - che arrivò rapidamente a ruota del primo - - fu:

     Oh mio Dio, l’ho ucciso!

     Ignorò la vocina nella sua testa che le bisbigliava che lui era già morto, e che lo era stato per una settimana, e che lei stava semplicemente sperimentando una sorta di sogno da sveglia.

     Scully poggiò la pistola e si abbassò sulle ginocchia, modificandosi in modalità * dottore *. Esaminò il bozzo sul retro della sua testa delicatamente. Cercò le pulsazioni nel suo collo e le trovò forti e stabili. Sollevò una palpebra ed osservò i perfettamente normali occhi nocciola.

     Era semplicemente fuori combattimento.

     Bene, pensò Scully ferocemente, se lo è meritato, il bastardo!!

     Rimase sulle ginocchia a guardarlo, il respiro le usciva rapido e profondo. Una sorta di cacofonia prese il via nella sua testa; un centinaio di pensieri mutavano e cozzavano tra loro. Sussurri e grida. Preghiere e maledizioni.

     Vivo. Era vivo. Trattenne un lieve, insano risolino idiota, immaginando Frankenstein che si vantava del suo mostro.

     Mulder era vivo. Tutto intero. E non mostrava esternamente segni di essere evaso dalla nefasta condizione di uomo ombra. Non sembrava essere stato vittima di un rapimento a scopo di estorsione. Non c’era stato un piano elaborato contro di lui dagli uomini che nascondevano le verità che loro avevano tentato di scoprire.

     Dana Scully sapeva con assoluta certezza che questo era stato una burla di Mulder per tutto il tempo. Nessun suicidio. Nessun atto disperato causato da qualcosa che lei aveva detto, o fatto. Nessuna improvvisa realizzazione che era stato ingannato per tutta la vita. Si ricordò delle parole di Mulder ad Arlinsky dopo che l’uomo aveva dubitato della possibilità di uno scherzo dietro il ritrovamento del corpo alieno. Una conversazione che sembrava aver avuto luogo anni prima.

     “ Se dobbiamo farlo, perché non farlo in ogni modo possibile? “

     Scully serrò gli occhi dopo aver capito. Non era stato nulla di più di un'altra cazzata in una lunga linea di cazzate. Certamente più elaborata. Più attentamente pianificata. Ma una cazzata, non di meno. Lo ucciderò, decise. E si sarebbe assicurata di fare le cose per bene stavolta.

     E allora, Dana, cinguettò una vocina dentro di lei, se sei così furiosa con Mulder, perché lo stai toccando in questo modo?!

     Era vero. Non riusciva a tenere le mani lontane da lui. I suoi capelli, il viso leggermente ruvido di barba, le spalle e il torace e le braccia. Fece scorrere un dito lungo la linea della gola, fermandosi nel suo incavo.

     Li. Lui era li. Vivo, caldo, solido sotto le sue mani. Le dita si sollevarono e si intrecciarono tra i suoi capelli, tirando le ciocche ribelli indietro, lisciandole all’indietro. Si inclinò in avanti e respirò profondamente attraverso il naso, assaporando il doloroso, familiare, chiaro e penetrante profumo di lui. Scully cambiò posizione e poggiò una mano sul suo cuore, sentendo il suo forte battito sotto le dita. Lasciò scorrere l’altra mano attraverso il torace, poi giù verso la gamba, per poi risalire lungo l’altra. Intero. Completo. Il suo Mulder.

     Dannazione a lui!

     E  poi Mulder gemette, ruotando la testa sul collo, mentre le su palpebre cominciavano a riaprirsi. Scully tirò via la mano di botto e scattò in piedi, facendo un passo indietro. Si lisciò i capelli e si aggiustò la maglietta sui fianchi. Si mordicchiò il labbro inferiore e si allontanò verso la cucina.

     Selvaggiamente si schiarì la mente da tutti i pensieri. Cominciando semplicemente a muoversi e ad agire. Aprì il freezer ed afferrò due vassoietti di ghiaccio. Li rovesciò in una borsa per il ghiaccio, afferrò uno strofinaccio per i piatti e vi arrotolò la borsa dentro.

