Un elettrocardiogramma di 24 ore

Avete presente una cassetta di registrazione, del tipo di quelle che usate ogni giorno (anzi, ogni ora) per registrare le canzoni dei vostri cantanti preferiti? Ebbene, oggi cassette di questo genere vengono usate per registrare non urli bestiali, ma un elettrocardiogramma, 24 ore su 24, che poi viene inviato al cardiologo per vedere se tutto va bene. Questo metodo è stato utilizzato per controllare tutti quei disturbi cardiaci che si manifestano soltanto transitoriamente e che diventa così impossibile diagnosticare perché probabilmente sono assenti durante la visita medica, per poi riapparire 10 minuti più tardi.

Il metodo dell'elettrocardiogramma <24 ore su 24> si è reso possibile proprio per lo sviluppo dei registratori: un registratore del peso di 400 g e grande come un pacchetto di sigarette viene applicato al corpo del paziente (o di chi deve essere controllato) mediante 4 elettrodi. In questo modo l'ammalato può vivere normalmente: andare a lavoro, muoversi, dormire, fare esercizi fisici... Intanto il nastro registra i potenziali elettrici emessi dal cuore durante la sua attività.

Dopo 24 ore, quando il nastro si è completamente riempito, il paziente lo sfila dal registratore (oppure si toglie addirittura il registratore) e lo invia al Centro di controllo o al cardiologo. Questi lo infila in un computer che è stato precedentemente programmato a riconoscere le alterazioni Tracciato elettrocardiografico di un disturbo delle arterie coronariche
elettrocardiografiche che conserva nella sua memoria. Il computer rivede in un tempo brevissimo (circa 20 minuti) la registrazione di 24 ore, mettendo in rilievo le eventuali anomalie presenti. Il medico può seguire questa lettura sia direttamente sul video del computer che su un nastro di carta che lo stesso computer provvede a stampare e che è simile in tutto a un usuale elettrocardiogramma.

I modelli più recenti di questo cardiografo permettono poi di ricostruire un elettrocardiogramma tridimensionale in cui i vari elementi dei complessi elettrocardiografici (così si chiamano infatti quelle "onde" che voi vedete quando si registra un elettrocardiogramma) sono rappresentati su tre dimensioni per consentire al medico di riconoscere più agevolmente le eventuali irregolarità.

Con questo metodo la possibilità di riconoscere delle alterazioni cardiache (per esempio durante il sonno) ha fatto un grande progresso e ha permesso di prevenire dei disturbi cardiaci che avrebbero potuto divenire poi anche molto gravi.

Un ulteriore passo avanti di questa tecnica è il cosiddetto cardiotelefono: il paziente registra il suo elettrocardiogramma e poi lo trasmette attraverso il telefono al centro di controllo cardiologico di un ospedale o al cardiologo privato. Gli impulsi elettrici corrispondenti al tracciato elettrocardiografico vengono registrati da un computer che li <decodifica>, li interpreta e fa direttamente una <pre-diagnosi> che verrà poi verificata dal medico curante.

Con questo metodo diviene così possibile tenere sotto controllo pazienti (soprattutto anziani) difficilmente trasportabili e che pertanto sono seguìti anche quotidianamente senza spostarli dalla loro abitazione.


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