CAPITOLO 5

 

ALLENTOWN, PENNSYLAVANIA

MAY 5, 1997

3:12 a.m.

 

 

     Walter Skinner aveva bisogno di movimento. Di qualunque tipo. La lunga guida che lo aveva portato allo scheletro di quella fabbrica era stata abbastanza difficoltosa. Costringersi a stare seduto sul divano del momentaneo quartier generale di Mulder, era stato un atto di auto-disciplina. La sua determinazione gli permise di raccogliere i pensieri e metterli saldamente sotto controllo.

     Non stava funzionando. Le dita della sua mano destra afferrarono il bracciolo del divano così vigorosamente che lui ebbe paura che potessero perforare il sottile vinile. Questo non faceva parte del piano. La sua presenza non era ancora richiesta. Non c’era ragione di lasciare il suo confortevole appartamento di Cristal City e guidare nella notte come un indemoniato. Ma non si era fatto domande quando si era ritrovato in macchina un’ora dopo la sua conversazione con Mulder.

     Aveva detto a se stesso che c’era bisogno che fosse li quando Mulder tornava con Scully.

Se * tornava con Scully, ricordò a se stesso. Se Scully non gli avesse detto di andare all’inferno e lo avesse spedito indietro a mani vuote. E poi c’era sempre la possibilità che Mulder giacesse morto per una ferita da arma da fuoco nell’appartamento di Scully. Complimenti alla crescente paranoia e disperazione di Scully. Non poteva che essere il colmo dell’ironia.

     Quando era partito per Allentown non era stato completamente onesto con se stesso sul perché sentiva il bisogno di andare. La comprensione lo colpì a tre quarti di strada del viaggio e gli si era appiccicata addosso tenacemente. Il suo ragionamento si solidificò appena dopo il suo arrivo, appena passò attraverso la porta nel laboratorio medico che era stato creato con il solo proposito di salvare la vita di Dana Scully.

     Walter Skinner tremò. Non per i rischi riguardanti l’insano piano di Mulder. Non per le probabilità di riuscita del piano una volta messo in moto. Quello che lo spaventava, e lo lasciava con una strana sensazione di colpevolezza, era il pensiero della possibile reazione di Scully quando Mulder le avesse detto ogni cosa. Sulle bugie che avevano creato, su cio che erano arrivati a fare. Perché Scully avrebbe chiesto risposte. Lo sapevano entrambi. Skinner era anche spaventato da cio che sarebbe accaduto se lo schema non avesse funzionato; se alla fine lei sarebbe morta comunque.

     Il pensiero di essere spaventato da una piccola rossa che non raggiungeva il suo mento, doveva essere ridicolo. Se lui non l’avesse amata, probabilmente lo sarebbe stato.

     Che diavolo ci faceva li?, chiese a se stesso. Cosa esattamente stai sperando di realizzare?

     Dannazione a Mulder e alla sua impulsività. Se avesse continuato con il piano originale, Skinner non avrebbe avuto ragione di essere li. Essere così ansioso. Teso. Se avesse avuto l’opportunità di vedere Scully per primo, parlare con lei e attutire il colpo della notizia che un Mulder vivo poteva avere su di lei.

     Invece l’uomo si era preso l’incarico di piombare li nel bel mezzo della notte. Senza dubbio avrebbe spaventato l’inferno, al di fuori di Scully. Tutto per poter avere il dubbio onore di annunciare da se la sua resurrezione, senza preoccuparsi del possibile impatto su Scully.

     Skinner strofinò i palmi sudati sui jeans marroni, si tolse gli occhiali, si compresse il naso e si sfregò gli occhi stanchi. Era stato Skinner che aveva mentito alla fondazione per coprire Scully durante il trattamento. Aveva fatto sparire le prove e tracciato un sentiero per qualcuno che potesse andare a cercare Dana Scully dopo di questa notte. La copertura era stata delineata per essere pronta al momento giusto. Mulder non era sicuro di quanto tempo ci volesse per trovare la formula necessaria a salvare Scully. Una volta che l’aveva avuta entrambi convennero che non c’era più tempo da perdere.

     Aveva fatto una telefonata immediatamente dopo aver parlato con Mulder, e messo in moto la seconda parte del piano. C’era ancora una sola telefonata da fare e che non poteva essere fatta fino a che non avesse sentito Mulder.

     Skinner balzò in piedi e passò attraverso la porta verso l’altro ufficio. Uno dei Crawford, l’unico nella stanza in quel momento, sollevò gli occhi dal libro che aveva in mano e guardò Skinner.