     Sentì due o tre grugniti provenire dietro di lei mentre stava preparando il ghiaccio. Sentì il lieve scricchiolare della giacca di pelle mentre Mulder si sedeva. Ci fu un lungo, lungo periodo di silenzio. Scully sentì il suo sguardo perforarle la schiena.

     “ Al diavolo, sei qui, Scully! “, il suo tono era leggero e colloquiale. Ci fu una breve pausa e poi:

“ E’ bello sapere che mi sei mancata “

     Lei roteò su se stessa e lo fissò. Era gratificata dal modo in cui Mulder, istintivamente, si era messo a sedere, fissandola con cautela. Una mano andò alla mascella, l’altra cominciò a massaggiare il retro della testa. Sembrava perplesso. Dolente. E così bello che il respiro le si mozzò in gola.

     Vivo. E’ vivo.

     Dannazione a lui!

     Costrinse le sue gambe a muoversi e a trasportarla fin quando non si trovò di fronte a lui a guardarlo. Mulder la seguì con lo sguardo lungo tutto il tragitto, i suoi occhi erano scuri e penetranti. Lei senza dire una parola gli porse la borsa del ghiaccio e aspettò che lui allungasse la mano e la prendesse. Poi si voltò sui tacchi e si spostò verso il divano sedendovici sopra con attenzione.

     Mulder si alzò dal pavimento, la seguì e prese la sedia vicina al divano. Vi si lasciò cadere pesantemente sopra e con cautela alternava la borsa del ghiaccio dalla nuca alla mascella. Scully lo guardava senza dire nulla. La testa di Mulder era abbassata, gli occhi focalizzati sul tappeto che aveva sotto i piedi. Scully attese fino a che i suoi occhi non si sollevarono su di lei.

     “ Comincia a parlare “, gli disse.

     Lui annuì leggermente con la testa. “ Cosa vorresti sapere? “

     “Ogni cosa. Esattamente dall’inizio “

     Mulder prese un attimo per osservare l’orologio e lei fu tentata di balzare in piedi e prenderlo nuovamente a pugni. “ Hai un appuntamento bollente, Mulder? Ti sto trattenendo?! “

     I suoi occhi si sollevarono su quelli di lei e la fissarono. Scully non era completamente sicura di quello che vi vedeva dentro, ma sapeva che non le piaceva. Sembrava realmente irritato con lei. Come osava guardarla così! Aprì la bocca per dirglielo, ma lui la zittì.

     “ Guarda, Scully, ti dirò ogni cosa, lo prometto, ma non in questo momento. Ho bisogno che tu faccia una cosa per me “

     Lei lo guardò a bocca aperta, incapace di credere che lui aveva respinto con irritazione la sua domanda per farne una  a lei.

     “ Non abbiamo molto tempo. Voglio che tu faccia la valigia, mettici roba per due o tre giorni. Faremo qualunque altra cosa di cui tu abbia bisogno dopo. Dobbiamo essere fuori di qui prima che faccia giorno.

     Mulder si alzò in piedi, come se la sua azione solitaria potesse sollecitarla. Scully lo guardò mentre aggrottava le sopracciglia verso di lei. Lo sguardo era così familiare, e così aggravante. Quante volte le aveva fatto quello * Che cosa stai aspettando?! *, sguardo? Aspettandosi che lei facesse la brava ragazza e facesse quello che le aveva chiesto. Forse la migliore domanda, la fece a se stessa, quante volte l’ho accompagnato ad ogni sua richiesta? Ingoiando le parole e le sensazioni e seguendolo come un diligente, piccolo cucciolo?

     Ma le cose erano cambiate. Lei era stata nel suo appartamento una settimana prima ed aveva visto il pallido viso insanguinato di Fox Mulder. Si era seduta di fronte ad un gruppo di uomini e donne e l’aveva dichiarato una vittima; qualcuno meritevole del dolore che la sua morte aveva causato. Aveva pianificato il servizio funebre, restando fino alla fine con le labbra serrate e gli occhi asciutti, determinata a non lasciare che la vedessero piangere. Aveva raccolto le sue ceneri e rimesso insieme i pezzi del suo cuore in frantumi.

