L'informazione può essere trasmessa a distanza variando opportunamente
una qualche caratteristica fisica del mezzo scelto per la
trasmissione. Tale variazione si propaga, con una certa velocità,
lungo il mezzo di trasmissione e dopo un certo tempo arriva all'altra
estremità del mezzo, dove può venir rilevata. Ad esempio,
se il mezzo è un cavo metallico, si può variare la tensione
applicata ad un'estremità. Tale variazione di tensione verrà
successivamente rilevata all'altra estremità.
I mezzi trasmissivi sono sostanzialmente di tre tipi:
mezzi elettrici (cavi): in essi il fenomeno fisico
utilizzato è l'energia elettrica;
mezzi wireless (onde radio): il fenomeno fisico
è l'onda elettromagnetica, una combinazione di campo elettrico e
campo magnetico variabili, che si propaga nello spazio
e che induce a distanza una corrente elettrica in un dispositivo ricevente
(antenna);
mezzi ottici (LED, laser e fibre ottiche): in essi
il fenomeno utilizzato è la luce. Si tratta dei mezzi più
recenti, che hanno rivoluzionato il settore.
Rappresentando il valore nel tempo del fenomeno fisico utilizzato come
una funzione f(t), si può studiare matematicamente il segnale
risultante.
In linea di principio, la trasmissione può avvenire con due
modalità differenti: trasmissione di segnale analogico e
trasmissione di segnale digitale.
La differenza fondamentale fra un segnale analogico e uno digitale è
che:
il primo può variare gradualmente in un intervallo
costituito da un numero infinito di possibili valori;
il secondo può variare solamente passando bruscamente da uno all'altro
di un insieme molto piccolo di valori (da due a qualche a qualche decina).
Si tenga presente però che il fenomeno fisico utilizzato non è digitale
ma analogico. Un segnale quindi non può passare istantaneamente da un valore
ad un altro, ma impiegherà un certo tempo per effettuare la transizione.
La conseguenza è che un mezzo fisico farà del suo meglio per trasportare
un segnale digitale, ma non riuscirà a farlo arrivare esattamente com'è
partito.