La critica - Flavio Carneiro ( 2 ) - ( ii / ii )
KUBLAI: - Forse questo nostro dialogo si sta svolgendo tra due straccioni soprannominati Kublai Kan e marco Polo, che stanno rovistando in uno scarico di spazzatura, ammucchiando rottami arrugginiti, brandelli di stoffa, cartaccia, e ubriachi per pochi sorsi di cattivo vino vedono intorno a loro splendere tutti i tesori dell'Oriente.
POLO: - Forse del mondo è rimasto un terreno vago ricoperto da immondezzai, e il giardino pensile della reggia del Gran Kan. Sono le nostre palbebre che li separano, ma non si sa quale è dentro e quale è fuori."(*)
La differenza tra queste due attitudini di lettura del gran kan mi sembra ovvia: il primo Kan vuole sapere, il secondo sperimentare. O ancora: il primo vuole sapere per usare, il secondo vuole sapere per essere."(**)
(*): Italo Calvino, Le città invisibili
(**): Flavio Carneiro, No jardin de Borges