     Si era afflitta per lui, come non si era afflitta mai per nessun altro. Nemmeno per i suoi adorati padre e sorella. Aveva accettato la sua stessa morte e l’aveva accolta come avrebbe accolto un abbraccio d’amore.

     Solo poche ore prima, aveva pianificato il suo suicidio.

     Ma ora Mulder stava in piedi di fronte a lei, alto e solido. Davvero molto vivo. Ed apparentemente, completamente dimentico di ogni cosa, ma che voleva che lei facesse qualcosa per lui. Stava li in attesa che lei eseguisse i suoi ordini. Come un bravo, piccolo Agente dell’FBI.

     Un cieco furore la riempì. Cominciando nella sua testa e scorrendo velocemente attraverso le vene; denso e caldo come lava. La scioccò con la sua intensità; lambendola come centinaia di piccole fiamme. Si portò una mano alla fronte, e sentì le pulsazioni battere sotto la superficie.

     Si meravigliò di questa stranezza per un breve momento. Era come un qualcosa di alieno e di non connesso del tutto con lei. Quanto tempo era passato da quando aveva provato qualcosa del genere?

     E poi ne capì il motivo. Riconoscendolo ed accettandolo. L’improvvisa rabbia continuò a bruciare dentro di lei fino a che non si sistemò bassa e pesante nel suo addome. Ed allora fece una notevole scoperta. Insieme alla rabbia, era arrivato qualcos’altro; qualcosa di davvero inaspettato. Una nuova consapevolezza di se stessa. Una riconnessione delle emozioni che pensava di aver perduto. Non si era sentita così viva da mesi. Era quasi come un malessere fisico.

     Si strinse la testa, tirando un lento, profondo respiro, aspettando che il trambusto dentro di lei, ritornasse ad un livello che era in grado di controllare. E allora Mulder le toccò un polso, mormorando: “ Scully?!…. “

     Il suo braccio scattò verso l’alto, scacciando via la sua mano come se fosse un insetto fastidioso. “ Non toccarmi! “

     Lo guardò e vide che lui fece un passo indietro, infilandosi la mano nella tasca della giacca. “ Stai bene?! “

     La risata scaturì da lei senza preavviso. Tenne lo sguardo su di lui, la bocca distesa in un ghigno tutto denti. Gli occhi si riempirono di lacrime amare mentre rideva.

     Un’espressione confusa passò sul viso di Mulder, prima di trasformarsi in cipiglio. Inclinò leggermente la testa ed aspettò che lei la smettesse. Scully si strofinò via le lacrime irosamente mentre la sua risata si trasformava in un singulto. “ Oh, certo, sto fottutamente bene, Mulder. Grazie per averlo chiesto!! “

     Mulder si accovacciò di fronte a lei e Scully si coprì il viso con le mani. Non riusciva a guardarlo. Era troppo impegnata a frantumarsi in un milione di pezzi.

     “ Scully….. “, si rannicchiò in se stessa di fronte al suo tono indulgente e lo sentì sospirare profondamente nella sua gola. “ So quanto è difficile per te, ma devi credermi. Non avevo scelta. Potevo agire solo in questo modo “, provò ad appoggiare una mano sul suo ginocchio. “ Dobbiamo andare, prima di essere fuori tempo. Ti dirò ogni cosa “, la supplicò. “ Lo prometto, devi solo fidarti di me. Senti, preparerò io la tua valigia, stai qui e……. “

     Le parole si affievolirono mentre il calore della sua mano lasciava il ginocchio di lei. Scully sentì quando lui si alzò in piedi e si voltò verso la sua camera da letto. Le mani si abbassarono e senza sollevare la testa disse: “ Non vengo da nessuna parte, Mulder, non prima di aver avuto delle risposte! “

     Ci fu un lungo silenzio. La sua replica, quando avvenne, fu profonda e piatta. “ Non abbiamo tempo per questo ora! “

     “ Ho tutto il tempo del mondo. Ho tutto il resto della mia vita “, Scully voltò la testa per guardarlo. Il suo sguardo era fermo e rassegnato. Lui la guardò una volta, uno sguardo lento. E attese.