     “ Nulla?! “, chiese sgarbatamente.

     “ Non ancora, Signor Skinner “

     Skinner rispose con un succinto cenno della testa e si rimmerse nella stanza di Mulder. L’ibrido lo metteva in imbarazzo. Questa era la seconda volta che li incontrava. Non aveva modo di sapere in che modo parlare con loro, e in che modo no. Suppose che il fatto che Mulder si fidasse di loro doveva bastargli. Dopo tutto erano passati mesi da quando Mulder gli aveva parlato di un alleanza con gli ibridi ed aveva cominciato ad inventare la burla sulla sua morte. E non c’era stato nulla, nessuna indicazione che il piano potesse essere compromesso, le loro intenzioni scoperte. Cio che doveva essere rassicurante, semplicemente continuava a disturbarlo.

     Skinner, per natura, non era un uomo paranoico. Non vedeva cospirazioni ovunque guardasse - - diversamente da un certo agente dei suoi. Ma Walter Skinner era sveglio abbastanza da riconoscere una verità minacciosa quando ne vedeva una. Dal momento che gli X Files erano stati creduti una diramazione della divisione Crimini Violenti ed erano stati messi sotto la sua supervisione diretta, Skinner aveva saputo che la sua confortevole posizione all’interno della burocrazia era diventata istantaneamente un pochino meno sicura. Un po più discutibile. Benché fosse consapevole da tempo della considerevole esperienza e del prodigioso talento di Spooky Mulder, era oltremodo a conoscenza della tendenza dell’Agente ad ignorare il protocollo ed andare avanti per se stesso, trovando le risposte che cercava con ogni metodo che potesse maneggiare. Benché il talento di Mulder fosse invidiato ed ammirato da molti all’interno del Bureau, era considerato dagli alti papaveri un incubo da supervisionare.

     Per primo Skinner si era domandato esattamente chi avesse fatto incazzare che la sua punizione era stata l’assegnazione agli X Files per il suo servizio. E quando Cancer Man era sgattaiolato nel suo ufficio per la prima volta e Skinner si rese conto che cio che era accaduto era molto profondo, allora ebbe i primi sospetti. La supervisione degli X Files non era affatto una punizione, ma piuttosto un test sulla sua devozione e sulla buona volontà di camminare sul filo.

     Gradualmente, nel corso dei passati quattro anni e mezzo, Skinner si era reso conto di quale fosse la posizione migliore per la sua fedeltà - - e non era con il fumatore figlio-di-puttana e la sua organizzazione di ombre. Nemmeno con il rispettabile Bureau. La scoperta della verità e la sua buona volontà lo avevano posto dal lato di Mulder e Scully e questa era divenuta la sua missione. La verità era una maestra severa e richiedeva un prezzo alto - - ma una Skinner aveva più che voglia di pagare. La pace della mente valeva ogni sacrificio che aveva fatto.

     O almeno così pensava. Fino alla diagnosi di Scully ed il susseguente accordo con il diavolo.

     In prospettiva era facile chiedere la sua sanità mentale. Che cosa aveva pensato? Di proibire a Mulder di accordarsi con Cancer Man e poi ripensarci e ignorare il suo stesso monito? Ma la disperazione ed una profonda sensazione di impotenza lo avevano portato ad ignorare il comune buonsenso e fare tutto cio che era possibile fare per salvare Scully. Dopo i mesi passati, era finalmente in grado di ammettere il suo egoismo nel fare l’accordo; voleva essere l’unico a salvarla.

     Ma non come un modo per indebolire il rapporto tra i due agenti. No, voleva solo dimostrare a se stesso che era un uomo che poteva produrre miracoli. Non si era aspettato che qualcuno non venisse a saperlo e tantomeno aveva pianificato di non rivelare l’accordo con qualcuno. Non era come quando aveva cominciato ad amare Scully più di una sorella, ma nient’affatto come una potenziale amante. Lo aveva fatto per entrambi. Per Scully * e * Mulder. Perché in qualche modo il dinoccolato e torturato agente aveva aggirato le antiche barriere di Skinner. Non era sicuro se fosse stata la sua integrità, o il suo senso dell’onore o ancora la sua apparente intrepidezza, ma era arrivato a rispettare Mulder. E, a dire il vero, lo ammirava.

