Navigazione e Viaggi di Ramusio - I viaggi di Marco Polo - Xandu ( i / ii) (*)
Del bellissimo palagio del gran Can nella città di giandù; e della mandria di cavalli e cavalle bianche, del latte de' quali fanno ogn'anno sacrificio; e delle cose maravigliose che li loro astrologhi fanno far quando vien mal tempo, e anco della sala del gran Can, e delli sacrificii che li detti fanno; e di due sorti di religiosi, cioè poveri, e de' costumi e vita loro (cap. 55)
Quando si parte da questa città di sopra nominata, andando tre giornate per greco si truova una città nominata Xandù, la qual edificò il gran Can che al presente regna, detto Cublai Can; e quivi fece fare un palagio di maravigliosa bellezza e artificio, fabricato di pietre di marmo e d'altre belle pietre, qual con un capo confina in mezo della città e con l'altro col muro di quella. Dalla qual parte, a riscontro del palagio, un altro muro ferma un capo da una parte del palagio, nel muro della città, e l'altro dall'altra parte circuisce, e include ben sedici miglia di pianura, talmente ch'entrare in quel circuito non si può se non partendosi dal palagio.
( *) A questo testo si è ispirato Samuel Purchas nel suo Pilgrimage, confrontato con la versione latina del Milione di Marco Polo scritta da Pipino (Anversa nel 1485). (cfr. la versione franco-italiana del Milione).