La critica - Flavio Carneiro ( 2 ) -      ( i / ii )

"I resoconti di Marco Polo, differiscono dai resoconti degli altri ambasciatori del Gran kan. Marco non descrive le città dell'impero reale, le città di vie, case, fiumi, persone che il valoroso Kan ha conquistato, ma le città che l'immaginario del viaggiante crea.... Quando tratta con gli altri ambasciatori, il kan e' un lettore che legge a priori: Egli già sa cio' che cerca nel testo:.....le cose relazionate agli interessi del suo impero gia edificato, appena quello che è necessario sapere perchè ciò che è stato conquistato sia mantenuto."(*)    
Ma quando ascolta Marco Polo, il Kan,   
"non cerca cifre ma emblemi, simboli, con i quali costruisce il suo impero invisibile...gia non gli interessa più sapere quanti paesi ha conquistato o quali tesori si sono aggiunti alle sue ricchezze nelle ultime spedizioni. Cio che lo attrae nel testo di Marco, e' soprattutto il fascino di poter optare per vari cammini nello stesso tempo e sapere che ad ogni lettura egli è un'altro, altro Kan, davanti ad un'altra città. Quando legge - ascoltando e vedendo - i resoconti di Marco Polo, il Gran Kan sa dei rischi di intraprendere cammini tanto instabili, ma sa che solamente in tal modo, essendo egli stesso lettore ed autore di ciò che legge, puo' trovare un senso per continuare a vivere. Sa che lì risiede tutta la ricchezza futura, e sa anche che, lì, deve abbandonare ogni certezza": Flavio carneiro ii / ii


(*): Flavio Carneiro, No jardin de Borges