     Mulder era un dissidente, una pistola carica. Soprattutto un’entità sconosciuta che poteva essere brillante e tagliente come un rasoio prima, e bizzarro ed irriverente subito dopo. Era anche la cosa più vicina ad un guerriero che Walter Skinner avesse mai visto in tanti anni.

     Mulder non si arrendeva mai. Mai. La sua tenacia e la sua passione erano la sua benedizione e la sua disgrazia. Non importava cosa gli gettasse addosso il Consorzio, o quante volte era stato quasi vicino a perdere la vita. Era strisciato attraverso i muri del Bureau dopo ogni delusione, con le spalle pesanti e l’espressione da cane bastonato. Ma, santo Dio, era sempre stato capace di risollevarsi e tornare indietro a combattere sul ring.

     Fox Mulder poteva essere l’uomo più coraggioso che avesse mai incontrato, oppure il più pazzo. Skinner era sicuro che non avrebbe mai voluto una risposta definitiva.

     Non ci aveva messo molto per capire che le sole debolezze di Mulder erano la sorella e Scully. La perdita della sorella aveva danneggiato Mulder in modo misterioso ed inspiegabile. La perdita di Scully poteva essere il colpo finale; lo avrebbe spedito verso la morte, o in manicomio. Walter Skinner era sicuro che non sarebbe accaduto. Li avrebbe ripagati dopo questo.

     Così aveva fatto un accordo sperando di salvarli entrambi, aveva fatto cio che ci si aspettava da lui. Era diventato un fattorino, metteva in ordine cio che altri mettevano sottosopra. Ed aveva perso il suo orgoglio ed il suo onore lungo la strada.

     Skinner si mise di fronte all’alta finestra dipinta dell’ufficio, le mani serrate dietro la schiena. Il sangue correva attraverso il suo corpo, sfiorando ogni singolo nervo. Questo avrebbe funzionato. Avrebbero salvato Scully. Era l’unica chance di redenzione per Skinner. Un tentativo di recuperare i silenzi che aveva tenuto durante gli ultimi quattro anni e mezzo.

     La testa scattò di lato al suono crepitante della radio che sibilava nell’altro ufficio. Quattro lunghi passi lo portarono al vano della porta. Crawford aveva messo giù il libro e si era curvato sull’attrezzatura radio.

     Ci fu uno strido rauco dello speaker e poi: “ Raven ad Hope Base. Passo “

     Era Mulder. Skinner tirò un profondo respiro e si rilassò.

     Crawford girò il pulsante del microfono e rispose: “ Hope Base a Raven. Vi ascoltiamo. Qual è la vostra condizione? “

     “ La tigre e fuori dalla gabbia. Ripeto, la tigre è fuori dalla gabbia. Trascrivi? “, Skinner emise uno sbuffo d’aria. Crawford lo guardò e gli sorrise gentilmente.

     E Skinner lo ricambiò. Oh, che diavolo!, disse a se stesso.

     “ Trascrivi questo, Raven. Portala a casa “, replicò Crawford.

     “ Non farò altro. Passo e chiudo “, ci fu un altro stridio, poi la radio tacque.

     Skinner sollevò la cornetta con mano tremante e fece la telefonata finale.

 

 

ON THE ROAD

MAY 5, 1997

4:03 a.m.

 

 

     “ Tigre?!

     Mulder si inclinò in avanti nel furgoncino e fece scivolare il microfono sul suo gancio. Fece spallucce mentre si riappoggiava contro lo schienale del sedile e si avventurò in un piccolo sorriso. “ Sembra appropriato, no?! “, disse quietamente. Scully non era divertita. Non ricambiò il sorriso, ma Mulder non ne fu sorpreso.

     Scully continuava a lanciargli occhiate di sfida, come aveva fatto fin da quando erano balzati nel furgone e si erano sistemati per il tragitto. Non così manifeste da fargli saltare i nervi, ma abbastanza da renderlo consapevole della sua rabbia - - come se ne avesse bisogno. Il dolore della mascella e le pulsazioni nella sua testa erano più che sufficienti.

     Mulder era inoltre consapevole che se la sua unica punizione era un po di dolore e qualche sguardo incattivito, non poteva lagnarsi. Comunque sapeva che non sarebbe stato facile. A dire il vero, Scully era stata stranamente tranquilla da quando avevano lasciato l’appartamento, ma lui lo attribuiva allo shock. E all’abitudine di Scully di spazzar via mentalmente fatti e supposizioni in una ordinata pila prima di scavarci dentro. Sapeva che il suo silenzio significava che si stava creando uno scenario nella testa, confrontando le teorie con i fatti. Aveva fatto un’unica domanda fino a quel momento. Si era voltata dopo essere salita sul furgone ed aver scorto Crawford dietro il volante, ed aveva chiesto: “ Il tuo co-cospiratore?! “

     “ Uno di loro “, le aveva risposto onestamente. Questo gli aveva procurato il classico sguardo alla Scully, ma non aveva chiesto ulteriori informazioni.

