Fernando Pessoa - l'uomo di Porlock - v / v -
Questo visitatore - perennemente sconosciuto perché, pur essendo noi, "non è nessuno" -, questo seccatore - perennemente anonimo perché, pur essendo vivo , è "impersonale" - tutti noi lo dobbiamo ricevere, per debolezza nostra, fra l'inizio e la fine di una poesia concepita per intero, che non permettiamo a noi stessi di vedere scritta. E quello che di tutti noi, artisti grandi o piccoli, sopravvive realmente, sono frammenti di ciò che non sappiamo cosa sia, ma che sarebbe, se ci fosse stato, l'espressione stessa della nostra anima.
Fossimo capaci di essere fanciulli, per non avere visite, né visitatori che ci sentiamo obbligati a ricevere! Ma non vogliamo far aspettare chi non esiste, non vogliamo offendere l'"estraneo" che è noi. E così di quello che sarebbe potuto essere, resta solo ciò che è; della poesia, o delle opera omnia, solo il principio e la fine di qualcosa andato perduto - disecta membra che come disse Carlyle, sono ciò che resta di ogni poeta, o di ogni uomo.