Ma e' nel successivo racconto Il sogno di Coleridge, che Borges evoca il poema sognato da Coleridge ( Kubla Khan ) e la citta' sognata (Xanadu) e fatta costruire dall'imperatore mongolo ; ritorna qui un tema essenziale dell'opera di Borges:
"Si tratta, ancora una volta, del desiderio inerente la letteratura di uguagliare o di ecclissare il reale; dell'ambizione, la cui futilità si riconosce sin dal principio, tanto di dar forma all'Universo in quanto totalità, come di impadronirsi del suo segreto" *
(...)il reale si confondeva con il sogno, o per meglio dire, il reale era una delle configurazioni del sogno (...) il testo si è perso; c'e' chi dice che fosse composto da un verso; altri, di una sola parola. L'increibile e certo è che nel poema stava intero e minuzioso il palazzo enorme, con ogni illustre porcellana e ogni disegno in ogni porcellana e le penombre e le luci dei crepuscoli ed ogni istante sciagurato o felice delle gloriose dinastie di mortali, di dei e dragoni, che vi abitarono fin dal passato interminabile (...) bastò che il poeta pronunciasse il poema perche' sparisse il palazzo, come abolito e fulminato dall'ultima sillaba (...)**
*: Mercedes Blanco. "La paràbola y las paradojas:Paradojas matemàticas en un cuento de Borges" Borges studies on line
**: J.L.Borges. "La parabola del palazzo"