     Scully e Crawford si erano scambiati strani saluti garbati prima di chiudersi nel silenzio. Che non fu rotto fino a che non si imbatterono nel primo svincolo che li avrebbe portati ad Allentown. Fu li che Mulder ebbe il contatto radio.

     Mulder sollevò la testa e sorprese un altro sguardo nella sua direzione. Questa volta fronteggiò il suo sguardo e si inclinò in avanti, con i gomiti sulle ginocchia. “ Allora….. “

     Scully guardò lontano e sollevando una mano, si portò una ciocca di capelli dietro l’orecchio sinistro. Le dita di Mulder desideravano ardentemente ripetere l’azione. Pregò silenziosamente affinché quella setosa ciocca di capelli ricadesse di nuovo in avanti. Ogni scusa per toccarla poteva essere buona.

     Il desiderio lo stava divorando, ed era così fin dal momento in cui era entrato nel suo appartamento e l’aveva vista dormire sul divano. Non voleva altro che posare le sue mani su di lei, stringerla vicino e sentire il suo piccolo corpo contro di se. Caldo. Vivo. Ma Mulder era sveglio abbastanza da non mettere il pratica cio che desiderava. Non voleva, dopo il primo, iniziare così presto un secondo incontro di boxe. Un altro colpo come quello di prima, e probabilmente gli avrebbe spezzato la mascella. Mulder fu sorpreso che non le si fosse accartocciata la mano. Poi guardò con attenzione e gemette silenziosamente quando si rese conto che era accaduto. Scully si stava davvero stringendo la mano destra contro l’addome.

     Come un magnete, i loro sguardi si incontrarono e si serrarono tra loro. La connessione fu istantanea e solida, scivolando in un posto che era come tornare a casa. Mulder sentì una morsa nel petto. Lo avevano fatto ancora. Se non altro riuscivano ancora a guardarsi nell’anima. Riuscivano quasi a leggersi nella mente quando erano davvero in sintonia. Mulder si precipitò in avanti e allungò una mano per cercare quella di lei. “ Scully?!….. “

     “ Sto bene, Mulder “

     Le sue parole lo gelarono. Rimase ghiacciato per un momento prima di tornare al suo posto. Tormentandosi il labbro inferiore tre il pollice e l’indice, le disse: “ Ti sei ferita la mano “

     “ Te l’ho detto, sto bene! “

     Scully ruppe il contatto e Mulder voltò la testa verso il lato del furgone. Chiuse gli occhi e richiamò alla mente l’immagine di Scully mentre lo guardava, una risata amara era venuta fuori dalla sua bocca mentre le lacrime scendevano sul suo viso. Aveva perso il controllo. Invece della tipica risposta alla Scully, aveva avuto qualcosa che lui bramava ardentemente da tempo. Un momento di rabbia, di nuda onestà. Velata di sottile sarcasmo, ma tuttavia onestà.

     Lo aveva fatto trasalire. Riportato all’indietro. Era stato così certo di sentire lo scellerato “ Sto bene, Mulder! “, che aveva quasi immaginato di sentire le cose. Lo shock era rotolato su di lui, che era stato davvero vicino a cadere a pezzi, subito, in quel momento. Le gambe non lo avevano trattenuto a lungo ed era caduto in ginocchio davanti a lei. Scuse e suppliche erano fuoriuscite dalla sua bocca.

     Dana Scully era stata vicina a distruggerlo in quei minuti. E tutto questo perché, per un dolce, cristallino momento, lei aveva abbassato la guardia e lo aveva lasciato entrare.

     Hai idea di quanto sarebbe facile se potessi essere me stesso, Scully?, le chiese silenziosamente mentre si lanciavano su una strada secondaria. Mente, corpo ed anima. Tutto cio che devi fare è dire le cose. Dammi la tua onestà in risposta alla mia.