     “ Hai davvero penato che potesse essere facile, Mulder? “, chiese. “ Ti fai una passeggiata da queste parti una settimana dopo la tua morte, mi annunci che era tutto una specie di scherzo e ti aspetti che io faccia quello che mi hai chiesto? “

     Rigida. Era assolutamente rigida per la rabbia. Aveva preso tutto il suo controllo e cominciò a gridare. “ Hai una qualche idea di cosa sia stata l’ultima settimana; di attraverso cosa sono passata? Ho pensato che fossi morto, Mulder. Morto. E, ovviamente, mi hai lasciata a rimettere in ordine la confusione. Per fare le cose ancora meglio. Non posso farlo più, Mulder. Non ho idea di cosa si tratti e francamente, non lo voglio e non mi interessa. Non voglio spendere le ultime settimane della mia vita a seguirti ciecamente mentre ti butti selvaggiamente in qualche altra sciocca caccia. Non posso. Non voglio! “

     Mulder tornò verso il divano ed ancora una volta si accucciò di fronte a lei. Abbassò lo sguardo e prese le mani di lei tra le sue, avvolgendo le dita intorno ai palmi. Lentamente strofinò i pollici sul dorso delle sue mani e sollevò lo sguardo su di lei. Scully vi vide affetto dentro e qualcosa che sembrava speranza.

     “ Pensi che abbia fatto questo per colpa del corpo alieno che poteva o non poteva essere vero? “, scosse la testa lentamente. “ Ascoltami, Scully, sono qui perché ho trovato quello che stavamo cercando, Scully. Ho trovato le risposte che ci servivano per salvarti “

     Lei riuscì solo a fissarlo. La sua dichiarazione correva attraverso la sua mente ripetutamente, fino a che le parole ed il loro significato si offuscarono.

     “ Cosa stai….. Cosa stai dicendo?! “, la sua lingua incespicò sulle parole. “ Una….cura?!…. “

     Mulder annuì vigorosamente, un sorriso iniziò a delinearsi sul suo viso. Le strinse la mano saldamente. “ Abbiamo trovato un modo per combattere il cancro. Possiamo farti stare di nuovo bene, ma devi venire con me “

     Lei balbettò. “ Ma….. “

     “ Sto cercando di offrirti un miracolo, Dana. Vuoi voltarmi le spalle, o vuoi fidarti di me e andare a fare la valigia?! “

     E accadde a Scully cio che era sempre accaduto. Alla fine, ogni aspetto della sua vita degli ultimi cinque anni era riassunta dalla scelta tra l’ossessivo, passionale Mulder e la possibilità di una esistenza normale. Lei aveva sempre scelto lui. Scully sapeva di non poter incolpare Mulder per questo fatto. Perché, a dire il vero, aveva sempre avuto la possibilità di rifiutarlo. Mulder aveva sempre fatto in modo che lei avesse quella scelta. E fatto chiaramente in modo che non avrebbe fatto domande, o l’avrebbe giudicata se avesse scelto altre strade.

     L’orgoglio lottava con la speranza. Benché le avrebbe certo dato soddisfazione mandarlo all’inferno e dirgli di andarsene e lasciarla in pace a vivere il resto della sua corta vita, era lontana dal metterlo in pratica. Se quello che Mulder le aveva detto, era vero, sarebbe stata pazza a non andare con lui. Peggio che pazza.

     E malgrado la rabbia per cio che aveva fatto, la fiducia esisteva ancora tra di loro. Benché profondamente ferita dalla dolorosa botta, non poteva negare la verità e stringersi a lei. Specialmente non ora, mentre lui era inginocchiato di fronte a lei, ad offrirle una chance di vita.

     Scully si alzò in piedi ed andò a fare la valigia.

 

FINE 4/14

 

Capitolo 5