     Mulder aveva fatto una promessa alcuni mesi prima, che quando ( e per prima cosa, se ), quel giorno fosse arrivato, non avrebbe rifiutato alcuna informazione a Scully. Ogni ragione che aveva potuto avere per non rivelarle le cose, o interpretare male la verità, era invalidata. Alla luce di cio che aveva fatto, del sacrificio che aveva fatto, le decisioni che lo aveva torturato, era stupido cercare di continuare a negarle la verità. Era tutto o niente da questo punto in poi. Era una delle regole che aveva preparato per se stesso fin dall’inizio. E, cosa più importante, Mulder pensava che fosse il momento di lasciare entrare Scully nella questione. Tutto cio che poteva fare era sperare che lei avrebbe accettato il gesto per cio che era e lo avrebbe contraccambiato con la stessa moneta.

     Mulder riaprì gli occhi e li focalizzò su di lei. Scully stava guardando la strada dietro di loro attraverso il vetro variopinto del furgoncino. I suoi occhi brillavano luminosi nella scarsa luce che proveniva dalle lampadine decorative montate sulle pareti del furgoncino. Stava seduta tranquilla la mano ferita era posata delicatamente in grembo. Non c’erano piedi battuti per terra o gesti nervosi. Scully non si muoveva con irrequietezza. Sapeva come stare immobile. Mulder aveva perso il conto delle volte, di tutte le volte che era dipeso da lei per questa cosa. Questo lo calmò, allentando la frenesia che aveva acquistato slancio, e dalla quale spesso cercava di separarsi.

     “ Guarda, Scully “, cominciò dopo un minuto o due di osservazione. “ Se vuoi stare seduta qui e pretendere che non ti sei ferita, va bene. Ma non mi inganni, non ci sei mai riuscita! “

     Lentamente, lei voltò la testa per guardarlo. La sua espressione era imperscrutabile. “ Dove stiamo andando, Mulder? “

     La domanda lo colse impreparato. Si sentì come se si stesse avviando alla parte conclusiva della conversazione. Aggrottò le sopracciglia e disse: “ Allentown. Ascolta, Scully, abbiamo bisogno di fare le cose per bene “, la guardò mentre lei tornava a voltarsi verso il finestrino. “ Scully?!… “

     Niente.

     “ Dannazione, Scully, vuoi guardarmi, per favore?! “

     Lo fece mentre lui glielo chiedeva, ma Mulder non potè dire se fosse felice di farlo. Mulder si raddrizzò un pochino, bisognoso di chiudere la distanza tra loro. “ Desidero che tu sappia qualcosa prima…… “, si interruppe.

     No. Non così, Mulder. Niente più scuse. Sarebbe stato troppo negare la verità. Fece un lento respiro, conscio dello sguardo di Scully su di se. “ I prossimi giorni saranno molto duri. Stai per scoprire cose che saranno davvero dure da sentire “, guardò di lato, scuotendo la testa sarcasticamente. “ Immagino che sentirò delle cose che preferirei non sentire. Potresti davvero odiarmi alla fine, prima che sia tutto detto e fatto. Ma sto per farti una promessa, Scully. In questo momento “

     Mulder tornò a guardarla e vide che aveva stuzzicato la sua curiosità. Scully lo guardava apertamente ora. “ Ti prometto che per tutto cio che mi chiederai, ti dirò la verità. La completa verità. Non voglio nasconderti nulla. Anche se ferirà uno di noi farlo “, Scully fece per parlare, ma Mulder sollevò una mano e la fermò. “ Solo lasciati portare attraverso tutto questo, okay?! “

     “ Successivamente, quando saprai tutto cio che devi sapere, quando starai meglio, potrai decidere come comportarti con tutto questo, ma fino ad allora, mi piacerebbe che tu mi promettessi la stessa cosa “, fece un altro respiro e deglutì pesantemente. “ Non possiamo permetterci di nasconderci ancora le cose, Scully. Semplicemente non possiamo. Abbiamo troppo da perdere “

     Mulder si calmò un pochino durante il silenzio che seguì alle sue parole. Scully chinò la testa e si studiò le mani. La guardò mentre riportava lo sguardo su di lui, la testa leggermente di sghimbescio. Una ciocca di capelli le cadde sulla guancia e allora lo trapassò con uno sguardo che gli strizzò le budella. Ciò che vide nei suoi occhi fu più di una risposta alla sua richiesta. Fu come un lanciare una sfida. Scully aveva ingranato la marcia per un'altra battaglia. Mulder immediatamente cominciò a pentirsi di averle chiesto una promessa in risposta.

     “ Okay, Mulder. Hai fatto il tuo accordo. Ora comincia a parlare! “

 

FINE 5/14

 

Capitolo 6

 

TO BE CONTINUED…………